Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

546 CRITICA SOCIALE bina del 1793 e che è stato illustrato in partic0lare dal Trotzki. La mMafe oomunist,a. E' questa la tattica della «penetrazione», del « cavallo di Troia·», così largamente usata oggi dai comunisti per la conquista politica dei vari paesi, secondo il principio, che figura sot\o la voce « morale », in un « Brroe dizionario firosofico » russo pubblicato ora dal Partito: « Dal punto di vista della morale comunista, è bene ed è morale solo quello che può servire alla distruzione del vecchio mondo». Di quest'etica comunista, che si arroga una specie di in– fallibilità assoluta, così da aver titolo a costituire quella che è virtualmente un'inquisizione per dare forza ai dog– mi, il Laski, che la considera, in parte almeno, il fat/.o di uomini appena emersi da lunga e mala tirannia e lunga– mente perseguitati da oppositori reazionari, rileva i gravi effetti fuori di Russia, dal\ 1917 ad oggi. Ma, per quel che riguarda « l'etica marxista~. quella di Marx, si potrà ve– dere comunque l'interpretazione che ne ha dato ora M. Ru– be! (3) nella sua introduzione ad una antologia, da segna– lare, di pagine scelte di Marx per un'etica socialista. Per lui il postulato fondamentale dell'etica marxista, è « l'auto– emancipazione » del proletariato, partendo dal quale i pro– blemi" più controversi dell'insegnamento marxista - cori– quista del potere e dittatura del proletariato - appaiono nella -loro vera luce, chè l'esigenza socialista di Marx si oppone ad ogni socialismo corporativo o c.esa•reo. Ciò non esclude però che, a fianco di questa morale pragmatica, colla sua fede assoluta nell'iniziativa storica del'la -classe operaia, che diventa postulato etico, imperativo categor-ico, ci sia nel marxismo l'amoralismo della sua concezione fa– talista dell'evoluzione storica, che porta Marx :0quella osti– lità contrò il « verbalismo moralizzante» dei socialisti dot– trinari, accennato di sopra. La rivoluzione p·Mmanente. · Modello classico della tattica sovietica della « penetrazio-. ne» e del « colpo di Stato» è quellp offerto da.Jl'Unghe– ria, che può servire da esempio scolastico della politica di questo imperialismo r.ivoluzionario sovietico, · il quale ha nel « Cominform » una specie di ministero degli esteri del « bloc– co oricmtale >> (4). Le tappe seguite da questa tattica di con– quista del· comunismo per pontare i paesi dietro la cort,ina di ferro, e possibilmente gli altri, sotto la dominazione co– munista, sono sintetizzati da J. S. Roucek nell'artieolo da noi· altra volta ricordato, ma i ,compiti· fondamentali della strategia e tattica ccrrunista per la lotta mondiale per la dittatura del proletariato erano già stati fissati nel prn– gramma dell'Internazionale comunista dal 6• Congresso del « Comintern » nel settembre 1928, che fa propria, adattan– dola alle nuove circostanze, la tattica dell'indirizzo di Marx - e Engéls del 1850, colle sue fasi progr-essi•ve·fino alla éa– tastrofe finale. Nel programma, riprodotto nelle parti essenziali nel già citato rapporto ufficiale americano, sono i°nfatti definiti gli obiettivi ·rivoluzionari, i tipi principa,li di rivoluzione per i– stituire la dittatura clel proletàriat0 nei vari paesi a ·secon– da del loro grado di sviluppo capitalistico, il posto del pro– ·1etariato, dei movimenti coloniali e ·dell'l:J.R.S.S. nel mo– vimenta e nella strategi~ e le tattiche per questa lotta ri"– voluzionaria teorica e pratica per la dittatura mondiale del preletariato. Questa strategia e tattica de!La « guerra fred– da» per accrescere le· proprie forze e -indebolire quelle 'del- , i"•avversa,rio sòno ben note: conquista dell'ege~onia su va– ste sezioni delle masse lavoratrici da' parte del Partito co-· tnu1ista. e lotta rivoluzionaria nelle colonie, aiutando i mo– vimenti per. l'indipendenza nazionale; impiego di « .slogans » più o meno radicali, a seconda che sì tratti della fase pre– rivoluziònaria o .della fase in cui si sia .già determinata una (3) KARL -MA·nx: Pi:Lges ch'oisies pour une èthique_ socialiste. Par M, BunEL. Pl\ris,. Rivi'ère, 1948, (4) Si veda l'articolo di H. F. A. SciIOENFELD sull.'imperia• lismo sovietico in Ungheri~. i'n Forei!1n Affairs, aprile 1947 e, JleHo .stesso fasc_icolo, l'articolo' di B. JosEPH sulla. politica es-tera del Partito comunista, ameri"cano, come tipo della poli– tiea, estera dei par.UH comuniSH in tuitti i paesi. BibliotecaGirioBianco situazione rivoluziÒnaria, « slogans » che forn1allo la base essenziale di ogni corretta tattica rivoluzionaria; tattiche di fronte unico per tutto il periodo prerivoluzionario come mezzo per la mobilitazione di classe delle masse e per com– promettere e isolare i capi riformisti, utilizzando anche il Parlamento come piattaforma per l'agitazione e la propa– ganda rivoluzionaria; opera sistematica e persistente di pe– netrazione '1el:e organinazioni operaie e altre organizza– zioni proletarie di massa, anche le più reazionarie, e lotta senza quartiere contro la burocrazia riformista delle mede– sime e difesa strenua dell'unità sindacale nazionale e inter– nazionale; organizzazione e direzione dell'attacco diretto contro lo Stato, quando si sia determinata una situazione rivoluzionaria, usando gli « slogans » più radicali e scate– nando un'azione di massa, che include una combinazione di scioperi e dirrostrazioni, scioperi e dimostrazioni armate, culminanti, nella fase finale, nel lo scioper o generale con– giunto all'insurrezione armata, da condur.re secondo le leggi dèlla guerra. Nei riguardi dell'U.R.S.S. il programma rileva i doveri rivoluzionari mondiali che le spettano come patria del pro– letariato internazionale, l'esempio vivente della capacità co– struttiv.a del comunismo, la forza dinamica, che spinge il proletariato di tutti i paesi alla conquista del potere e alla instaurazione della dittatura del proletariato. Nelio stesso tempo, il prograrPma fissa i doveri del proletariato inter– nazionale nei confronti dell'U.R.S.S. Questi doveri si as– sommano nel facilitare il successo dell'opera di costruzione socialista néll'U.R:S.S. e riel difenderla contro gli attacchi delle potenze capitalistkhe con tutti i mezzi in potere lor.o; cosicchè, nell'eventualità che gli stati capitalistici dichia– rino la guerra o attacchino l'U.R.S.S., il proletariato inter– nazionale deve rispondere coll'organizzare· g~andi e decisiv1· movimenti e azioni di massa, per rovesciare i governi capita– listici colla parola d'ordine: dittatura del prolet'ariato e al– Ìeanz;i coll'U.R.S.S. A un secolo di distanza, le attese messianiche e i me– todi rivoluziona,ri, dei quali il « Manifesto dei ·comunisti» fu l'annunciatore, rivivono ai 11ostri giorni, d'opo l'immant conflitto mondiale ·che ha sc0nvolto il mondo, e ne osta7 cofano la ricos~ruzione, rimandando i. comunisti· ogni loro colla:bora,zione alla meclesima a clopo la ,Jiquida2lione rivo– luzionaria moTidia,ledel capitalismo. Il richiamo çhe Mosl"a. esercita Sll ·molt,i -i~1telletwali anche nei paesi ,occideatali si bàsa assai più sulle sue dottrine che non sulla storia diplo– matica recente- della Russia. 1 Ma in altre· parti del mondo 'il semplice internazionalismo del 1Mani<festo .si fonde çornm– temente con. ~pecifiohe tradizioni n'azionali· nei modi più var, e ciò favorisce la « naziona:lizzazi0ne » del movimento co– rriunista nel mondo. 1Già nel '7" Congres~0 del « C0mintern » del 1935 era stato accolto ÌI principio <lei riconosdmento del valore delle ç;. .tradizioni nazionali », contro la posizione in– ternazionatista antipatriottica assunta .fino allora, s'intende per fuori Russia; e ora, nel suo manifesto dell'ott0bre 1947, il « Cominiorm » impegna, battendo campana, a stòrmo, tutti i partiti c0munisti a tener alta: la bandiera dell'indipenden-. za' nazionale,-e della sovranità dei loFo rispettivi·•paesi ed a mettersi alla testa di tutte le forze p(onte a difendere la· causa dell'onore e dell'indipendenza na:zienale, perchè 0 così.. e solo così, nessun ,piano di ·assoggettate i paesi ,foll'EuFopa e dell'Asia potrà .riuscire. Sulla influenza più in particolare della politica sovietica .sui movimenti nazioilalisti odierni nelle colonie del!'Asia si"potra vedere un articolo dell'Eco- nomist del 19 giugno. .;, Ciò ci ripoFta, alla questione dottri11ale dei rapporti gcine– tici tra bolsi;ev.ismo e marxismo, ·alla quale abbiamo già fatto cenno in ·un precedente arti~olo, e su éui ritorneremo., e, soprattutto, a:J preblema pratico! della portata e del punto d'approdo di qu-,sta,,politica sevietica. Ma questo sarà l'og– getto di un antieolo' conclusivo, col quale• intendiamo met– ter fine una ·buona volta, a questa nostra ,già 'troppo lung11 serie òi artic0li ,sul comunismo so,;ietieo, per la quale chie– diamo, fin d'ora-, venia ai .nostri pazienti lettori, se ce ne furono.

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