Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

I. CRI"FICA SOCÌALE 23 fossero state trafugate alcune ,carte, qualcuna ·delle quali fu poi· riprodotta ih litografia e largamente distribuita. Noi non diciamo .che contro chi sia stato fascista debba mantenersi uno stato permanente di sospetto e un permanen– te ostracismo: Possono esse.vi molte ci;costanze attoouanti della colpa che essi hanno comme;sa, aderèndo ad un mo– i/imento che fu così rovinoso per la vita de.Jla nazi0ne, si resse con la vio'Ienza e col terr~re e pervertì le coscienze e diffuse il malcostume nella vita pubblica ; privata. Special– mente chi dette la sua adesione per i.nesperienza giovanile può es·ser degno di ogni indulgenza e di pe:rdono, che meno facilmente P!)tranno invece concedersi a coloro che al fa- . scisma abbiano dato o mantenuto la loro ,adesione anche nell'•e-tàin cui non si può più addurre l'inesperienza a pro– pria disc{)lpa, come eta ne'! caso additato dal compagno Villani. Ad ogni modo chi invochi l'amnistia per que11'asua colpa, deve per lo meno dimostrare che dalla professione di· quella fede egli non ha cercato di trarre illeciti van– taggi; deve soprattutto dimostrare di essersi profondamen– te ricreduto, di aver ~innegato i metodi che il fascism0 ave– va instaurati, di avere una fede i,ntima e sincera nei nuovi ideari e di voler in tutto attenersi nell'azione ai metodi che essi ispirano. Invece questo segretario ex-squadrista, senza aver rinnegato nulla del suo passato e dei saoi "lletodi di azione, che infatti applicò ih man'iera esemplare contro ·i compagni di ieri all'indomani del Congresso (è stato lui che ha organizzato e in par\e diretto le spedizioni punitive con– tro i socialisti che a Bologna e ad Ancona avevano aderito al .Partito Soèialista dei Lavoratori. Italiani ed erano ri– masti nelle sedi delle sezioni in cui erano grande maggio– ranza), questo segretario _ex-squadrista non solo ottenne 1 piena assoluzione senza bisogno di dar nessuna prova del suo nuovo orientamento spirituale, ma fu calorosamente ac– clamato cQme se fossero titoli di onore per lm qaei tra– scoi;si che per a).tri sarebbero stati titoli di ~ondanna. Ei gli stessi massimi esponenti dimostraron0 di essere i-i pie– no• accordo con (!!Uestaassurda valutazione settaria, che non fa certo onore e non dà forza ad un partito, dando un'elo– quente prova di fiducia al suddetto segretario co,1 l'el 0 gger· lo a far parte della Direzione del Partito. Evidentemente, dopo questo ep_isodio, sul quale abbiamo creduto di doverci trattenere nonostante la sua banalità, per la luminosa dimo– strazione che da esso scaturì; dopo questo episodio risulta– va a luce meridiana che con gli autori di quelle calorose ac– clamazioni a noi non ·era ormai più possibile la conviven– za. Se il partito riconosceva in essi gli intérpreti del suo pensiero, non poteva più accogliere nelle sue file noi se non come prigionieri legati dai vincoli di una ferrea disciplina, la quale non ci consentisse nessuna pubblica ma.nifestazione del nostro pensiero, del nostro dissenso di idee, di regola morale, di costume. L'unità diventava pertanto una sem- . plice menzogna, alla quale giudicammo indecoroso e dannoso per tutti adattarci. Perchè oor;0,r(/'f(!'V(J -non p.enk11e t~p·o. E decidemmo di. uscire dal Partito e inaugurnmmo il .nostro separato Congresso. A tutti gli altri motivi. (he ci inducevano a questa decisi~ne uno se ne aggiungeva, , be fu fortissimo per molti di noi. Nei 21 mesi ormai passati dal· la data della liberazione dell'Alta Italia il nostro Partito ha deluso tutte le aspettative che èrano nate a suo riguardo nell'animo di milioni e milioni di Italiani. Non ha ~ ..puto prendere in mano la direzione del movimento sindacale, che . era sorto per opera sua e aveva seguito, pur con libertà di, atteggiamenti, la sua ispirazi.on ~, sirlo allo sci0glirnento, compiuto dal fascismo, della Confederazione generale del Lavoro e di tutte le organizza'zioni ad essa ad~renti; non ha saputo risolvere è neppure affrontare, se~ondo i propri cri– teri e con adeguata preparazione, nessuno dei problemi che ljotecaGmo 1 Bianco • as'sillano 'la vita pubblica italiana è ;he costitùiscono'i, t'or- mento delle classi più povere; dlell'èsistenza di alcuni di es- . si ·non ha neppur mostrato di accorgersi; fatta ecce.zione che per la convocazione della Costituentre, nory·ha fatt:> sen– tii-e la sua presenza in nessun aspetto della vita naz;l,nale. E intanto i problemi che restavano insoluti dleterm,nwano un continuo acuirsi de\ malcontento, da cui era alimentata e a·ccresciuta continuamente la fortuna del qualunquismo, specialmente in quelle regioni. in cui è me.no matura ia co– scienza politi-ca e più gravi sono le ragioni del mabmtento. L'azione di un Partito che avesse saputo formular'e un programma concreto di riforme e raccogli-ere attorno a sè le forze del Paese che non vogliono saziarsi di vane paro– le, ma hanno bisogno di fatti pos;tivi, avrebbe potuto sot– trarr-e tan'ti pros,e.Jiti alia speculazione reazionaria del qua- . lunquismo e suscitare la possibilità di un'azione ,~hevia via attenuasse i danni lasciatici· in eredità dalla guerra e· acco– stasse alla soluzione i probkmi eh-e gravano _così p;;sante– mente sulla nostra vita nazionale. Questo appunto ;,vrebbo dovuto es.sere il compito del Partito socialista che si fosse sentito più fedelmente legato alla sùa tradizione e ·n:ssione che vincolato a subi,re e seguire le iniziative di altri partiti. E' evidente che, se un siffatto Partito socialista non si forma e non si pone risolutamente all'opera con f°orzè suf– ficienti, la reazione potrà sfruttare tutt,e le r~gioni di mal– contento per creare una seml?ne maggiorn riserva di forze di cui possa valersi per sottoporre nuovamente al ,uo do– mi~io incontrollato tutta la vita del Paese, come feo~ con quell'opera svolta fra il 1920 e il 1922, che culminò nella marcia su Roma. Noi abbiamo pensato che contro 1uesto pericolo fosse necessario p'orre riparo prima che le mano– vre d(!lla reazione abbiano potuto raggiungere il loro ,isul– tato. C'è nel F.i.ese un infinito numero di persone che nè dalle condizioni •in cui sono nate e cresciute .nè dalla ·loro educazione politica sono risolutamente indirizzate 'n uno o in un altro 'senso, ma che si orientano secondo un cumulo· di circostanze che essi subiscoao senza capacità di opporre una .re;is-tenza scaturita dall'intimo d,el!a coscienza !_oro.La reazione sa accalappiare tutti ·costar.o e• sfrutta tutti ; loro pregiudizi, tutti gli ·.errori in cui possono cadere, ·e se le for– ze di quei partiti che dovrebbero orientare quelle ccscienze disperse contribuiscono invece, coi loro atteggiamenti, a raf– forzare quei pregiudizi, alla manovra reazionaria viene ac– cresciuta.· la possibilità di pieno successo. In un m0mento in cui il Paese, appena uscito da quasi 23 anni di- dittatura, sentiva il ·bisogno di un regime di libertà, in cui la voiontà della maggioranza potesse affermarsi e il popolo si sentisse veramente investito di una effettiva sovranità nella vita del 'Paese, si è. ripetuto in tutti i toni la parola democrazii\ ma di una realtà <democratica non si sono costituite 1e basi. Da quest~ e dagli altri ~oti.vi sopra -elencati è nata la fortuna del qualunquismo. Per combatterne le insidie occorrL andar incontro ai bisogni ~ateriali e alle esigenze spirituali del Paese. Ora son queste supreme aspirazioni e tutte le possi– bilità che ne conseguono ~he noi cercher-emo di tradurre in atto, perchè le mene reazionarie non vadano continuanren'le accrescendo il loro successo. E' questo uno dei motivi, un forte motivo per cui molti di noi hanno creduto che non potesse essere ulteriormente- tardata la costituzione di un nuovo Partito che si proponga di conseguire le più audaci riforme della struttura sociale sul terreno schiettamente democratico: I cont,,,ac-colpidie-J/,f:J n,o-swa deu;i.si.one. Se a questo nostr,o propos->to noi sapremo· far cornspon– dere gli atti con visiò.ne sicura e con forze sufficienti, sarà un bene per tutto il Paese e sarà costituita una potente for– za di difesa a vantaggio di quei partiti che potrebb ·ro es- ,

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