Critica Sociale - anno XL - n. 22 - 15 novembre 1948

CRITICA SOCIALE 507 1 Le elezioni presidenziali lll u. s. A. L'articolo che segue è stOlto scritto prima delle eleziom che, contro i generali' pronostici, hanno riconfermato Trwrnan alla Ca.sa Bianca, ma non ha potuto essere inserito nell'ul– timo fascicolo perchè ci è giunto con un lieve ritardo. Lo pubblichia,mo.ugualmente, perchè l'analisi, in esso contenuta, della siti1azione generale amer.icana è t·uttora valida it, molti p1mti. (Togliam10 le parti) s11],eratedegli avvenimenti). Per ciò che riguarda l'elezione di Trwrnan, essa, tanto più in quanto · era imprevista, è giunta a noi gradita. Infatti rappres1mfa mia vittoria dei l011Joratori mnen',cani (i sinda– cati, )sia l'A.F.L. sia il C.I.O., hrmno appòggi.ato Truman) ed è prova di maturità polvt'ica del popolo statwn.itense, che è di buon ai .. rpicio. Il fatto poi che l'appoggio a Trumim sia ven11to-in conseguenza del suo programima di politica inter– na, sul quale avremo occasione di, r,itorn,are, e che è di de– cise rifanne sociali, signifiro che il· popolo =ericano non solo ha ,coscienza delle esigenze del momento presente e respinge un esagerato liberisnio, ma si rende anche c01~to che il modo migliore per combattere il comu•lifumonon è quel– lo di .accenl'Uaree f=orire le forze della reazione, come pur– troppo pare si stia facendo in Francia, ma di cmitrap,porre alla demagogia bolscevica quella forza costruttiva che_ è rapbresentata dal progresso sociale. La C. S. Questa del 2 novembre 1948 è la terza elezione presiden– ziale consecutiva che si svolge in clima di emergenza, e per cause dipendenti dalla situazione esterna. Ne! 1940 gli Stati Uniti erano già virtualmente entrati in guerra contro le po– tenze fasciste. Ne! 1944 la seconda guerra mondiale toccava l'acme del suo furore e la q11atta elezione di Roosevelt cadde mentre era in pieno sviluppo l'offensiva antigermanica su tutti i fronti. Oggi gli Stati Uniti sono in aperto conflitto con l'U.R.S.'S. - il teqnine di « guerra fredda» ha cessato per tutti d'indicare una fase di pura contesa diplomatica su. questioni inerenti al nuovo assetto di pace La politica di Tn1tnaJ1. Generalmente, i periodi di emergenza negl,i Stati Uniti fanno sì che l'uomo designato dal plebiscito popolare ad occupare la suprema carica federale si· riveli anche il più adatto a guidare il paese attraverso le dHficoltà dei tempi. Per parlar solo di esempi recenti, la stella di Franklin D. Roosevelt cominciò a brillare in piena crisi economica, nel 1933. In segnato, le sue clamorose rielezioni confermarono la fiducia del paese nell'uomo che era riuscito a piegare gli eventi e arditamente gettava le basi di una politica estera di sempre più vasto respiro. Oggi la necessità di un grande presidente ,è più che mai sentita nel mondo. Sarà opportuno perciò esaminare in quale misura i candidati più quotati. vi cÒrrispondono. Truman ha avuto momenti felici, nei tre anni della sua permanenza alla Casa Bianca, ma, catapultato all'improvvi– so dal limbo della vicepresidenza alla luce abbagliante della suprema carica, che ai gravi compiti consueti assommava ora le tremende responsabilità di una guerra vittoriosa, la sua 111111111n1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 vista militare, e comunque noi potremmo sempre di .. re a noi' stessi, ai nostri figli e ai nostri nipoti che abbiamo fatto tutto quanto era umanamente possi– bile per evitare che il nostro paese, per la terza volta in questo secolo, partecipasse a quel suicidio collettivo che si chiama1 guerra. Il vecchio motto : « si vis pacem para bellum » è il motto dei conquistatori e conservatori duri a morire. Il nuovo motto, tecnicamente esatto e pro– fondamente umano, è quello del socialismo: « si vis pacem para paoem ». · LEONARDO GATTO RmssARD iblioteca Gi o Bianco azione apparve, anche ai critici più ,sereni, viziata da un forte disorientamento iniziale. Truman cedette, in primo luogo, alle numerose pressioni del mondo affaristico per una rapida « normalizzazione», cioè per un razionale abbattimento delle strutture vincolistiche create dal « New ,Dea!» e consolidate dalla guerra. L'ap– poggio dato dal Congresso, con rinnovata energia, agli in– teressi capitalistici coalizzati, non si spiega soltanto con il vecchio legame che unisce, negli Stati Uniti, il pot.ere le– gislativo alla da~se dei ricchi: è conseguenza di ,un 'vasto errore di val.utazione della situazione interna e cfella po– litica mondiale in cui furono coinvolti anche il potere ese– cutivo e l'opinione pubblica. L'errore consistette nel ritenere definitivamente «superate» le barriere statali al libero com– mercio e all'iniziativa privata connesse con le misure anti– _crisi e lo stato di guerra, e perciò indispensabile un pronto ritorno al « metodo americano» in tutti i campi dell'econo– mia. In realtà, le condizioni che avevano determinato quelle misure. permanevano, e la loro attualità non venne per nulla scossa dallo stabilirsi dello :stato armistiziaie. Non il « New Dea!» ma l'antidiluviano capitalismo dei magnati americani dell'industria e della finanza era superato . .N è– lo stato di guerra ·era cessato nel mondo, ·anche se nelle ca– pitali i diplomatici si riunivano per avviare i preliminari di pace. Gli Stati Uniti erano già in conflitto con l'U.R. S.S., quando il Congresso cominciò a discutere la « normaliz– zazione», a varare misure antivincoliste connesse con la ri– conversione industriale, e la mediazione Marshall in Cina imponeva a Ciang Kai Scek la collaborazione con i èomu– nisti: Tutto questo apparve abbastanza chiaro in seguito, in particolare per ciò che concerne i problemi esteri ma al– lora l'identità di vedute della Casa Bianca con la m;ggioran– za del Congresso, la fiducia in un mondo decisamente av– .viato al benessere, sulla linea dei quattro punti fondamen– tali della •Carta -Atlantica, assai viva nell'opinione pubblic~, c@strinse gli Stat,i Uniti a ,subire l'iniziativa sovietica in Asia e in Europa, ge~tando un velo d'incomprensione sulle profon– de modificazioni in atto nella struttura sociale americana sul processo di adeguamento, effettuantesi per vie intern; stranamente ignorate da~ politici di Washington, di tali strutture alle condizioni mondiali post-belliche. A giustificazione di Truman, si deve considerare la pe– sante- er«iità costituita dagli accordi conclusi da Roosevelt al convegno di Crimea. A Yalta il ·Presidente fu dominato soprattutto dalla preoccupazione che, nelle future trattative, la Ru·ssia tornasse ad isolarsi, rifiutando di ,collaborare con le democrazie riella progettata Organizzazione delle Nazioni Unite. Inoltre la ·sua valutazione del movimento comunista m6ndiale era ottimistica (gli bastò che Stalin desse formale assicurazione che del Comitato per la Germania Libera co– stituito a Mosca nel luglio 1943 i russi ,non avrebbero fatto la base del fu turo Governo tedesco) e certo dovette lui !'·uomo delle chiacchierate al caminetto, ,sentirsi alla' fin; stufo di diffidare, contro la propria natura, degli uomini e èlei Governi. Combattè Hitler e la politica di Monaco. Ce– dette a !Stalin e inaugurò l'èra di Yalta. Una volta accolto •il principio delle sfere !d'influenza come presupposto del nuovo assetto mondiale, e raggiunto il preliminare dell'ac– cordo per la spartizione della nazione tedesca, gli Stati Uni– ti non si opposero, conseguentemente, al consolidamento dei regimi comunisti nell'Europa Orientale, e a Potsdam il successore di Roosevelt non potè é:he sottoscrivere il defini– tivo compromesso relativo alla divisione della Germania in zone e al futuro trattato tedesco. L'èra di Yalta ha dimostrato all'evidenza che sulla base della divisione del mondo in sfere d'influenz~ ·non ·si co– struisce la pace ma si fornisce soltanto una giustificazione geopolitica ad un nuovo conflitto mondiale. Gli Stati Uniti ·s'illusero generosamente di trasformare in baluardo di pace la frattura che andava delineandosi con chiarezza sempre maggiore tra il mondo comunista e il mondo non comuni– sta. Truman dovette fondare la propria politica estera sulla difficile eredità di Roosevelt, la cui direttiva fondamentale era pacifica e tendente all'armonioso equilibrio fra le poten– ze, ma lasciava aperta la porta all'espansione comunista, sottovalutando il reale apporto della forza economica e mi– litare degli Stati Uniti nella condotta degli affari mondiali.

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