Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948

CRITICA SOCIALE 121 Diventerà comunista .Germania? la· Abbiamo ricevuto con notevole ritardo il numero di Natale del_ New Leader, di New York, organo del– la d~mocraz1~ socialista degli S,tati Uniti, il quale contiene un znteressante articolo di .Sclwmacher sulle condizioni della. Germania anche nella zona occidentale di occupazione e d~l pro/irto che ten– ia di trarne il bolscevismo' russo, creando così una seria "!inaccia per. tutta l'Europa. Cred~amo opportuno di dare la traduzione .di que– sto sc1·1tto, clie pone in chiari termini un problema di polilica internazionale, fondamentale per lè sor– ti future dell'Europa. La C. S. E' impossibile consi_derare il problema; tedesco COfl!e un problema isolato. 11 1 destino di tutta l'Eu– ropa è indivisibile. Una riorganizzazione· dell'Euro– pa e la sua reintegrazione nell'economia mondiale sono state rese necessarie da due guerre mondiali. Questo processo di riorganizzazione non può esse– re considerato come un problema · specifico di qualsiasi sistema nazionale. Ovunque• nel mon"do noi stiamo esperimentando un processo di restratificazione sociale· in Asia ed in Europa specialmente questo proces;o è, in atto. La riforma agraria tenta di abolire il feudalesimo agrario per sostituirlo con un vasto numero di nuo– ve aziende famiUari. Neli"Oriente questa riforma a– graria è un evento decisivo. Nell'Occidente il ten– tativo di cambiare gli aggrnppamenti sociali e la distribuzione della proprietà, a vantaggio pubblico e in opposizione alla vasta proprietà terriera, è • in primo piano nel campo delle riforme. La lolla per una nuova sis_temazione della proprietà dei mezzi di produzione è il problema che occupa più di ogni altro le menti' delle masse eu~·opee. I Russi stanno tentando ovunque di prendere il primo posto nei moti di rinnovamento· sociale. Contemporaneamente, essi fanno del loro rneglio per fare apparire reaziona_ri gli Stàti Uniti. I co– munisti si atteggiano a soli promotori e fautori del· progresso sociale. Essi vogliono apparire i rappre– sentanti di una inevitabile rivoluzione storica. Es– si sono, del resto, prigionieri dei loro stessi pietri– ficati metodi- dialettici: trasferiscono negli altri paesi le lòro formule stereotipate; ·non hanno im– parato quello che il mondo occidentale ha imparato con un'esperienza durata due secoli. I Russi im– pongono il loro capitalismo di Stato agli altri pae– si; ed accusano gli Americani di star facendo al– trettanto con la loro libera iniziativa. Essi vogliono entrare in un conflitto di ideologie in cui sperano di avere un potere più saldo. Il comunismo; però, ha cessato da un pezzo- di essere il fattore più importante nelle nuove forze sociali in Europa- o in qualsiasi altra parte del mondo. Il comunismo è oggi ridotto ad essere la fondamentale forza politica di uno Stato espansio– nista. L'attacco russo ha una poss_ibilità sola,. ben- . chè grande e, probabilmente, decisiva. Questa pos– sibilità è fondata sulla speranza di un errore cli strategia politica deg1i Americani per affermare nel resto del mondo la loro supremazia politica e sociale. Ma vi sono forze politiche e sociali attive all'in– fuori della Russia e degli Stati Uniti, e sono par– ticolarmente notevoli in Europa, che possono essere riconosciute per la loro caratteristica aspirazione alla indipendenza. Chiunque si renda conto di ciò, e ne abbia il coraggio, può conquistare la lo– ro alleanza. I Russi comprendono questo, e cercano di ostacolare quelle forze. La divisione del mondo in due parli, Russia e Stati Uniti, è per loro la più conveniente formula di propaganda. Servendosi del, la tecnica del bianco e del nero (« o con noi o con l'America») e11si sperano di guadagnarsi il favore delle masse. Le forze socialiste democratiche _in Europa sono BibliotecaGi·noBianco causa di grande irritazione per il comunismo tota– litar-io. Gli attacchi comunisti sono. rivolti, prima di tutto, non con-h·o le forze capitalistiche e reaziona– rie, ma contro i socialisti democratici. In essi i co– rnun~sti vedono la sola possibilità di un vento capa– ce d1 strappare le loro vele. Ecco perchè, ad esem– pio,. nella zona di occupazione sovietica il partito socialdemocratico è_stato il solo soppresso. Nel suo primo manifesto, la Internazionale comunista non ha, come ci si poteva aspett)lre, polemizzato con la classe nemica e con la sua ideologia. Essa ha anche ,, ignarato i pericoli del nazionalismo e del neo fasci– smo in Europa. Il Comintern mobilita tutte le sue forze t:ontro i socialisti democratici. In questi esso vede la barriera che s'innalza fra il comunismo e la c?m_u~ità dei popoli europei. Per questo i partiti so– crahsll debbono sopportare il peso ma"giore e fare i maggiori sacrifici nella lotta contro h~ politica dei comunisti. · I comunisti sono, agli occhi dei Tedeschi troppo gravati dall'ipoteca rnssa. L'alleanza fra le fdrze con– serv_atr_ici tedesche e la Russia ha una lunga storia. I_Rus~i stanno ora tentando di far risorgere il na– z10nahsmo tedes-co contro l'Occidente. Nello stesso tempo e~si stan_no rjattizzando negli altri paesi il non sopito naz10nahsmo contro la Germania. Essi voglion·o questo contrasto di vecchi nazionalismi europei per mantenere, anzi per aggravare, le pre- senti caotiche condizioni-. · In Germania il problema principale ·è quello del cibo. Un rifornimento sufficiente per la Germania è stato predisposto, almeno in teoria. Ma nessuna delle quantità previste è mai stata mandata vera– mente e quest'anno noi abbiamo avuto una vera ca– restia. Oggi la capacità di lavorare, e persino di vi– vere, di milioni di persone in Germania è in serio pericolo. Noi vediamo un ulteriore precipitare del– l'economia, e milioni di individui minacciati dalla fame. II nostro paese non è il solo affamato, ma la fame in Germania può avere le più serie conseguen-· ze, in termini umani e politici, non solo per la Ger– mania, ma per l'Europa. Se noi cominciamo a rico– struire l'economia tedesca, non dobbiamo mai di– menticare che-la quantità della produzione dipende dal livello di vita del nostro popolo. L'altro problema che· preoccupa il popolo lavora– tor.e in Germania è lo smantellamento dell'industria. Oggi, a due anni e mezzo dal collasso del Terzo Reich, nessuna soluzione soddisfacente del problema delle riparazioni e delfo smantellamento delle indu– strie è stata ancora posta illl atto. Domande di ripa– razione vengono da ogni parte. Inoltre, se il processo di smantellamento delle industrie procede il van– taggio delle potenze occidentali vincitrici ;arà ben minore del danno recato alla Germania ed all'Eu– ropa. Noi abbiamo in Europa molti luoghi dove le capa– cità di produzione sono inoper9sé. La maggior con– centrazione di queste capacità produttive è nella par– te occidentale della Germania, dove l'estrazione del carbone può essere aumentata, dove la produzione del ferro e dell'acciaio può essere elevata e dove la industria chimica potrebbe rivivere, specialmente per la produzione di fertilizzanti. In queste circostanze è malaccorto procedere allo smantellamento delle industrie in Germania, per ra– gioni economiche e psicologiche. La grande massa dei lavoratori tedeschi è oggi assai più strettamente legata alla sua casa attuale, perchè i vecchi quar– tieri di abitazione sono stati distrutti. Essa non è più disponibile per essere trasferita in altri luoghi di impiego. In ogni caso, si potrebbe aspettare di ve– dere prima quali parti delle industrie tedesche sono I ancora forti per riprendere la produzione e per au– , mentarla. Le autorità militari hanno poteri iHimitati per impone controlli. Il recupèro delle industrie tedesche non può essere compiuto con la dimfouzio– ne della capacità produttiva. Così si riuscirà sol– tanto a creare nelle masse una impressione ed una mancanza di fiducia pelle autorità di occupazione. La minaccia che la resistenza dei lavoratori tedeschi allo smantellamento delle industrie provocherà, co-

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