Critica Sociale - anno XL - n. 11 - 1 giiugno 1948

244 _CRITICA SOCIALE mente disgregatore, in uno strumento di ricatto a danno dello Stato sia per far prevalere, ,a danno della_~ollettività, interessi s~zionalistici o regionalistici, sia__addmttura per contrapporre ad un certo o~i~ntamen~o poht'.co d~l g~verno un diverso orientamento pohttco degh orgam reg1onah. As- . ·u' c· he in una rivalità o in un conflitto tra Stato e sai p1 . . .. regione sul terreno della leg1slaz10n~ o dell,a an:1m1~1stra: zione, ciò può avvenire sul terreno fiscale; E . fac1_le_mfatti individuare il punto debole (che ammette 1 esphcars1 d1 p~es-_ siorti O di veri e propri ricatti) nell'art. II9 della CostttH– zione, il quale, dopo avere consacra!o. p~r. le r~~i?ni « l'au: tonomia finanziaria nelle forme e nei hm1tt stab1htt da leggi della Repubblica che la coordinano con la finanza dello Sta– to delle Provincie e dei Comuni», stabilisce che « alle re– gi~ni sono attribuiti tributi_ propri e _qu?te di_ tributi era– riali in relazione ai bisogm delle reg10111,per le spese ne– cess;rie ad adempiere le ·loro funzioni normali ». Infatti, in relazione ai bisogni finanziari delle Regioni, reali 'od infla– zionati, assisteremo alle richieste· e ·sollecitazioni di ogni regione - e sappiamo, ahimè, come il consuetudinario po– stulantismo ad un certo punto, per farsi valere, si tramuti in minaccia, in pressione, in rica,tto, o quanto meno in un patto di « do ut des » (m~gari agli effetti elettora)i, come al buon tempo antico di Giolitti) - per consegmre quant0 più è possibile di « quote di tributi erariali», quando non ad– dirittura anche dei contributi speciali, ordinari o straordina– ri. In tal modo si rischia di vedere sorgere una sperequa– zione tra le varie regioni, non dovuta affatto, nè alla ur– genza od intensità dei bisogni, nè alla importanza dei pro– blemi da risolvere sul piano regionale, ma alla abilità ma– novriera, alla scaltrezza ,ricattatoria o alle accattivanti pro– messe .delle forze politiche che nella regione. prevalgono. E tutto questo mentre lo Stato corre invece il rischio di ve– dere falcidiate dalle necessità o dalle- pretese delle regioni le proprie entrate fiscali, che costituiscono il mezzo essen– ziale per sopperire ai bisogni di portata generale e inqua– drati in un piano nazionale. Noi dobbi~mo cercare di sventare questo pericolo col far determinare in sede parlamentare e con provvedimenti di portata generale qual( tributi s'intende assegnare alle regio– ni, quali aliquote di altri tributi possono, sempre con prov– vedimenti di portata generale, essere assegnate almeno per un lungo periodo di tempo. E ciò perchè le singole regioni sappiano, anche per regolare la misura delle loro iniziative, su quali mezzi finanziari possono contare, nella premessa che null'altro, in nessuna circosto.nza, esse potranno ottenere, in via di particolar.e favore. Il secondo pericolo è quello che le singole regioni, se in esse dovessero preva,1,ere forze conservatrici, si tramutin9 in trincee del conservatorismo locale e cerchino, se non di · sabotare i piani nazion~li, specialmente quelli eçonomici, che possono turbare· gli « interessi precostituiti», di rallenhrne l'esecuzione e di intralciarne il corso, magari con le· inter– ferenze della burocrazia ·regionale sulla burocrazia statale, già sufficientemente tardigrada. Bisogna riconoscere che questo pericolo è venuto attenuandosi con gli emendamenti e la riduzione apportati al progetto originario di costitu– zione e con l'attribuzione alla regione solo dei più ,modesti campi di attività di cuì l'art. r 17.·Ma esso non può dirsi eliminato del tutto: basti di're che nel)'ambito della regione rientrano materie come l'agricoltura e foreste, l'urbanisti– ca, i lavori pubblici · d'interesse regionale, la beneficenza pubblica ed assistenza sanitaria ed ospedaliera. Rimedi di carattere 1 preventivo non sembr;t possano sus– sistere. E' proprio una lotta all'interno degli organi regio– nali (Consiglio regionale e Giunta regionale) che deve fron– teggiare pericoli di possibili deviazioni e di interessate dila– zioni e che deve procurare (senza far ricorso al c.ontrollo de!la Corte Costituzipnale)' che i. provvedimenti regionali, pur esprimendo le istanze regionali, s'inquadrino organicamente in tutta l'attività legislativa ed amministràtiva dello Stato. Viene infine il pericolo dello sviluppo eccessivo, se non addirittura parassitario, della burocrazia regionale, che ri– schia poi di essere duplicata con la permanenza o l'ulterio– re sviluppo della burocrazia provinciale, e ciò mentre della riforma della burocrazia sta!ale, nel senso di un suo decen- BibliotecaGino Bianco tramento per porla in più immediato èontatto con le esi– genze locali, non si è fatto niente, per non dire ohe non se ne parla più. ' Anche qui sarà proprio uno dei principali compiti degli organi democratici della regione dare a questa la struttura organizzativa più snella, più efficiente, più moderna, evitan– do sin dall'origine i ben noti difetti della burocrazia stata-. le, della sua elefantiasi, della sua mancanza di autonomia, di iniziativa, di responsabilità, ·dei suoi notori parassitismi: evitando soprattutto che accanto alla categoria degli « stata– li», inamovibili anche quando sono scarsamente efficienti, si crei, cop le stesse caratteristiche, una categoria dei... « re– gionali». * * * Resta il più : e c1oe, con vigile cura p~r scansare péricoli e deformazioni, determinare l'aspetto positivo della nostra politica regiona,le. E' il compito che ci attende. E diciamo subito che non c'è alcuno dei vari settori di attività legisla• tiva-amministrativa attribuiti alla regione dall'art. II7 della Costituzione nel quale noi non si abbia da apportare una nostra visione, una nostra interpretazione dei problemi ed una direttiva di soluzione, in conformità ai nostri principi, e ciò, sia in maniera generale, sia sul terreno delle esigenze di ogni singola regione. Oltre ad essere una eccellente scuola preparatoria alla at– tività· pubblica ed un mezzo <;liselezione politica, la Regione è e può soprattutto diventa.re .lo strumento per la messa in valore delle iniziative e deile energie locali. E, naturalmen– te, è una ottima esperienza di autentica democrazia con lo affrontare i problemi che più direttamente si conoscono, che più da vicino si vivono, e col dar I-Oro• soluzioni più ·ade– renti alla volontà ed alle aspettative degli interessati, e spe– cialmente delle masse popolari. Grur,rANo Prsc:iier, Le elezioni regionali L'avversione espressa dal compagno Russo Perez -(La grande illusione - su Mondo Nuovo dell'8 maggio c. a.) con– tro l'ente regionale può essere condivisa. Tuttavia riteniamo che sia ben difficile fare in modo che della cosa... non si parli e che essa resti lettera morta. l due grossi raggruppa– menti, democristiano e comunista, entrambi favorevoli a questa forma di' decentramento, fmstrerebbero qualsiasi ten– tativo di tale natura'. da parte degli sparuti gruppi di oppo– sitori. Ecco perchè a noi sembra €he mantenendoci. sul ter– reno della realtà, sia meglio parlare di questo grave problema e studiare anzi :fin da ora i vari lati appunto per cercar di rendere qua~to migliore è possibile l'attuazione pratica di . questa innovazione introdotta nella Costituzione italiana, !u- sciando da parte la nostra opposizione all'istituto in se stesso. Per il momento crediamo che t1na delle questioni più in– teressanti sia quella relativa alla legge che dovrà regolare l'elezione dei consiglieri (impropriamente « deputati ») re– gionali. Giova tener presente come tutto ·lasci supporre che le elezioni regionali si s~olgeranno al più presto possibile. La democrazia cristiana ha tutto l'interesse a battere il fer- · ro ora che è caldo, non potendo certo desidera-re che si spen– ga l'eco <delcla,moroso ed inspeirato successo <delr8 aprile, Per di più essa, sa che in elezioni in cui non sarà possibile porre il corpo elettorale di fronte a dilemmi a tipo di refe– rendum, come è avvenuto in quelle per il Parlamento, molti voti che essa ha ottenuti il r8 apri.Je andranno ad altre li– ·ste, e quindi essa deve fare in modo che questo spostamento di voti non possa. essere interpretato quale sfiducia all'opera del governo. Per ovviare a ciò non.vi è altro mezzo che faré le elezioni al più presto e cioè prima che il governo abbia potuto fare alcun che di positivo, in bene od in male. Se le elezioni si svolgessero dopo un lungo periodo di governo il irisultato di esse, che, in ogni caso, sarà diverso da quello

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=