Critica Sociale - anno XL - n. 5 - 1 marzo 1948

94 CRI1.'ICA SOCIALE non è di nostro gusto e avvilisce assai più chi !t'usa che non quelli contro cui viene usata_. Ma. n?n po~– siamo disconoscere che la Democrazia Cnstiana m . troppe forme dimostr.a di voler far servir_e a fini partigiani la sua attività di governo. L'az1?ne eh~ essa ha esercitato per ridurre nelle propne mam tutti i gangli vitali dell'ordinamento scolastico, dalle leve di comando fino alle più minuscole cellule in cui batte la vita intellettuale; l'azione sistematica– mente svolta per porre persone lige agli interessi del partito a capo delle banche come della massima parte degli altri istituti finanziari che regolano la vita economica deHa Nazione, è una chiara dimo– strazione di quello che abbiamo sopra affermato. Quando riprendemmo, nell'autunno del 1945, la pubblicazione di questa rivista, noi avevamo, dal concorso generoso che una parte del clero e dei cat– tolici aveva dato all'opera di liberazione, tratto l'au– spicio che fosse eliminato dalla vita del nostro Paese ogni motivo che potesse far risorgere il vecchio an– ticl<:n-icalismoe turbare I.a pace delle coscienze reJ.i– giòse. Naturalmente, era presupposto di questo no– stro augurio che i cattolici sì astenessero da ogni tentativo di dar carattere confessionale agli istituti dello Stato. Alla speranza che noi avevamo allora espressa non hanno corrisposto i fatti; e la consta– tazione dev'essere fatta in termini molto chiari, an– che perchè 1-aDemocrazia Cristiana sappia che ogni possibilità di continuazione della nostra collabora– zione nel periodo postelettorale è subordinata al fatto che essa non cerchi dalle posizioni di Governo di trarre qualsiasi vantaggio di carattere settario, che tale resta anche se si ammanta di sentimento reli– gioso, che è una delle più univct·sali' esigenze della coscienza umana. Int~rviene poi ora la lettera pastorale del cardi– nale Schuster, che è una delle più gravi forme di coazione della coscienza religiosa, uno dei più ar– diti tentativi di fàr valere l'autorità religiosa per coartare la libertà politica dei cittadini. Ed è oltre tutto anche un'aperta violazione dei divieti contenuti nella legge penale· e riconfermati anche nelle dispo– sizioni della Costituzione, contro cai pertanto avreb– be obbligo di agire !'.autorità giudiziaria se i principi della Chiesa non fossero posti in condizione di pri– vilegio da quei Patti Lateranensi di cui ·1'art.· 7 della Costituzione, approvato mediante il voto dei comunisti, ha rinsaldato l'autorità. Certo un intervento inop portuno (per non dir di peggio), come quello d.el cardinal Schuster, offre un magnifico pretesto ai c omunisti per dichiarare· venute meno o indebolite le condizioni nelle quali fu stipulata la tregua tra partiti per il periodo della campagna elettorale ; ed essi già dimostrano di voler profittarne, come cercano di profittare anche di cer– te parole dette dall'on. De Gasperi in un suo re– cente discorso, le quali per altro non si prestano davvero· alla speculazione che s'intende di farne. Ma purtroppo appare ormai così attutito, per quell'im– bottimento dei cra!'li _che si va da lungo tempo com– piendo, il senso critico di coloro che si sono abituati ad attingere dalla bocca di un solo uomo· o dalle colonne di un solo giornale il verbo della loro fede, che le cose più assurde diventano oggi possibili. An– che, per quanto possa sembrare inverosimile, che ci sia chi crede che l'operazione compiuta da Gott– wald in Cecoslovacchia sia stata fatta in difesa d~lla democrazia per salvarla da qualche oscura winaccia che incombeva su di essa ad opera di una potenza occidentale. BibliotecaGinoBianco Intendiamoci bene: noi non siamo di quei tardivi seguaci del manicheismo che pongono tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra. Noi non di– sconosciamo l'esistenza, di fronte all'imperialismo russo, anche di un imperialismo americano : siamo persuasi che vi sono negli ambienti politici ame– ricani numerose forze che tendono a sottoporre al predominio economico, e possi_bilmente politico, degli Stati Uniti gran parte dell'Europa e, se possibile, gran partt del mondo. Ma è semplicemente assurdo e stolto pensare che l'America abbia potuto illuder– si di fare un qualsiasi colpo di mano in un paese. come la Cecoslovacchia, che è circondata tutt'attorno da paesi (Ucraina, Polonia, Germania orientale, Au– stria orientale, Ungheria) che sono sotto il diretto e stretto dominio della Russia. E' chiaro pertanto che Gottwald e i suoi compagni non avevano nessun pericolo da cui salvare la democrazia cecoslovacca; non ebbero anzi altro compito che di soffocare quella democrazia per sottoporre il loro paese allo assoluto dominio del totalitarismo bolscevico, del quale sono stati consapevole e perfido strumento. Non abbiamo bisogno di elencare qui tutte le mano– missioni di libertà e le violenze che sono state com– messe e che rendono il fatto recente una ripetizione, nello spirito e nelle forme, dell'attentato compiuto contro la libertà cecoslovacca, nel 1938-39, dalla Ger– mania di Hitler. Insieme con la protesta contro la violenza com– piuta, insieme con l'ansia per la nuova minaccia di un più grave pericolo di guerra che da quella sorge, insieme con la constatazione della conferma delle chiare previsioni che era facile trarre dal veramente nefando patto di Bialystok, noi abbiamo anche un accorato rammarico da esprimere. Quel centro di vita politica in cui brillava una delle più nitide luci di democrazia. con un popolo che era tra i più civili· d'Europa e tra i meglio capaci di un ordinato con– tinuo progresso verso le forme di integrale civiltà socialista, è diventato ora dominio di una di quelle menzognere ideologie che al progresso della civiltà, come alla sicurezza della pace e della convivenza or– dinata dei popoli, appaiono minaccia sempre più gra– ve e. pericolosa. U.G.M. Pubh'lichvamvo· in qwesto numero la; parte 'l'estainte del p'Yo'{;rammadi aziione redatto dall'Istituto Studf Socialistir affinchè esso giwng<»tempesfivamernte a.i rvoistricomp·agwi che v.o,yrCDn.Jn;(), sm;irsene per la p,yo– paganda nel periodo elet!orale. Avvertiamo in pari tempo che p,novvediarmo ·a far pubblicare- un rile– va;nte ni~mero di e.!}t'l'attidi tutto· il programm.o, an– che per inomrico-della Direzione del nosf'ro partito. Le sezioni e i singoli compagni che desiderano di avere una 1 o più copiie di detti estrat'ti-; ce le chie– da;no con la massima sollecitudine, irnvù:mdoci L. 25 per ogni oolpia. bv <JUesto, s.tess,o numero pubbliclviamo anche al– CU/1% orticotli swll',a..s<sisten2a .Mciale, che consideriamo wno dei p,r.oblemi più urgenti! da OJgitarenella; pros– sima campagna elettorale. Nei prossimi numeri pub~ bliclieremo alz'tri a,rticoli su quegli altri argomenti sui qu,ali riteniamo più nece,ssario richiamare l'atten– zione del Paese, p·erchè ·esso p 1 ossa dMe il suo voto 00111, la1massimai p,ossibile còns'O!pevolezza delle ne– cessità che s'impongorno all'azione del Governo e della futuro Ass-emblea Leqislativa.

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