Critica Sociale - XXXVI - n. 4 - 16-28 febbraio 1926

CRITICA SOCIALE 49 I_I problema degli lloggi inFrancia La crisi degli alloggi in Francia ebbe in questi ultimi anmi soluzioni 0 0 per dir meglio, tentativi di soluzioni varie e molteplici, integranti quelle dell'anteguerra. I grai1di industriali delle miniere., degli alti forni, degli opificì tessili, metallurgici ecc. avevano già prov– veduto· a creare le cités ouvrières, ·le quali servirono e servono tultora a incatenare le maestranze, oltre che sul lavoro,, nell'abitazione. Quasi in ogni Dipartimento esistevano già prima del 1914 i « Servizii delle case a buon mercato», orga– nismi ufficiali sovvenzionati dai Comuni, dai Dipar– timenti e dallo Stato, aventi per iscopo di affittare o di cedere a pagamento rateale abitazioni popolari. Ma il' fenomeno p_iù interessante rlel dopo· guerra flf" il lo– tisserrient, favorito nel suo grandioso. sviluppo· dalla legge Ribot, in base alla quale lo Stato consente anti– cipi"ai proprh:tçU"ii di appezzamenti di terreno sui quali i'qtend,ano c9sfrtiire una· abitazione. . * * * Il pµbb}ico francese ha largamenle profittato di così provvidf legge,, e bast~ percor.rere la periferia di Pa– rigi e di tante al\re città francesi per constatare la « di– lalazione » dei cèntri urbani', che si manifesta in uno spesseggiare di case, di villette, di capanne anche, attor– niate di verde e alliètate di fiori. Fu un ~empo che la campagna si riversava a fiÒtti umani sulle città e il contadino, o il figlio del conta– di.no, fuggiva la vita sana e semplice dei campi per af– follare i grandi falansteri dei rioni operai urbani, at– trattovi dai salarii industriali più rimuneratori degli agricoli e dalla comodità di risiedere vicino ai 'luoghi del lavoro. Ora è il fenomeno opposto che si verifica,, special– rilente nelle ·grandi metropoli. A Parigi i quartieri del centro vanno sempre più sp6poiandosi. ·Gli apparta– menti privati sono contesi a peso d'oro dagli Uffici commerciali e dai negozii. E sempre più le famiglie sono spinte fuori della ciUà, lontano, verso il verde e il siJ.enzi:o dei campi e dei. boschi. . La classe operaia - ah! questi retori imbecilli che immaginano i Parigiòi, e i Francesi in genere, sciu– r,oni e imptevidenti, non preoccupati che di divertirsi e di ubbriacarsi ! - la_ classe operaia è presa da una · vera frenesia dena. casetta nei sobborghi cinta dal– l'orto, lontana dall'afa dell.1 metropoli. Ciò che ha sopratutto esercitato u·na influenza deci– siva su questo- disurbanesimo fu il servizio rapido, co– modo e poco costoso delle comunicazioni. , Con meno di 5 franchi la settimana un lavoratore può ·fare giornalmente 60 chilometri di linea ferroviaria in t,reni celerissimi, che si susseguono su ogni linea periferica a pochi minuti d'intervallo. Impiega minor tempo chi, abitando a Versailles, per esempio, lavora nel cuore di Parigi, che non chi debba traversare la capitale cm-i la ferrovia sotterranea. ' • La gente ha tendenza a fuggire, dunque, dai casoni i.111mensi, dalle strrade brulicanti, dai quartieri rumo– ro~i, a Pai•igi come a Lione, a Marsiglia., a Tolosa, a Nancy, a Bordeaux e giù giù fino alle città minori. Il possesso della casa è più che mai il sogno costante dell'operaio, dell'impiegato, del funzionario, del piccolo commerciante di Francia. La casa è l'imlipendenza, ia sicurezza, la salute. , • E il legislatore del dopo guerra seppe incoraggiare e sviluppare questa istintiva aspirazione popolare con agevolazioni, che costituiv.'.lDo uno sprone al risparmio e un premio al risparmiatore. Ci sarebbero da fare os– servazioni interessantissime sulle conseguenze econo– miche, politiche e sociali di questa febbre del lotisse– ment. La più eyidente è la ricostituzione della vita di famiglia, che la città moderna sembra fatta apposta per distruggere; e, come conseguenza, la più efficace lotta contro l'alcoolis111eo, l'incentivo migliore agli svaghi sn.111 i)i~ iot.f1c~ wi~r~~' nelrattuale caro-vita, anche redditizio dell'odo, sorgente di serenità, di c lma, di equilibrio. Qualcuno gridò l'allar:me contro questo oppio che la borghesia propina alla chsse operaia, che così ha meno tempo per frequentare le riunioni corporalivc o politiche, tende a diradarsi e a disperdersi nella lon– tananza campestre. Ma il possesso della casa non può riguardarsi, chi lo osservi senza preconcetti dollrinali, come un s.intomo di regresso delle idee socialiste, nella massa. La casa, come gli slrumenli di lavoro, come oggi la bicicletta, domani l'automobile, è una necessità della vita del la– voratore. È piuttosto la organizzazione operaia che dovrà adattarsi al fenomeno nuovo del disurbanesimo, escogitando i modi di raggiungere il lavoratore nella sua bicocca periferica e studiandone i bisogni nuovi, che non sono soltanto di salario e di orario. Ma, quand'anche quell'allarme fosse giustificato, il vantaggio sociale dello sciamare dei lavoratori verso la campagna, supererebbe di gran lunga il danno lransi– lorio che potrà venirne al movimento proletario o, per essere più esatti, a certe forme demagogiche di questo, le quali hanno facile presa sulle folle nervose, eccita– bili, irrequiete, che gremiscono le insalubri catapecchie e i casermoni operai delle grandi città. Ma a risolvere un problema così ponderoso non ba– stavano i mezzi cui ho accennato. La crisi finanziaria, acuitasi in Francia nell'ultimo triennio, provocava la parali~i nelle costruzioni. Questa paralisi colpi anzi– tutto le regioni devastate, ove le opere edilizie si fanno col conta-gocce. Indi colpì le cités ouyrières. L'indu– strialismo cessò di impiegare cospicui capitali in case operaie. Gli enti pubblici, a corto di risorse, diluirono in un numero infinito di anni i programmi che dove– vano avere una attuazione rapida. Il rincaro della vita, non seguìto da un corrispon– dente rialzo dei salarli, non lascia all'operaio alcun margine. E la legislazione protettiva degli inquilini non stimola certo le costruzioni. Infine, la pletora di stra– nieri dimoranti ·in Francia - circa tre milioni - pesa essa pure snlla crisi degli alloggi. Di questa importante questione si occupò, nella sua Sessione di gennaio, il Consiglio Nazionale Economico, istituito dalla Camera repubblicana dell'll maggio, per discutere, studiare e presentare al Governo le soluzioni concrete dei problemi economici e.sociali della na– zione. La Commissione incaricata di uno studio complelo del problema, non deluse le aspettative. La conclusione della sua chiara e ben documentata. Relazione, per l'i– stituzione di una Cassa dell'alloggio, non solo venne fa– vorevolmente accolta dal Consiglio, ma suscitò un in– teressamento vivissimo nella stampa e nel pubblico. La dotta Relazione esamina le proposte di legge sin qui presentate e le classifica in tre categorie: · 1.o quelle che chiedono un concorso finanziario allo Stato; 2.o quelle che determinano esonerazioni fiscali ~ favore delle nuove costruzioni; . 3.o quelle intese allo sviluppo degli organismi esi– stenti o alla creazione di nuovi organismi per racco– gliere e distribuire i fondi, imprimendovi una nuova orientazione. Ma la parte più interessante è quella dovuta ad Er– nest Poisson, Segretario generale della Federazione francese delle Cooperative, e che consta di due parti: un piano di realizzazioni immediate e un programma di costruzioni. Della prima parte sono punti essenziali: il ricupero di locali occupati da amministrazioni pub– bliche; la modificazione del regolamento edilizio, per consentire le sopraele,·azioni opportune; il rifacimento dei lotissements difettosi, chiamando a concorreni i proprietarii dei terreni, i compratori di appezzamenti e la collettiYità; infine la rigorosa applicazione dei re– golamenti sanitarì alle abitazioni antiigeniche. Ciò per l'immediato domani. Il C. N. E. ha poi pro-

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