Critica Sociale - anno XL - n. 12 - 16 giugno 1948

262 CRITICA SOCIALE pecore nere (o pecore bianche) che nelle singole of– ficine non si adattano a subire imposizioni e difen– dono la libertà della propria coscienza, non si ha diritto' di protes'.are contro le violenze compiute da– gli agenti dell'ordine e difese dai membri del Go– verno, ihtorno alle quali c'è una gragnuola di inter– rogazioni che si vanno svolgendo in questi giorni nelle aule delle dùe Camere. , * * * Comunque s:a delle conclusioni che i comunisti e i loro succubi soci trarranno dall'atteggiamento assunto· dalle correnti di minoranza della C.G.I.L., ha fatto bene il Consiglio Nazionale del nostro Partito, che in questi giorni si è riunito a Roma; a far rilevare nella sua moz:one che quel patto di al– leanza (il quale d'altra parte 1x1on impegna in nes– sun modo l'azione del Partito) sarà soggetto ad un giudizio di revisione da parte di quel Convegno che dovrà sancire le condizioni e ·i modi di attuazio– ne c1tll'auspi•·.ar:t·unità socialista, per agevola,re ,ed affrettare la quale il Consiglio Nazionale è stato appunto convocato. La mozione in esso votata, nota attniv-erso i giornali, dà un' idea chiara della c– qui·librata e felice conclusione a cui · le sobrie e serie c:i,cussioni delle sequte del Consiglio hanno ccnd,itto. Noi ce ne dichiariamo p'enamente sod– disfatti. Opportunissima è quella ,part€ della mo– zione che considera questo sforzo di realizzazione . dell'Unità socialista come non la correzione, ma il logico sviluppo della scissione compiuta nel gem1aio 1947. Questa mirava infatti a creare le condizioni in cui fosse possibile Ùna organica unità di tutte le forze ch·e lottano per l'attuazione dei principi del socialismo, condizioni di cui era necessario fon– damento la liberazione· della organ:zzazione so– cialista da ogni asservimento alle finalità e ai me– todi dd comunismo: il che appariva ormai assolu– tamente impossibile entro la compagine del P.S.I. 01J1')0rtunissimo anche il. preciso chiarimento intor– no al significato della unificazione, che noa è sem- · plice giustapposizione di forze parallele o conver- · genti. rria è fusione in un crogiolo, ardente di fede e di volontà, di tùtte quelle energie che aspirano all'attuazione di un ordinamento di socialismo sul– la imprescindibile base della democrazia. Alttettan– tÒ opportuno è il ricordo analitico di tutti gli atti con cui nei 17 mesi della sua esistenza il .P.S.L.I. ha dato prova della sua .ferma e fervida aspirazio– ne umfaria. La più logica soluzione del problema dell'unità tra tutte le forze autonomistiche. del socialismo sa– rebbe pertanto, dopo l'esperienza fatta, il loro in– gresso nelle file del nos.tro partito; ma la moziòne molto opportunamente e nobilmente ripete quello · che aveva già detto parecchi mesi addietro, con fe- ' lice e sincera ispirazione, il compagno Saragat al~ la Conferenza di Anversa: che cioè, per agevolare l'unità, il nostro partito è disposto a rinunziare ad ogni priorità che possa derivargli dal fatto dt esser . stato lui il primo ad elevare la bandiera dell'auto-. nomi::i.e a promuovere la rinascita di un movimen– to schiettamente ispirato agli ideali del socialismo; disposto quirrdi anche a rinunziare. al suo nome, al suo contrassegno di partito, alla stessa casa ideale che si è fatieosaplente costruita col lavoro -e col sacrificio di tanti compagni esposti per la loro fede , a calunnie, a minacce,- a violenze. L'unità del socia– lismo e la costituzione di una poderosa forza socia- BibliotecaGino Bianco . lista sono le cond' zioni _dalle quaù soltanto può ve– nire la progressiva en,ancipazione delle classi lavo– ratrici, la rinascita• del paese, la speranza di una maggiore giustizia e di una più alta civ ltà: ad essa ogni altra esigenza deve essere quindi· subordinata e sacrificata. Questo ha chiaramente riafferma~o la mozione votata dal Consigl'o Nazionale. La mozione, nel dar mandato alla Direzione del Partito ·di continuàre col maggiore zelo l'ope_ra ini– ziata per la conclusione dell'unità socialis•a e di incoraggiare, pur seguendole con la hecessa'ria vi– gilanza. le iniziative già prèse e in via di svolgi– mento in tante regioni d'Italia per promuovere an- . che localmente l'unità socialista, ha opportunamen– te d;chiarato che, come il problema dell'alleanza sindacale, così anche quello della partec;pazione al Governo, che in misura ben maggiore e più preci– sa impegna la responsabilità di tutto il parttio, do– vrà naturalmente esser soggetta al giudizio di re– visione di quel Convegno per la unità socialista, a cui, insieme coi rappresentanti del nostro Partito, parteGiperanno ;inche i rappresentanti dell'Unione dei Socialisti e di tutti gli altri gruppi che, con mol– ta chiarezza e con piena lealtà, si pongano sulle di– rettive di un socialismo democ'ratico ed autonomo. Sta a costoro ora dimostrare se essi si son resi fi– nalmente conto che non c'è più tempo d·a perdere se non vogliamo vedere irrevocabilmente scendere· all'orizzonte quell'« ora del socialismo» che con estremo dolore noi abbiamo veduto nei tre ,anni trascorsi declinare lentamente per colpa di coloro che hanno diretto le sorti del P.S.I. * * * S1,1· quel che avverrà nel -prossimo Congresso di questo partito, noi non vogliamo indugiarci più a lungo. Soprattutto nori vogliamo discutere la sin– cerità del ·pensiero espresso nelle varie mozioni e l'ispirazione da cui son mossi i singoli gruppi e le singole persone. In alcuni, specialmente nel più gran numero di coloro che ,hanno la responsabilità del movimento sindacale, il desiderio di au'onomia è certaipente sincero : essi sentono giorno per gior– no a quale pericolo è espos-ta la sorte delle classi la– voratrici per la supina acquiescenza con cui il P.S.I. .subisce la volontà dei comunisti e si presta ad esse– ré strumento del'le sue finalità. Per altri, la dichia– razione di voler restaurarè l'autonomia del partito è stata soltanto un ~ezzo; come abbiamo già dichia– rato altra volta, <;0n·cui si è tentato di arrestare lo sfaldamento che si andava compiendo nelle file del partito, la fuoriusci'la del sangue più puro. che scor- · re nelle sue vene. Alcuni di questi sedicenti autono– misti hanno infatti dichiarato sin d'ora che essi non usciranno dal partito anche se questo persisterà nel– l'equivoco o addirittura affermerà in .maniera più esplicita la indissolubilità del vincolo, (non di al~ leanza, ma di soggezione), che lo unisce al partito comunista. Ad ogni moclo di quel che ·faranno i condottieri, le guide e i congegni dell'apparato, i capi, la cui arma più ,poderosa non è la -fede, ma l'abilità, non ci importa di sapere. Quello che au– guriamo, guelfo che speriamo è che coloro per i quali il socialismo non è un'arma da manovrare con astuzia, m·a una fede da servire con passione, tro– vino finalmente la via per la quale essa fede pos– sa utilmente essere servita e condotta verso l'im-, ,mancabile trionfo. · U. G. M.

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