Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948

Critica Sociale llIVlS7' A (JJJTNIDCl'N A"LE DEL SOCI kU8MO ~data da lULIPPO TURATI ~n Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) .Semestre L. 800 Trimestre L. 425 stero • • 2500 • • • 4000 • . • 1300 • • 700 DIREZIONE E AMMINISTR.: MIiano; Piazza Dlaz, 5 ■ Tel. 16.220. 16.319 , C, C. post, per ebbonetl n. 3-8225 • Spedlzlon~ In ebbonamento postale: gruppo 11 Anno XL - N, 7 Un numero ,separato L. 70 Mileno, l aprile 1948 SOMMARIO Pollt~ca ed attualità Pasqua di speranze (U. G. M.). L'ondata anticomuhista (BEN!IDIKT KAUTSKY) L'.U,R.S.S. e la pace (V1èTOR LAROCK) « Ah, non per questo ... » (GIULIANO P1sCHEL) La cooperazione europea (Aasruao STRINATI) L'ftalia di fronte alle elezionÌ (GUIDO CBRONBTTI) Problemi economici· e sociali Problemi sanitari (A. DELBUE) Proprietà terriera e affittanza agraria (ALDO PAGANI) Storia, filosofia, varietà Il socialismo e la teoria delle élites (UBERTO SCARPELLI) Classi, economia, politica al tramonto dell'epoCa napoleonica (GUIDO QUAZZA) (continua). Fatti e commenti della 'stampa italiana ed estera (p. ga. e g. p) Ciò che si stampa: PANFILO G~NTILB, Cinquant'anni di socia– lismo in Italia (g. p.) - L. LoMBARDO-RADICE, Fa.scisma e anticomunismo (I. b.). I Pasqua di speranze Non avevamo mai dubitato che le deliberazioni delle Conferenze internazionali socialiste europee di Zurigo e di Anversa, le' quali si erano rifiutate di '1 riconoscere la Iégittimità di esistenza del nostro Par– tito e avevano riconosciuto il P.S.I. come unico rap– presentante delle forze socialiste in Italia, sarebbe– ro state un giorno radicalmente corrette. Sapevamo bene che, insieme con un apprezzamento non bene chiaro della situazione italiana da parte di alcuni partiti, entravano in giuoco anche altri motivi: il timore che fa secessione no-stra potesse legittimare e incoraggiare quella di altri paesi in ·cui pure varie tep.denze esistevano nel Partito socialista; l'illusione che il riconoscimento conferito potesse trattenere il P.S.I. dal lasciarsi scivolare sino in fondo sul piano inclinato della fusione coi comunisti; il timore che una deliberazione che scontentasse il P.S.I. aumen– tasse il nucleo delle forze che in Italia inclinano ver– so il blocco orientale e creasse quindi un pericoloso stato di cose in un p;tese la cui situazione è delica– tissima, posto com'è ai margini della frattura che le deliberazioni di Yalta, richieste dalla Russia, ave– vano creata in Europa, con la costituzione delle zone di influenza per essa e per le Potenze anglosassoni. La radicale correzione da noi attesa è venuta, for– se anche più presto di quello che noi potessimo spe- Biblioteca Gino Bianco rare. Ha contribuito potentemente ad accelerare i tempi la q_uestio~e del piano Marshall. Che questo rappresenti ,una ,mderogabile necessità per l'Europa nessuno puo certamente contestare; che l'Italia sia tra i p~esi europei uno di quelli che hanno più ur– ~ente bisogno p.egli aiuti 'che quel piano ci assicura e anche fuot1 di ogni possibilità .di dubbio : lo attesta il fatto stesso che l'Italia riceve soccorsi anche prima che s'inizi l'esecuzione di detto piano. ~ all_ora era n~tural~ che i partiti socialisti europei s1 c~te?essero 11motryo _dell'atteggiamento agnostico e d1 nserva, molto s1m1lead un atteggiamento di boicottaggio, che il P.S.I., accodandosi anche in que– sto al P.C.I., assumeva di fronte al piano Marshall. L'atteggiamento aveva assunto un aspetto anche più significativo in occasione della recente Conferenza adunata pur essa a Londra, delle organizzazioni sin~ daeali eur?pee, dalla quale si erano astenuti i rap– pre~entanh del P.C.I. e del P.S,I. nel Consiglio di– rettivo della C.GJ.L. Quell'astensione non poteva avere altro signifìoato che il proposito di non aderi– re alla intesa delle forze lavoratrici dei paesi demo– cratici europei, che pur sarebbe il mezzo più efficien– te per resistere, il giorno che ne apparisse la neces– sità, ad un eventuale te~iativo americano di far pa– gare con una subordinazione politica gli aiuti dati ai paesi europei. Conseguentemente, appariva chiaro l'inserimento del P.S.I: in quell'aggruppa.mento di forze che, supinamente aggiogate al carro della politi– ca russa, cercano di impedire ogni intesa solidale delle democrnzie europee, si sforzano di sùscitare gelosie e sospetti, solleticando impulsi nazionalistici che giacciono inavvertiti nel fondaccio oscuro della coscienza politica di tanta gente, mantenendo così uno stato di incoerenza e di diffidenza molto adatto .a favorire quella politiaa. russà della quale si è avuto un nuovo esempio nel colpo di Stato di Gottwald (i cui s viluppi ne rendono sempre più chiaro il signifì– aa.to) e nella intimazione alla Finlandia. della con– clusione di un accordo anche militare. Contemporaneamente si era poi costituito il Fron– te democratico popolare, la geniale invenzione of– ferta dal segretario del P.S.I. al Partito Comunista per dargli modo di assumere una organica e perma– nente direzione delle forze della così detta Estrema Sinistra, a cui si erano aggregati anche gli sparsi detriti del Partito d'Azione e del Partito demola– burista, che, concependo l'azione politica nella fun– zione esclusiva della scalata a Montecitorio, sono andati a scegliere quell'aggruppamento che _pareva promettere più facile il raggiungimento di tali loro nobili idealità. Il P.S.I. può anche illudersi, conser– vando il nome e mettendolo ogni tanto fuori per at-

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