Critica Sociale - anno XXXVII - n. 3 - 15 ottobre 1945

CRITICA SOCIALE 39. . . / presso a poco uguale, per assicurare le stesse proba– bilità .iniziali a ciascuno .dei candid,a.ti. Tanto col metodo p,voposto dal Lami Starnuti (od altri analoghi) (2), qaantò con i .sistemi a listè inter– provinciali o regionàli, con o seùia voto d:i preferen– za, I.a ripartizione deiseggi avviene in base al cosid– detto. quoziente, che si ottiene dividend'o il numero • dei votanti nella intera circosèrizione per il numero dei dleputàti da eleggere. Una volta assegnati alle liste , fanti seggi quante '1,olte il quoziente è compreso nel numer,o dei voti riportati d'a ciascuna lista, rimangono ti cosid.etti. resti. Se vi sono ancora uno o·più seggi da assegnare, si tiene ,generalmente conto dei resti più alti. (Criterio adottato· dalla legge italia,n.a 1923). Il sistema del comune divisore o sistema D'Hont, ac– colto d'alla legge italiana del 1919, c onsiste i~vece nel dividere il numero dei voti rip.or- tati da ,ciascuna lista sucéessivamente pef' 1, 'per 2, per 3, ecc., sino 1,11la concorrenza d'el numero dei d'eputati dà eleggere. I quozienti così ottenuti .si.dispongono in una gradua– toria .decrescente, ,assegnando a ciascuna lista ·tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa app.arfonenti com.presi nella gradu'at0ria. Il proced'j.mento :favorisce le liste che hanno ottenuto maggiori voti,. a danno . dlelle più esigue minoranze, e non è da accogliersi se si vuol rimanere fedeli al principio di ammettere alla Costituente i rappresentanti di tutti iridistinta– mente i gruppi politici di una certa import•anza esi– stenti nel Paese. Quando si tratterà ·q.i stabilire la legge· elettorale per là Camem .legislativa si potrà procedere con criterio più rigidlo .(premio alla lista o ·alle liste che abbiano avuto una certa percentuale di voti, esclusione delle liste che :invece non abbiano ragghmto ·un'altra. determina-ta pe'l!centuale, ecc.)' al 1 fine di contribu ire alla··.formazione di una m_;i.ggio-11 ranza, ,e quin.di ·di un governo, so}idli ed omogenei. iè eiezioni aminin(strative. Chiudo questa scorri.l;>anda nell'intricato labirinto. dei sistemi elettorali, con un breve ,a:ccenno alle ele- · zioni amministrative,· 1e quali ·molto probabilmi;nte - a quanto è d'ato arguire dai segni premonitori - verranno indette entr.o l'anno, e cioè prima d'ella Co– stituente. La legge comunale e provihci-ale del 1915 attribaiva alla lista che raggiungeva al primo ed unico . scrutinio la maggioranza relativa dei voti,• i 4/5 dei seggi del Consiglio comunale, e l'altr;o quinto .alfa li– sta che seguiva con il maggior numero dei voti. Per la formazione· d'el Consigli@ ·provinciale, erano inv~ce ·a;ssegnati ùno, due o più seggi per ciascun manda– mento, e l'elettore ·votava per· la t-0-talità dei mandati, risultando eletti a ;primo scrutinio i candidati che avevano ottenuto il maggior numero di. voti. Il si– stema• favoriva per 9vvie :cagioni i blocchi d'ei p,a.rtiti minori contro il p.artifo o i partiti più forti, ed a'ccor– d,ava il diritto di rap•presentanza ad ·una sola mino– ranza· ,a: danno di tutte le ·altre. Si suggllrisce ora, e mi -sembra giusto temperamento, di rid'urre a 2/3 o a 3/5 il numero dei seggi di magg ioranza nei Consi– gli comunali e di ripartire i seg.gi rimanenti fra tutte le minoranze in base alla ,proporzionale. Si dovrebbe purè allargare la circoscrizione elettorale per i Con– sigli provinciali all'intera provincia, applicand,o, lo stesso procedimento suggerito per le elezioni munì~ cipali. \ · II ,p,roblema meritai· di essere d'iscusso e approfon,– dito in. ogni suo particolare, e soprattutto nei suoiri– flessi pratici, I partifi mancherebbero al lor<o•com– pito se le elettrici e gli elettori si trovassero imbaraz.– zati nel maneggi& della scheda. Non sarà sufficiente a;d0.ft.aFe il più setnplice oong_egno possibile, se verrà meno l'opera, indispensabi[e e urgente, di edncazione .e d'i preparazione del ·corpo eli ettorale, int esa come contributo alla formazione di una coscien.za democra– tica del Paese; e come premessa nec;essa:ria agli auspi– cati rivolgimenti istihlzionali e sociali. Speèi!1lmente a ,quel'li sociali, .se è vera - come è vera - la corre– lazione: « Più coscienza, più sodalism0 ». . · ANTONIO VALER! (2) Ad eselll!Pio, al compagno avv. Lodovico Targetti sug– gerisce il ragg,mppamento dei collegi uninominali in lista a· ci~coscrizio:ne nazionak Cfr. Sistema · el.ettorale di rap– presentanza proporzionale con circoscrizione un_inominale. Tip. Arienti, Desio; 1945. CIÒ CHE L~ITALIA INSEGNA (Continuazione dal. n,um. pree:)' 4. · La crisi della democrazia e dell'istituto parla– mentare. Ques,1".t crisi pr,eesisteva ,rullaguerra. La guerra e il dopo..guerra la acuirono. E non fu il min'ore coeffi– cienfe dell'avvento fascista. L'-a,nalisi di essa è delle sue cause ne porterebbe kopp,o, lontano. Qui basti acoennarn,e· pe,r· memoria. ' Lai •democrazia, quale - uscì dalle rivoluzioni bor– ghesi, inglese e f,rancese, d'el XVI e XVJI secolo, con l'abolizione dei privilegi feudali, colla platonica di– chiarazione dei diritti dell'uomo, col suffragio- popo– lal'e p,iù o meno universale ed eguale, ma rozz.o •ed . inorg13-nico, co.f Parfamenti elettivi più o meno sovra– ni;' col· semplici·smo dlell',avvicendarsi al potere dei due o t•re partiti t'r-adizi,onali, .subì anch'essa, nello SOOlrSO secolo, come un arresto di sviluppo, prodromo d~ collasso. Fiduciosa nella perennità del proprio im– perio, timida dlei progressi del _puarto Stato e delle. cons.eguenze sociali delle p•reimesse che essa aveva · poste, 'I'Eln.ta ,a munirsi di tutte le armi necessarie con. iro ricorsi stoirioi che supp,oneva impossibili, di fronte aJ <..Gmplicarsi sempre piu intenso delle attribuzioni dello Stato, a.i .viluppi ed ai contras,ti crescenti d.elle comp:etizioni d'.i cl1,1sse,al costituirsi di mastodontiche potenze 'fiqanziarie, ·nazi,0111alied intel'nazion,ali, mo: no'.11)oli-zza,'Ji1ti'; con la stampa, •l'opin'ione pubblica den– tro ed anche sopra gli Stati; la d-emocrazia delle ori-. gin i, si trovia oggi, p,fù che non pensi, inadeguata e imJJ_'!)tenteai compiti nuwi. · . · :Cotte bizantine di partiti, debolezza. e instabilità d1 Governi, ipertrofia elettoralistica, impreparazione tec– nica, disgusto crescente della volgare politica nei' ceti intellettuali, velleità impedafistiche, tepida.• preoccu– p•azione della,p•ace fll"a, i popoli ..(d,oicumenti: la pace · di Versaglia - pace d'i guerra - e il perpetuo bran– cicare fra le ambage deUe Assemblee ginevrine 'dell,a S0cietà delle Nazioni); queste ed altre infermità nr in<tuinano l'organismo, ne erodono le h:asi vitali. Il discredito diei Parlamenti, fl dil,eggio della scheda, ùn tal. quale di-sin,te,ressame'nto d,ai supirem,01bene delle ' libertà, una crescente nostalgia di Governi forti, <l~e– s,perimenti dittatoriali affiorn in tùtte le Nazioni, in– si~me alla dottrina antisociale del superuomo e a cer- ta ripresa di neomisticismo, di ideologie già sepolte, oggi ri.esuma'be e riverniciate. Quanto profitto non trassero da. coteste debolezze l'audacia senza scrupoli e l'impeto beffardo del fiai. scisma in Italia!· Esso era la sfid,a al 'senso comune; 1 .era il ·rovesciamento del mondo, l'assurdo, ij mo– struoso, l'impossibile. Non si lusinghino troppo le altre nazioni.' L'imp·ossibHe fu. L'impossibile è ancora. 5.. /I fasczsmo è un pericolo internazionale. S e questa rapida •ànalisi, per quanto imperfetta, ha u,n fon.do dli realtà, quali conseguenze ricavarne? Svolgerle ad una adl una importerebbe un'ampiezza d,i d.iscorso che qui non ci è consentita. Per avviarci a conèhiudere, noteremo· 1e .principali, acéennandole appena. · Il fascismo,, espressione attiva del nazio'nalismò plutocratico•, è .un « p•erioooo internazionale e· mon– d'iale », immanente, .della cui matura e gravità manca tuttora la visione ·esatt-a e compiletà nei Paesi che finora '.Ilon ne subil'ono il dominio. Esso già avviluppa la vèccb'ia Europa per· tutta hr cornice meridiomale. ·Ma è puerile ;ravvisare in e.s~o1 il retaggio esclusivo di Paesi balcanici, o meritevoli d~ esserlo. Esso pro, fonda le sue rad.ici nel capitalismo, dovunque questo domina, del quale la plutocrazia è il ·coronamento. Se in Italia, nazione di antica civiltà tendenzialmente deml()lcr.a,tica,redenta ·appena da millenari servaggi, potè as~umer,e d'un :tratto, pei motivi çhe delibammo,

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