Critica Sociale - XXXV - n. 4-5 - 16 feb.-15 mar. 1925

50 CRITICA SOCIALE l'oscurità intorno ad esso accresce i pericoli di malintesi, i quali, assai più delle chiare ragioni, hanno capacità di eccitare gli animi c 1 cli mettere a repentaglio l'online pubbli:- . <..:o.E' questo il · danno reale e potenziale insieme che la libertà della stampa ha per suo scopo di eliminare. E' l'autorità che si svolge _dal sommo della libertà. E' _il co– mando delle libertà che si genera clall'in– leresse cli tutti a che ciascuno sia libero e liberamenle operi, recando il suo contributo ,all'opera comune.. , Vedete che parliamo come Stuart Mill - di cui il Gobetti ha edito in questi giornj una nuova traduzione del celebre libretto, 'con una vivace prefazione di Luigi Einaudi: la libertà non come derog·a dell'autorità del singolo, ma come .organamento dell'autorità di tutti. Di tutte le libertà, è quella della stampa che rende più ·compiùtamente evi– de1:1te la clotlrin,_'a e più sensibile nella sua concretezza la dimostrazione. Lò Stato più forte è lo Stato più libero: lo Stato· che si giova del più vasto apporto utile di fatti, documenti, apprezzame;nti, cri– tiche; )o Stato che si rallegra della pubbli-. cazione dei memoriali che illuminano. la giustizia; lo Stato che, indifferente tra rial– zisti e ribassisti) trova il suo equilibrio di finanza nell'equa esposizione delle opinioni degli ottimisti e dei pessimisti) onde evita di essere poi stretto, per l'eccessivo favore accordato all'opinione degli uni, a ristabi-. lire violentemente l'equilibrio, con eccessivi· favore da accordare dopo alla opinione de– gli altri, non senza pericolo di oscurare la fama della propria imparzialità e di inve– scare i propri organi in speculazioni di in- . teresse privato; lò Stat_o che dall'assoluta libertà lasciata . ai singoli trae la libertà propria di fronte agli altri Stati, non po– tendolo giammai compromettere la miriade: delle n.otizie contrastanti, che restano nel dominio della responsabilità priv'a:ta, una volta che lo Stato non esercita il controllo e il lascia passare, e non autorizza col con– senso largito alla pubblicazione l'opinione che quella sia... la sua opinione e che quel fatto sia il fatto che egli accetta come ve– ro; pur restandogli intera e sufficiente, .per ristabilire, ove occorra, nel pubblico inte– resse, la verità ufficiale) la facoltà della pubblica smentita. Sì, cotesto Stato di libertà sarà sempre il più forte nei rapporti esteri, e iri quelli in– terni il più creduto, perchè supera l'antitesi tra Stato e Governo, tra il potere ed il fine del potere) tra il partito e la nazione. La censura, che mette il suo decreto di sequestro tra l'individuo e lo Stato e lede : questo offendendo quello, turba essa l'or– dine pubblico ed eccita essa, incongruamen– te, gli animi. Chi infatti sente sicuro lo Stato dove il Governo dimostra di non po- · ter reggere l'urto della Opposizione e man– tenere l'amministrazione senza sottrarre al– l'opinione pubblica gli ele~enti di giudizio che si pronunziano sfavorevoli al Governo? lvi ognuno ne cqnclude che lo Stato è mal-· BibliotecaGino Bianco sicuro perchè la sua vita e m stretta di– pendenza delle mutabili vicissitudini della guerra dichiarata fra il Partito governa– tivo e il Partito dell'Opposizione. Peggio è ancora quando questa situazione di guer– ra - che, sola, necessita la censura e la spiega conTe un estremo sussidio terapeu– tico al partito - eU1erge da discorsi e pub– blicazioni degli uomini .:r:espons.abili, che ne · parlano come di. un fatto pubblico, palese e concreto. Allora l'indebolimento dello Sta-· to è massimo, perchè l'esistenza della crisi ha un riconoscimento ufficiale; e se la cen– sura vi trova, limitatamente a queste. condi– zioni di morbosità, giustificazione, peggiora per altro le coùdizioni stessè, assai più che non le _sollevi, perchè un'ombra colossale di scetticismo, mercè di essa censura, viene gittata su tutta l'opinione permessa é tolle– rata, la quale viene subito confusa con l'o– pinione promossa ed obbligata., Dopo lun– go ... errare la stampa ufficiosa, nella for– zata contumacia dell'altra, non ha alfine, in questi giorni, dovuto riprendere,· essa, - l'elogio della Società delle Nazioni e pro– clamare la necessità di te1ierné il massimo conto, dòpochè l'inèontrastahiJc è.lomm·a del– la. vittoria diplomatica di Corfù minaccia– Ya di impastoiare in eterno i movimenti della politica estera italiana, o, _che è Jo stesso, l'opiriion~ di quei movimenti'! La ce1~– sura, ,comune denominatrice dell~. poli_tica, compromette lo Stato_ perchè ne denunzta ai cittadini ed agli stranieri la situazione di crisi e perchè impedisce violentemente l'in– dicazione dei rimedi -e delle riforme ·che potrebbero portare lo Stato alla guarigione. L'eccitazione degli animi che la· censura mira a scongiurare è l'ardente sollecitudine dei cittadini alla cosa pubblica, l'appassiona- . .to controllo sull'opera degli amministratori.. Ma senza di ciò non vive lo Stato moderno, ii quale, se chiede il concorso· di tutti, chie~ de la passion$ di tutti, visto che fuori della passione non è possibile fecondità dj ope– re, ma inazione, sottomissione e morte. La censura è al centro del groviglio delle anti– tesi: un Governo che vuol agire fuori della pubblica... censura; che vuol censurare _e non essere censurato. Un tal Governo do– vrebbe essere di ùn unico uomo per -evitare le contraddizioni dei· funzfonari, le quali distruggono anéhe la pensabilità astratta del sistema sognato, che, fra l'altro, ha con– tro di sè il fallimento della esperienza du– rata molti secoli. Non ci sono « istruzioni » che valgano ad uniformare le menti dei funzionari. E l'arbitrio rompe la maglia stessa che dovrebbe imprigionare le pas– sioni, per farne un bottino da deporre ai piedi del Governo. Nel bel libro di Mario Borsa sulla , Li– bertà della Stampa (Edizioni Corbaccio - Milano), riferendo i commenti della stam– pa fran~ese al processo testè intentato _: e non è neppure il caso del sequestro -– contro il giornale Eclair per la pubblicazio– ne di notizie false a proposito delle misure · prese contro le mene comuniste, si trascrive . ' I I

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