Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946

212 CRITICA SOCIALE partito socialista è al governo con gli alt,ri partiti, e vi sono anche i comunisti! Qual diverso co1·so avrebbe avuto la storia d'Italia in que– st'ultimo ventennio, quanti sacrifici, quante lotte, quanti martiri risparmiati, se si fosse lasciato 1ibero• il partito so– cialis\a di salire al potere, allorchè le vicende parvero im– porlo e gliene fu fatto invito. Ma ormai è inutile recriminare. Vediamo piuttosto oggi di non ripetere gli errori del passato. Sia ,oggi il rifor– mismo come dev'essere, all'altezza dei nu-0-vi più ampi com– piti, -d.elle nuove più vaste rcaHz,-,azioni; veda di tendere, sia pur nei limiti imposti dalla realtà e dal possibile (limiti . da ,cui, la llolitica non può prescindere), verso, le mète più lontane, senza perdersi in un pericoloso f.rammentarismo, e senza impostare esclus-ivamente soluzioni di problemi mi– nimi e secon.dari. Ed a qnest9 rigua,rd-0, ci· sia lecito ag– giungere, come gli stud-i apparsi su questa Rivista, dop,o il suo risorgere, sui problemi della s.ocializzazione come su quello ag-rari-0, su quello della scuola e su altri, testimo– niano della piena consapevolezza delle necessità storiche dell'epoca iri cui viviamo, nella quale i problemi massimi chiedono di essere affrontati. Ma p,ossa altresì il partito comprendere oggi· la sua fun– zione ,storica di partito• di « tutte » le classi lavoratrici, di tutte, insistiamo, cioè di queUe del braccio, e di,· quelle dell'intelletto,. delle classi operai-e come di quelle medie, e rispopdere alle esigenze dell'ora storica, che lo chiama, partito , aj governo·, a realizzazioni profonde e continue, nell'interesse della maggioranza del paese, e non solo di una· C..azione o di alcune catego,rie di esso, e ad attuattje ed incorporare tali reali~zazioni nella più grande realtà del nuovo Stato italiano, nettamente e risolutame,nte demo– cratico. ETTORE DARDANO B. RIGUZZI e R. PORCARI, La cooperazicne operaia in Italia. Milano, Casa Ed. « La Fiaccola >l; pagg. 255, L. 350. Jn un momento che all'azione oooperat-iva assegna nuove possibilità e nuovi compiti', la ristampa di questo libro giung,e assai opp-0,rtuna. Anzichè discettare' teoricamente s;ui principi economici e -tecnici d-ella oooperazione, o mitiz– zarla come un dover essere, capace di ogni perfezione, que- 8t'opera, soritta da due valenti ,cooperatori, traccia la storia di un'esperienza compiuta. El lo fa con paziente coscienza critica. Poteva essere relativamente faoile indicare le valid,e conquiste realizzate in epoca prefaséista da.ila cooperazione italiana, in ogni suo campo, compia,oersi dell'opera di rèden· zione umana e di educazione sociale compiuta in modo, par– ticolare dalla coope ..azione socialista, precorritrice di quella cat-to-lica, illustra;e alcune partiioo)ari forme della coopera– "'io•ie italiana, specie nel settore agrario, come ad esempio le affittanze coll-e'ttive. E ·gli autori non mancano di farlo, anche se 'in un linguaggio spoglio, assai più attento al mo– dificarsi delle relazioni sociali e delle situazioni di fatto, che desideroso d-i assumere toni' apologetici. Ma a quejS!la coscienza delle conquiste compiute si accompagna intima· mente una .critica degli er,ror-i, delle defi,cenze, dei travisa– menti che le hanno sminuhe o, i'n certi casi, compromesse. Critica che molto o,pportunamente non si limita aUe errate, impostazioni o alle manchevolezze d-i èoscienza cooperativa, ma che assai spes&o scende ad un'indagine anaHtica e tecnica sulle dimensioni dell'impresa, sulla co·ngru>tà dei capitali, mi limiti del ricorso al credito, stille osciiJlazioni della co,n- giuntura, ecc. · · È pe, questo che un'-0-pera del genere va al-lentamente stu– diata e medjtata, anche nelle ·esperien'ze negative che essa addita, da cooperatori e da quanti sulla rooperazione fanno affidamento, specie i,n ques•t'ora i'n cui va ricostituito su basi estremamente efficienti lo stato maggiore dei coopera– tori. È chia,ro infatti che, se vo,gliamo evita-re le delusioni del domani, quando più ardua sarà la congiuntura commer– ciale per le imprese cooperative, e se vo-gUamo infondere alla cooperazione un sano sviluppo, senza co-rruttrici inter– ferenze e senza artificiosi parassitismi, non bastano i facilo– neschi entusiasmi per l'idea cooperativa, e nemmeno una mera comp~tenza tecnica. La coscienza oooperativa, nei dfri– genti e ner soci, •è fafta di socialità solidaristica e di seria esperienza di c-0se, di metodi e di limiti. E nulla giova a formare quest'esperienza meglio che l'indagine storica del prossimo passa-to. Gli autori sono consci, oltre che dell'importanza sociale, anche dell'impronta politica della cooperazione, quanto· meno come -incentivo' alla coesione ed all'efficienza teomco– amministrativa.. Pagine assai interessanti (anche se ormai di valore st,o-rioo) sono dedicate ai rapporti tra cooperazione e sindacali, fra ,cooperative ed amministrazioni sta-tali-. 5olo BibliotecaGino Bianco dopo aver considerato in generale i difetti della coopera– zione italiana (la fretta di arrivare, i•l fac.ilonismo, l'improv– visazione, l'eccessivo, frazionamento delle imp,rese, la ma.n· canza di linee direttive, l'inesperienza te!!nica, ecc.)· si, passa all'analisi storico•-critica della cooperazione di oonsumo, della cooperazione di produzione e di• lavoro, della ooopera– zi,one agrico.Ja. Quest'ultima parte merita una particolare at– tenzione, oggi che la riforma agraria presuppone, .si può dire in o•gni suo setto-re, l'azione cooperati'Va, d-i cui tuttavia vanno tenute presenti (anche nelle sconfit-te subite) le espe– <iooze del passato. Il libro, ora ristampato, è stato scritto nel 1925. E se un appunto gli si può muovere è di non avere eliminato talune pagine di un •interesse contingente ed ormai superato, e so– prattutto di non avere, nella prefazione stesa dal Rigumi nel 1946, eoUegato il passato col presente, facendo almeno un cenno sommario delle vicende e deUe esperienze della cooperazione durante il fascismo. Trattando della. coopera– zione come iniziativa delle classi lavo-ratrici, operaie ed agri– cole, appariva o,pportuno indicare quanto di essa il fascismo abbia soffocato e quanto, e in qual maniera, travisato, specie con interventi buroc-ra-t-i,oii sotto veste di corporativismo o di pat-ernalismo. 'Parimenti, meritava almeno un cenno oritico -certo pseudo-cooperativismo di guerra d'iniziativa scendente dall'alto, che della coscienza e della prassi cooperativa ci è parso semp,-e una netta negazione. GIU.PI. ANTONIOCASANO, Attualità storica del collel1tivismo. Taber– l)a libraria editrice. Pagg. 226, L_. 80. È una taattazione appassionata, ,eh.e spesso travolge, come iin un fiume turbinoso, sotto l'incal~re d,;,lla vo.Jontà di d-i– mostrazione, ragionamenti o<mdotti con il metodo della ma• temat_ica,, giudizi storici e spunti polemici non sempre g-iiu– stificati (v. pa,g. 91). L'A1,i,tore tende a mostrare le caraHeristiche e la necessità del collettivismo nel momento attuale: collettivismo che è, per lui•, tutt'uno con il comunismo•; e lo fa -oon ragionamenti a volte scientifici, a volte divulgativ,i, spesso efficaci. Segna– liamo la serietà di alcune pagine (quelle sulla. Ru.ssia, ad esempio, e sulla (atalità della guerra russo-tedesca). Su quanto l'autore dice, però, circa il non faci~e avvento di una d-ittatura in caso di trionfo del partito comunista, si può obbietta,re: primo, che la difesa della libertà è (!Osa troppo preziosa e deljcata perchè basti a rassicurarci la pos– sibilità <> la probabilità che essa, uon venga travolta; se– condo, che il fare del partito comunista l'unlico strumento dell'azione rivoluzionaria implic.a d,i,fatto Uilla dittatura, sia pure di una maggio.-anza e sia pur temporanea. Perchè il partito che l'autore vuole, e che è calcato sul modello dei partiti comunisti attuali•, è un partito al cui interno << la ten– d~nza dittatoriale è un bene >l (pag. 128) ed « è necessario ed è giusto che la, maggioranza detti legge rigorosa alla mi– noranza l) (pag. 186). Tro,ppo semplidstica, poi, l'affermazione (che l'auto ..e stesso giudica indimostrabile) che la mancanza di partiti in Russia è dovuta all'irreversibHi'tà del processo economi,co. Ciò che potrebbe esser vero solo se il còmpito dei partiti fo.sse unicamente quell-0 di far tornare la so-cietà a schemi superati. M.a - usiamo un parag-0-ne caro all'autore - forse che i partili moderni, negli iStati a struttura capitalistica, mirano a far torna ..e la società alla struttura feudale? O la lotta dei partiti è forse .puramente economica, e il progresso dell'uma nità viene forse arrestato quando sia superai a la svo.J.ta decisiva della ,collettivizzazione della proprietà, così d a ri'dursi a puro progresso tecnico, senza che si creino più. ooa-renti di pensiero e .di opinioni tali da manifestarsi attra– verso un'azione crhica, che non potrebbe evidentemente compiersi nell'ambito- di- un partito necessariamente ditta– toriale? Questo è il punt,o debole della trattazione. Altro ..i!ievo da fare (bisog,na però tener p,resente ohe il libro è stato scritto nel '44 e ,pubblicato nell'agosto 1945\ è la mancam,a di una ,chiara indicazione politica, che tenga conto della situazione dell'Italia e dell'Europa. Qui, an:r.irhè nel campo della situazione storica concreta, siamo in quello della propaga,nda e dell'aspettazione. Restano invece all'at– tivo dell'autore alc;mi• giudizi storie$, e la sua sincerità. Peccato che la stam·pa non sia molto corretta. Direttore: Ugo Guido Mondollo Redattore respòns.: Antonio Greppi Autorizz.: Allied' Publications B.C. N. 288 • 10-8-1945 Archetipografia di Milano - Viale Umbria 54 ) . P. G.\.

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