Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948

142 CRITICA SOCIALE testare la persistente sua volontà (o illusione) di e– sistere; in realtà esso si è ormai dissipato nel cro– giuolo della fusione e si accorgerà delle conseguen– ze il giorno in cui tenti di compiere la ricomposizione delle sue cellule nella organica indipendente unità di un partito. Vedrà di-sperdersi _queste cellule e sfuggire a destra e a sinistra, e nel mezzo resterà una vescica vuota, che potrà ,anche continuare a chiamarsi P.S.I., ma manifesterà allora finalmente agli occhi di tutti la sua effettiva inconsistenza: A dare una ulteriore pennellata a questo quadro ha c0ntribuito an::: 1 .ie lc1 ridicola sconfitta con cui si è chiuso il tentativo fatto dai rappresentanti del P.C.I. e del P.S.I. di crear malintesi tra le forze sindacali europee, che agiscono sulla direttiva del socialismo democratico, e le forze sindacali· ameri– cane raccolte. nel C.I.O., che è considerato la rap– presentanza delle correnti di sinistra. Essi hanno voluto avere un separato colloquio· coi rappresentan– ti di detta Confederazione americana e il risultato è stato così brillante e persuasivo che questa Con~ federazione si è affrettata a dichiarare pubblicamen: te, nella forma più chiara e perentoria, che essa suggerirebbe al Governo americano di non conti– nuare a dare aiuti all'Italia se nelle prossime ele– zioni dovesse riuscire vittorioso il Fronte democra– tico popolare. Non occorre che noi diciamo che non a-pproviamo una decisione di questo genere, perchè la sua eventuale attuazione farebbe mancare il pane e la possibilità di Lavoro non solo agli strumenti ita– liaai dell'aggressiva politica russa, ma· anche a mi– li0ni ,di persone incolpevoli, e perchè getterebbe il 11ostr,opaese in uno stato di malcontento e di irre– quietezza che potrebbe riuscire pericoloso anche a– gli altri paesi europei e suscitare un incendio che non si saprebbe come circoscrivere e spegnere. Ma il comunicato· attesta in ogni modo con quanta leg– gerezza il Fronte tu.teli gli interessi dei lavoratori e con quanta sfrontatezza arroghi per sè solo il van– to di assicurare', insieme co'n la libertà, anche la i{a– ce e il lavoro, mentre si presta ad essere strumento di una politica di urti, dallà quale può nascere(im- . minente pericolo di conflitti, e tenta di impedire l'attuazione di quel piano, dà! quale soltanto può ve– nire, nella presente situazione, la possibilità di as– sicurare lavoro alle -nostre maestr~nze. * * * Dalla deliberazione nei nostri riguardi della Con– fereni:a socialista di Londra, dal fatto che pi:r effet– to di essa noi siamo sin d'ora, neJ giùdizio dei com– pagni dei paesi democratici eu,:opei, la sola àutenti– ca forza socialista. in Italia, viene· a noi un compito che dobbiamo porci in condizioni di adempire col maggior senso di ·responsabilità e con la maggiore efficacia. All'indomani delle elezioni dovremo costi– tuire senza pe:dita di tempo la unità organica delle forze sociafiste. Dobbiamo sforzarci di dimenticare le polemiche, talora aspre e dolorose, che abbiamo avuto fino a poco tempo addietro con persone che si sono solo recentemente discostatè dal P.S.I., dopo aver continuato per mesi e mesi a lancia-re contro di noi l'accusa di tradimento. Prendiamo atto che essi hanno dimostrato ora di ricredersi nei nostri ri– guardi; teniamo poi conto della circostanza che il loro accostamento a noi ha senza dubbio contribuito a· dissipare ogni incertezza che potesse persistere nell'animo dei dirigenti di alcuni dei partiti s0ci;alisti • BibliotecaGino Bianco _democratici stranieri intorno al significato e alla le– gittimità della nostra secessione dello scorso anno; cerchiamo di dissipare ogni ricordo triste, di scal– darci tutti al fuoco di questa fede che risorge pii;. luminosa che mai dopo la tempesta che abbiamo a_t– traversata. Il momento è quanto mai idoneo per una azione efficiente. Noi non potremo certo far risorgern quel- 1' ora così propizia per la creazione di una democra– 'zia socialista che si levò ·sull'orizzonte della storia all'indomani della liberazione, in cui tutte le attese, tutta la fiducia delle menti più illuminate si rivol– gevano al socialismo; quell'ora che la mancanza di fede socialista e di comprensione politica di Pietro Nenni e dei suoi collaboratori e complici lasciò pas– sare inutilmente, con un atto di vero tradimento de– gli interessi def paese -e del proletariato. Tuttavia l'insuccesso che certamente toccherà il 18 aprile al– le speranze del Fronte di raggiungere la maggio– ranza assoluta o, almeno, una forte maggioranza relativa, ci aprirà la possibilità e ci indicherà la necessità e il dovere di un'opera costruttiva, che noi soli possiamo compiere in modo conforme alle· esi– genze della vita nazionale e internazionale, con l'aiu– to di quelle forze che, con piena fiducia nel nostro programma e nella nostra sincera volontà di attuar– lo, affluiscono cosÌ' numerose verso di noi e ci dàn– no .così caldi consensi e incoraggiamenti. Guai in– fatti alhi politica goyernativa del nostro paese, se essa si attardasse in timide riforme destinate so– prattutto a rinsaldare la fondamentale struttura eco– nomica e sociale !_ Gli Stati esteri, a cominciare ·dal– l'Inghilterra, terra classica d_el liberismo, la stessa Francia, in cui pure la direzione del Governo è oggi in mano di un ,cattolico, e il Belgio e l'Olanda e gìi Stati scandinavi· che sono, sotto certi rispetti, alla testa del progresso civile in Europa, tutti concorde– mente ci indicano la via che occorre seguire. Dap– pertutt_o una organica pianificazione e una progre– diente socializzazione degli strumenti produttivi at– testano la loro idoneità a risolvere le difficoltà di quest'ora, ad affrettare l'oper;i di ricostruzione e .il processo di. rinascita che non può essere differito e che, con l'applicazione del piano Marshall, dovrà essere condotto innanzi senza perdita ulteriore di tempo. E sempre più si palesa la necessità çhe i paesi eu– ropei, anzich.è chiudersi in quell'assurdo program– ma di autarchia che i partiti comunisti sembrano a– ver ereditato (continuatori anche in questo) dal na– zifaseismo, debbono cercar di stFingersi in una sem– pre ,più solidale coesione di attività eco_nomiche. I seghi del riconoscimento di questa necessità s'i van– •no facendo più evidenti e nymerosi. Alla costituzio– ne del Benelux segue ora ·l'accordo dogana1e franco– italiano. Quarnto finora è stato concretamente stipu– lato è ben lontano dal costituire una unità doganale dei due paesi. E' soltanto un ben ispirato tenta,tivo di intensificare tra loro -l'entità degli scambi, ma e– sp11imeun proposito che potrà dare più. ampi friul– tati in processo di tempo. D'altra parte ngn si può dimenticare che le' economie italiana e francese so– no tra loro assai più concorrenrti che complementari e quindi gli accordi vanno fatti con molta cautela, perchè o l'uno o l'altro dei due paesi (o entrambi) non abbiano dall'accordo risultati dannosi, che non sarebbero certo incitamento a creare tra i paesi eu- · ropei una più stretta solislarietà economica, che do- '-

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