Critica Sociale - XXXVI - n. 3 - 1-15 febbraio 1926

I CRITICA SOCIALE' 31 Urali all'Eufr.ate come una protesta di luce di amore, di poesia, di socialismo ormai per~ fetto contro questa Europa del danaro e dello sfruttamento, materialista, meccanica, senza luce di fede e di ideale. Costoro scambiano ancora Marx con Ruskin. Il fiore dell'utopia è sempre pronto a schiudere i suoi calici. L'immagine plastica della rivoluzione asia– tica non è rap·presentata dal mite Ghandi ma dall'Impero del Sol levante. Come la Rus~ sia evincerà il Giiappone dalla missione che esso si arroga fieramente, con la mano sul– l'elsa -della spada, di protettore delle razze gialle contro i bianchi, compresi nei bianclli i russi e gli americani? Evvia! L'antagonismo non è dalla Russia all'Europa, ma dalla Russia all'Inghilterra. L'Asia non è che l'immenso campo della ri– valità secolare, il soggetto passivo della con-. tesa e, nei disegni della diplomazia sovietica, lo strumento del vecchio formidabile duello russo-britannico. Non dice nulla che l' epi– sodio, da cui prende le mosse cotesta rinno– vata ipotiposi dell' A~ia contro l'Europa, au– spice la Russia, sia un accordo tra la Russia e-la Turchia; determinato dalla vittoria diplo– matica dell'Inghilterra, la vittoria di Mos– sul? E questa vittoria, giuridicamente parlan– do, non era già, nelle pieghe del trattato « eu– ropeo->> di Losè.nna, che, per altro verso, fu una disfatta per la Russia, poichè il ritorno della Turchia in Europa - la sola rivincita armata delle sconfitte Potenze. Centrali! - per lè armi vittoriose di Kemal-pascià, stron– cò le mire storiche della Russia su Costanti– nopoli? La Turchia di Angora si scioglieva dalla intimità cori la Russia del 1920 con la ripresa anatolica, e si ristringe alla Rùssia con la pevdita di Mossul. Sono fluttuazioni che obbediscono a momenti topici delle re– lazioni int'br-Iiazionali e non mettono in essere sistemi fermi, continuativi, decisivi, defini– tivi. Il giornalism9 mercantilesco dell:3-b?r– ghesia che vende a buon mercato emozwni al gregge dei lettori ruminanti, giuoca a gran forza di iperboli; ogni effimero diventa il se– gno di una leg~e univers~le; ogni par~ico– lare di cronaca e la base di una gen.erahzza– zione che abbraccia cielo e terra, il passato e l'avvenire. Per fortuna Litwinof ci aiuta a vedere la realtà dell'accordo del 17 dicembre: « Le re– lazioni reali esistenti da lungo tempo tra la Russia e la Turchia sono quelle che il trattato consacra. Qu~ste. relazioni escludevano la possibilità di rapporti aggressivi e~ ostili r_e– ciproci fra la U.R.S.S. e la Turchia». Ossia il trattato a Ùn bel circa crea tra le due po~ tenze ori,entali confinanti un rapporto ana– logo- a que~lo creato a L~carn? dru.le potenze occidentah . .E la Germania, umta con un t_ral– tato alla Russia diventa l'anello che congiw1.: ge il patto di Lo~arno a quell? odiern~ di _Pa– rigi un anello che serra l'Occidente e 1 Onen · te. Ìl ponte tra l'Europa e l~~sia an~ichè rott? se:mbra rinforzato. In ogni caso il cozzo e molto meno violento di quel che si mostri nel riflesso .della fantasia giornalistica, a~zi una soluzione di continuità, in cui inserire Biblioteca Gino Bianco per preconcetto l'ostilità, non è visibile. Li 1 - winoff ha anche la compiacenza di istruin.:i che dal lato russo l' opporlunità di rinfre– scare l'alleanza con la Turchia non è venula tanto da Mossul ( che inleressava sopralullo il turco) quanlo (< da false voci che vengono diffuse di tempo in tempo dalla slampa estera, e negli ultimi lempi specialmente dalla stam– pa anglo-americana, circa un prelcso accordo che sarebbe stalo stipulalo tra l'llalia e l'U. R. S. S. contro la Turchia . Il Temps di Pa– rigi ha mostrato di non credere a siffatte voci. I francesi-in generale badano poco agli inte– ressi ~ltrui, tanto sono compresi dei propr'.ì. L'Italia non ha cerlo firmalo alcun accordo con l'Unione sovietic;;a çonlro la Turchia, ma– che certi suoi interessi in Asia :\Iinore siano in contrasto con Angora è innegabile, come• innegabile è pure l'intima amicizia dell'Ilalia fascista e della Russia bolscevica. Ua queslo stato di fallo dell'Ilalia convergenle con la Russia e divergente dalla Turchia ben pos– sono essere insorte spontaneamente quelle voci che dal Commissario del popolo Litwi– noff furono ritenute di Lal gravità per la Russia da creare nientemeno che un incen– tivo alla stipulazione del trattato con la Tur- chia. * * * Infine Litwinoff per liberarci di ogni dub– bio circa la « tendenza pacifica dell'accordo~ ha dichiarato•« essere nel desiderio del Go– verno sovietico di concludere accordi ana– loghi con tutti i Paesi che hanno relazioni normali con esso ». Questo è molto forte e noi non lo piglieremo ad lite ram. Ne riterremo soltanlo questo, che il trattato del 17 dicem– bre con la Turchia non è di essenza assolu– tamente antieuropea, non è quella catapulla di guerra dell'Asia contro l'Eu:c_op::!,quella sfida a morte alla Società delle -:,.; azioni ed ai trattati di Locarno che ci hanno delt0, e che anche l'organo dei massimalisti italiani, sottospecie di comunisti, ha ripetuto. L' 11- ua.nti, anzi, ha fatto di più: affidate le sorti del socialismo mondiale alla spada del ge– nerale chinese cristiano, sostenuto dai russi contro il generale confu ciano sostenuto dai giapponesi, ha in quest'occasione dichiarato, - contro l'opinione di tutta l'Internazionale socialista operaia e conlro l'evidenza delle tra– sformazioni avvenute sollo i nostri occhi per– l'opera precipua del proletariato organizzato - <,chela Società delle;'\ azioni per la sua for– mazione, per la preponderanza di alcuni stati egemonici, per lo spirito da cui è domin~ta, si è risolta in una macchina chr garantisce la pace finchè questa servirà ai più forti: è un premio di assicurazione non contro la guerra, ma contro cè'rte guerre,.. Ma è o non è tale <1 macchina )) accessibile a tutti, pene– trabile a tulli gli spiriti dei partecipanti? La preponderanza in~lese,_ se c'è, è coer~ibile dalla influenza .. dei russi, appena J o Yoghano. E la sentenza del Consiglio della Società delle ~ azioni, dopochè era stato richiesto il ver– dello della Corte dell'Aia e questa l'ayeva for- \ mulato all'unanimità. non poteva cl:~ essere conforme. X oi poi pensiamo che agli mcuna– boli delle ciYiltà, come è del giure della con-

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