Critica Sociale - anno XXXIX - n. 24 - 16 dicembre 1947

CRITICA SOCIALE 479 L'unione ·ristiano democraticÒ, forte partito in cui, come s.i sa cor.vergono le forze p'.llitiche del cattolicesimo e del protestantesimo, sot:osc· jve delle tesi- poss.ibiliste: prepa– rare i- fona_menti giuridici da cui evolvere uno Stato fe– derale in forma <li uno statuto valevole per tutte le zone che limi,.i però i .diritti dei comandamenti alleati, .che al– larghi invece quelli delle amministrazioni tedesche con– fluenti al centro, ma che su ogni altrai cosa garantisca si– curezza giuridica di uomini e cose. Anche questi deside– rati non sembrano inconcilialili, nè con quelli del sociali– smo tedesco, nè con quelli contenuti nel progetto di costi– tuzione che Bevin ha buttato sul tavolo della conferenza di Londra; una costituzione assai simile a quella di Weimar. _ Il che no,: sarebbe, a vero dire un gran buon auspicio, ma siccorpe si sottintende che resterebbero per lu.nghi anni le armate di occupazione seppu,, rid'.ltte, ed il divieto del riarmo, cmnu~e, · sussisterebbe, pericoli di risurrezione na1zistanon appaiono possibili per la Germania. Il punto di vista comunista ,ioconf~ssato ma ammantato di parole fiam- ' man.i il cui ,er:so deve però esser ridefinito, è quelb cui sopra è accennato; ad ogr,i modo quello ufficiai e lo dj.. à Molotov a Londra. • Gh' altri partiti contano poco: pare però che il « libero partito demo:ratico » che accoglie resti laici di partiti de– mocratici e liberali di_ante-'33 con afflusso di giovani non marxisti, possa avere un qualche successo nel pr·ossimo a'l:– venire. Le p,r<1spettivedella Conferenza. di LondM. Non venendosi ta Londra ad un accord@ e non potendo per ciò la U.R.S.S. ottener riparazioni dalla produzione corrente <lelle indust:ie della Germania occidentale, temo– no i Tedeschi dell'est di dover essi pagare quello che « l'al. tra» Germania non darà. Di scambi tra le due zone non si parlerebbe, le miserie si accrescerebbero, i problemi si affastelle,. ebbero in modo tale dia, render la v,ita in Ger– mania orientale ancor più disperata. Gi-ò che rende poco probabile che la Russia dia il suo assenso ad una unifi~ cazione economica che avvenga sotto l'egida del pjca,noMar– shall è, a parte il resto, ,i,1 fatto che essa non può d~ll'oggi al domani far entrare nella zona da eisa occupata g1orIJ0li. sti tedeschi o stranieri che ficchino i loro rive iti nasi nelle cose sue. Là finora nulla si pubblica relativamente a biilan.ci di banche, risultati economici di industrie, dati di produ– zione, di esportazione od importazi::me ecc.; oggi, ~hv desse qualcuna di tali noti,zie cadrebbe sotto le sanzioni del! oc– çupante coine spione; e si•sa che coi R?ssi non si scherz~. Però se per dato e fatto de!Ja Russia non fosse poss1r bile 'ricost,<1.1i-re l'u,n,ìtà economica tedesca, ,nè un Governo federale pr,ivo di una polizia uniaa, per tutti gli Stati (Governo sottoposto ad ub minjmo di çontr<?lli alleati che coordinasse gli atti deii singoli Stati federah) se per dato e fatto della Russia si repdesse impossibile di portare la frontiera. al di là della linea· Neisse.Odei, allo1ia, la posizione dell'Ameri-ca e deii suo• alleatii si avvantagge– rebbe presso ) tedeschi tuttv e riuscirebbe forse assai sco– moda quella <!ella Russia che si attirerebbe tutto l'odio di 70-So milioni di gente nemica. NatumJmente si acc~n– derebbe un violento .nazionalismo, con conseguenze 1m. pre·vedibili. Comunque, già _nei primi giomi della· con!e– renza di Londra Marshall, nspolverando la carta atlantica. ha chiesto decisioni a mezzo di plebisciti per le popo– lazioni al di là della linea attuai e di confine sicchè 11 bacino carbonifero slesiano non sia ca'ccia riservata della Polonia e. quindi, ,della Russia, ma d_ebba esser messo a disposizione dn tutta l'Europa; pe:ic1ò stesso è segno che è disposto ad iaiccettare un ordinamento parallelo per il bacino della Ruhr. Gli, Anglosassoni, ed i, Francesj doyr~nno. a~che_ ~itor– nare .su alcune questioni gross~: la rapina 111d1scr1mmata dei br,evetti tedeschi, il trasferimento all'estero, lo smon. taggio d.i· .impianti di. i~dustrie di ,pa_c,e come già ~c~enl)_ato; e <lovrainno pur far ntomare al pm presto tutti 1· png10- rueri in patria. Ad ogni modo non ~ da pensare che sarà una completa tragedia j.1 « niente d1 fatto »della Confer<f;m-ad~ Lon– dra: certo non sarà un be!1e, m~ per reah'zzare 11 pr~– getto Marshall, la German!l3' 1Xc1d~Dt_ale,. con.~ senza_Jl moncone orientale dovrà venn fmanz1ar~mente ed md111str;10.L mente ricostruita, perchè la Ruhr è il pe,no della rico- struzione europea. . . . C'è chi pensa che, se gH_alleati non nusc1•ranno nel loro intento dopo Londra arnveranno a far l;a, pace separa~ tamenÙ con ognuno de~ « l?aesi » per- ancora:~ ognuno dJ questi ad un trattato. Riteniamo la cosa poss1 1 b1le, ma non iblioteca l:J1nu 010 cu La • • spart1z1one della Palestina Sono aiJI'ordine de.: giorno della cronaca interna– zionale le noti:uie dalla Palèstina di ,continui conflitti tra Arabi -ed Ebrei. Negli u,timi tempi, le notizie si sono fatte anche più gravi, con accenni ad un in– tensificato movimento arabo, non solo in Palestina, ma in tutti i Paesi del mondo islamico, dove si sta– rebbero pre,parando forze armate per contrastare :a applicazione de<J progetto ,di spartizione deJla Paie– stina votato dall'O.N.U. Invero, queste notizie hanno preceduto quella del– l'àpprovazione d·i questo -progetto da parte dell' As· semblea Generale de.Je N.U. e anche delle sottocom– missioni e della Commissione ad hoc, incaricate della formu.azione e della ,presentazione del progetto stesso. Oiò che sta ad, indicare due cose: 1) che, come ave– vamo scritto anaHzzando più completamente il pro-· blema pa:estinese (ne~ n. 17 di questa rivista), era da ,prevedersi l'approvazione del progetto di spar– tizione contro quello - sostenuto in un prùmo tempo, a nome della Russia, da Gromyko - di uno Stato misto, che gli Arabi preferivano in quanto avreb- ~ bero ,potuto avere in esso la maggioranza; 2) che questo mo','.imento del mondo arabo è stato com– piuto in gran parte a scopo di minaccia e di ricatto. In gran ,parte, ho detto, poichè, come si vede qua· !ora lo si consideri ne!Ja sua tota.ità, nella sua ori– gine e nelle sue carati-eristiche, questo fermento trova bensì nella questione paJ.estinese un incentivo o, me– iglùo, una giustificazione, ma non tende solo a riven– d<icare agli Arabi di Palestina il possesso de1 terri– torio palestinese, anzi fa parte di un piano più vasto, forse non ·ancora ben formulato e preciso, che mil'.'a ad una: unione dei Pa.esi arabi, a,pprofittando anche deLa situazione pdst-bellfoa e della perdita di im– portanti posizionii da parte di alcuni Paesi europei (dell'Ita.ia, per esempio, in Libia), per cui le due questioni sono strettamente coJ.legate e l'una non mancherà di influire sull'altra. Ma questo movùmento panarabo, considerato a fon'do, appare anche lo sbocco di una vo:ontà -e di un tentativo d·i conservazione delle classi dirigenti arabe, J.e quali, agitando la bandiera del nazionalismo e della solùdarietà razziale e religiosa, tendono ad eliminare o a diminuire il- pericolo di una penetra· zione, nell'àmbito dei -loro popoli, di germi d,i rin-– novamento sociale. Perciò, ,pur .se non è probabile che g'.li Arabi ri– ,corrano ad un'azione di forza tln grande stile, che mi pare da escludere in quanto essa non sarebbe appoggiata da nessuna delle potenze in grado di farlo, e ,potrebbe essere eliminata anche dall'azione diplo– matica di quelle ,potenze congiunte, è da credere che essi, cioè le , loro attua:i classi dirigenti, si sforze– ranno d·i mantenere fluida •e tesa la situazione, ostili i rapporU con gli Ebrei, esasperati gli animi. Aoiutati certo, in questo, da quergruppetti di estremisti ebrei, ben noti per la loro pericolosa azione. Una situazione di questo genere crea evidentemente una minaccia perenne a:Ja pace, e richiede quindi un intervento capace dii evitare il pericolo. Ciò pone, come vedremo, l'O,N.U. di fronte ad una ,prova, che 1 è dubbio essa .possa, -così -come è oggi, superare nel migliore dei modi. · probabile che le troppe complicazioni di ogni genere giu– ridico-economico internazionale, che importerebbero. Concludendo: pace o non pa,ce, governo centrahzzato o governo federale, In! pa-re impossibile che gli Anglo– Sassoni ritirino le 10110 truppe di occupazione ·fÌ'o c~e quelle russe non si ri1irino dalla Polonia, dall'Austn~, dall'Ungheria, dalla Rumania, •etc., cioè rifacciano 8òo chi– lometri a ritroso. Gli, alleati lo faranno, se verranno alla conciu~ione che sono stati viinti e che la Russia ha il di– r,itto di occupar mediatamente o immediatamente non mez– za Europa solo, ma· anche il resto; perchè, sovietizzata la Germania, ciò 01VVerrebbe.Eh sì! la lotta pe~ la Germania che si 1 sta <:Onducendoa Londra· è una ,partita grossa!

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