Critica Sociale - anno XXXVII - n. 5 - 15 novembre 1945

80 CRITICA SOCIALE .• Mi pal' di senfÌl'e ancom sulla spalla la pressione della mano di Turati, n,ell'accomiatarci; sulla soglia. << Questo_CO~T!pito di intenderci, di ,d{fenderci, di_giu– stifìcarc1, riserbatelo al qopo .. Ora c è _la baltagl1a. ~ voi non potete ma·ncarv,. Poz... Ma s1cul'o: spettera · a voi giovani, quel compito e,.quella fatica ... Anche. perchè noi non ci saremo più »... • « Dop,o_» ... Ecco perchè ho accolto, più anco-ra con emozione che con -giubilo, /a. proposta di coq1_pilare questa an,lologia per. la Casa, Ed'i_tri~e·Gentile. Ch~ qneslo «dopo-» s1gn1fìca vent arw1 d1 tormento e d1 lotta in cui abb-iamo visto 'cadere i nostri 'migliori ed / nostri più e.ari.. Significa,, al Père Lachaise, Ìll terra dli esilio, la tomba di Filippo Turati; accanto a quelle d'i Clandio Treves, di Giovanni Amendo·la, di Pietro frobetti; siqnifica l'assassinio, per pugnale fa– scista, di Carlo RosselPi, al fianco di Nello, e l'e/imi– naziÒne del primo incitatore e del primo combaUente 'della lotta· di libel'11Jzione italiana. Ah, come amareggialo di tombe antiche, reèenti e recentissime, Il trionfo della nostra causa! GIULIANO PISCIIEL CIÒ CHE SI STAMPA SAVERIO MERLINO E LA REVISIONE DEL MARXISMO J. Dopo. ~n ven.tennio di forzata assenza, la letteratura socia• lista torn_a a ri'fi.orire e la sua rinnovata fo·rtuna, non vi è dubbio, è data soprattutto dalla somma importanza .e dalla profonda attualità dell'idea ché ovunque si impone. Tale letteratura, così nelle novità, come nelle riesumazioni di classici e di minori, se tend,e à mettere in maggior luce· Marx ed il marxismo, non trascura però tutta qùella p,arte di pensiero non meno import;mte 'che il marxisn10 criticò, .in Italia e fuori, e .che è riconosciuto 09.l nome di « revi·sioui 0 smo >J. Così, sotto il titoio di « Revisione del marxismo'», Aldo Venturini ha dm'esso a luce, preceduti da un ben nu– trito compendio sul suo pensier,o, i principali scriui di Sa– verio Merlino, che furono editi per la prima volta nella– Rivista critica del Socialismo, che lo stesso Merlino· pubblicò a Roma dural)te il 1899. Saverio Merlino è un giurista napoletano•, ·-che fu oonqui– stato dal Malatesta alle idee anarchiche di -Bakunin, le quali rappresentarono per quasi ·u,n ·venteµnio la prevalente cor- rente socialista in Italia. · · Auto-re dello studio economico•: Socialismo e monopolismo, diede fuori nel 1890, mentre sì trovava all'este1:o, comé per– seguitato politico, L'ltalie telle qu'elle est,. interessante ten: tativo dì interpretazione marxistica della. storia d'Italia· degli . nltii:ni decenni del secolo scorso. Riei:.trato in Italia, pr,ose-. . guendo i suoi studi su Marx, il Merlino tentò di fonnulare Ùna nuova concezione del socialismo, le cui tesì'·sono soste• nute in Pro e cçntr~ il Socr,a,lismo (1,897) e L'~to,pia collet– Divista (1898). Tali dpere furono accolte con indifferenza in· . Italia (sulle colonne di· questa rivista furono fugacemente cicordate da Antonio Labriola e da lvanoe Bonomì), mentre un maggior eco riscossero all'estero, ove le 'teorie iiiarxiste cominciavano a subire le prime coraggiose critiche ad ,op_wa dì Bernstein in Germania, di Sorel in Fr-ancìa, del [)estrée in Belgio. Il centro, del p~nsiern del Me~lino si impernia e si svÒlge attorno alla polemica sul significato dell'idea << Socialismo ». U Socialismo, dice il M~rlino, non è una dottrina ma una tendenza, un « complesso dì sentimenti,' dì ìdee ..... che ten– dono a rend~re più eque le relazioni fra· gli uomini », ecc. Per ·questo devé essere ben disti.nto da quelle èh., - sono le formulazioni, dalle dottrine cioè che lo interpret_ano, come dai siste~i (coilettivismo, anarchismo, ecc.) concepiti per _la _sua prallca realizzazione. • _ · . Dà questa distinzione trl!· « essenza >J e « forme del Socia– ,lismo >J il Merlino deduce che una dottrina si gfustifica 'tarit; maggiormente qu?n_to _più essa sapp_ia_realizzare, il' ~glìora• mento delle cond1.z1om umane, che sono lo sco,po unico del _Socialismo. Il Marxismo quindi, malgrad,o la sua .innegabile importanza, non è che una dottrina, cioè una « forma » non ·indispensabile al ~cialismo•, che è « essenza >J. . ' Concentrando poi particolarmente la sua attenzione su · Marx, Merli,no critica 'la teoria del valore, ·~be ritiene difet• tosa-ed insufficiente, e la. cui revisione « non scuote affatto ; èlirdinì ..del oocialismo » (pag. 42). Ma se in questo il Merlino .Ìrova· dei consoosi, altretl'anto non µuò esser.e per quella tesi (che fu poi ripresa dal De -Man in Au dela du marxism.e), secondo la quale il ~cialismo non 'trae origine, còme afferma Marx, da una dottrina economic11, dall'anali~ì dèi fattori delta prodnzìone, ma· si giustifica es– senzial'\lente 1)-ei criteri etico-giuridici. « L'emancipazione intellettuale .e morale dell'ò'peraio fino ad '11n certo punio precede la sua emancipazione, economica e politica ». Evi• dente è qui l'influenza di tutto quel socialismo cos,j detto. , ntopistico, la· cui caratteristica principale consiste, secondo Marx, nella fiducia che esso ripone nell'influsso delle forze morali sul processo di rigenerazione delJa società. Acèant,o alfa 'teori/1 del valore dì Marx, il ·Merlino critica il ·collettivismo, uno cioè dei sistemi di realizzazione ,lei '&ocialismo, che, per reggersi ci su un'organizzazìone unitaria della produzione, è insostenib'ile e deve essere abbandonato', perèhè esso c,i toglie la visuale della vera ·organiz,rnzi~ne so– cialista ». Il collettivismo, oltre ad essere antieconomìco ed antisò_cialista, sarebbe finaliiìente autoritario, perchè, · e-o- ' me dice Merlinò e come riassiime il Venturiui, « l'ammini- « strazione centrale, cu'ì sp!cltterebbe l'elaborazioné e l,'esecu- « zio ne di un piano così- vasto da tracciare .la prod uzione e · « tutto il consumo di un intero paese, fav "rjrebhe.un giga,": « tesco organo burocratico, pl"9v_visto di un -potere economico «· illimitato », e col potere ectnomico quelfo politico che, generandosi a vicenda, non s,ono mai disgiunti. Il che sarebbe gi-usiissimo, perchè in un sistt:ma cosi concepito la classe dirigente eserciterèbbe una vera tirannia sul pooletàriato, ·e renderebbe vani tutti quei vantaggi che deriverebbero aalla socializzazione dei_ mezzi· pi produzioni: che, in ,d~finitiva, come osserva il Battara, viene a ruata io vjsta della instau– razione di una vera concJ"eta democrazia .di liberi lavoratori. Ma l'errore del Merlino sta, secoYido noi, nell'aver dato ali-, parole statizzazione e-socializzazioroe il medesimo- significato, ' o nell'aver inteso o volut~ intendere il collettivis,-rio, sotto u,n -solo aspetto·,. quello• autoritario 'centralizzatore, e che ,per nulla si condlia con gli autentici principi del ,socialismò. Ben diverso è invece per noi il concetto socializzatore. Que– sto non si ravvisa nè si esaurisce nella ,àatizzazione· (nel tra• passo cfoè dei mezzi di prod_uziòne dai singoli allo Stato), ma in quella « gestione pubblica dei mezzi di produzione >>, della cui realizzazfone ·n Merlì,no sembra. incredulo. La socia, lizzazione; scrive Battara, non consiste_ nell'accentramento· buroc~atioo da parte dello Stato, ma anzi tende ad un decen– tramento razionale delle sing,<>leaziende .. Il principio di affi. dare la gestione a chi ad essi' è più interessato, ·è la base fonoamepta,le -sulla quale il socialismo tendé a trasformare · l'ordinamento sociale. . I;a oocializzazione du,nque, '-lungi dal favoi:irr. l'accentra• · ment,o burocratico-statale, concilia la libertà degli individui con le esigenze ·della collettività ·e non giustifica il sistema proR(lsto,«Lil ~erlino per socializzarè la ricchezza, che con– sisterebbe nella socializzazione « sostanziale, J> delle rendite. Pe'r quanto'·si riferisce· poi-all'attuaziQoe pratica dei_ pr.in– cipi· socia~isti, jl Merlino., respingendo la tesi di Mar_x della oatasfrofe storica;· sostiene la tesi, da lui de.finita posithra, · che il· socialisnio. 'si sviluppa lentamente in seno alla società , - !l che 'trova uellérif.orme il mezzo per. imporsi ed affFettare, fa modificazione-della strùti:ura sociale. La critica, certamente .insufficiente, che il_ Merli,no ebbe a muovere al marxismo quando anconi' le teorie del grande. pensatore tedesco erano indiscusse ed indiscutibili, spiega la reaziò•ne di alcuni -so– cialisti, primo il Bissolati, che pron_iosse coµtro il Merlino una violenta e non equa campagna, àccusando~o di « semina- .re - discordi;;-·-i;;- •campo socialista ». Non questo pare a noi ..- oggi •ff demerito del Merlino, che, semmai; in quel suo sol- . top-orre a critica «' i sacri testi >J di Marx, rivelò un'attitu– dine ooraggfosa ed autonoma di ·pensiéro, ma bensì il non av.,r, inteso appie110 il senso. del dato storico della .lotta di class-e, da Mar:s: rivelato e penetrato·. La s essa critica e sva– lutazione del collettivismo ci seID,bra oggi snperat,i e inat– tuale.~ Il Me~lino si pone dunque, ool suo revisionismo, òe_n fuori dal solco marxista; così wme, dopo . di lui, si pose il revisionismo italiano in genere, 'Egli occupa ad ogni mo-' do, nel1a stoda del pensiero. socialista, una sua posizione particolare, ché per ceFte considerazioni snHa collaborazione fra ·le classi soc_iali si- avvicina· al cooperazionismo mora• listico. . 1 G10v. P. Direttor~: Ugo Guida M011dalla~-----– Redattore respo~s.: Antonia Grepp_l_· -~~---– Autorizz.; Allied PubUcatio>ns.I\.C. ·N. 288 • 10-8-1945. ·Arrhetipo_i{raffa di Milano S. A., Viale tJmbrla 54

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