Critica Sociale - anno XXXIX - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1947

CRl'l'IC1': SOCIALE 39 llionale, dei lavoràtori de:la terra, costituita i'n cooperativa, avrebbe dovuto gestire coll'intervento delle CoooperaL ve. di consumo per esercitare coi prodotti del dtmaiiio- funzione di calmiere in tutta Ì'talia. Allora si ebbe almeno la deli– catezza di lasciare la proprietà a'.lo State Non ma,ncò di meravigliare, e fece l'effetto di una doccia fredda sull'entu– siastno cki cong,essisti, il discorso del· compianto nostro amico dott, Olindo Garni, segretario della Federazionè Na– zionale delle Cooperative agricole, uomo di· <'rande compe– tenza' in questi problei:ni, il quale avvertì che q1:1elleterr.e erano scadenti o improduttive per ragioni naturali, e che per essere messe in ~oltivazione esig,;vano lavavi e capitali in– gentissimi che il d:,ma.nio del proletariato non avrebbe potu 0 to impiegare. · · · Q';lesto quailro_ tutt'alt~o ..~he :rose.o sq!Jgerì a)i'on_' Bo·m.: 1 bacc1 J;;a felice idea. Po1che le folle dovevano rnvadere le terre, era meglio consigliare l'invasione· delle terre produt– tive 'anziclrè di quelle incolte o ma:e coltivate, ed era in per– fetta tegola con la sua interpretazione della tesi. marxista ~he Je terre più proprie a:la socializzazione erano que!J.eche la l:iorghesia· aveva preparate per la successione del vr-ole– tariato; le terre più fertili e meglio sistetr\ilte, dotate di tut– ti i mezzi tecnici adeguati, per lé quali il compito della so– cializzazione poteva limitarsi alla sostituzione dell'ordine nuovo ·a) vecchio ordinamento capitalistico. Anche i cooperatori avrebbero I aderito volentieri a que– sta ~ròposta, perchè una vecchia esperiénza rurale insegna che le terre grame sono care a tutti i-prezzi.,. N ea11s_silà di im . p-i,q,np, d-i assiie.me . Anche allora il bracciantato ignaro ·e quasi estraneo a1 problemi tecnici deli'agricoltura ·indicava le diret•tive di una riforma agraria non molto dissimile del resto dal pw– getto •del compagno Sampietro, approvato dall'Ufficio ~tudi Socialisti di Milal\o, progetto di una coerenza impeccabile e seducente, co:la- costituzione di un «Ente· collettivo» a mezzo del quale si domandava' allo Stato la proprietà della terra, i mezzi finanziari c-011 apposita banca per gestire le imprese agrarie e; in più, i proventi della tassa di succ·essio– ne per « il sistematico potere di accrescimeµto » ![ell·Ente, e tutto questo con una legge costituzionàle, per porre l'Ente Co'.lettivo al riparo dalle mutevoli vicènde della politica dello Stato, perchè ;n sostanza lo Stato non se ne dovesse più ingerire, eliminando con ciò ·stesso « la vigilanza e la tutela dello Stato», dopo che questi aveva così, generosa– mente dotato l'Ente Collettivo,! Sulle colonne di « .Cooperazione ltali ;J.na » (18 maggio 1946) ini d-0mandavo se un'Assemb!ea Cost ituente, wche nell'ipotesi che fosse costituita in m'aggiorauza di socialisti e di comunisti, avrebbe accettato di trasferire a così buon mercato il patrimonio della ·nazione senza nemme,no preten– dere un'ipoteca di garanzia sulla proprietà, Senza contare che il/progetto Sampietro - che appare già così remoto do– po appena poehi mesi - usciva •dal binari-o della vecchia dottrina della socializzazione della terra che dava la terra in proprietà alla nazione e il suo uso ai lavoratori o alle loro associazioni; dottrina che non mi sembra perenta e alla quale bisog.nerà ritornare per la compilazione di un piano organico di riassetto della nostra agricoltura, da guardarsi nel tempo e nello spazio,. da svilupparsi settore per settore, incominciarido dai settori che harno 'maggior bisogno· di essere riformati agli effetti della ricostruzione e del poten– ziamento del!e imprese agrarie, per ottenere una maggior produzione, Non diversamente si opera, ad esempio,, nella ricostruzione edilizia,· per avere nel, miinor tempò il mag– gior numero possibile di alloggi per i senza tetto. Anche l'ordine d'el giorn-0 votato al Congresso delle C6o– perative agricole il 22-23 ottobre u. s. a Bo!ogna ha segui– to lo stesso criterio unilaterale, · In· un lungo elenco di provvedimenti utili e necessari per ridare vita allie imprese cooperativ-e, auspicando che le ter– re ·siano affidate in esercizio 'ai lav-0ratori agricoli associati 111 cooperativa e affermando l'urgente necessità di una ri– forma agraria « che liberi l'agrico!tura italiana da1 pèso delle grandi proprietà assenteistiche e dalla rendita paras– sitaria, e avvii le grandi aziende capitalistiche verso forme di economia associata~. dimenticava che, oltre le grandi aziènde, vi è un vastissimo settore di piccole e p' ccolissime imprese inferiori ai 20 ha, che ha altrettanto bisogno di una urgente sistemazione. Secondo le statistìche più recen– ti, su 4,2 milioni di aziende agrarie, il 96,4%, con upa super– ficie de,!46,4'% ed un reddito fondiario del 541%del redd\to totale,· appartengo,no a queste piccole e piccolissime impre– se. Corrado Barba,gallo, trattando recentemente su queste stesse colonn5 i! _difficile problema della, questione meri· ,•., HotecaGino Bianco dioriale, notava che in questa parte meno fortunata d'Italia oltre 1.300,000 aziende agrarie erano della superficie cla 1/2 a S ettari e affermava che il problema sangu,nante del Mez– zogiorno agrario « .non è; come suole ripetersi,· quello del latifo.ndo, ma quello della minuscola propri.età; della mi– nuscola azienda, povera e miseranda» nelle condizioni prei– storiche in cui si trova, e questo problema poneva come « il prol>l,mw, dei problemi» de!l'Italia meridionale, d mo– strando la necessità di costituire -0 nuove aziende fondiarie proprietà di un solo proprietario, oppure di associare ,in · gestione collettiva molte, piccole unità aziendali_ Non vi è dunque nulla· da fare - e intendo rivolgere la domanda al Ckiverno-'-- in questo campo per una riforma agraria che 'intenda investire in pieno la situazione. dell'agricolt1:1ra ita– liana con speciale riguardo a q uesto settore dove più ur– gent~ si marufesta il bisogno di ·u.na sistemazi·one di queste imprese? E nulla vi è da _fare, ad e s~mpio, nella piccola proprietà montana, dove un'inchiesta dell'Istituto nazi-0nale di economia agraria, notandone lo spopolamen to, metteva in evidenza « che in molte zone la m0ntag.na si dissolve (i..· muore, con gravi conseguenze, a nche sulla p ianura, di it""'.. regolare regime idrau!ico, e donde i montanari, quasi tutti qiccoli proprietari, non trovandovi più possibilità di vita; emigrano?» Di qui la nec~ssità di tracciare un piano d'assieme che, abbracci tutta l'agricoltura in tutti i suoi settori, nelle graJJ"· di come nelle medie, piccole e piccolissime imprese, in quel-· le à ,compartecipazione come Ìn quelle a salariato:- • I BIAGIO l:<JGUZ:l:11 l'esperimento Iab u rista, I, Le angosc10se preoccupazioni odierne, generate d;i,Ì teli; . spettro di nuovi conflitti, impediscono di prestare la qov~– ta attenzione alla radicale trasformazione che si sta s,•ol– gendo in {nghilterra. La vittoria laburista, tuttavia, 11011 è . un semplice 'episodio isolatò nel tempo, ma uri fatto éHe si inserisce nel corso . della vita po'.itico-sociale, con Òn vincolo così intrinseco ed organico, da costituire una fase fisiologicamente naturale nella evoluzione storica del'.a sò~ cietà ?nglese, Con ciò, ,però, non si esaurisce ancora la sua pattata. L'avvento del laburismo al potere è stato un av– venime'nto senza dubbio significativo, anche per '!'eventuale ulteriore -sviluppo dei processo di rinnovamento del mondo·' sul!a base dei principi di 'libertà, di 'democrazia, di giusti– zia sociale e di solidarietà internazionale. Lo stesso sgÒ-; · inento e la stessa .ostilità che il governo laburista ha in-'_ contrato da parte dei conservatori inglesi e dei capitalisti americani dimostrano che i beati possidentes per primi , intuiscono che lassù, nell'impero più vastci del mondo civi- · le si è iniziata una nuova fase del duei:o secolare tra Ca– pitale e Lavoro e si è impegnata una iotta, tanto più fo~!- · midabile e intrinsecamente rivoluzionaria, quanto più si svolge attraverso meccanismi legali' e in forme esterior:'' mente pacifiche. Tale è. l'intimo se.nso dell'ascesa del la– burismo al potere. · Ma per valutare questo fenomeno nel suo autentico si-,. gnifica,to storico il criterio più adatto ci può esse·re fornito - mi pare - dalla eccellente formula creata da F. Las– salle per definire la vera « essenza della Costituzione». Ogni costituzione - dice Lassalie - non può essere che , Fespressione dei rapporti concreti fra le forze (il con-. cetto « forza» abbraccia qui l'insieme di tutti i fattqri psi– cologici e materiali) delle varie .classi sociali che lott~ fra di loro. Alla luce di questa concezione diventa chiaro che il fondamentale compito tattico di ogni partito sociahsta e rivoluzionario, arrivato al potere nel regime borghese, consiste nello svolgere un'opera c'apaçe di cambiare gli esistenti « rapporti concreti di forza», nel senso, cioè, che il centro di gravità dell'attuale equilibrio politico-sociale sia spostato verso gli interessi del Lavoro e della_ classe. lavoratrice. Nello stesso tempo la formula· di Lassall~ dice che nessun partito politico rivoluzionario, il quale prenda le redini del potere nell'attuale struttura sociale, può svol, gere una genuina politica di classe stricto sensu, ma è c,o– str-etto ad una funzione armonizzatrice, e talvolta deve - suo malgrado - persino servire, quale espressione politiq, . di , int~ressi differenti e contra,ddittorii.

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