Critica Sociale - XXXV - n. 21-22 - 1-30 novembre 1925

282 CRITICA SOCIAt~ cio della società borghese e che, dopo molti espe– rimenti, riuscirà ,a regolare la produzione, non sarà una società intellettualmente e moralmente più perfetta, ma metterà un maggior numero di uomini in condizione di perfezionarsi. La scelta delle arti e delle professioni, non essendo più determinata da circostanze estrinseche, ma poten– do farsi in base alle attitudini di ciascuno, contri– buirà ad eliminare una gran parte dei motivi che inducono oggi gli uomini ad essere cattivi. Le differenze artificiali economiche sono una delle grandi cause della infelicità, umana. 1 fan– ciulli i quali vanno a scu~la, e sanno che do– v-ranno essere divisi per tutta la vita secondo le coridizioni·economiche, sentendo espo~re dal mae– stro insegnamenti di morale improntati a prin– cipii di uguaglianza e fratellanza, sanno qhe il maestro mente. ANTONIO LABRIOLA. Il Socialismo e la_ questione •agri col~ Ne-l fascicolo di quest'anno, a pag. 201, anno– tando un'affermazione contenuta nell'articolo del Higuzzi, osservavamo che, diversamente da quan– to il nostro collaboratore supponeva, il Kautzky si serba tuttora fedele al principio che la piccola -azienda agricola è tec'nicamente inferiore alla grande, che essa non è com.patibile con l'esisten– za di una società socialist~, che - non ostante un temporaneo arresto dovuto a cause transito– rie - la diffusione della grande azienda, a sca– pito della picèola è destinata -a continuare. Crediamo che interesserà ai nostri· lettori -ve– dere con quali argomentazioni il Kautzky sostiene la sua tesi. Pubb1fohiamo pertanto la traduzione del quarto capitolo del. libro del K. su la rivo,. luzione proletaria e il suo programma., di cui sono già uscite in Germania due edizioni, nel 1922 ,e 1923, e una traduzione in francese è stata pub– blicata a Bruxelles, pochi mesi addietro, nella col– lezione della nota società editrice di scritti socia– listi L' Eglàntine. _ Il libro del Kautzky fu ispirato dalle_ delibera– zioni prese d~l Partito social-democrà.tico tede– scò, allora formato dai ·soli maggioritari (di de– stra), nel congresso di Goerlitz, nel 1921: con– gvesso nel quaie fu redatto un nuovo programma · in sostituzione di quello adottato ad Erfurt nel ' 1892 e già illustrato in altro volume del Kautzky, la cui traduzione in italian0-fu edita, oltre 20 anni addietro, per cura della Critica Sociale. Di que– sto nuovo programma, che vuol rappresentare un'attenuazione del rigido spirito marxista che in-. ,spirava quello di Erfurt, il Kautzky. non è sod– disfatto, e fa una critica in varii punti ctel suo volume. Pm: 1essendosi, in.pratica, accostato alla destra del partito, tanto da esser poco lontano - come egli stesso avverte nella prefazione - dalle idee di Bernstein; ~ol quale ·:aveva avuto un lungo e;.be~ r_ioto contrasto _diidee per q~anto riguardava · 1 mdinzzo del pensiero e dell'azione del Partito . il K. continua a mantenersi, nel campo teo- , neo, fedele al suo punto di vista intransigente; per averne guida anche nell'azione. possibilista quotidiana. Ne viene tuttavia un'intima contrad– dizione, che il.K. cer~a di sup,~rare col prospet– tare costantemente, dietro la temporanea realtà •concreta di oggi, la inesorabile realtà cli domani e che domina con la forza di una fede che s'im~ pone al rispetto di tutti. , Di questo stato d'animo chè nasce dal non poter negar. fed~ alla _realtà cqntingente e dal non voler rn_rnnciare ai canoni di una dottrina Bibliotec 9 Gino Bianco '. lungamente professata con passione di credente i lettori vedranno i segni anche nel passo che qui diamo :tradotto. LA (( CRITICA SOCIALE )). Mutamenti nell'estensione delle aziende Esiste un ramo importante, fondamentale, della pro- duzione, -per il quale non si può, in nessun senso, par– ·1are di comparsa progressiva della piccola azienda, e cioè l'agricollura. Appunto perchè si è tenuto conto ' ·di questa, nel programma di G;oerlitz non si parb più di quella scomparsa. E realmente la situazione si è, dopo la redazione del programma d'Erfort, modi– ficata su questo punto. Noi (Marx ed Engels ed i loro seguaci) avevamo, sino ad allora, quasi concordemen– te a~messo, e con noi una buona parte della· scienz_a, borghese, _che il contadino si trovava alla vigilia della sua rovina; e questa non era una pura illusione, ma si fondava su numerosi fatti. La salvezza della classe contadina era allora una preoccupazione forte dei par– titi borghesi; e anche i programmi agrari socialisti esa– minavano i mezzi di sostenere l'artigianato agricolo . ~ b l p1,oss1moa soccom ere. _ · Nel 1894, ..al congresso di Francoforte, Schoenlank e Vollmar presentavano· una mozione che diede, nel ·no– stro partitò, la prima spinta all'id~a di redigere un programma agrario. « La piccola azienda agricola - vi era detto - decade progressivamente.'., La classe dei contadini va proletarizzandosi ». Qualche mese prima, il Partito operaio francese si dava un pr.ogramma •agrario fondato su analoga con– siderazione, che cioè· « la situazione caratterizzata dalla · piccola proprietà coltivatrice è fatalmente destinata a scomparire». Engels criticò severamente questo progr;;tmma, ma solo, in quanto riguardava la fiducia nella possibilità -di salvare il contadino. Egli pure credeva che « il no– stro, piccolo· agricoltore, ·come. tutto ci.e\che sopravvive di un modo di pr,oduzi~ne ·scomparso, è irrimediabil– mente destinato alla rovina: è un futuro proletario»', Questa opinione si fondava sull'esperienza delle con– dizioni inglesi, cioè del paese-tipo del _capitalismo, nel quale l'.artigianato·_ agricolo era infatti interamente soompa:l"so;sostituito dàUa grande proprietà fondiaria, che non sfruttava però i fondi direttament~; ma a, mezzo di -affittuarì. Se non che anche col sistema delle affittanze,- si constatava una pr.ogress~va ·sostitu– zione dei grandi ai piccoli •affittuari: il che è continuato ad avvenire SÌiilO a questi ultimi tempi. Ecoo alcune cifrei: 1885 1895 1918. Diffe1·enza dal' 1886 al 1918 Piccole aziende (inferio- rl ai 20 ettari) 368.791 353.889 344.060 - 24.731 ·orandi aziende (superlo• ri ai 20 ettari) . 163.652 166.657 169.005 + 5.353 Economicamente, la piccola azienda agricola· non ha più importan_za i~ Inghilterra. Nei" 1895 compren– deva, in cifra tonda, 2 milioni di ettari, mentre la grande ne comprendeva 11 milioni e mezzo, Altrettanto avviene in Germania. Già clal 1816 al 1859, nell'antico regno di Prussia, la classe agricola indipendente aveva perduto 6880 aziende e 1.527.356 ar– penti dii terr_a: Il movimento continuò poi, in- µoppia guisa: da un lato i grossi proprietari terrieri r i gran– di industriali iqgrandivano le loro proprietà agrkole; dall'altro il contadino cadeva sempre più in basso, a causa delle dtvisioni fra eredi che rendevano ogni volta più piccoli gli appezzamenti, e dei prestiti che face– vano crescere il peso delle ipoteche. Con questo pro– cesso sembrava dunque giunta la fine della piccola pro-

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