Critica Sociale - anno XXXVII - n. 4 - 31 ottobre 1945

64 CRITICA' SOCIALE tol'to al Pellegrino se rilelllessimo che egli non veda da se, senza bisogno dii nosll'e al'gomentaz1;0111i, che, non ostante tutta l'evoluzione, appla'J·entie o reale, del suo atteggiamento, Id Chiesa rimane una forza di · conservazione, che difende il di1•itto (ll'oi dici'atno: il privilegio) pa<fil'onale e non vuol Sflperne .di col– lell'ivismo. Noi pertanto possiiamo e dobbiamo usar verso i suoi principi religiosi il massimo rispetto, come, in– f'alli l'usiamo; ma (lOIZ possiamo, 1<ile1ie1· possibile, un'intima illltesa o accostame:nto con essa in mpporto ai fini sociali che IZOi perseguiamo. Il che peraltro non compol'l'a, sul piano• sll'etfumente· politico, · l!'im– possi bilità di Ìll(ese ed alleanze, .rn programmi ben definiti e per specifiche conquz'ste, Ira i pàrtiti soéia· listi e parli/i ( o loro frazion·i) che sono e si dic"ono . cristiani. Mua. CIÒ CHE SI STAMPA FERRUCCIO TAHDINI, Per la Ùoria cliel oomwìisnw in ·quant,o realtù · politica. (Risposta di un lavoratore, a Bene4~tto Croce). . Milano, Tip. Ghirardu.zzi, 1.945. Tra le pubblicazioni pervenuteci abbiamo letto con vera soddisfazione questo -0pùsc-0lo scritto da un operaio comu– nista, il qual"ì ne ha accompagnato l'invio a noi con ·una lettera di gradito consenso all'opera. nostra. L'opuscolo è. una garb,tta e· stringente replica alle parole oon éui ·il Croce c-0pdanna il comunismo.e ogni (orma di socialismo 'come« co– nato nel vuoto », che « si risolve nel: concepire l'ideale <ù,illa vita come una pace senza· coritràsti e se nza . gara ». Il Ta.ripni risponde efficacemente al Croce anche · s.ul terreno filosofico, ma è particolarmente calzante quando alle ùalfazioni che il Croce fa del liberalismo replica ·con molto opportuno ri– chiamo a circostanze d,i,fatto che sono-'ben vive nel ricordo di tutti., Molto volentieri riferiamo qui· Uill, lungo passo dell'opu– scolo, la cui lettura v·ivamente consigliamo: , ' « Dice il Croce: « Il liber~lism<> non ha ragione alcuna di « avv.ersare il sempre maggiore 'um.arnamento e l'ascendente « dignità delle ·classi operaie e dei lavoratori ·della terra, e e< n11zi a suo modo mira a questo segno ». 'Siamo lieti ..che ora sia così, ma çi permettiamo far presente al nostro illustte avversario che l'umanamento e l'ascendente dignità d~gli ·operai e dei contadini italiani sono stati esclusivamente op_era dell'apostolato e dell'azione dei socialisti, i quali, come ·ammette lç' stesso storiografo ì,fficial'e. del 'liberalismo euro• peo, Guido De Ruggero, in quanto hanno promosso l'elev.a– zi-0ne del proletariato•, innalzando il plebeo a .cittadino e immettendolo nella reahà politica. della nazione, 'hanno di– fatto compiuto, ad un tempo opera umana, civile e. patriot– tica. Il partit liberale (del quale auspichiafl19, il migli<>ra– mento sotto la guida politica di Benedetto. Croce) sempre si è posto dalla parte dei ceti padronali, i•,quali, stoltamente conservatori e retrivi, non han dato, altro contribuJo all'evc<>• luzione che quello di farsi strappare delle concessioni dal proletariato ... Vien fallo quindi di asserire che i veri libe– _rali italiani, dopo la costituzione del regòo d'Italia, ~i soi10· chiamati Andrea Costa e Filippo Turati·; Gregorio Agnini e Camillo Pr-ampo.Jini. .. È accaduto poJ, che, mentre i c.ei.iindu– sLriali, italiani, e con essi agrari·, arm~tori ,e banchieri, susci- 1.ar- 0nola più sconcia delle reazioni - .dimostrando .quanto' f osse est~aneo aUa lor-0 forma me,uis ogni più clementàre prin~ipio di edu~azione l!berale -, le minoranze opera.~e;. specialmente del! Alt~ ltaha, seppero mantenere almeno nei limiti del possibile, la loro intransigenza · dando infine la più bella prova· di m.atur~tà politica con l'irridere alla soèla. lizzaz•one. instaurata,, in extremis. da un avventuriero nel quale, per lunghi anni, i ceti padronali e privilegiati· av;~ano pur éreduto di trovare il lor-0,.uom-0· di fiducia. ' « Prosegue il Croce asserendo: « Agli uomini l'ordine }i-. ~ berale dà tutto quanto da parte sua d·eve dare: libertà di, « parola. e 'di ·Stampa, di associazione, di propaganda; di. ele- · « 'iione, rappresentatize,' votazioni, diritti di maggioranza. Si « valgano, se sanno,· di questi mezzi per cercare, nelle fac– « cende politiche ed economiche, di ·persuadere altrui rac– « cogliendo forze di adesione ai loro fini, ma non cbi~dano· cc cht1 a loro si permetta che, per soddisfare le loro richieste, cc si adoperi l'imposizione. e fa violenza ». · « Tutto ciò è esatto e viene perci'ò amme<.so •anche dai co- munisti, sempre che le classi privilegiate -· ed i loro diretti ed indiretti rappresentanti snl terreno politico - accettiilo di c_o,nsiderare bµ-0n-0 anche per i loro avversar-i il princi11i-0 della conquista legale del potere, e l'esercizio di•·quest'ultimo ai• fini di una effettiva riforma sociale'. I comunisti sòno tanto convinti dtilla. bontà delle loro. iilee da non sentire alcun bi;ogno df imporle con la violenza, certi come sono che in definitiva èsse dovi-anno trionfare. Piuttosto, ci dica onesta– mente il Croce se, da quando si è costituito il regno d'Italia, sia mai esistito, l'ordine Hberale del quale egli ci parla, e soprattutto se egli possa rendersi garante che non sia even– tualmente la reazione a. rompete la legàlità, il che purtroppo è già avvenuto, con gl,ii splendidi risultati che sappì;'amo. I soçfalisti, come hanno avuto innegabili benemerenze, così 'hanno commesso, anche errori, e ciò non deve sorprendere chi abbia una. sia pur modesta porzione di senso. storico; tuttavia è inoppugnabile che essi avevano dato al n-0str<1Paese, ~ con profitto per il'medesimo, una somma di istituzioni pienmnent.f,l legali, che ,si ehiamavanÒ, Camere del Lavoro, leghe, oooperative, e comuni socialisti. Oi:bené, ancora fresco è il ricor<l,o della buf~ra di sopraffazione e ·di' violenza che un giorno si abbatiè su\ tutte queste istituzioni, che ne usci– rom> infrante •ed i,ncenerite, mentre nell'ombra gongolavano coloro che avevano armato la mano, alla reazione. Dinmo atto al Croce, ed ai pochi verr liberali come lui, di àver mante· ·mito di fronte a questi fatti un chiaro conte~no di° riprova• zion~·e di opposizione, ma che fece il partito, liberale italiano? Esso purtroppo strinse un patto con, reazionari ed avvtjntu– rieri politici e per alcuni anni collaborò con coloro che sono ormai passati alla storia per aver tratto allo sfacelo, la na– zione! Noi com.unisti continueremo, a studiare còn interesse la ·copiosa e...doviziosa, opera del Croce, ma g'i auguriamo che il suo insegnamento sia sopr'attutto compreso ed assimilato da color~ che sul terreno politico vogliono definirsi liberali. Il nostro illustre contraditto,re, dopo .avere ingiustamente at– tribui-lo allo spirito, comunistico « irruel)za di semplicismo·, rancore,. odio e distruzione >>, dopo aver p<>st-0 in dubb'io che una delle partf (la oomunista) si possa. presto innalzare ad una forma mentale e cuhurale' superiore (quella del JiberìÌ– lismo ), fiv:cia un esame· di oo,scienia e si domandi! se pe'r caso non gli conven 1 ga accertarsi, ,prima di esprimere certi giudizi, se non sia più pr<>ficuo per lui e per l'ltafip. curare direttamente la formazione. intellettuale e politica di un ver-0 partito liberale, Ja cui funzione, lo riconosciamo noi per i primi, sarelbbe •Stata ben utile per il paese·. Nelle masse ope• raie e contadine italiane, educate dal socialismo, ~•dr-a così poco spi~ìt-0 d'odio, di rancore •e di v,iolénza, che ad ~ntn della loro effettiva forza esse si lasci;u-ono' facilmente deb~l– lare dalla reazione; e Filippo Turati e Claudio Treves, che av,evano predicato il socialismo legalitario, che avrebbero visto in un parlamento socialistizzato il valido e legittimo strumento d'ogni riforma sociale, dovetterç andare a,.morire in esilio, essi che per l'ltali!l tanto avsevano.-operato. Anche ·questo è. un aspetto d,i quella « rligueuse réalité » di cui ci parla il .Croce, il quale, da buon st~riogr.afo com'è, non , deve dimenticare ·che la teppa rossa di' Milano e di, Torino non s'era mai sognata di dare alle fiamme le tipografie .e gli uffici dèi liberali Corri,eì-e della Sero e La Stampa (mentre. 'ben due volte subi.questa sorte il socialista Ava,n;ti!), e che in nessuna plaga d'Italia un 0019. sindaco liberale o. di altro partito fu mai costretto a rass·egnare -l'è dimissioni sotto la minaccia di pist.ole socialiste o comuniste appuntate al su<> petto (.e furono questi i sistemi• !!he si adoperarono contro le amministrazioni socialiste nate dal suffrngi<> liberamente ·espresso). Erano ·i .tempi in cui il liberale senatore Albertini si limitava a fare ~a cron3:ca sul:{:orriere_ <kUa Se~a, senza pensare che dalla cronaca s1 sarebbe passati alla storia, e che .storia! ... Le classi lavoratrici .sono, forse permea~e di ,spirito lib'erale più di quanto non ereda il Croce, e se i ceti' padro- ( nali p9tranno essere.c-0nvenieJ!temente rieducati (inutile dire che'n<>i comunisti lasciamo naturalmente ·questo, compito ai liber~li ... ), allora· il nostro disgraziato paese potrà trovarsi nelle condizioni auspicate dal Croce,· e da tutta la •gente sana,· condizioni per le quaH « non ci s·i rassegnerà a sbaragli rivo• cc luzionari se non in casi- estremi,' i quali si procu~erà di « evitare, conv•ertendo quanto più poss.ibile le rivoluzioni i,n « evoluzioni e le battaglie in negoziati ed accordi », g'iusta gli insegnamenti del nostro illustre avversario >>. Direttofe: Ugo Guld~ Mondolfo Redattoce rèspons.: Antonio Greppi ILI.E EGO ' _Autòrizz., Allied, Publications B,C, ·N. 288 • 10-8-1945 ArchetiJ>,Ogr~fladi.MilllllO S. ,-,.• Viole Umbrlo 54

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=