Critica Sociale - anno XL - n. 3 - 1 febbraio 1948

Critica Socia] e . B:TVlS1' 4 gJJlNDTerN kLE DEL SOCIA'A,P@MD blldata da IULIPPO TURATJ In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) Semt!stre L. 800 Trimestre L. 425 Estero • • 2500 > > • 4000 • • 1300 • • 700 DIREZIONE E AMMINISTR.: Milano, Piazza Diaz, 5 • Tel. 16.220 -16.319 c. C_. post. per abbonati n. 3-8225 • Spo,.lzlone In abbonamento postalo: gruppo Il Anno XL - N. 3 Un numero separato L. 70 Mileno, 1 febbraio 1948 SOMMA ;,-·1 O Politica ed attualità Ve~•o il Congresso (U. G.. M,). Buforia repubblicana e tragedia ·soaia(-frontista (G. P.) In memoria del Manifesto ·dei comunisti Fedeltà ad uh messaggio (LA CRITICA SocutB)" Le origini del Manifesto dei comunisti (GIULIANO PISCHEL) Cii>· che è vivo e ciò che è morto nel Manifesto dei comunisti .(LUJGI DAL PANE) . . Il materialismo storico nelle interpretazioni italiane (Rooo:u~o Moi-:DOLFO) Il Manifesto dei comunisti e la cultura contemporanea (AL-· PREDO POGGI) La giustizia nel Manifesto d_e/:comunisti (ALÉSsANDRO LBVI) Giusnaturalismo e roman,ticismo nel pensiero di Ma1·x (UBER– TO SCARPELLI) _ Storia, -filosofia, varietà Confusione ideologica e disorientamento morale (continuaz. e fine) ( J. J. SCHRBIDBR) • Fatti e commenti della stampa italiana ed estera (p. ga e g. p.) Verso il Congresso Ci avviamo al Congresso cÒn animo naturalmen– te pieno di ansia per l'importanza dell'avvenimento e del compito che esso dovrà prefiggere all'azione del Partito, per la gravità del momento che attra– versiamo, per la consapevolezza dell'ardua funzio– ne che questo ci assegna nell'interesse delle_ classi lavoratrici, di tutto il Paese, della pacifica e co– struttiva convivenza internazionale. Sul punt-0 di partire per Napoli ripetiamo l'au– gurio che abbiamo già espresso nello scorso fasci– colo : che il Congresso non si perda ìn vuote logo– machie, rimanendo in discussioni fatte tutte di a– strattezze, e cioè di parole, senza un solido contenu– to che possa veramente dare al diba.ttito una solu– zione atta a ·dirigere e disciplinare la nostra azione di domani; che il -dibattito stesso, pur svolgendosi _nella forma più cordiale che si conviene tra com– ,pagni animati da una medesima fede, segni tutta– via con contorni netti le singole correnti di pensiero che si manifesteranno; che certe questioni, le quali s-0no anticipatamente risolte da ciascuno in modo definitivo già prima che la discussione si apra, non facciano perdere troppo tempo al Congresso e sia– no dibattute soltanto quanto basta per segnare da– vanti al Paese la posizione rispettiva delle singole correnti;- che, infine, ciascuno dei congi,essisti tor– ni al suo luogo ordinario di vita e di lavoro e tutti iblioteca Gi o Bianco gli altri compagni accolgano i risultati del Congres– so col fermo proposito di attuarli e con tale fervore di passione e di azione che il Pa;tito non fallisca al compito che gli spetta e all'aspettazione che -è nel– l'~nimo del Paese, per un_a politica fattiva, costrut– trice. che avvii risolutamente ad equa soluzione tan– ti problemi che da oltre· due anni si trascinano fa– ticosamente sull'arena della nostra politica nazionale. · Non abbiamo bisogno. di aggiul'\gere t.roppe cose a quelle che abbiamo _già detto nel fa'5cicolo ,pre– cedente i:ptorno alla inopportunità di un lungo di– battito sulla partecipazione a'f Governo. ~oi speria– mo che siano poche voci,isolate quelle di coloro che considerino la partecipazione al potere come una ne– cessità che si deve accogliere incondizioµa_tamente e clae siano disposti eventuaìmente. a continuarla, an– che se l'esperienza d_imostrasse la sua inefficienza per la mancanza di chiare garanzie o della forza nec cessaria per farle rispettare. Speriamo che siano d'al- - tra parte voci isolate anche quelle di coloro che rin– neghino incondizionatamente ogni collaborazione, al– meno nelle condizioni attuali, col Partito che ora prevale nel Parlament-0 e nel P;lese e arrivino ma– gari a chiedere che i nostri compagni si ritirino dai posti nel Governo a cui sono stati chiamati. Ripe– tiamo che il momento nel quale noi abbiamo dovuto accogliere l'offerta di partecipare al potere non era il più propizio che potessimo desiderare, per la gra– vità e molteplicità dei problemi che si debbòno af– frontare senza mezzi adeguati e per la pesante re– sponsabilità che ile deriva a coloro che partecipano all'esercizio del potere, per la scarsi'tà delle nostre forze alla Costituente e nel Paese che ci impediva. di· condizioni re la nostra pai:tecit>azione al Gover– no all'accoglimento di larga parte di quella che ri– teniamo opera possibile ,di sostanziali riforme nel momento attuale. Noi abbiamo fatto tutto quello che si poteva per promuovere l'unità delle forze so– cialiste, che ci avrebbe permesso di far sentire ben altro peso nelle trattative .per la nostra collabora– zione. Non è colpa nostra se ,non ci siamo riusciti e non si può accusare nessuno di aver accettato la offerta di collaborazione anche se. quella condizio– ne, che a settembre avevamo creduto di poter porre, non si era verificata. Alla vigilia della lotta eletto– rale e in un momento. in cui è necessario segnare le direttive organiche e coerenti della futura opera di governo noi non potevamo rassegnatamente tolle– rare, rimanendo in disparte, - che il Ministero De Gasperi fosse costretto a- consolidare la sua pos.izio– ne con fm apporto di forze dì destra, che avrebbe segnato in modo definitivo un orientamento conser~ vatore e reazionario alla sua politica." E d'altra par-

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