Critica Sociale - XXXVI - n. 4 - 16-28 febbraio 1926

CRITICA SOCiALE 55 Un'altra osservazione interessante dell'inchiesta, ò questa: « Fino dal 1907, cioè molto prima che funzionassero gli Uffici salariali, il salario medio a Carnarvon era cli scellini 1-1,8 e 12,7 in Anglery, comprese le sommi– nislrazioni in nalura. Una spiegazione ci deve ben es– sere. Si è perchè i fillavoli dei Paesi a bassi salarii, pur protestando, hanno dovuto pagare i salarii che si paga– no in Paesi ad alli salari i? O perchè, sotto lo stimolo dei pili alli salarii pagati e con l'aiuto di una maggior ef– ficienza del lavoro così ottenuta, i Jittavoli dei Paesi ad alti salarii hanno ricavato dal suolo maggior ric– chezza e, perciò, sono stati in grado di pagare senza danno affitti più elevati? O anche perchè i proprietarii della terra hanno ragguagliato coscientemente o in– coscientemente, i canoni di affitto ai più alti salarii pagati dai loro fittavoli? La risposta forse sta nel dire: : si, fino a un certo punto » ai primi due quesiti. Alti salarii, alti affitti, ed alta coltura agraria vanno così spesso assieme, - oome anche bassi salarii, bassi af– fitti, e bassa coltura - che siamo meno sicuri della ri– sposta al terzo quesito. Per decidere l'importanza ri– spettiva di ognuno dei tre fattori i dati sono insuffi– cienti. (pagina 70) ». (6). Qual'è la cooseguenza dei bassi salarii in agricoltura? Minor efficienza produttiva ed esodo. « Il fatto che la disoccupazione non è notevole nelle zone agrico!e nonostante lo spirito di economia di mano d'opera dei fittavoli, sembra dovuto precipuamente a questo, che, quando i vecchi muoiono, non vi sono i giovani per sostituirli. « La sottoremunerazione prolungata della mano d'o- · pera agricola produce i suoi risultati inevitabili. Una famiglia indebolita dà un lavoro inferiore; basso ren– dimento provoca, come dentro un circolo vizioso, un più basso tenor di vita. Nsrnostante tutti gli insegna– menti che si possono impartire nél villaggio, il conta– dino diventa sempre meno specializzato, mentre l'a– gricoltura esige sempre più intelligenza. Non vi può essere soluzione al problema economico se non si può rispondere alla domanda umana: come si può rav– vivare l'interesse per il lavoro agricolo, ristabilire la fiducia nella prosperità agricola ed incoraggiare l'a– bilità· agricol_a se non si assicura un' compenso ade– guato»? • Si risponde con questa citazione di Cristoforo Tur– nar: « L'agricoltura non può riuscire se il fittavolo deve coltivare con una cattiva mano d'opera e con una produttività individuale inadeguata. La mano d'opera è cattiva precipuamente perchè, da generazioni, è sot– tonulrita e sottoslimolala » (pag. 73-74). La situazione, nei riguardi della maoo d'opera agri– cola, si può quindi concretare in questi tre punti: 1. La maggioranza dei contadini è pagata in denaro; 2. Il salario pagato non è spesso sufficiente al capo per mantenere sè e la famiglia in salute e con dignità; 3. È regola generale che chi è contadino una volta resta sempre contadino. Questo terzo punto prospetta un lato singolare della ,·ila e delle aspirazioni dei lavoratori campagnuoli. Il contadino assunto e pagato a giornata, sent~, prima di tutto, l'ansia della incertezza del lavoro, del salario e del sostentamento. Ignorando ogni altra forma di ga– ranzia - dir1tto al lavoro, occupazione in azienda coo– perativa, assicurazione contro la disoccupazione ecc. - non vede la sicurezza se non nella terra, locata, affit– tata, o posseduta. Ecco l'aspirazione millennaria, fino ad oggi, del conta– dino: disporre della terra su cui lavora. (Continua) ALESSANDRO SCHIAVI. (6) Riguardo al sistema di elevare -l'affitto per stimolare la produzione, mi informava tmo sludi~o dell'agricoltura nel Parmigiano che, quando gli Enti pubblici elevarono i canoni di affitto dei poderi da essi posseduti, crebbe anche la p1-oduzione. Non dissimile azione esercitavano le agitazi.:mi per Biblioteucétbfrivòt 0 e:r:gco . Produzionee salari Il valente economista e pubblicista Raffaele Nieto, Ministro del Messico in llalia. autore, jra l'allro, di rzuel notevole 110/ume ~Ias al lù quc la palria !, chef u già ricordalo nelle nostre colonne, ci comqnica queste note, alle quali, poichè sono cli altualilcì. non soltanto ... nel Messico, diamn ospilalità ben volontieri. Produrre, produrre sempre più ecl a minor co– slo, è il solo rimedio che le classi possidenti tro– vano agli •angustianti mali economici del pre– sente. La produzione è la base su cui si posa la vita ,enonomica di questi tempi. La produzione, in– cessantemente accresciuta, è ora un impulso mi– stico, una credenza dogmatica, una religione in– discussa dell'industrialismo moderno. La sua ap– plicazione pratica ha permesso che. in questi ul– timi anni, prima e dopo la guerra, si siano rag– giunte cifre stupende nell'incremento della pro– duzione della ricchezza. Però, mai, da secoli, fu così acuto lo scontento economico delle masse. La radice del male non sta nella insufficente produzione, bensì nella disuguale distribuzione; nel fatto cioè che la ricchezza, creata dall'incre– mento dei mezzi di produzione, si concentra an– cora e sempre in poche mani e, impiegala nelle in– dustrie, si traduce in un sempre più di rendila, interessi e dividendi, mentre i salari rimangono depressi fino all'estremo limite di resistenza. *** Alcuni fatti dimostrano chiaramente l'assurdità del sistema industriale capitalista. I tecnici americani che, per il regolamento elci debiti di guerra studiarono le condizioni econo– miche dell'Europa, hanno trovalo dappertutto un notevole aumento nella ricchezza delle nazioni. Nel Belgio, ad esempio, dove la ricchezza totale era nel 1912 di 5.500 milioni di dollari. essa è oggi di 12.000 milioni. Nello stesso periodo la ricchezza in Italia è aumentata da 22. 000 a 35 mila milioni di dollari. In Inghilterra l'aumento si calcola dell' 80 per 100, in Francia del 60 per 100, e negli Stati Unili dell'85 per 100. Era da supporsi, dinanzi a così noternle au– mento della ricchezza, che lo standard di vita dei popoli sarebbe asceso in proporzioni corri– spondenti. Ma no. Nella Monthly Circular del lu– glio scorso, il Labour Research Deparlment di Londra giunge, con dati e cifre ufficiali, alle se– guenti conclusioni: 1. 0 Il guadagno medio reale della classe la– Yoratrice è sceso ai quattro quinti di quello che era nel 1900; 2. 0 La presente politica capitalistica tende a fissare i salari in una quota uniforme al livello più basso possibile; 3. 0 Dal 1920 l'entrata reale della classe ope– raia è scesa di più di un terzo, mentre le entrate in generale sono aumentate di un 25 per 100; 4. 0 Il tipo dei dividendi è prossimo al livello anteriore alla guerra. mentre il capitale su cui viene pagato si è raddoppiato (eccettuato il de– bito nazionale, che si è moltiplicato per 1 l); 3. 0 Il capitale tende sempre più ad assicu– rarsi un utile fisso e costante, il che significa una imposizione accresciuta e permanente sul larnro degli operai. Anche in cotesto paese, meravigliosamente pro– spero, che sono gli Stati Uniti. da uno studio del National Bureau o/ Economie Research sugli sli– pendì dal 1909 al 1921 si ritrae la conclusione che lo stipendio medio, in gruppi di lavoratori comprendenti operai, impiegali, piccoli agricol-

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