Critica Sociale - anno XXXV - n. 9 - 1-15 maggio 1925

riti-ca -• oc1a·e RIVISTA QU!N_D!CINAL~ DEL SOCIALISMO Nel Regno: Ann~ L. 24 :- Semestre L. 12 - Alt' Estero: Anno L. It. 30 - Semestre l. 15 OIREZIONE: Milano - Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omerioni, 4 ·- Milano Anno XXXV - N. 9 Numero separato L. UNA Il Milano, 1-15 Maggio 1925. SOMMARIO. POLITICA E ATTUALIT.-\': Un terzo di secolo (Filippo 'l'urati). . ,. Due date (Claudio Treves). Ciù che è inorto e ciò vhe è uii;o del Prutuool/o di &inei-ra {Ange– lo Crespi). STUDI ,ECONOMICI .E SOCIOLOGJCL li problema, delle clasBi rnedie. I: Neiessit,i. <U definire e cllstin• giiere; I rnedl ceti agrari (Prof. Rodolfo ì\Iondolfo). FILOSOFIA, LETTERATURA, FATTI SOCIALI: La terTa 1rnllci econoinia ronicrna (Sticus). <Jiò che 11i·11ta11ipc1.: La libertà della 11c:iwlci (i\Iug.). Pu/Jl>licu.::ioni pe1·i;e1rnte· in dono. Un terzo di ·secolo Trentaquattro armi fa, nel 1891, sj celebrò per la prima volta, a Milano, in un grande Comizio al « Teatro della Canobbiana » - oggi « Lirico » - il primo « Primo Maggio » italiano. Tema: la conquista della legge delle otto ore e di una legislazione sociale corre– lativa, giusta le indicazioni. proclamate dai Congressi socialisti internazionali di Parigi di due anni prini.a ( 1889), nei centenar~o della grande rivoluzione borghese. Oratore, chi scrive queste .righe. La città presentava l'aspetto di un mezzo stato d'assedio. Labor– ghesia cd il Governo erano seriamente - e allora sinceramente - impensieriti della pos– sibilità di disordini. Gli allarmisti ved,eva:p.o, in quella prinia celebrazione, l'inizio di un'aurora che, per il privilegio capitalistico, poteva essere l'inizio di un tramonto. Le fan- .. tasie galoppavano. Quei timori furono delusi. La celebrazione riuscì vivace ma ordinatissima. Il 2 1naggio la borghesia sembrò tirare un gran respiro. Il discorso, che polemizzava contro le paure çlegli industriali, i quali ravvisavano nelle otto ore la loro imminente ròvina, pubblicato in exlenso dall'Italia· di Dario Papa e rac– colto quindi in opuscolo, fu diffuso a diecine di migliaia cli esemplari ccl ebbe numerose edizioni. Quel Primo Maggio fu davveco un «cominciamento». Spirava nell'aria, spirava nei cuori, mal– . grado gli allarmi •Che çibbiamo detto, un ali– , lo, un fervore di vera.« giovinezza» - non quella clella barbarie rinrn:,vata - la giovi– nezza degli spiriti, la giovinezza delle cose. Il decennio 1881-1890 aveva, dal confuso «b~– ku'nismo» dei due decennii precedenti, feno– meno specialmente romagnolo e meridionale,' tratto fuori, nèll~Alta Italia, la prima forma- Biblioteca Gino Bianco zio ne ·di un vero partito prolelario cli cl as– se: il Partilo operaio. Esso, per quanto anco– ~a mezzo anarchico e mezzo corporalivista 7 affrontava però, sia pure a scopo meramente agitatorio, la lotta elettorale, con grande im– peto. e con grande disturbo cli quella demo– crazia radicale .che aveva nel Secolo il prin– cipale suo organo e in Felice Cavallotti il suo esponente migliore. E da quel Partito .Ope– raio, in seguilo al Congresso operaio, troppo dimenticato, cli quello stesso anno h1 Milano, doveva_ uscire, nel Congresso di Genova, ( 1892), il Partilo dei Lavoratori "italiani, cri- . salide del Partito Socialista affermatosi a Reggio Emilia l'anno successivo, quan.do il prolelariato socialista italiano doveva pren– dere contatto, al Congresso internazionale di Bruxelles, col proletariato e col socialismo di tutte le nazioni. Tutto il decennio era stato caratterizzato dalla grande lotta per la con– quista del diritto di scioper'o, affermato teo– ricamente dal nuovo Codice penale Zanar– delli, m~ resistito dalla vecchia mentalità de– gli agrarif e elci·magistrali, che, nei vasti scio,., peri agrarii, contro i quali si erano « mon– tate » diecine di .processi, vedevano sempre, per poter condannare, in difetto di. ogl)i vio– lenza materiale, la « violenza morale», -pel fatto stesso del ·numero e della solidarietà di migliaia di scioperanti. E, sempre nello stes– so anno 1891, si costituiva in Milano - ad opera specialmente di Osvaldo Gnocchi Via– ·ni - la prima ·« Camera del Lavoro » italia– na, dietro il cui esempio le Camere del La– voro pullularono in ogni città, per sfociare in seguito nelle più evolute « Case del Po– p.olo ». Lo sforzo, allora, dei socialisti fu cli dare, alle « nascenti » organizzaziol]i operaie costi– tuitesi in Partito indipendente 1 (prima del pa,,tilo Operaio il mutuo soccorso rappre– sentava, sotto l'eg~da della democrazia poli– tica secolina, l'ultima Thule delle aspirazio– ni proletarie) uno scopo preciso, battaglie– ro, .quale già si proponevano i partiti so– cialisti dell'Estero, specialmente in Austria ed in Germania: la « conquista dei pubblici po-. teri ». Ma era ancora, per le masse italiane, una conquista generica, ·totalitaria, palinge– netica, alquanto miracolista, confinata all' e– stremo lembo dell'orizzonte, quasi come un mito. Solo l'ulteriore sviluppo .deJl'organiz– zazione e la frequenza delle bat~aglie eletto– rali dovevano poi infonderle, colla .conquista dei Municipii e coll'azione del Gruppo socia– listà in Parlamento, un carattere e una con– tenenza concreti. A cotesto sviluppo di or– ganizzazione, di coscienza e di azione effetti-

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