Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

l' CRITICA SOCIALE 533 ropeo i 200 che si stanrto praticamente aggiungendo in que– ste settimane ed i possibili altri 200-250 milioni di Cinesi di domani, si avrà per risultato che circa un terzo della po– polazione del mondo sarà dominato da Mosca. E' questa, come si è accennato, la prima· parte del programma che Mo– sca sta realizzando,· mentre i Europa, e forse gli Stati Uni- · ti stessi sono ipnotizzati dal diversivo di Berlino! Ma non allarghiamo il campo dell'indagine che ci porte– rebbe troppo lontano. Esaminiamo invece pratfcamente quel che è successo e succede nei settori di questa lotta iri Oriente. In Cina. Su <iJ.Ueste colonne \già detti_ notizia di quanto succedeva allora in Manciuria (r). Ora la lotta si è conclusa con la sconfitta di Ciang-kai-scek. Ma il suo potere non è solo minacciato dalle armate comuniste di Manciuria. Le due Mongolie son già perse da anni, il Yenan è costituito in re– pubblica comunista da almeno J'.:l anni, sotto la dittatura di Mao-tze-tung_; il sorgere ed affermarsi della quale repub– blica ha del fantastico. Fu tra il '34 ed il '36:: Ciang-kai– scek da IO anni combatteva· le bande comuniste e ormai le aveva costrette in un angolo della Cina sud-occidentale; non eran più 0ande organizzate, non eran più forse che i brandelli di i quelle, gente male arinata,- senza1 ,ntendenza o salmerie, con niente ! Or bene, quel pugno di combattenti ormai circondati, -alla vigilia della distruzione, in una notte riuscì a sfuggire alla stretta mortale tra le maglie dell 'ac– cerchiamento ! Spariti ! Si riunirono più in là ed iniziarono la loro disperata anabasi verso il Nord; •a piedi, in paese nemico, assillati e braccati dai soldati -di Ciang, quel muc– chio di eroici pezzenti coprirono 6ooo chilometri dai• confini del Tibet e si fissauono nella provincia di Shansi, dove, nel– la regione di Yenàn, fondarono uno stato comunista. Fino al 1945 non pare che la Russia li abbia aiutati per non urtare il Giappone, col quale aveva il patto di .non– aggressione, denunciato, come si sa, poche settimane prima della fine della guerra. Dopo, non è noto se J.i• al?bià aiuta– ti, ma è presumibile che da quella enorme miniera di arma– menti ch'era la Manciuria abbandonata dai Giapponesi si sian tratte vaste porzioni per il Yenan. Mao,-tze-tung non aveva fino a pochi mesi fa coordinato la sua politica a quella di Liu-piao, l'eroe di oggi, il vincitore di MucdePl, ma è probabile che abbia atteso la sua ora, e che questa sia scoccata o stia per scoccare. Vorrà anch'egli allargarsi verso sud ed ovest. La nemesi di Ciang-kai-scek. Ora si aggiunga al già perso lo Sciantung, la ,cui capi– tale, Tsinan, è stata presa da armate comuniste, forti, pare, di 300.000 uomini venuti dall'f{onan. Tsinan è a 450 Km. a swd di Pechino, 750 a n0rd d\ Sciangai. E' aperta a que– ste armate la via della Cina centrale'. Nanohino s tessa è in pericolo, distando 6oo Km. da Tsinan. Ma forse a tuf.ta pri– ma vorranno dar la mano a quelle armate che scenderanno da Mucden verso Pechino e Tientsin, così che una enorme part~ della Cina sarà comunista. I comunisti hanno poi già iniziato. operazioni nella provincia di Ciagar e minacciano Calgan a 200 Km. a nord-ovest di Pechino. Tutta la Cina del Nord e del Centro è perciò minacciata. Quali gli ulte– riori sviluppi? Non pa're che Ciang-kai-scek possa presen– tare una seria resistenza:· le. sue divisioni migliori, armate con l'aiuto cJ,ell' America, son distrutte, tutto o gran parte del loro prezioso materiale è andato così ad accrescer la potenza bellica comunista. Forse i suoi stessi soldati - more sinense - avranno cambiato bandiera ed avanzeranno ora verso la Cina propriamente detta, per far bottino. Nelle parti marginali , di quell'immenso paese si son g1a costituite le solite satrapìe, con a capo un generale., Verso nord-ovest, c10e nelle province direttamente minacciate (Ci.agar), non è da pensare che i satrapi vorranno opporsi alla invasione comunista; nelle altre già rette a sistema· « satrapico » saranno paghi i potentati di aver ancora mag– gior libertà verso Nanchino, così che le risorse del Go– verno centrale .diverranno ancora più misere. (1) CRITICA SòCIALE, n, 10 del 16-5-48: 1 Manciuria e Cina terre 3enza. pace :i), ca Grno Bianco La tragedia di Ciang-kai-scek si è che la Cina da lui retta non sa per chi combatte, o meglio lo sa : per tenere al potere una cricca di gente che non ha altro scopo certo e visibile che arricchirsi a spese di un paese povero e pro– strato da -50 anni di rivoluzioni e guerre. Sì, Ciang-kai-scek è stato quegli che ha difeso la Cina contro l'invasione giap– ponese, che 1-)acercato di tenerla unita, anzi di riunirne le sparse membra, ma, per quanto egli si rifaccia alle idee di Sun-yat-sen, non ha impedito che il suo partito si sia mu– tato in una immensa azienda per lo sfruttam~nto del paese. Egli stesso non pare sia molto meglio della cricca• che lo tien su e che a lui s'appoggia. A sentire il generale ameri– cano Stilwell, che comandò durante l'ultima guerra le trup– pe cinesi in Birmania ed ha lasciato delle memorie interes– santi, Ciang-kai-scek sarebbe un cocktiil di ignoranza e furfanteria senza spirito e senza luce d'ingegno. Può darsi che la mentalità occidentale del generale ·Stilwell non ab– bia capito il suo alleato orientale, ma che il suo giudizio sia completamente errato non par possibile. All'attivo di Ciang è uno certo fanatismo patriottico e certo l'amor del po– tere, se non della ricchezza. I napoletani soglion dire irÌ mo– do drastico che comandare sta sopra tutti i piaceri e que– sto è già spiegare il piacere di regger dittatorialmente quel paese. Ciang appare solo .un po_Iitico della realtà, ma in nome di questa condurre la gente a morire è impresa difficile; ci vuol l'ideale, le parole insomma che si scrivon con la ma– iuscola. Qui Ciang-kai-scek è caduto. Non pare che abbia con sè i giovani. Molti giovani cinesi infatti par che pen– sino che c~n le riforme preconizzate da Sun-yat-sen e che Ciang-kai-scek avrebbe. dovuto realizzare e non realizzò non è possibile aiutare a risorgere un_ paese caduto così in basso come la Cina, e che necessit~ una rivoluzione; e rivo– luzione vuol dire comunismo. La teoria che Ciarig-kai-scek predica,;a, cioè. di voler prima l'unità della Cina e poi .la riorganizzazione sociale, non è ideale sufficiente. Egli quin– di ha fallito, e forse sentiremo presto che avrà dovuto la– sciar ad altri il compito di r,iorganizzare il paese su altre basi. A chi? ,Non si sa, nè si vede ; forse ai comunisti. E sarà tremenda avventura per la Cina, perchè dove entre– ranno i comunisti tutto verrà distrutto e tutto dovrà rico– minciare dal punto più basso della riorganizzazione sociale, tutto sarà da rifare. A molti cinesi non piacerà, ma dovran– no, sottostare a questa terribjle nemesi. Per contro pare che la propaganda comunista nella Cina centrale e meridionale incontri un sempre crescente disfa– vore. Lì le popolazioni hanno perduto meno che nel Nord, ed hanno più beni da difendere! · L'economia cinese deve trovarsi in uno stato ,caotico. II 19 agosto scorso è stata introdotta la nuova moneta, if yuan (circa pari al franco svizzero), che sostituisce 3 milioni di dollari cinesi. Sono anche state decretate molte, norme che riguardano la vita economica del paese: controllo delle di– vise, incoraggiamento delle esportazioni, restrizione delle importazioni, proibizione di scioperi, fissazione di prezzi e salari. Tutte le misure insomma che potrebbero andar bene se Nanchino fosse in grado di con,trollare banche, dogana e contrabbando in quell'enorme paese in disfacimento. E di– fatti il valore yuan galoppa verso la polverizzazione. Si. par– la di crisi del governo e di un governo provvisorio da co– stituirsi d'accordo coi comunisti. Il che si sa cosa vuol dire: prima coalizione, poi eliminazione degli altri partiti. Pare che Ciang-kai-scek voglia liberarsi di quella specie di «gang» nell'interesse della quale governava, e che voglia por mano ad una riforma agraria seguendo i consigli ame– ricani. Ma ne avrà il tempo.? Non son pannicelli caldi? Or– mai la partita è al «va banque» e non c'è·çhe un miracolo che possa salvare UI)a s"ituazione così fallimentare. Da Washington si è annunciato che si vuol aiutare la Ci– na di Ciang-kai-scek a resistere; anzi il 4 ottobre la Com– missione degli affari esteri della Camera dei rappresentan– ti a Washington ha chiesto che siano inviati aiuti militari e finanziari alla Cina, oltre a quelli già dati, che la scon– fitta in Manciuria ha certo già ingoiati; ma è tardi, a me– no che gli Stati Uniti non vogliano intervenire direttamen– te, il che non crediamo probabile, e forse nemmeno· possi– bile; bisognerà perciò che si adattino al pensiero che la Ci-

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