Critica Sociale - XXXVI - n.18-19 - 16 set-15 ott 1926

292 CRITICA SOCIALE ::...:..---=. ______________ _ DISCUSSIONI UTILI UN LIBROREPUBBLlCAN0 Chiamo repitbbl'icano questo libro, Esperienze e solttzioni che Oliviero Zuccarini ha testè pubbli– cato (Rom;1, Libreria politica moùerna), non già pcrchè l'autore di questo scritto politico è uno del -più autorevoli fra i ?fovani che sono alla testa ùel vecchio partito, ma piuttosto perchè _tale recente volume, sia nella critica sia nella ricostruzione, ha una scliietta impronta repubblicana. Questa vuo1 essere una constatazione; ma - lo dico sùbito -– uo'n deve venire intesa come una censura. Mi è caro; infatti, di dire, da queste colonne, al 'v'alo– roso direttore di Critica politica, che la nostra ... critica sociale può non convenire in tutto con la sua... critica politica, specialmente per quanto si riferisce alla eziologia ed alla diàgnosi ùella pre– sen'te crisi, ma che allneno io, che scrivo, consen– to pienamente nella terapia àa lui consigliata, se pure a scadenza più o meno lontana. A questo pun– to voglio parbre al singolaré, perchè non rni sento ùavvero. l'autorità cli rappresentare un partito e nemmeno un gruppo; mi sia lecito, t1;1ttavia, di e– sprimere almeno l'augurio che molti altri socia– listi, capitani e gregarii, leggano il libro dello Zuc– carini e si associno senza riserve, come io f'accio, non alla sua visione del passato, ma al program- ma cl1e egli espone per l'avvenire. · Il libro, che #Sto esaminando, ha per sottotitolo: Slalo liberale ~ Slalo fascista - Stato repubblicano. Come è ovvio comprendere, le esperienze, alle qua– li allude il titolo, riguardano i due primi regimi; le soluzioni, invece, benchè si riferiscan0 alla poli– tica od all'amniinistrazione, non sono se non una sola soluzione, quella che sfocia nello Stato repub– l1licano. Il quare è, tuttavia, a mente dell'autore e, voglio credere, anche di parecchi suoi co:q1pagni di feùe, un fiume così largo d·a poter accogliere, senza pericolo che le sue acque s'intorbidino, il contributo di altri confluenti che scendano da dif– fer~nti pendici. Se io non m'inganno, le tesi fondamentali del.. lo Zuccarini sono due: la prima è che il fascisrno non ha, come molti credono, capovolto lo Stato li– berale, ma ha semplicemente fatto precipitare la crisi ch'era insita in esso; la seconda tesi è che il problema ricostruttivo è unico per tutte le opposi– ziom democratiche, e consiste appunto nell'instau– rare quella democrazia, che sarà possibile soltan– to in un règime di autonomie federali. Ho già accennato alle riserve che, secondo me, si devono fare per ciò che ha tratto alla parte cri– tica, cioè alla_ prima tesi. Riserve d'indole generale e particolare: ma tali che a me non impediscono, e spero non impediranno nemmeno ad altri, di a– derire toto co_rd.e alla seconda tesi dello Zuccarini. E questo, a mio modesto avviso, è ciò che conta. Perchè una fran,ca e leRle iutP,sa sul dom·ani, e quindi su quei semi di vero che vanno amo'l'Osa– n1ente deposti e coltivati nel terreno dell'oggi per– chè fruttifichino nel futuro (o, fuor d'i metafora, su quei programmi che vanno concordemente stu– diati e propagandati specialmente fra i giovani, che costituiranno la classe politica di domani), una tale intesa, dico, val meglio che non le reciproche recriminazioni su atteggiamenti di ie1;i, ~ che la realtà presente ha travolti e seppelliti. Perderemo ancora il tempo, il fiato, e l'inchiostro, nel rim– balzarci piu o meno veementi accuse tra repubbli– cani e socialisti, nel ·dirci gli uni agli altri: - Voi, repubblicani, avete, in combutta· coi più sfegatati rnonarc!lici nazionalisti, coartato la volontà popo- 8 ibIioteca Gino Bianco lare ch'era contraria alla guerra; voi, socialisti, e– ravate giplittiani e, sotto una maschera rivoluzio– naria, miravate soltanto a sfruttare lo Stato a pr~– delle vostre Cooperative? -; perderemo ancora 11 tempo a. leticare tra noi, quando la ràffica reazio– uaria ci hai ill1vestiti tutti quanti, e la sventura co– mune impone cornuni doveri, e soltanto in un pro– gramm~L comune può essere la comune salvezza? 'Ben venga, dunque, un libro, come questo del– lo Zuccarini, che può segnare almeno le linee fon– damentali di un comune programma politico. Ben ve1wa a contraddire il monotono monologo autoapo- o 1 . logetico del partito dominante ed a scuotere a mer- zia (solo apparente?) delle opposizioni. In vista della... seconda tesi, io, per mio con– to, son disposto a passare sopra - non dirò alla prima, poichè non sono alieno dall'accettare an– che di questa qualche parte e qualche aspetto ma ad alcune obiezioni, che la lettura di questo li– bro, tutto interessante e vivace, ha provocate nel– la mia mente. Così, tanto per accennate, in punta di penna, ad alcune tra esse, lo Zuccarini non po– trà aversene a male se un vecchio collaboratore della Crilica sociale esprimerà la propria dolorosa meraviglia che un acuto scrittore politico, com'eg1i è, indulga ancora e ripetutamente allo sfatato pre– giudizio, del quale altri suoi antichi assertori han– no oramai riconosciuto l'infondatezza, che il rifor– mismo sociali.sta fosse antidemocratico, conserva– tore infecondo. ·Nè sembrano giuridicamente esat– te ·~lcùne osservazioni su ·1a costituzione america– na,· ch'è bensì federale, cclme tutti sanno, ma, co– me non tutti sanno, riserva. tuttavia larghf poteri all'esecutivo, cioè al Governo centrale, emanazione dell'autorità presidenziale. E par lecito almeno il dubbio sul « sincero idea1ismo n di certi, troppo mutevoli, genii poetici, ma non politici. Come, pur– troppo, sembra assai più conforme alle aspira– zioni federalistiche dell'egregio autore, che non alla triste verità, :iilrilievo che il paese abbia « sentito profondamente la violenza fatta alle istituzioni .... della sua vita locale n. Vero •è, invece, che l'educazione politica è an– cora, in gran parte, da farsi, o meglio da rifarsi su nuove basi, schiettamente democratiche. Ed an– che se io non dirò, con lo Zuccarini - un po' trop– po legato, mi sembra, a CE)rta vecchia ùemocrazia prettamente politica, cioè individualistica od ato– mistica - che fosse antidemocratica. quella valo– rizzazione, anche politica e cioè rappresentativa:, del lavoro, che i socialisti pòtevano auspicare, e se io posso nutrire ancora qualche dubbio su l'ef– ficienza politica dei rurali, nella quale teraacemen– te crede ]'autore,· io non ho, invece, alcuna diffi– coltà e consentirgli che una democrazia vera e sincera, come forma politica più ancora che co– me partito politico, finora non c'è mai stata nel– l'Italia moderna. Ma si può essere spogli di ogni pigra abitudi– ne di ossequio per la, costituzione, e pur rite~1ere arrischiata l'opinione dello Zuccarini che lo Stato (liberale) italiano - il quale si reggeva non solo sopra uno Statuto invecchiat,o, ma sopra una pra– tica, o consuetudine, costituzionale, avenrte valore' di fonte giuridica, anche a mente di costituzionali· sti tra i più ortodossi - fosse nulla più che « la contìnuazione di mno dei vecchi r.egimi paternah– stici »; si possono riconoscere tutti i difetti di for– mazione e di funzionamento delle Camere legisla– tive, ma si può :ritenere che una Camera, la quale, in règime parlametatare · s'intende, aveva pur sem– pre il potere di « sbalzare via un Ministero n e di << rendere necei,saria la costituzione di un Ministe– ro nuovo n, cioè di segnare almeno alcune diret– tive al potere esecutivo, fosse qualche cosa di più di una « menzogna n di Parlamento. Si può essere

RkJQdWJsaXNoZXIy