Critica Sociale - anno XXXVII - n. 3 - 15 ottobre 1945

CRITICA SOCIALE" .43 zione finale da ra,ggiungere,, occorre uu p,rogramma per arriva.rvi da una posizione iniziale ben nota,_ qual'è questo ,p,rogramma? Il sovrapporsi di un pr'o·-, blema di rioostruzione ad un,o,·di riforma deila strnt– tura' indust.riale esiste1ite non ~omplica la ricer,ca di, soluzioni? Deve essere, quellà-programmata, la << cura eroicà » dell'economia italiana, 6 non piuttosto una terapia omeopatica? Lasceremo scegliere ai 1 singoli im1Pren1ditori, ViaJ•e,ndocidi una politica doganale se– vel'la per costrialgerveii, oppure faremo delle scelte politiche a priori? . · La verità è che, per risp 1 011dere a tutti questi inter– rogativi, spesso 111on:possediamo ,gli elementi. necessà- · ri ,dli giudizio. Allonta,nati da almeno un decennio dalla ,possibilità di raffronti, abbiamo anr.ittUJtto biso– gnQ..di conoscere esattamente i fattori rioti .di quesbo sistema di equazioni da ris,olvere. Occorre una rapida, minuta, ~obiettiva in.chiesta ind11st 1 riale; occorre per l'indùstria -ciò di cui lo Jacini .fu cwp,ace, due terzi ,di secolo fa, per J',ag.ricoltmrà. La classe _lavoratrice deve po stula-re un'iJllchies,ta. ,dii tal genere, d:eve con-. tribui.rv( deve s·eguida è controllarla, senza aprio- ris mi, ,ma senza debolezze. . · ,. ROBÉRTO TRJJjWELLONI LA R1FOR.MÀ' INDUSTRIAliE . ' - ' III di una . 1, , r!r _, !:. il. -;.,,r Organi centra.li ei regio.noli - ' · . econ0mia parziaÌmente · soci&lizzata 1 ° - Vdli·ietà del/' e.conomiaJmista. , 1 lj, ) ! ·1n un articolo precedente abòiarno rilevato come nelle :prqbabili cofrd.izioni di fatto in cui si svolge– ranno i lav,ori per la -Costituente il problema della socializzazione d'6vrà presumibilmente p,o,rsi, uel set– torejndus~riale; S?ltanto nei_confront~ «:J.i un ri_stret~ numero di grandi complessi produttJ.:vi (per i quaJi abbiamo cousiderato il passàggfo della propriet~ -e della gestione ad' Istituti sta-tali tipo I.E..I.); mentre per altre· decine di migliaia di imprese industriali, medie e piccole, ;potranno essere conservati ·sistemi ,d,iproprietà e di -gestione :priv;ata, sia pure limitand'o•, specialmente nelle imprese aventi -Ulla cerfa impor– tanza, l'autonomia della manovra economica attraver– so la creazione di speciali or~ani di controllo (COJJ– sigli di gestione, ·apparàto s'tatale e s-inilacale, ecc.). Si avrebbe h1 ·tal modo un sistema economico in cui forme d'i p11oprietà e di gestione capjtalistica vi– vrebbero acoanto a forme ,d,i p-r-oprie-tà e di gestione . collettivistica; i:l che - beninteso - non costituireb– be al_cuna novità, J?,è in sede d~ttrinaje !!è ~ "sed~ ,pratica. Il problema -della coesistenza dmamica ,ili; queste d'iv.erse forme di economia è anzi il_problema chiave della nostriai epoca, essendo ormaI ovunque palese: da una parte, l'impossibilità di ri~ornar~ a.sistemi di largo liberismo, e. dall'altra, la d1fficolta di attuare di colpo un regime, di socialismo integrale. App,ar'e chiaro che tale coesistenza c-onsente un am– plissimo ·ventaglio d,i soluzi,oni, èd ,è pure evidente che a seconda del,l'importanza rispettiva del settore pri~ato e del settore coll~ttivo, d·eUa·_rig~di_tàdei _si– stemi di controllo sulle imprese capitahshche, del– ·l'influenza dei diver•si gruppr economici ·e politici sull'app,arato burocra:tico stat~le, ecc., i «colori» dei diversi regimi di economi~ mista possono essere moHo- d'iversi. - Cosa si, è verificato flnora? Che i partiti liberali borghesi hanno sempre cercato di c_onlener,e il set– tore economico sotto con:troll:o collettivo, e ,d-ipreclu– derne gli sviluppi attravers? la d!fe~a _d~un ~~p:trato statale funzionante entro ns.tr.eth hm1h ammmistra-, ' tivi, secondo schemi tradiz.ionàli; che le c~rrenti au-· Eori,tarie imperialistiche _hanno p~'s~o lo sviluppo: del settol'e collettivo, sotto Il segno della ;preparazmne bellica· e che facendo astrazione dali<a'gra:ndios·a esperie'nza deli'U.R.S.S., i tentativi di sv,i_lu:pp~del settore coll'eftivo da parte delle· fo~e sociah demo– cratiche sono. finora\ nel mondo occidentale, -ancora lontani da un,ai~tfermazione decisiva. A nostro avviso, sembra evidente che ,tale afferma– zione è strettamente correlativa alla influenza ché tali forze sociali democratiche potranno ,esercitare sull'ap– parato statale, e non soltanto sull'apparato politico _sta.tale,ma. anche, e sòj)rattutto, su g:uello burocrati-· co. Tutti strepitanb infatti contro la burocrazia, ma ' in realtà nulla si può senza •O contro di essa, per cui peI" rendere possibile lo sviluppo del setto1·e econo– mico collet~ivo 1'n senso democratico noi dobbiamo promuovere la creazione di un 111uovoapparato b11- 1·ocrci.ticoeconointco capace di contenere· e sostenere f /e nuove l'mprese eco111.omichecollettive e democra– tiche. In questo artico.lo ci proponiàmo p,ertianto dì fare sommario cenno ·d 'egli organi centrali e regionali a-ttraverso i quali l'atfività delle aziende .socializzale potrebbe essere '-_gradat;i.mente sviluppaba ed armo– nizzata, da una parte con la poli!iea generale dello Stato, dall'altra con l'attività svolta dalle aziende gestite dal cap-i!ale privato (col concorso dei Consi- ', glf -d'i_gestione), dalle coo,perative, e dà enti muni– cipali e.'regi-oillafi. , ·' Cer,to noi sapp,iamo che, nella realtà, lo sviluppo delle situazioni di fatto finisce sempre coll'imporre soluzioni e pJ,asmare istituti assai lontand da ogni ·schema generico .predeterminato·. Nou è men vero, 1utfavia:, che è assai difficile fi.ssia:re-un orientamento e mettere a punto esigenze programmàfich.e di det– taglio, se non si ~ p-r'ima delineato un piano, un ,ord;ine di cose, che tali esigenze razionalmente in– :quad'ri. e adeguatiapiente rifletta nel loro valo,re ge- _jierale. ' - "- ' " 2° - Il Com;iglio Economico Cèntl'ale e il Consiglio u Centraf.e pe1• la Produzione Industria/e. Una economia industriaÌe i-~ situazione intermedia tra il capitalismo ed il socialismo deve essere neces– .sia.riamente una ec'o-nomia ,pianificata e ,controllata: una economia, cioè, svolgentesi secondo. un piano d'assieme elaborato dal centro· sulla base dei dati raccolti all:;t periferia, e posto in atto attraverso urna serie di organi di gestione e di controllo operantL alla periferia ma coordinati dal centro .. Gli organi centrali per il settore industri 1 a.Ie po– trebberò essere i seguenti: - Consiglio Economico Centrale - Consiglio Centrale' per la Produzione Indu- , ··striale ' · · - Gomitat.r Industriali Centraii di seUore •- ,htituto· Centrale di Gestione delle ind:ustrie socializzate - Istituto Centrale di Contr.ollo delle industrie private .' - Istituto Centrale delle cooperative ind'ustriali; ,oltre, -niaturalmente, alle Confederazioni dei Lavora– . tori e degli Industriali, all'Istituto Centrale di ·Sta– tistica, all'Istituto Centrale :per le ricerche scien- tifiche, ecc. , · · · Il CoMiglio Economico Centrale do"rebbe compren– dere membl'i fissi con uoito dielib,e-rativo, quali i tito– lari dei Ministeri economici (Prod;uzione Industriale, Produzione Agricola, Ricostruzione, ·Finanze,·Lavoro e Assisttenia,. Comunicazioni, Lia:vori (Pubblici), e membri aggiunti con. voto consultivo,, da convocare a seconda degli argomenti all'o·rd'ine del giorno, quali i rappresentanti. degli enti seguenti: Istituto Nazio– nale ,~elle ricerche, scieu,tifiche, Istituto Centrale di Sta:tisfica, Istituto Centl'laJe di Gestione, Istituto Cen– trale di Controllo, Istituto_ Central_e delle Co•o,perative Industriali, Istituto Centrale delle Coòperative di. Con– sumo, Com'itati Industriali Centrali di settore, Consi-. gli Regionali Economici, Confederazione dei Lavorà– h>ri, Confederazione degli In'dustriali.' 11a1e Consiglio Economico Centrale, qperan-te per. delega d'el Consiglio dei Ministri, dovrebbe coordi– nare il lavoro dei Ministeri e· degli altri organismi responsabili interessati alla preparazione del p1iano eco1110mico na,zionale, da sottop·o-rre alla ia:pp,rovazione del Parl1amento. ·Sempre per delega del Governo, tal-e Consiglio Economico tdiovrebbe poi: segùire gli svi– luppi del piano stesso, assumersi la ·responsabilità delle modifiche che si rendessero necessarie, esami- · nare e prospettare al Consiglio dei Ministri ed' al Parlamento i grandi problemi economici d'i carattere nazionale, rel 1 a_tivi alla concreta attuazione del piano in i)arola.

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