Critica Sociale - anno XXXVII - n. 5 - 15 novembre 1945

66 · CRITICA SOCIALE fascisti,che furono innoc4i, o quasi, chiusi in · prigione, e· fascisti eh~ rubarono, percosserò, denunziarono, uccisero, 'i qtiali vanno impu– nemente in giro, magari con la te~sera del partito socialista o comunista in tasca; vi _so– no ancora molti ras e frequenti atteggiamenti dittatorii e totalitari; l'opera di ricostruzione si compie lentamente, p,enchè mancano pro– grammi ben definiti, niezzi adeguati e buona volontà: tutto questo sqppiamo, e sappiamo che esso è segno di un disordine che occorre . eliminare al più prestò, p,erchè, se dur~, porta il Paes-e a condizioni intollerabili, gli toglie - possibilità di riacquistar.e all'estero il credito· di cui ha bisogno_ anche pe~.,assicurarsi i mez– zi di· provvedere alle ,esigenze della vita ma– teriale, gli prepara la rovin_a. Ma sappiamo anche al tempo stesso che è, giusrto chiedere: chi ha condotto il Paese, con la sdm~nita politiéa autarchica, a rimanere ,s,enza riserve? chi ha creato- abitudini di pre– potenza, di violenza, di rapina?· chi ha smor– zato ogni capacità di riflettere e di criticare gli altri' e se stessi e ha spento nella coscienza dei Cittadini ogni senso di responsabilità? Evident,emente non si poteva pensare che, gli effetti di questa miseria materiale'e di queste tare morali non perdurass,ero e non si diffon> dess,ero. La libertà stessa è una- pericolosa gelatina, in cui i germi si moltiplicano, quan– do essa vien data a- uomini che avean per– duto o non avean mai avuto l'abitudine di : )"Jt usarla (II}a noi' diciamo con Tacito: « _malo periculosam libe:rtatem », perchè ess,a è c;a– pace di apportare. gradua\wente i più efficaci rimedi ai mali che ha lascialo crescere o ha creato). C'è troppa gente che hit vendette da compiere ji,er tutto quello che ha dovuto tol– lerare e soffrire,rtiehe ha un-à giustizià. da· ri– vendicare contro i torti patiti e vuol farsela da sè. E per quanto riguarda il credito all'e~ stero,- anche gli alleati è gli altri pa,esi non possono pretendere che una popolazione alla ~ quale la radio hà ripetuto per mesi 'e mesi ogni giorno: « non lavorate," sabotate, sciope– rate, aggredite, uccidete », e tutto ciò ,fuorj di ogni vincolo stabile di gerarchie è di bene or-_) dinata, disciplina, da uri momento all'altro r.i– prendii. la sua quiete spiritual,e, un ritmo nor– male. di vita. Bisogna dunquè aver pa:zienia, e bisognà · che tutti coloro che di questo stato di cose non si rallegranq per s,p-eranza di inconfes– sate restaurazioni, ma sinceramente si dol– gono con desiderìo ·di V derlo eliminato, dia- no a tal fine il contributo della loro opera e de_l loro consiglio. ·. · Tra, i partiti che -fanno parte del C. L. N. occorrerebbe Un'intesa cordiale, che va inve– ce.. facendosi sempre più difficile; le, gare di partito vincono la preoccupazione per la di– fesa dei fini- comuni; spe~ialmente quei grup– pi che sono in· minoranz:t'e non rie.sèono_ a I far. valere, ,in seno ai Comitati, le proprie idee, appuntano contro di essi, dal _di fuori,.. una critica risentita e acrimoniosa, che è un . efficacissimo contributo al· qualunquismo. 1 liberali, che in questo att<r_ggiamento tengono il primo posto e con articoli di giornali e ma– nifestj. murali continuamente cercano di scre– ditare l'oper;a dei C.L.N. di ·cl!i fanno parte e · dei partiti aoi quali collaborano, dovrebbero pur ricordar.e quel che avvenne nel 1920-21. Per paura di una rivoluzione quasi esclusi– yameijte verbale, il cui imp,etc:i del ':resto s'era placato sin,dall'ottobre del 1920, dopo ii 11011 felice· esito délroccupazione ·delle fabbriche, essi tennero a battesimo. il fascismo, l'inco– raggiarono o lo · giustificarono, gli forniron(') armi o i :i;n'.~zziper acquistarle, sperarono da esso difesa pèr sè, per gli, interessi di cui sono esponenti e; sia pure, per, i loro ideali; e si accorsero poi dell'errore. ·commesso, alcrmi abbastanza pr,esto, ma furono solo ua piccolo· numero, gli altri s,oltanto, quando furonò tra:– volti senza possibilità di rimettersi in piedi. Evitino pertanto che la stessa cosa si ripeta a~che oggi, ·in cui essa si compirebbe con ri– sultati fors,e anche più disastròsi di quelli. che produsse v,entitrè' anni addietr9. ~e , Con ciò-r1on si vuol dire che non vi .siano colpè daH'altra n?rle. Anche ai nostri com– pagni e agli affini; che oggi pro<;lamano lutti_ di voler avanzare nell'ordine e nella clisci– plina, senza violenz.e, e . non annunziano nè rivoluzioni nè dittatur,e, che· furono ritornelli: .così frequenti nei discorsi del '19-'20, e si di-· chiarano devoti al principio della sòlidarietà nazionale con ùn .linguaggio che sfarebbe ot- · timament-e in bocca anche di.lÌberali, noi vor-· remmo raccomandare di-,essere in tutto con– seguenti a questi loro proclàrrìati cànoni di azione. Non si. pòssono ·ripetere trç,ppo fre- . quente:mente c•èrte grosse frasi sulla forza e sulla capacita rivoluzionaria del prolErtà:dato. senza dare a questo stimolo a servirsene, con qµella precipitaziÒne che deriva dalla scarsa preparazione pç,litica e dalla irrequietezza e dal disagio del momento; non si possono leg– germente incoraggiare tutte· 1e,..,richieste, an– che legittime, tutt.e lè manifestazioni, _anche giustificate, senza corr.ere il pericolo ché esse vadano oltre il, t-1::rN;i;ine che il momento con-· sente. Un'ora di· sciopero bianco, se ripetuta troppo spesso, è un solletico che si può mu– tarè in fuoco di Sant'Antonio: può dar luogo. , come nel 1919, a. quell~ mania scioperàiola che, oltre ad aggravare i mali di cui--tutti sof– friamo in qUanto ritarda l'op.era ai ricostru– zioN-e e frush 0 a i,l tentativo di riorganizz!lre. la vita na~tpnale, susciterebbe la stessa rea– zione 'li ·cui allor.a non abbiamo· saputo resi- · stere e a cui non sappiamo se avremmo forza _di resistere ora. . ,,... -. •

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