Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

' CRITICASOCIALE do qi prendere in esame il memoriale Matteotti e formula– re le sue conclusioni è una nuova dimostrazione dello spi- rito settario che gov~rnò -i lavori, del Co~gres~o, , Nel suo ampio ma non. troppo orgamco discorso, pieno di inconcludenti 'richiami, ai sacri testi. del 'marxismo, il compagno Nenni cercò· -di condurre ad una maggior tran- ' q~illità dii spirito il Congresso, ma ilOf! potè che costituire una breve parentesi, dopo la quale l'intolleranza si disfrenò più aspra e tumultuosa che nelle sue prime mamfestazioni. Il segM più' evidente se ne ebbe durante il discorso ·-della compagna Angelica Balabanoff. Questa era stata salutata da fragorosi applausi quando era salita sulla tribuna, da al– 'cuni, forse, tra i più giovani e meno colti, perchè il nome russo la faceva ritenere una portavoce del bolscevismo ,ovie– tico; da molti, certo, perchè sapevano quale indefessa opera, piena di fede e di passione, ella abbia dato, per oltre cin– quant'anni, all:a causa del socialismo, con assoluto dismte– resse, con cristalli.na purità. Ma bastò €he essa accennasse alla convinzione, in ki ienerata da una lunga esperienza perso,iale" dei fatti, che f'ord,inamento bolscevico instaurato in Russia non è attuazione, ma negazione dell'idtale socia– lista; p~r~hè la gra~de maggioranza .dei congress,sti ;nsor– ge'sse contro di lei e soffocasse con urla e fischi le sue pa– role, senza pensare alla circostanza (che pur mo!ti non igno– ravanq) che la Balabanoff era stata tra coloro rhe, dopo la rivoluzione di ottobre 1917, ave;vanò sperato .di veder sor– .gere in ·Russia un 'or<linamento socialista e si era· posta al lavoro per aiutare l'opera di Lenin, sicchè la conctusione cui. ella era .giunta e stava allora accennando dinanzi ai con- , gressisti non era il. risultatò di idee e diffidenze preconcet– te ma di un'amara e dolorosa disillusione. Ma anche indi– p;nd~~temente da questa circostanza, l'atteggiamento dei cong~essisti era chiara dimostrazione che essi non ,ono pi\il disposti a-d accettare \a contrapposizione di un pro~ramma di socialismo democratico alla reàltà del bolscevismo tota– litario costituito -sulla base di, una dittatura e cne pertan– to, se anche essi non sono fqrmalmente passati nelle file· del Partito Comunistà, ne hanno ormai accolto il programma in quello che ha di più specifico ed essen'ziale e per cui più .nettamente si di-stacca dal pro15ramma e dal meto<lo di azio– ne del socialismo. La fusione, se anche non sia avvenuta nell;i realtà esteriore, è già avvem1tà nell'intimo delle co- . scienze, in cui la -differenza oggi esistente tra 1,,rogramma. socialista e. programma cemunista è affatto 0ttenebrata. Com.? fwrono disp,e,,ts,.e l n,o.str<e illusioni. Era questa una ·nuova dimostraz\one che a coloro_ 1 quali "Si mantengo.no fedeli a un programma di socialismo demo– cratico non era più possibile· rimanere in un partito orienta– to verso un così diverso ideale. E pur tuttavia alcuni di _nf\' hanno voluto fare ancora un -estremo sforzo per vedere se ci fosse possibile rimanere nel Partito a continuarvi '.a no– stra azione, con qualche- speranza che un po'· alla volta una genuina convinzione socialista tornasse a _rivivere nel'lo spi– rito di coloro che se ne ·erano così visibilmente allontanati. Perciò abbiamo partecipato a sedute in cui i compagni delle varie tendenze, assillati da una comune preoccu?azione, cer– carono di t~ovare qualche ~ompromesso, qualche provviso– rio accomodamento che permettesse di evitare la scissione. La via cj.i uscita che si affacciò alla mente di questi c·om– pagni, tra cui, .insieme col nostro 'Greppi, amiamo ric'ordare le nobili figure di P.e•rtini e C'armagnola, fu quella di affi– dare al. Gruppo Socialista alla Costituente l'incarico di sce– gliere i membri della nuova Direzione del Partito, ia quaìe av-rebbe dovuto rimanere in carica_ pochi mesi, finchè :lio;se convocati> un .nuovq congresso o si' offrisse la• possibilità di risolvere in altra man;era la crisi del Partito. Evidentemtm– te ,si ,tratta~a di una illusione, perchè noit è neppur lonta- B1blioteoa GinoBianco namen,te ~ossibile ~he, con l'aggrovigliarsi ~elle difficoltÌl sempre 1 più assillanti nella vita dei' Paese, l'esperienza dei pr~ssimi. mesi offra. elementi per una chiarificazione di idee, dàlla quale possa essere consolidata l'unità del Part:to So– cialista, Ma, anche per Jov~roso riguardo verso ·quei com-. pagni che con tanta nobiltà di iptenzioni facevano quell'estre– mo sfoi:zo di evrtarè ,la.scissione, noi seguimmo con simpa– tia il loro tentativo e facemmo tacere il nostro .ntimo con– vinci~ento che esso non avrebbe potuto condurre a nessun durevole risu,:tato; fa~emmo tacere anche la nostra ~reoc– ~upazione che un differimento di 'una separazione che ap– pariva. ormai inevitabile nqn avrebbe potuto avere altra con– seguenza che di peggiorare le condizioni del no~tro Partito e diminuirne il prestigio e l'efficienza nè!la vita del Paese, e avrebbe fatto maturare' la sua crisi in un mom-,nto in cui la situazione sarebbe stata, anche per questo, assai meoo favorevole al'le fo,ze dei partiti democratici, Senonohè, mentre quelle tfattative si andavano svolgendo, la maggi0ranza -del 'Congresso, in cui pure la conoscenza della situazit'ine -avrebbe dovuto acuire il senso della respon– s<;1bilitàe i~pirare almeno una provvisoria tolleranza, senza cui non era possibile mantenere l'unità del Partito che essa diceva di volere, dava viceversa tale prova dei suoi umor• da disp.erdere ormai definitivamente ogni illusione e condur– re alla conclusione che ogni ~forzo di mantenere iormal– mente l'~ità del Partito, 'che ormai non esisteva più neli;, intrinseca realtà, non avrebbe avuto altro risultato che di peg_g\orare le s0rti del Bartito e a°el p1:oletariato. La documentazione d~finitiva era ·data dallo spettacolo che offorse il Congrçsso dopo che Ìl com)iagno Saragat eb· be finito i'I suo discorso di accusa contro le dir~ttive segui– te dalla Direzione dei° Partito ed ebbe abbandohato il Con- . gr~sso, seguito da un certo numero di compagni. Salì allo· ra alfa tribuna il compag,no Villani di Ferrara, il quale, pur -dichiaranèlosi concorde c9l pensiero· che aveva ispirato i-! discorso del compagno' Sa:ragat,. affermò di voler tuttavia restare nel Partito, ma soggiunse che 1 se si voleva che que– sto mantenesse la sua uni,tà e potesse esercitare ;,J suo be– nefico influsso .nella vita del P.aese, era necessario facesse un'àccurata disamina degli"errori in cui era incorso néi suoi ultimi, due anni di vita e che ne aveva.no così gravemente ridotto l'efficienza, conducendolo nel presente 5éato di cri– si. Era da atterndersi che verso un compagno che apertamen– te dichiarava <!lin©n voler segµire nella scissione coloro con cui 'pure cot;1cordava nell'indi·6zzo di penstero :i Coogresso dovesse us~re grande toHeranz,a e dovesse anzi 1;iamfestare simpatia_ fyfa appena il compagno Villarti ebbe inizi.ato la su;i, obiettiva e pacata analisi' degli •erro,ri in cui, a' sua giu_– d.izio, era caduto il Partito e dai quali era neces,ario si te– nesse lontano in avvenire, cominciaro.no interruztoni e cla– mori che impedivano persino di togliere il sign1~cato delle parore che l'oratore pronunciava, e i segni cii disapprova– zione divenn<iro anche più violenti quando egli denunziò, con paro!a accorata, 1a sopravvivenza Bel Partito di ,pir.1ti e met00i fuscisti, d0vuti anche ~I fatto che posti di elev~- 1 ta responsabilità e fiducia erano stati assegnati a µersohe che ,nel partito fascista avevano formato Ja loro educazione politica, avenèovi militate per·· molti anni, essendo stàti squadristi, avend.0 fa~to parte de!·:a milizia e tenuto anche posti di_comando; ~. ·per con;validare la sua denuncia, ad– dusse ).'esempio di u.n segretario di federazione provinciale che regge' il suo ufficio. con_animo di ,ras e ·con ~p1'r;to di violenta intolleranza verso quelli che dissentono da lui. SaJì poi alla tribuna il congressista il cui -èaso il COm.l)agnoVil– lani aveva denunziat© e ribattè con vi,olenza di linguaggio quanto quegli a:ve;va detto intorno alle direttive del PaFti– to; per quanto riguardava lui, non negò di essere stato fa– scisia e squadrista, ma dichiarò che dal 1940 avev·à c'es!lllto di esserlo, ~oggiungendo. che della sua app;irtenenza al Par– tito· fascista nessunq av.rebbe mai sa'put0 m~lla, se non gli

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