Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948

70 CRITICA SOCIALE generali fosse inclusa uria serie di commi che con– templano tutti i vari problemi per la cui soluzione dovremo svolgere la nostra azione nei prossimi mesi ed anni. Al Congresso furono presentate intorno alle di– retJ:ive politiche numerose mozioni, che ad un certo momento superarono il numero di venti. Queste si ridussero però un po' alla volta, e due sole rimase– ro· da ultimo ad esser sottoposte al voto del Con– gresso. Nella forma esse differivano così poco che non sembrava possibile constatare fra esse nessun effettivo dissenso. In realtà esse prendevano signi– ficato dai nomi di coloro che le avevano presenta– te, per le idee che essi avevano manifestate e le direttive che avevano seguite nelle recenti vicende . della vita politica nazionale. Quattro erano i punti essenziali di discussione : due _concernevano la situazione del Par-tito fra gli Ol'/p,o$tiblocchi nella vita nazionale e nei rapporti , internazionali; il terzo concerneva la questione del– la partecipazione al Governo; il quarto l'atteggia– mento del Partito nella prossima lotta elettorale. Sui due primi punti le due opposte mozioni che stettero di fronte sino all'ultimo momento affer– mavano entrambe c:he il nostro Partito· deve m·an– tenersi sèparato dall'imo e dal-l'altro blocco nella vita nazionale, propugnare la assoluta indipenden– za dell'Italia dall'uno e dall'altro blocco nella vita internazionale. Ma sotto questa apparente unifor– mità di pensiero si nascondevano due diversi stati d'animo. Concordi l'una e l'altra corrente nel rite– nere che il blocco democratico popolare è da con– siderarsi come una causa di pericoloso disorienta– mento ideologico~ e pratico nella vita politica del nostro Paese e come una seria minaccia· agli effet– tivi interessi del proletaria!o, non sentivano però tutte e due con patì intensità il pericolo di una ta- · cita e insidiosa formazione di una forza conserva– trice e reazionaria, che cerca di far presa sull'eser– cito compa:tto della Democra~ia cristiana, la quale non sembra opporre a questo gioco politico nessu– na seria resistenza. Così anche per quel che riguarda la posizione dell'Italia nei rapporti internazionali, i presentatori dell~ due contrastanti mozioni erano concordi nel riconoscere che il patto di Bialystok è un vero gri– do di guerra, che la Russia e gli Stati satelliti da lei imperiosamente dominati e tutti posti sotto un rigido regime totalitario, non soltanto sono nell'in– terno del loro -territorio una stridente negazione di quella democrazia della quale vantano di essere la più ardita espressione, ma coi loro sistemi di go– verno, con la loro politica- estera, coi movimenti che a mezzo di stipendiati emissari cercano di su– scitare· nell'interno anche di altri ' Paesi, costitui– scono una gravissima minaccia al consolidamento e alla sicurezza dei regimi democratici di tutto il mondo, e tengono continuamente s0spesa, sopra tut– ti i popoli, la minaccia di una nuova guerra. Ma non appariva ugualmente viva nei sostenitori dell'una e dell'altra ,mozione la sensazione che anche la po– litica americana può costituire una minaccia all'in– dipendenza e alla pace dei popoli. Noi non intendia– mo rinnegare nulla di quanto abbiamo detto sulle benemerenze americane per gli aiuti offerti all'Eu– ropa, aiuti così necessari e provvidenziali che sen– za di essi centinaia di migliaia di uomini sarebbe- BibliotecaGinoBianco . ( ro a quest'ora morti letteralmente di fame o sareb– bero periti in una sanguinosa guerra civile_.Ricono– sciamo anche il sentimento di solidarietà umana che ha ispirato più d'uno fra coloro che proposero e studiarono il piano ·Marshall, ma non possiamo di– sconoscere che in alcuni gruppi politici i quali han– no forte influsso nella vita degli Stati Uniti è pale– se il desiderio e Ja speranza di poter ridurre gran parte dell'Europa alla suddìtanza economica e po– litica dall'America. E' un pericolo',· questo, ...di cui mostrano di essersi avvisti gli esponenti responsa, bili. di quella stessa Inghilterra, che i bolscevichi di tutta Europa hanno cercato di far apparire come ormai indissolubilmente· legata al timone della po– litica americana. A differenza di quel che ha dette> il compagno Saragat nel suo primo discorso al Con· gresso di Napoli, noi riteniamo cl)e le parole recen– temtnte dette da Bevin, le quali hanno st:1scitato tanta impressione in tutto il mondo, sono da consi– derarsi come 1.m appello lanciato a tutte le nazio– ni democratiche dell'Europa per la comune difesa, non solo contro la minaccia bolscevica, ma contro · ogni altra forza che dall'esterno possa minacciare l'indipendenza della v_ita euFopea. Per quanto riguarda la questione della parteci– pazione del nostro Partito al governç>, fatta ecce– zione di quel piccolo gruppo di estrema sinistra che rimase sulla breccia unicamente per seriso di amor proprio, pur non avendo nessuna speranza che le direttive da esso propugnate potessero in qualsiasi m_pdocorrispondere alle esigenze dell'azione del no– stro Partito, tutto il _Congresso fu coneorde nel ri– tenere che l'entrata dei nostri uomini al Governo, se anche non si compiè nelle condizioni più adatte a trarne sensibili vantaggi per il proletariato e per il Paese, fu determinata da forti ragioni, che un partito responsabile aveva il dovere di non trascu– rare. Non fu una speranza di notevoli successi che· ci mosse, ma la doverosa preoccupaziorie di cercar di risparmiare mali più gravi alle classi lavoratri– ci e alla Nlazione. Tuttavia anche qui non conviene disconoscere che tra· i sostenitori di una delle due mozioni ce n'erano parecchi i quali,· a1 momento 'in cui si con– duce.vano le,. trattative e si doveva prendere una decisione, erano favorevoli a una partecipazione al gçiverno, comunque fatta, senza porre nessuna con– dizione, senza tentare almeno di assicurarsi b pos– sibilità di com)I)iere qualche azione utile ai fini per i quali il nostro Partito si è costituito e lotta. E non è neppure da nascondere che tra i fautori di detta mozione c'erano anche alcuni che nella partecipa– zione al G6verno videro e veggono la possibilità di andare incontro a certe aspirazioni part~colaristiche le quali hanno ben poco da fare con le idealità da cui è mosso il nostro Partito. L'atteggiamento di costoro, al quale certo non ebbero e non hanno al- - cuna intenzione di indulgere i presentatori della · mozione cui essi avevan9 aderito, dovrà anzi essere vigilato con molta attenzione e severità da quelli che hanno incarico di custodire il nostro patrimo– nio ideale, affinchè non avvengano contaminatrici "infiltrazioni nel nostro partito, il quale deve evitare di cadeire nelle stesse forme di corruzione in cui · sono caduti e vanno sempre più sprofondando qua– si tutti gli altri partiti di destra e di sinistra. Ci oc– corre mantenerci su una linea di decisa e intra11-

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