Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948

118 CRITICA SOCIALE coslovacchia potesse essere un !?onte _f:a l'Orien!e e l'Occidente, per cui passasse 11pacifico scamb10 di merci e di pensiero. · Ad attestare quanto sia sincero il desiderio di pa– ce di tutti coloro che hanno voluto ed accolto il pat– to di Bialystock si aggiunge poi anche il tentativo di imposizione della Russia alla Finlandia, P:~ costrin– gerla ad includere un accordo anche n_uhtare nel patto di alleanza; e s·e ancora non sappiamo quale potrà essere Ìa conclusione (purtroppo, però, facil– mente prevedibile) delle trattative che sono state ora iniziate, basta la richiesta a docum·entare il ca– rattere pacifico della politica estera della Russia e di tutte .le nazioni e di tutti i partiti che dal patto di Bialystock sono legati· ad essa. · Libertà-: è certamente quella di cui potè fare espe– rienza la stessa Cecoslovacchia quando fu dalla Russia costretta a ritirare quella adesione al piano Marshall che aveva precedentemente data. E' quella libertà di cui oggi fanno esperi1mza nella stessa Ce– cosfovacchia tutti gli uomini politici, di primo e di secondo piano, che non hanno avuto la forza di plau– dire (o hanno ·avuto la forza di non plaudire) al colpo di Stato di Gottwald e dei suoi complici, e perciò sono stati allontanati dai kiro uffici e in·buon numero gettali in carcere, con una premura ed una ampiezza di provvedimenti quali neppure il fasci– smo e il nazismo e il regime di Peron avevano sa– puto dimostrare. E' la libertà di cui è saggio il di– vieto in Russia di costituire qualsiasi altt0 partito cbe non sia il bolscevico, cioè il sistema del « _Par– tito unico», verso cui sono già incamminate' da tem– po la Jugoslavia_, la Polonia, YUngheria, e vanno incamminandosi 1 !a Rumenià, la Bulgaria, la Ceco– slovacchia. E' la libertà che preclude l'ingresso e or– dina il seguestro dei giornali che fanno conoscere le dolorose· impressioni del mondo per· i fatti della Ce– coslovacchia e impedisce ogni espressione; scritta ed orale, di pensieri discordi. Lavoro : non sappiamo se sia quello forzato che si impone in Russia a milioni di li!voratori, in parte stranieri arbitrariamente trattenuti in prigionia, in parte cittadini (anzi sudditiY dello Stato, posti fl)ori– della legge per n.9~ aver accolto con passiva obbe– dienza gli atti del regime. Certo non è il lavoro co– struttivo di cui il nostro paese, come tutti i paesi europei,· ha bisogno, e per il quale è oggi con– dizione necessaria l'àccettazione- e attuazione del piano Màrshall, che le forze dominanti nel fronte democratico popolare cercano di boicottaré in tutte le forme che hanno a loro disposizione. Eppure, da– to che la Russia non ci ha 111aiofferto, nonostante le voci artificiosamente mèsse in ·giro, e··non ha per ora possibilità di offrirci grano ed altri alimenti, dato che non pensa neppur lontanamente di inviarci quelle materie prime di cui abbiamo bisogno per i:i– mettere in e.fficienza le nostre industrie e compiere Je necessarie oper:e di ricostruzione. nori c'.è altro che il piano di aiuti all'Europa, comunemente noto come piano Marshall, che può permetterci di rinasce– re ad una esistenza civile e tranquilla e di assic1:1rar– ci la vita e l'avvenire. *** . Anche· in questi giorni abbiamo avuto' una E'uova pròva dell'assurdo atteggiamento -assunto, non solo dagli aggregati pòlitici, ma anche dalle. forze sinda- Biblioteca G~no~Bianco cali schierate sotto l'insegna del Fronte democratico popolare. La federazione inglese· dèlle Ti-ade Unions aveva indetto a Londra una conferenza internazio– nale, nella quale si doveva stabilire una comune line11di condotta, di fron'.e al p'ano Marshall, delle organizzazioni sindacali di tutte le sedici nazionfche lo· hanno accettato. Era evidente l'interesse per la Confederazione del Lavoro di partecipare a questa conferenza, tanto più se aveva da sostenere un punto di vista e· un criterio di azione -diversi da quelli a cui si ispirano le organizzazioni sindacali degli altri paesi dell'Europa centrale e oc~identale. E· invece non solo la frazione prevalente e ditta.toriàmente do– minante della C.G.I.L. ha deliberato di astenersi, uni– fo1mandosi così pienamente alle direttive di Mosca e di Bialystock, ma ha cercato anche di impedire che intervenissero alla conferenza le c·orrenti di ·mino– ranza che avevano dichiarato di ritenere che l'as- .senza da quel convegno era una colpevole trascu:ran– za degli interessi del proletariato. Ma quel che è più curioso, e che non si sà se at– tribuir.e alla spaventevole impreparazione anche dei , maggiori dirigenti sindacali o a quelle scaltrezze tat– tiche che, in mancanza di una seria preparazione e di un;i fede sincera, sono oggi div)nute il -maggior titolo per assumere posti direttivi che dovrebbero implicare, un' alto senso di responsabilità, è, che mentre si astengono daila sòpradetta cÒnfèrenza delle organizzazioni sindacali .e1:1ropee, i dirigenti comunista e socialista della C.G.I.L. vanno proprio nella stessa Londra a trattare del piano Marshall con un rappresentante della organizz.azione Sindaca– le americana C.I.O., la quale, non ostante che osten– ti un atteggiamento di sinistra, è però incondiziona– tame.nte favorevole al piano Marshall. Si ·è cercato in questi, giorni di sfruttare, a bene– ficio del Fronte democratico popolare, un articolo di Laski, pubbEcato circa vero.tigiorni addietro dal– !'« Avanti!», nel quale si indicavano- i pericoli che alla ì-ndipendenza politica dell'Europa può arrecare l'uno o !'.altro modo di attuazione· del piano Mar– shall. Ma in quell/articolo il pe 1 11icoloveniva additato soprattutto nel fatto che le sed.ici potenze europee pctesser9 t:rovarsi, eiascun.a singolai:mente, a dis-:ute– re cql governo degE Stati Uro.i ti ·_çfe.I problema degli aiuti americani, secondo una tendenza che pare si si.a fatta strada in mez.zo agli elementi più retrivi delle sfere politiche americane e fra gli stessi 1:1omini che-costituiscono -1' entourage di Trµman. Laski con– sigliava per tanto che le nazioni europeé cercassero (dato che non possono -far senza gli aiuti amerièani) di mantenere all'attuazione del piano Marshall quel_ · carattere che .aveva nella iniziale proposta del Mini– stiro degli esteri am~ricano : cioè di 1:1natrattativa globale con tutti g],i Stati europei. i quali dovessero precedente~ente aver stabilito con accord.i reciproci un piano concreto e preciso di collaborazione loro sul terreno economico. E' evidente che solo questa organi-ca solidarietà e co!Ìabotazione può offrire al– le nazi0Ni europee un sicuro mezzo di .difendere la loro indipendenza,. In qual modo gli esponenti del Fronte ·democratico popolare interpretino i suggeri– menti del buonsenso e quelli di Laski nel momento stesso che invocano la sua autorità, appare evidente dal viaggio che Di -Vittorio e Santi compiono a Lon-

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