Critica Sociale - anno XL - n. 15 - 1 agosto 1948

Critica Sociale· llIVlST ~- IJJJlNDlCl'N NLE DEL SOCIALISMO l'oadata da PILIPPO TURATI . . In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L.. 3000)' Semestre L. 800 . Trimestre L. 425 Estero • • 2500 • • • 4000 • • 1300 • • 700 DIREZIONE E ÀMMINISTR.: Milano, Piazza Diaz, 5 • Tel. 16.220 • 16.319 c. c. post~ per ebbonall n. 3°8225 • Spedizione In abbonamento postale: gruppo Il Anno XL • N. 15 Un numero separato L. 70 Milono, 1 Agosto 1948 SOMMARIO Politica ed attualità Momento di sospe~sione (U. G. M.) La Russia e i suoi satelliti- (PIERO GALLAllDO) I socialisti e l'unità sindacale (MARIO 1:'ERRARI BRAVO} GU sviluppi dell'equtvoco (GIOVANNI CoRllADINI) Realtà ed equivoci della lotta di classe (GIULIANO PISCHEL·) Piano Fanfani e risparinio coatto (LA CRITICA SocIALE E FER- nucc10 VIGORELLI) Sal·viamo i nostri prigion·ieri (LA C. S. e FRANCESCO LIPPERA) Problemi :conomici e sociali Contadini e vescovi ne:H'Umbria (GIULIO PrBRANGELI) La sicurezza social~ in Inghilterra (ConroLANO) o,r~inwmento -regiona'le e rifarma burocratica (ALBERTO PAINI) Legi-$lazione sindacale (ALDO LOvENT~A1.) Storia, filosofia, varietà Socialismo e colonialismo - (RODOLFO REVENTLOW) Gli ultimi giorni di Engel~ (B. K.) Falli e commenti della stampa italiana ed estera (p. ga e g. p.) Ciò che si stampa: EUGENIO .PENNATI, Fondamenti di una /i- losofia della politica (g. p.). Momento di • sospensione E' un momento di sospensione e di faticoso orien– tamento quello che attrwer,siamo in più settori del– la vita nazionale e internazionale. All'interno si trova ad una svolta decisiva la questione dell'uni– tà sindacale, ohe noi speriamo di veder salvata,, nonostante la leggerezza e la fazi-osità con le quali si è aigito dalle due oµposte yarti che sono in con– tesa. Non abbiamo bisogno di ripetere quanto a,b– biamo detto più volte intorno alle colpe dei comu– nisti, che hanno sempre voluto fare della C.G.I.L. unp ,strumento, non di difesa degli interessi dei con– sociati, ma dei propri fini di partito, pretendendo anche di imporre alle mi•noranze, con la complicità dei fusionisti, una passiva acquiescenza alla loro azione. La condotta tenuta nell'ultimo sciopero, in occasione del quale preten:devano di aver fino al– l'ultimo concorde la ·minoranza democra,tica cristia- ibliotecaGino Bianco na, sebbene apertamente avessero assegnato il rove– sciamento del Ministero e di tutta la situazi~ne p0- °litica come fine di'retto al movimento, ne è la ri– pr.ova ,più eloquente, sebbene non necessaria. Dal _canto lorg, i democratici cristiani .ha,t1nocom– messo l'errore grave, che deriva pur esso.dal pro– posito di far valere a scopo settario il movimento siilldacale, l'errore, diciamo, di aver fatto stabilire la condotta dei loro proseliti affiliati alla Confede– razione, da un organismo che ha spiccato carattere di pai·te, in quanto tende a far valere a vantaggiio di un p1rticolare indirizzo politico le forze associate per i1lraggiungimento di f_ini sindacali. Di questo errore ha subito profittato la maggioranza comuni– sta della C.G.I.L. per dichiara.re che i dirigenti de– mocratici cristiani si erano posti fuori della orga– nizzazione e per conten'dere loro il diritto di con– tinuare a tenere ·1e .lqro cariche e ad occuparsi delle questioni che sono demandate alla Confederazione. Non c'è bi,sognb che ;1oi diciamo che la conclusione cui sì è tentato di .giungere è arbitraria, e ad ogni modo denota, in chi ha fatto il tentatì,vo, la man– canza di ogni preoCC\.lipazionedel pericolo cui va incontro la causa dei lsvoratori e la loro efficienza nelle lotte sindacali, e ché quarido essi abbiano quail– che speranza di poter ri,gettare sugli altri il peso della responsabilità, essi sono disposti a mettere più manate di terra sulla tomba della unità sindacale, la cui morte potrebbe ràppresentare per essi la p~-– sibilità di non trovare più resistenze ed -ostacoH nel" loro assiduo programma di fare della Confeftera-. zione e del movimento opera.io uno strumento au:– siliario della politica comunista. Le speranze di salvare l'unità sindacale sarebbe– ro forse a quest'ora tramontate. se non ci fosse il grll{ppo di Unità socialista, povero di numero in confronto delle altre correnti, ma ricco di sag;gezza e di fede e veramente devoto alil'ideale della unità sindacale, che ~on ha da sacrificare a nessun fine particolare di partito. Ripetiamo ancor.a ~na volta che non porevamo dare mig·liore smenti.ta che que– sta che ci viene offerta dai fatti a -coloro che in mala fede attriouirorio uno scopo di scissione sin– dacale a quella diffamata alleanza (diffamata an– che da alcuni dei nostri stessi compagni), la quale verine alla luce in momento certamente non propi– zio e fu annunciata con parole non troppo chiare, ma a cui nessuno potèva certamente attribuire in buona fede l'intento di spezzare quella unità sinda-

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