Critica Sociale - anno XL - n. 2 - 16 gennaio 1948

CRITICA SOCIALE ca 15 miliardi al mese, cifra destinata. a un rapido aumento: supponiamo di creare un organisIJ?,O di g<!– verno (ad esempio, quello posto sotto la V1c~pres1- deuza di Saracrat) che disponga di uno stanziamen– to di x milia;di. Questo organismo con tale stan– ziamento dovrebbe acquistare e ripartire a prezzi di imperio fra i lavoratori delle offici~e e degli_ uffici tutti i prodotti che costituiscono gh elementi della scala mobile col piano preciso di condurre pro– gressivament~ il consumatore, nello sp_azio di tre me– si a una contrazione del 10% mensile nella spesa o~corrente all'acquisto di tali derrate. Al termine di tre mesi il carico rappresentato dai salari u scala mobile nel prezzo di trasformazione dei prodotti do– vrebbe pertanto essere diminuito del 30% e si po– trebbe quindi cominciare a lavorare a contingenza proporzionalmente ridotta. I beneficiari delle der– rate vendute a prezzi inferiori a quelli del mercato cosiddetto libero, saranno solo i lavoratori salaria– ti e stipendiati, con esclusione di tutti coloro che hanno una rendita, una qualsiasi posizione che con– -~enta loro di vivere ai prezzi attuali. Unico obiettivo di questo organismo dovrebbe es- ~ere la possibilità di ridurre il salario senza dimi– nuire il tenore di vita dell'operaio e dell'impiegato. Partendo dalla constatazione che il salario rappre– senta oggi almeno il 50% del prezzo di un prodotto finito, si comprende che il ribasso del prodotto fi– nito potrebbe assumere un'entità considerevole, pro– vocando quindi indirettamente anche il vantaggio di tutti quei consumatori non· ammessi al beneficio della ripartizione a prezzi bloccati da parte del go– verno. Un'esperienza di questo genere potrebbe dimostra– re alla classe lavoratrice che il governo affronta il problema nell'unico modo che possa offrire una so– luzione e che comunque esso si preoccupa veramen– .te dei problemi di fondo della vita nazionale. Si ten– ga anche conto che i miliardi stanziati per questa opera potrebbero essere riguadagnati attraverso u– na diminuzione effettiva del costo di produzione, che permetterebbe la ripresa dell'esportazione e sa– rebbe l'inizio di una stabilità monetaria che potreb– be coincidere coll'inizio de,l risanamento economico <lel Paese. ALDO VALCARENGHI Il Congresso del· Partito comunista II Congresso del Partito c@munista italiano, svol– tosi a Milano durante tutta la prima settimana· di gennaio, merita particolare considerazione. Non ose– remo dire tuttavia che esso abbia segnato una « svol– ta.» o istanrato un « nuovo corso» (e ancor meno sono mutati gli uomini che ne tengono· saldamente in pugno le redini). Le direttive che ne sono emer– se erano già tutte di fatto impostate in precedenza. La dichiarazione di Bialystok (e anch'essa non fu che una solenne proclamazione di, una strategia già in corso di sviluppo e di una già esistente subordi– nazione alla politica estera della Unione Sovietica), con le particolari funzioni assegnate, al di qua della cortina di ferro, ai partiti comunisti italiano e fran– cese; l'iniziativa ·social-comunista per la creazione ciel « fronte del lavoro, della pace, della democra-– zia » e i vari convegni e raduni di massa che l'han– no accompagnata; l'orientamento 1 della politica e della stampa comunista degli ultimi mesi, con lar– ga diffusione d_iparole d'ordine; gli stessi c,ongressi pr,winciali di preparazione a quello nazionale, in ispecie quello milanese, nel quale si ebbero impor– tantissimi interventi di Togliatti: tutti questi fatti indicano che il Congresso marciava ,su di un bina– rio ormai prestabilito. Ed il suo linguaggio non po– teva essere che a rime obbligate, anche se con quel– rapporto corale e quella contrappuntata orchestra– zio11e caratteristici del bolscevismo mondiale: D'altra parte l',esame della situazione - aperto– con 1(- cinque ore della relazione Togliatti - la de– lèrminazione degli obbiettivi e dei metodi, l'indica– zione dei mezzi d'azione. (« approfondire, differen– ziare ,concretare, articolare l'azione », formulò Pa– jetta), il coerente allineamento di tutti i settori del Partito ·sui nuovi compiti assegnati, furono oggetto cli un'indagine così vasta e di un .impegno così... totale che questo Congresso ben si può considera– re come il pun,to di partenza per l'azione che il P. C.I. si propone di esplicare. Un Congresso comunista, si sa, ha una sua fisio~ nomia assolutg_mente incomparabile. Altri partiti de-· mocratici _vedono nel congresso la funzione di de– terminare direttive, di differenziare posizioni politi– che, di dibattere liberamente tendenze e punti di vsta, che è poi, in defii1itiva, elaborazione di pròpo– siti d'azione e scelta di uomini chiamati ad attuarli. Per i comunisti questa « linea » (verrebbe- quasi fat– to d'indicarla con la maiuscola) è qualche cosa di già esistente ,di prestabilito ,e si tratta, semmai, di convalidarla con un'apparenza di libera discussione e di collettivamente allinearvisi, dando la sensazio– ne di uno sforzo critico di rettifica e di adeguamen– to. Nè ciò può .considerarsi,_ in modo assoluto e ca– te"'orico conformismo. Togliatti ha avuto buon gio– c·o: a q~esto proposito, .i? un s~10 interventi! pole– mico con la stampa, nel nlevare mvece come il Con– gresso sì dibattesse sotto il segno dell'autoeritica. BibliotecaGino Bianco Cominciò lui (già: ma ii fatto che da molti anni quest'« autocritica», ora tarito cara a Zdanov, sia praticatà nei congressi sovietici toglieva originalità e afflato di libertà al metodo) a criticare errori, op– portunismi, ·compromessi, debolezze, incoerenze, de– ficienze politiche ed organizzative: e sulle sue or– me seguirono gli altri, grossi e piccini. Il conformismo semmai sta in altri aspetti del pro– cedimento: nel totalitario convergere di quest'auto– cr.itica non solo ad un risultato comune e unanimi– stico, ma proprio a _quel risultato in· precedenza pre– stabilito; nell'ammettere ad esplicare qu_esta' auto-. critica, da irradiare poi con- la propaganda, solo i selezionati e fidi « quadri », ~scindendo con ciò il manifestarsi dalla «base» di autentiche correnti ere– ticali ed anticonformiste o, addirittura, apertamente ribelli; nell'esclud·ere .che gli autori degli errori cri– ticati vengano sostituiti da altre forze, immediata– mente manifestate dalla «·base », e che si determini quella che il Pareto- chiamava « circolazione delle élites ». Si paga in solido e ci s'impegna in solido: anche se chi contrae sono poi sempre, necessariamente, gli stessi. Con questo metodo veri e profondi -dissensi non possono sorgere (o restano confinati nei miste– ri eleusìhi dell'«'apparato »). Così ci è apparso ab– bastanza ingenuo da parte della stampa profilare un reale ed inconciliabile dissenso• tra Scoccimarro e Terracini a. proposito della « democrazia po_polare » o della « democrazia costituzionale »: e a Togliatti riuscì facile superarlo, in un semplice inciso: « giu– sto, compagno Terracini, svilupparsi seeondo la li– nea indicata anche nèlla Costituzione. stessa del no– stro paese, ma àttraverso un'azione larga, organiz– zata, della massa operaia, dei lavoratori, di tutto il popolo». · , Non abbiamo certo la pretesa di dare qui una completa rassegna nè del serrato lavoro d'el Con– gresso nè degli importanti interventi succedutisi, e nei quali Togliatti ha fatto la patte del leone, anche per la funzione da lui assolta di palesare sin da principio la « linea » di cui sopra, dicevamo. Due temi hanno dominato: politica estera e politica in– terna. In el).trambi si partiva dalle stesse premesse, · per sviluppare le stesse constatazi'oni, e per giunge– re ad una duplice conclusione: l'una, apertamente conclamata-come il solo e vero obiettivo di lotta; l'altra, costituente la reale' consegueN-Za, ma abilmen- te sottaciuta con una riserva mentale. · E spieghiamoci. Nel campo della politica internazionale, la pre– messa era la rottura d,i quella solidarietà delle gran• di potenze nella lotta contro il fascismo e la frattu– ra del mondo in opposti blocchi. E qui veniva sot– taciuta completamente la responsabilità della Unio– ne Sovietica in questo stato di cose; la sua precisa volontà di spartizione del mondo in zone d'influen-

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