Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 13 - 1 luglio 1946

Critica Social I > - H RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO , ,. ·, Fondata da ,FILIPPO TURATI In Italia: Anno L. 380 (Abbonamento sostenitore 'L.. 1000) - Semestre L. 200. Abbonbmento settembre 1945 • dicembr~ 19461 L. 450 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE 1 ~ilano, Via Camperio, 10 • Telefono 83-887 C. C. poat.' pti! abbonati n. 3-8225 • Spedizione in ·abbona111ento Poatale I gruppo Il Anno XXXVIII N. 13 Un numero separato L. 20 Il · 'Milano, Luglio 1946 SOMMARIO, , Politica ed attualità L'ora che volge (U.G.M.). · Pacifìcaz><i11e (LA REDAZIONE e LUIGI FIAM,BERTI). La diòhi-arazione diella Qirezfo,ne del Parti/JO. L'ombrellone demo-cristiano (RENATO MARMIROLJ). Il problema del Mezzogiam.o (LA CRITICA SOCIALE e C1v1s).· I socialasti francei4i e la oampall'IIP elelltQrate ·(ENRICO ]ACCHjA). f Problemi eco·nomicl e sociali Assicurazioni sociali e riforma san.itarva (ANTONIO LoREN· ZINI). ' ' La partecipazvone operaia agli utili n,elle industrie (J/fl1;enicane (LA CRITICA_ SOCIALE e LEO ~ENA). · Storia, fHosofla, varietà La •riscoperta di Marx (Ll[IGI DAL PANE). Il socidismo alla conquista dell'uomo: IV (ANTON;o GREPPI). Esilio: oonlil'ibwtJÒ ad runa S'/1o1'i!a tkl nostro aiwifascisnio (ANTONIO VALER!). . .. 1 CauoDici e la lib,ertà ( CARLO MALVESTITI). Ciò che si stampa: GIULIANO PISCHEL, An-to.logia di Critica Sociale (Ettore Darda110); • B. RIGUZZI e R. PORCARI: La cooperazione operaia •v,~ lJ:alia (Giu.Pi.). - A. CASANO, ' Atttualità storica del coll,e~ivismo (P. Ga.). L'orà che v:olge j ' I calcoli più recenti, fatti cou la massima precisioue hanno climosu·ato che, auche, computaudo tra i votanti· coloro i cui voti sono stati considerati nulli, si ha tut– ta yià una maggioranza a favore della repubblica e che anzi tale ma·ggioranza persisterebbe anche se, per as– surda ipotesi, tutti i vòti nulli fossero considerati coìne intenzionalmente dati alla monarchia. Questo inoppu– gnabile dato cli fatto ha-certamente contribuito a stron– care le manifestazioni e manovre più :rumorose e palesi dei sabauclisti, che dobbiamo tuttavia considerar pron– ti a profittare cli ogni disavventura od errore del nuovo regime repubblicano per tentar cli attuare i loro no– stalgici sogni di ritorno delle vecchie e screGlttate isti- tuzioni e persone. 1 Oggi c'è anche un'altra ragione che fr:ena gli in– trighi di costoro. Essi' sanno beue quanto., a raccogliere i più che dieci milioni e mezzo di voti a favòre della monarchia, abbia contribuito, iusieme c611 rispettabili (se anche assurdi) sentimenti di fedeltà a tradizionali istituzioni, insieme con un cumulo di interessi collegati alla permanenza cli queste, insieme con un altro cumulo di indefinibili resistenze· e preveuzioni, anche, e so– prattutto, il timore dell'ignoto, di ,quello che fu scal– tramente presentato come 1111 « salto nel buio •, quasi elle la proclamazione del nuovo regime politico dovesse :aignifica:re il rilassamento di ogni freno, lo scatto di ogni impulso irrazionale e violento, il dilagare di uu ibliotecaGino Bianco disordine, quale appuilto, ueÌI~ ~espressioni dialèttali cli molti ,luoghi (forse di gran parte d'It.aliaj', è comu– nemente designato dal popolo çol nome di « repubbli– ca». Strano quest'uso in un paese come il nostro, che ha 'visto c~rtamente più volte. uella sua storia insor– gere turbam,euti ,g;ravi della vita pubblica iu efimere repubbliche sorte ,d:a mov,imentj· insurrezionali o da iutrighi di,cobgiure, ma ha visto anche in un abituale, cronico dis.ordine concretarsi i sistemi cli govern.o, non solo della monarchia borbonica a Napoli e della m<'mar– chica dominazione spagnuola in, varie parti d'Italia, compresa, la Lombardia (come ci at_testa la _manzoniana rievocazione delle gride e la sua fedele dipintura della vita cli allora.), ma anche di quella monarchia che nelle regioni dell'Italia éentrale era impersonata nel supremo gerarca della Chiesa, cattolica. Mja, ,strano, soprattutto, perchè dal periodo della maravigliosa espansione della potenza 1 e della civiltà iom;ana nell'antichità fino al vi– goroso impulso dato alla navigazione, al com![lercio, alla colonizzazione, alle arti da Venezia sino alla fine del sec. XVIII, attraverso tutta la magnifica fioritura degli ordi,namenti. comunali nel Medioevo, gli avveni– menti più lieti e più gloriosi, della -nostra vita nazionale, la maggior floridezza della nostra vita economica e in– tellettuale, sono ·collegati con ordinamenti repubblicani. Oggi, ad ogni modo, coloro che temevano il salto iiel buio hanno constatato che l'unico pericolo di disordine è stato creato dalle irragionevoli e delittuose manovre con cui Umberto l'efi.mero e i suoi vicini fautori e con– siglieri cercarono di sottrarsi ?lla condanna del verdetto popolare, senza preoccuparsi di dividere e gettar nel disordine la Nazione, che aveva supremo bisogno di presentarsi in una concorde compatta unità di senti– menti e di volontà, per aver quakhe speranza di tute– lare i suoi interessi e diritti di fronte al sinedrio delle Grandi Potenze. Oggi i pavidi e tutti gli altri hanno · visto in quale atmosfera di tranquillità e di ordine ha, ini ziate la sua vita la repubblica italiana, a cui spe– riamo n.on abbia preparato dolorose sorprese la prodiga– lità con cui i recenti decreti di amnistia han·no elargito perdono ed obllo. Certo siamo oggi soltanto ai primi passi o, meglio, ·abbiamo dinanzi a noi una creattll'a neonata, che è aucora distesa nella culla, e non ha cominciato a .muo– versi. Mentre ·scriviamo è appena avvenuta la elezione dell'ufficio di presidenza della Costituente, ma, fallita la non felice proposta della Direzione del nostro Par– tito di nominare alla 1presidenza della Repubblica Bene– detto Croce, non appare sia intervenuto ac.cordo su nes– sun altro nome, nè, tauto meno, è giunta ancora alcuna tmlicazione intorno alla mislll'a e alle persone in cui. e con cui i si-ngoli partiti parteciperanno alla formazione del Governo e ai dicasteri che ciascu)l.o di essi potrà ottenere. Due cose occorrono : che i partiti non si preoc– cupino tanto di mal.Jdare uomini rappresentativi delle loro generiche direttive politiche quanto uomini dotati di senso di responsabilità, che siano preparati al loro ufficio, che sappiano èli dover parlare il meno possi– bile, riuunziand;:, a sbandierare, per intenti reclamistici a vantaggio della prnpria persona e del proprio partito,

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