Critica Sociale - anno XL - n. 11 - 1 giiugno 1948

238 , CRITICA SOCIA.LE litica espamsionista della Russia, all'azione che essa ha esercitato e continua ad esercitare negli Stati sa– telliti alÌa cortina di ferro entro la quale ha chiuso la politica di questi e la sua. Non può sfuggire poi all'attenzione di nessuno 11 fatto che da parte tanto della base, quanto dei fau– tori della « risco~sa », si sia atteso a denunciare que– sti errori solo dopo che lo sfaldamentG>del loro par– tito in molte parti d'Italia, il totale ·disfacimento di alcune sezioni e la minaccia di una crisi più grave facevano seRtire la necessità di correre ai ripari. E' naturale quindi che si stenlti a prestare fede alle tar– dive dichiarazioni messe fuori da costoro e che si sia invece disposti a ritenere- che nueste loro parole siano oggi dette, non cori la effettiva intenzione di aprire un nuovo indirizzo all'azione del partito, ma ,solo per opporre un tamponamento all'emorragia che minaccia di dissanguare e di ridurre a cadavere il P. S. I. . Non neghiamo tuttavia che nella così detta base siano numerosi coloro ai quali gli avvenimenti re- 1 centi hanno fatto aprire gli occhi e dato la sensazio– ne di errori c!J..e ssi prima non avevano veduto per la insufficienza della loro esperienza e preparazio– ne politica; gente quindi in perfetta buona fede, che sinceramente intende di mutar rotta, nel c-ui animo si 11 isvegliao raffiora una veràce coscienza socia– lis.ta. Costoro si accorgeranno presto del trucco col quaJe si tenta oggi di acquetai,e il loro malcontento, d'indurE a rimanere tra,nquiHi nelle file di quel par– tito nel quale l'azione di domani, pur con divers,ità di enunciazioni. non sarà sostanzialmente diversa dall'azione compiuta sin qui. E che così sia per essere lo dimostra anche l'atteggiamento tenuto in propo– sito dal Partito Comunista, il quale non ha opposto nessuna reazione di malcontento o di delusione di fronte 'alle affermazioni di aueste -tendenze che si dicono autonomiste; perchè ha la chiara sensazione che esse non nuocciono, ma giovano al suo intento di mantenere al proprio seguito le forze del P. S. I. Nel giorno che di tutto questo si avvedano le sin– cere coscienze di coloro che stanno alla «base», es– se troveranno che non è apertia loro altra via per contribuire alla vitalità e alla forza -di una, schietta formazione socialista se non di venire ;ccanto. a noi, nelle nostre file; e dalla delusione patita saranno tratte a fare un più pacato ed equo esame delle ac– cuse che sono mosse contro di noi e si accorgeranno che degli intèress-i del proletariato noi siamo non i traditori, ma ,i più ,sinceri ed efficaci•difensori· che nè con·Ja Democrazia Cristiana nè tanto men~ coi c~ti capital_istici,noi non abbia~o f;tto nessun ;atto ne compromesso, se anche abbiamo ritenuto oppor– tuno di accogliere nuovamente la ,rinnovata offerta di collaborazione al governo in un momento diffici– li:,simo della vita del Paese. * * * Sia detto infatti con .tutta chiarezza che noi ab– biamo accetta,to la partecipazione al governo, non come premio della dimostrazione di forza che ab– biamo dato nella.latta elettorale, ma -per quel-lostesso sentimento di dovere ohe ci aveva tratto àd accet– tare la collaiborazione, in altro momento assai deli– cato, pochi mesi addietro. C'erano e ci sono anche questa volta varie circostanze che ci sugigerivano di BibliotecaGino Bianco assumerci il peso di questa responsabilità. La mag– gioranza assoluta, conseguita dalla Democrazia Cri– stiana poteva s~ggerire ad essa {se noi avessimo re– spinto l'offerta di collaborazione), e s.pecialmente a quella frazione di esSa che, più o meno numerosa che· sia, esercita, però certamente un influsso prepon– derante neMe deliberazioni del par,tito e del gruppo parlamentare, - di dare alla ..politica del governo un indirizzo esclusivamente di parte, che noi possiamo bene prevedere quale effetto avrebbe prodotto in materia di politJièa interna, di politica estera, di ri– forme sociali, di confessionalismo dello Stato. !noi-· tré, durante la lotta elettorale si era talmente acuito l'urto fra le due forze maggiori -che erano in con– flitto da far veramente temere che la loro lotta po– tesse tramutarsi in una infeconda e pericolosa guer– ra civile, che doveva e poteva essere nostro com– pito di tener lontana dalla vita del nostro Paese. In– fine,. come compito immediato dell'azione del go– verno si presentaiva l'applicazione del piano Mar– shall, che ormai anche i partiti del Fronte ricono– scono essere una indeclinabile necessità per la rina– scita e la vita stessa del nostro popolo. Bisognava ' che sui mezzi che quel piano mette a dis~izione della nostra opera di ricos.truzione non si appun– tassero senza resistenza le cupidige dei ceti pluto, cratici e .affaristici, che visibilmente' miravamo ad as– sumere la rpossil;>ilmente incontroHata attuazi1one di quel pi·ano. Ora 0011'1:ro questi ceti affari– stici nessuno poteva meglio di noi e di uomini come' il nostro Tremelloni montare la guard'a per è.enun– çiare e impedire tutti j ten:tativi che venissero fatti per convertire in utile particolare quello che deve esser rivolto esalusivamente a pubblico vantaggio. Ecco quali furono i pripcipali motivi che ci spin– sero ad adde"Ssain;:i · l compito della collaborazione al governo. Sappiamo che questo sairà tutt'altro che fa– cile, che sarà arrzi- pieno di ardue difficoltà, che in– conitrerà ·aspre e tenaci resistenze, che 0i esporll"àpiù facilmente · ;i.da- ccuse per quel poco o quel molto che non si potrà fare che non ad un benevolo ricono– scimento dei tentativi fatti per il pubblico bene e del parziale successo che con essi si sia con:seguito. Ci rendiamo· ben, conto, della difficoltà enorme che oppongono le...(;ondizioni obiettive e le forze che si agitano per la, difesa degli interessi particolaristici. Ci rendiamo ben conto che nella stessa Democrazia Cristiilna, con là quale noi ,abbiamo accettato di col– laborare, è forte, se anche nort· appa're - evidente alla superficie, il nucleo di co-loro che sono assai più con– servatori che democratici, paurosi di novità, avversi a quelle riforme che noi giudichiamo i soli provve– dimenti atti a garanti•re la pace interna. Per il fat– to stesso che la maggioranza dem0cratica crisitiana è stata eletta sotto Lai suggestione di un irragionevole . senso di paura, essa ha élato la prevalenza fra i candidati specialment_e a coloro che di questa p.aura erano i più sicuri interpreti, cioè a rPersone animate da un in1Jransigenite spirito di conservazione, che considerano i metodi polizieschi come atti a man– tenere l'ordine· J>ubblico meglio assai che non una politica di audaci riforme. In relazione a tutto questo, noi sappiamo dr do– ver sostenere una dura lottla:in seno al Coveriro, in

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