Critica Sociale - anno XL - n. 23 - 1 dicembre 1948

526 CRITICA SOCIALE il massimo numero dt popoli. La neutralità dell'Ita– lia deve essere associata allo sforzo per indurre alla neutralità tutta l'Europa. Non abbiamo bisogno di ripetere che occorre a tal uopo la creazione di un'in– tima coordinazione anche sul terreno politico e mili– tare delle Nazioni già avviate al coordinamento eco– nomico sulla base dell'E.R.P. e disposte a rendere veramente efficiente e sicura la fusione, delle loro forze con_ la creazione del vincolo federale, senzq legami con nessun'altra forza estranea; e non abbia– mo neppur bisogno di ripetere quello che abbiamo già detto altra volta, che in questo modo l'Europa salverebbe non solo se stessa. ma 'tutto il mondo dal pericolo della guerra,· almen·o per un notevole pe– riodo di tempo, e renderebbe efficiente e più sicura quella pace che ora è continuamente minacciata e assolutamente priva di quella tranquillità, che è il bene maggiore che essa possa produrre e senza cui non si risarciscono i danni sofferti e tanto meno si compie quel cammino ascensionale a cui i popoli debbop10 aspirare. Sappiamo poi ormai per molti segni, alcuni dei quali dovremo rilevare anche qui appresso, quale e– spressione e fine dovrebbe avere la. neutralità se– co111do le intenzioni dei presentatori della mozione. · Essa dovrebbe cioè servire ad ,isolare l'Italia dai paesi occidentali,' per servire agli intenti della poli- - tica russa. La dichiarazione fatta alla Camera dal-· !'on. Togliatti' nel discorso ehe prçoedette di due o tre giorni l'attentato commesso contro di lui, le ana- · toghe dirhiarazioni fatte da N·enni in varie occasio– ni e quelle più recenti dell'attuale ,segretario del P.S.I., che identificano' gli interessi della Russia nel conflitto internazi@nale ·con 'g11· interessi del proleta– riato, non possono evidentemente avere altro signifi– cato. ' Ora, che questo sia l'atteggiarnento del partito co– munista, il quale si è ridotto ·ad essere lo· strumento . internazionale degli intere·ssi politici della Russia, a cui è disposto a sacrificare ogni' altro interesse, com– preso quello del proletariato di casa propria,' e c,he- non ha nessuna eccezione da fare intorno al regime totalitario russo, che si propone anzi di importare in tutti i paesi, si capisce. Ma che possa essere questo il giudizio <li un Partito socia.list:;! (e il· socialismo non può non essere democratico e quindi. antitotali– tario, e non può non essere internazionalista, e quindi alieno dall'identificare i propri fini di carattere univer– sale con quelli particolàrì di uno Stato) è cosa aber-ran– te da ogni logica e da ogni esigenza etica della nostra - dottrina. Inutile addurre che in Russia è stata abolita la proprietà privata <lei mezzi di produzione e che quindi non vi· esiste _più•. un ··ceto capitalistico. Marx concepiva questa abolizione ··come mezzo diretto a creare una situàzioné nella quale la libertà di ciascu– no sia mezzo e garanzìa della libertà di tutti. Ma in Russia non è certamente così ·e nessuno che abbia anche un briciolo solo di bu0na fede può contestare , che il capitalismo di Stato che là si è instaurato è più oppressivo della libertà di ogni ordinamento di ca– pitalismo 'privato-,oggi ·esistente. Inoltre l'abolizione della proprieta privata. idei mezzi• di produzione ser– vè ai fini del soèia1ismo: sòlo quando sia sostìtuita da un ordinamento che ·renda impessibile la ricostru- · zione, a!inenò itrtm'ed'iata, di quella ptoprretà. Ma è evidente 4a tutt(!J'quello che ,sappiamo che in Rus– sia esiste o&;ir 1 un :tale· distacco. tra i 't0inpet:1si attri– buiti alle diverse ·ca:t-egbrled'i p'er.sone che·•es.ercitan0 le diverse famzioai .di' CUÌ' h~ liis'ogno la vita di· una Bjblioteca·Gino Bianco nazione e di uno Stato, che c'è larghissimo margine per una capitalizzazione; e se si pensa che dei red– diti p:ù elevati godono precisamente, salvo rarissi– me eccezioni, coloro che coprono i più alti gradi nel– l'amministrazione e nel governo dello Stato, si può facilmente intravvedere come la società russa sia in– camminata sulla stessa strada percorsa dalla socie– tà romana <lei Basso Impero, in cui nelle mani de– gli alti funzionari si associarono strapotere politico e smisurate ricchezze. Non parliamo poi di aitri aspetti che un Partito che si dica socialista dovrebbe tenere nel massimo conto. E' lecito identificare con un ideale interna– zionale la politica ·di uno Stato che, per espandere la sua potenza (e fingiamo pure di supporre che l'abbia fatto per puri fini difensivi) ha tolto ad al– cuni degli Stati vicini la loro indipendenza annet– tendoli con le armi all'U.R.S.S., e ad altri Stati, pur lasciando un'apparente indipendenza, ha imp.osto e impone di subire la sua volontà? L'atteggiamento assunto con le ricordate dichiara– zioni dalla Direzione· del P.S.I. dimostra che non solo non c'è nessuna intenzione di ·rivendicare Jlau– tonomia del Partito, ·~a c'è a;zi la_tendenza a mo– dellare molto fèdelm'erite il pensiero e l'azione di questo sul ·pensiero e l'azìone del P.C.I. La cosa ap– parisce anche piµ chiara se si tien conto dell'atteg– giamento assunto dalla Direzione qei confronti di Romita, la cui colpa consisteva e consiste soltanto nel tè11tativo di raccogliere in uni~à le forze dei so– cialismo e nel ritenere che sia utile a questo 'fine promuovere certi contatti diretti a dissipare even– tuali malintesi e a ricercaré comunanze· di peI)siero di cui anche coloro che ci chiamaI)o traditori non possono certo disconoscere l'esistenza. Probabilmen– te la sospensione di Romita <la ogni forma di atti– vità politica è prodromo della sua espulsione dal Partito, perchè evidentemente Romi,ta, se fu ani– nato dà una sincera convinzione di servire alla cau– sa dèi socialismo con gli atti compiuti sin qui, non· può lasciarsi legar~ le manir dalla. scomunica d1 1 pri- . mo grad~ che ,è stata lanciata contro di lui è non può anzi non sentire che da questa manif_estazione dell'assenza di ogni democrazia ndl'ìnterno del Par– tito è resa più che mai necessaria quell'opera con cui egli si proponeva di' far ritrovare al sociàlismo la • '. t • sua via. Noi ce l'auguriamo, non perchè ~ii:'gionidi con– correnza e di ripicca possano farci desiderare un in– debolimento ·e l'eventuale sgretolamento del P.S.I., ma perchè fermamente riteniamo che lo sforzo di giungere al più presto alla unificazione delle forze veramente socialiste sia una necessità imprescindi– bile e urgente. Su questo· punto dissentiamo, ·noa di– co dal pensiero, ma dallo stato d'animo di alcuni dei nostri ·compagni, che, pur dichiarandosi ed essendo sinceramente favorevoli all'unità socialista, non sen– tono l'impazienza che essa si traduca al più presto in realtà effettiva. Non •è l'aumeito numeric0 de11e no– stre forze quello' che più preme; è la necessità che non vi sianà più due a.ggregat/ di.stinti tra cui sono divise 0 le forze di uomini che.possono legittimamente dichiararsi socialisti. L'ttnifi'cazione deve servire a dare un;' orientamento a' colòro che oggi mm simno vers0 qualè parte ·'debbàm:i·dirigersi: per essere certi dì portare. nel miglior modo il loro col'ltributo alla instahrazione di-'una 'società soi:-ialista, è ,pércit>·se ne _. stanno i'n' clìsparte e ' sono ·magari· indotti, ·-'c'ome· • per molti è· in fatt~ avvt>nuto, ad· abbandonal'e lé file

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