Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 5 - 1 marzo 1946

80 CRITICA SOCIALE SILVIA LoMBROSo, S{ può stampare . . Pagine vissute 111. 38. Roma, Casa Editrice• cc Dalmatica », 1945, pagg. 236. Tenere un Diario può essere il proposito dell'uomo d'a; zione, che voglia fissare i partioo.Jari degli avvenim~nti a cui parteci·pa; una specie di precauzi,one per future difese. Ma per gli spiriti oontemplativi, ricchi d'i11Leriore sensività, è il· modo di rifarsi, con se stessi, della superfici-aie vita di rela– zione alla quale siamo obbligat•i tutti, e che per i più è la sola che vivono. A chi porla dentro iJ' cuore fa sua pena è come oonfidarla ad un .amico inttilligente e oomprensivo, Bi.– sog,na pur vivere col mondo e adatta1·si alle sue forme: in~ noi siamo (dice l'autrice) come quei sassi .cl!e le acque dei torrenti hanno attrito e levigato nei secoli; e che dentro ser– ban,o ia durezza delle ro_cce od·ginarie e il ricordo delle lontane •primavere. Essl!. scr-ive non p'er ricordare (chi .PO• trebbe· dimenticare anni di tormenti?), ma perchè il mondo si ricordi. Rioordianiolo, dunque. Ri.cordiamo che· se per noi tutti glli amni• del.la guel'lra furono pes3111Li e pungenti, per gli Ebrei la t «tura oominciò già prima, ooi provvedi– menti razziali che li esclusero dai diritti comun·i, e strappò, fra gli· altri, i docenti alle- loro- cattedre, ai loro allievi: in– somma alla loro ragione d,i vivere. Ci sono poi stati dolori più g•ra•;i,:la ipovertà, le peroosse, le fughe, le ucc'isioni·: _ma per l' Alut,rice, che appartiene al mondo JllllÌvers\tl!.rio, fu que. sto cc j.J primo strale », e forse il più dolorosamente sentito ... Il Diario si inizia appunto dal giorno in cui il Maestro si' sveglia alle opere quotidiane, e 1110n 1trova più di che ope– raire, come un anestetizzato che sente ed· ode H mondo ÌJ1- tono a sè, ma di sè non può dare al mondo nè un cenno nè una voce. I figli partono per oltre Ocean:O, .derelitti di genitori, di patria. La nave che sparisce nell'alto IIlll11l in– ghiottisca nella grande carena ogni loro deMino. Ma. è un'.il– lus.ione materna: essi riprenderanno la propria via, cav;il– cando il destriero dèlla loro gi,ovinezza. Chi 1)1UOrenon è. chi parte, m.a chi· resta nel nuovo ·silenzio che ricorda la vita antica. « 'Ho sempre molto amato -le :cose; più degli uo• mini ,., (pag. 96), Le care· cose che paiono·, nei 'loro assidui oontatti con noi, aver assorbito· un .poco della nostn spiri– tualità. Ma oltre le ·cose ci sono •intorno anche le persone; e queste difficilmente assorbono qualche cosa ·di ;noi. La disl(r.azia le allontana e le scioglie dalle convenienze d'osse– quio prima osservate: la propaganda le intimorisce di sem- brare " p•ietisti " ». · · La propaganda! diabolioo strumerìto, anche questo. più velenoso dei gas e delle bomhe, più stupido d'un pappa• gallo, più inaLigno_d'una scimmia. Da un lato l'aizza la cu– pidigia del facile guadagno, dall'altiro l'incrudel-isce il si– lenzio impotente dei persegui,taù .. A rileggere. quegli arti– c,oli - sp.ietati come il ferro d'un .sicario - ·(e qui rie è recato uno veramente .crudele oontro gli Ebrei moventi al– l'esilio) c'è da arr,ossirc di tener la penna in mano ... La Fr.ancia ospitale ridà laboratorii e aUievi al Professore. Ma siamo nd 1940: al ~3l maggio i Tedeschi sono a Com– piègne; nuova fuga verso la patria non più patria ... Le da– tazioni del Diario s•i fanno più dista1n,ti nel tempo e nello spazio. Perchè questo vagabondare da selvaggina b.-accata? Gli è che dopo ìl 25 IÙgli·o del 1943' - è notevole che quel giorno non abbia alcuna nota: la gioia non ha biso•gno di discorsi - s,i fa di giorno- in giorno più incalzante e pau- . rosa dal Brennèro là •calata tedesca: H grande pericolo pef gli Italiani in genere, il sommò, per gli ebrei;·ond'essi, accu– mulando duolo con duolo, sì irifugiano ovunque sperino. di sperder&i inosservati. Ecoo perchè le datazioni svariano dalle campagne mantovanè alle toscane;· ma le spie lavorano da per tuNo•, e allora è men peggio• sperdersi fra· le selve della· folla cittadina. Se non che anche 'le città si oom1>0111gono d'un insieme di piccole vicini.e, ove si è presto osservati _e ricono– sciuti. Oh! le strette di cuo.-e ad ogni imperioso squillare . di" campanelli, ad ogni torpedone di' ini.Jiziani che si fermi nei' pressi •della casa. . Tale è l'angosciata vita fioreiri,tina, « fronte di battaglia » .nell'estate del 1944. Nel racoontare quest•i evénti il Diario_ muta stile: lo spjrito della Lombroso, proteso allo svolgersi della tragica ·realtà estèriore, meno s'indugia ad ascoltare e ad effondere la voce interna. Il · tono liri.co o teso della prima parte? tutto prèso dal dolore di sposa, di cittadina, di madré, s·i muta nel rotto e affannoso racconto del fuggi– tivo. Ocoorre fofatti fu~gire, scomparire: si ottengono docu-'. menti ·falsifi.cati., .si distrug·gono tutte le traccè di idenÙ·tà, si diventa altri da se stess.i :' ccA po.co a poco. mi abituo ad essere la signora :yimh ... ardi. È un a s·ensazione str.an.a. Sono io e devo essere un'altr.a: '!lna certa signora che non oonosco, che enln in JJ!e subdola, a pooo• a poco, con una Biblioteca Gino Bianco personalità sua e che cancella il mio JlOmè su ogni piccola cosa cht, m'appartenga ... >>. È una 'J)agina pirandelliana. . • AJlla fine d'ago·sto finisce .Ja battaglia di Firenze, tra miaulii di granate e strappate di mitragliatrici. Ma i sentimenti ne sono rimasti assordati; oomè le orecchie. Anoora una volta si constala che la gioia è stupida. Grida, gavazza, ma · poco pensa e sa parlaire, È Jl dolor•e che ha pensiero; sono le alat-0 parole, come dice Omero, che continua!llo fuori il volo •~oomfucia-to ool, vanneggiare di· certe piècole ali nel cuore ansioso. . . Placata&~ la tempest.a - siamo nel novembre 'del 1944 e a Roma - il Diario ritoma alla dolente pensosità della· prima parte. Nel lento reintègrarsi del tessuto. sodale lace- 1 alo· o piagato, si avverte \Ìn sens'o, di .convalescenza, ma. triste, sfiduciato - al oontrario di altre oonvalesçenze liet ~ d'una v•r,ta che si sente rifluire nel sangue. C'è stata la tra– gedia, ma è mancata ila cataJl'si. Chi ci assicura (si chiede la ·.Lombiroso, che non è pessimista, ma soltanto a.coorata, indicibilmenie. accorata) chi ci assicura che ciò. che è avve• nuto non s•i rinnovi? Un organo che difenda le minoranze etniche, non esiste: quando gli Ebrei furono minacciati" e quindi straziati, quale potei:e legale sj mosse a pro,teg– gerli? Essi avevano :;,opra di sè i loro goverhi onill'ipossenù, · chiusi nelle singole frontiere i.:ivalicabili, dentro le, quali lo Stato. può tutto. · , È verissimo, ,o almeno è stato ,fin qui verissimo: ma ora semina che nasca e si im1,o•nga un'opinione mondiale che quei poteri illimi'lali dello Stillo sui cittadini uti sin,guli vuole siano limitati e repress.i•, Un'opinione che tien oonto del fatto · che l'uomo, ptima che « cive_», è individualità intangibile ..i'egli essenziali diritti umani;. che lo Sta~o. _ha potere sui ci-ttadin.i: in ragione e nella misura che esso assicura loro oodest•i diritti. A sentire certi di~corsi del oonsiglio econo• mico-moralo della O.N.U. par di avvertire l'eco. della con– cezio1De settecentesca del contratto &ociale. Questa solleci1u– àine nuo,ya per l'incolumità u:mana d'ogni· oittadino, per la quale si ammètle che l'organizzazione mondiale delle na• . zioni, possa, anz,i de·bba · forzare il vallo deile frontiere sta– tali, è stata suggcrj.ta hidentement•e dai milioni di vittime di questa guerra· tirem einda. Ma poichè la nazioue ebraica, in paragono al suo numero• Hmi-tato, è quella che maggior copia di vittime ha sacrificato SO•pra quesl~· altare cruento; ·si può ben dire che grande è il suo mel'Ì'to in questo sacro rivolgimento di opinioni. Il suo dolore - vo~rei soccorrere allo sfiduciato sootimento della Autrice - non è •Stato in, vano. Neppure que&ta vo.Jta: per,ohè - è dovero.&o ricorda.r– io! - non è la prima ·voota; nella :lunga stoFia del popolo <:braico, che le sue .sofferenZè hanno generato, nel mondo il senso della fraternità e pietà umana. ENRICO CABR~RÀ Pubblicazioni pervenut'e in dono JUI.2$ GUESDE, Le Spcialisme. - Ed. de la Liberte, 194,5- La ren.ovation pa,ysnnne. ·- Ed. d,e; la I,,iberté, 1945. ...., ANTONIO AMORTH 1 Il Problema della struttura dello Stato in Italia; FederaLismo, Regionalismo. Auton,omism~. - E-d~tore Dr. Carlo Marzorati, .Como-Milano, 1945. FEDERICO ENG:ELS, H Ca.techismo dei cotn.un >isti. - Traduzione, prefa– .zione e com.menti _di Giuliano Pi schel. GenHle Editore, Milano, L. 160. .. Aut.I.INNO RAVÀ, Alda Costa, .edticatrice, eombattente, tn.alrtire. A: c,ura. della Sez: Ferrarese del P.S.I. JEAN JAURÈS, Discours à la Je.unesse. Ed. de la Libertè, 1944. VlNCE_NT AURI~L, Sou1.1enfrs, sur Jean .[aurès . .• Ed. de la, Liberté,. 1944. . ,• . Lr.o V'ALIAN~. ·stara del sociaHsmo· nei secolo venbesVmo. - ·Roma,.Fi– renze-Milano, Edizioni U '(collezione « Giustizia e libertà). P!>. •99·, L. 250. , FR. AGOSTINO GEMELLI, L,operaio niell,ind,ustria-modern.a. Milano, Soc .. · ed « Vita e pensiero», Pip. ,397, L. 275, 1 LEGGETE E DIFFONDETE L' Organo del Partito Socialista Italiane di Unità Proletaria Direttore: Ugo Guido Mondollo Redattore respons.: Antonio Greppi_ •u1orlzz., Allled Publicatlons 8.C. •N. 288 • t0-11-1945 Arcnetìpografla tll Mlla~o .S. A. • vt'ete Umbria 54 ~

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