Critica Sociale - anno XL - n. 14 - 16 luglio 1948

310 CRITICA SOCIALE colpire nel suo affetto pm vivo un partito che ha così largo seguito nel Paese, per quanto grave pos– sa essere la responsabilità che spetta ad esso per le coadizioni di irrequietezza e di disorientamento in cui la vita nazionale permane. Attentando alla vita di Togliatti, quello studente venuto dall'esh'emo lem– bo della Sicilia recava una grave minaccia alla vita del Paese che pure egli aveva l'aria e si arrogava il diritto di difendere da forze nemiche. Era naturale, per queste e per molte altre ragio– ni, l'esplosione della protesta, il grido di esecrazione. Si trattava ora di vedere quale intento era da da– re al movimento. Era logico che _inquesto momento intervenisse'ro gli organi responsabili dei partiti a determinare il fine e la portata dello sciopero. Se si trattava soltanto di dare una visibile espressione al sentimento di protesta, bisognava subito segnare allo sciopero un termine breve ; se si voleva o si riteneva possibile che esso servisse al raggiungi– mento di altri fini, allora evidentemente nessun ter– mine poteva essergli assegnato. Noi non sappiaipo . se esistesse veramente un piano « K » di insurrezio– ne, del quale hanno parlato alcuni giornali come di un piano già preparato da tempo e che doveva 'es– sere. messo in esecuzione non appena se ne presen– tasse l'opportunità. Certo gli avvenimenti di Geno– va e, più ancora, di Torino e, soprattutto, il tenta– tivo di impadronirsi di quell'impianto telefonico che ad Abbadia S. Salvatore, sulle falde del Monte A– miata, congiunge I~ rete dell'Italia centro-settentrio– nale con quella dell'Italia centro-meridionale, sem– brano far parte di un piano di ampie proporzioni, che vada molto al di là di una manifestazione di protesta. E' chiarci tuttavia che si tratterebbe in ogni caso di un piano che gli elementi responsabili non avevano intenzione di attuare per ora. In que- ·, sto momento, come apparve in modo esplicito dai discorsi tenuti dagli, oratori comunisti nei due ra111i del Parlamento e dai manifesti affissi ai muri, il risultate che si intendeva di trarre dal!' esplosione della collera popolare era _il rovesciamento del go– verno, cui si faceva risalire la responsabilità, per lo meno indiretta. del tentato assassinio. Si voleva riprPndere, con quel maggior vigore che si poteva attingere dalla esplosione della passione popolare, quella campagna che era stata condotta già circa un anno addietro, per imporre alla maggioranza demo– cratica ·cristiana di accettare la collaborazione al governo dei partiti di estrema sinistra. La: richie– sta era evidentemente inficiata da un'assurdità così evi< lente_ch e1u facile all'on, De Gasperi d'interrom– pere irp.mt: diatameHte_ l'oratore comunista per dirgii cht; la c:ollahorn7.ione non -è possibile se non fra gen– te che abbia il minimo di stima reciproca; condi– zione che manr~va assolutarr.ente nd caso attuale, in cui s'imputava al governo la responsabilità di a– ver per lo meno creato qµelle condizioni da' cui era sorto l'impulso al delitto. Anche al P.S.I. l'aspira– zione comunista è sembrata destituita di ogni logi- . ca, tanto che l'« Avanti_!» l'ha apertamente rinne,– gata, cercando anzi quasi di far apparire _che essa non fosse stata mai formulata da nessuna parte. Ad un certo momento la richiesta è sembrata agli stes– si comunisti così fuori dalla realtà che si sanò af– f·Ì·ettati a fo;sare il termine emtro cui lo sciopero do– veva esser chiuso, e questo dopo che lo svolgersi delle disc11ssioni parlamentari e l'evolversi della si~ tuazione nel Paese davano chiara impressione eh@ · ibliotecaGino Bianco " dagli avvenimenti la pos!Zlone del governo fosse stata piuttosto rafforzata che indebolita. Tutto pertanto si è rid~tto ad una nuova discus– s~one sull'indirizzo generale della politica governa– tiva: la terza dopo quella sulle comunicazioni fatte dal governo nel presentarsi al Parlamento e dopo quella sull'accordo bilaterale italo-americano per l'attuazione dell'E.R.P. Naturalmente da questa discussione non pòteva uscire nulla di nuovo. L'op– posizione, che non aveva saputo contrapporre, nelle due precedenti discussioni, nessun programma po·– sitivo o proposito concreto al programma e al– l'azione del governo, tanto µiena aveva la possibi– lità di farlo in questa nuova discussione. Si è avuto un semplice_attacco alle direttive generali della po– litica governativa, un'esplicita accusa a De Gasp_eri ~ a Scelba di complicità nel delitto, che con auda– cia veramente eccessiva si è paragonato all'assassi– nio Matteotti; si è detto che con l'orientamento e– sclusivamente anti-comunista dato a tutta la poli– tica del· governo si è creata quell'atmosfera da cui è potuto sorgere l'impulso al tentato assassinio. E' certo che la Democrazia Cristiana, come nel periodo elettorale ha cercato di trar profitto (e vi è magnificamente riuscita) dallo spavento che nel– l'animo di tanta gente suscitava tutto l'insieme del– l'azione comunista, in ,quel che vi è di aperto e pa– lese e in- quèl che vi è di sottinteso e nascosto, così continua anche ora a cercar di trarre coi medesimi accorgimenti polemici, l'acqua del co~senso popola– re al molino della sua. forza politica. Si può anche aggiungere che questo movimento anticomunista, a– limentato nel Paese, può contribuire a dare impul– so e forze oltre che alle correnti reazionat:ie che so.– no all'interno della Democrazia Cristiana anche a quelle altre correnti i cui intenti retrivi ;anno an– che oltre le finalità a cui è disposta a giungere la estrema destra della D.. ·c. Ma è chiaro che 'una çonseguenza di questo genere può essere evitata so– lo se le forie del'l'estrema sinistra pongano fine al loro sistema -esclusivamente agitatorio, che con la mancanza di ogni proposito concreto, di ogni pro– gramma costruttivo fa legittimamente supporre che non abbia altro fine che di provocare il caos, per– chè dal « tanto peggio » sorga il « tanto meglio » per vie che non possono essere naturalmente quelle della democrazia ~ della graduale e pacifica trasfor– mazione delle _situazjoni e delle istituzioni. _ Possiamo anche aggiungere che realmente l'im– punità di cui han godut~ sin qui gli autori d'una serie lun·ga di misfatti compiuti ~n Sicilia, che con particolare accanimento hanno colpito gli organiz– zatori sindacali, attesta una scarsa energia del go· verno nel perseguire autori e mandatari di quei d~– litti e può anche far sospettare una tolleranza, se non proprio una connivenza, verso quei ceti agrari da cui visibilmente viene l'incitamento a quei delitti. Ma non si può neppur disconoscer,e che insufficien– te si è manifestata l'azi<:medella pot.izia e degli al– tri organi di governo anche contro gli autori e gli ispiratori degli altri assassini che sono stati com– piuti, ad esempio, in alcune provincie dell'Emilia, e che hanno moventi assai diversi da quelli si_ciliani, come anche contro gli autori e ispiratori di tutte le violenzé compiute, lì e altwve, contro le persone di nostri compagni ·e molte sedi del nostro partito. Tut– te queste violenze aelittuose hanno l'effetto di in– -clebolire gli ordinamenti repubplicani e di compro· mettere' il principio stesso di democrazia. Chi vuol ..

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