Critica Sociale - XXXV - n. 4-5 - 16 feb.-15 mar. 1925

.... ritica • oc1ae ., RIVISTA. QUINDICINALe DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24 ·- Semestre i.. 12 - Ali' Estero: A!lno L. It. 30 - .Semestre L. 15 DIRE:ZiONE: Milano - Portici Galle.ria, 23 - AMMINIS.TRAZIONE: Via Omen~ni, 4 - Milano Anno. XXXV - .N. 4- 5 Nu~ero separato L. U-N A MIiano, 16 Febbraio-15 Marzo1925 SOM~A~IO POLITICA E AT'PUALITA': Il processo del campanaro (Claudio Trev~s). · Due gra-ndi morti (f. t.) La legge del 5 fruttidoro e Za difesa del nuo;vo regime (G. ~1archi). Dell' A vent·ino e di aure cose (Prof. Giovanni 2'1yordi). I, STUDI ECONOMICI' E SOCIQLOGfCI,: Per un movimento cooverati·vo 8erio e indipendente (La Critica Sociale e Dott. Olindo Gorni). flLOSOFIA, LETTERATURA, FATTI SOCIALI: Gli intelleJtuali (Observer). Sguardi in giro: lfala.ri e prezz-i negli /Stati Uniti in Inghilterra in German·ia, i11 Italia (f. p.) ' • ' PubbUcazioni perven,ùte in dono. Annate arretrate di Critica. Sociale: La_ Critica Sociale nel 191!,5. Il ·processo del campanaro ~ubblichiamo s~nza vergogna, qui apprès– so, 11docume11to della «nostra vergogna». E' - una confessione senza pentimento. Noi abbia- . mo, nell!articolo in testa della-Critica Sociale . . . ' espresso « osservaz10n1 ed argomentazioni tali· da eccitare gli aii.irni ~ da produrre turbamen_to_ nell'ordine pubblico, ,nonchè ap- · prezzament1 che èostituiscono vilip•endib dei pubblici poteri.» .. La nostra intima morti– ficazione è che quanto. ci attribuisce il cen– sore .non. risponde alla realtà di fatto. La st~mpa romana riprodusse largamente di. quell'articolo npstro le « osserv~zioni e "le argomentazioni» e ness'uno colà riscontrò che ne fossero. eccitati gli animi nè che fosse turbato l'ordine pubblico o che, co– mecchessia, i pubblici poteri fossero vili– pesi. Forse a Ronia qualcuno attendeva la nostra povera prosa. La polemica sulla se– cessione aventiniana esigeva il nostro in– tervento,. a prescindere dalle opinioni aven– tiniane od antiaventiniane, come un contri– buto. di ragioni ad un modo di vedere. A polemica esausta, la Camera si riapre e l'Aventino non cede. Se le idee r,he dirigono le volontà dovevano confluire a· lal risulta– to, bisognava bene che fossero espresse. Che eccitazione degli animi l Che turbamen– to. nell' ordinc pubblico! Come si possono to– gliere· agli event'i i loro fattori? Ecco quan– tQ presume nel suo orgoglio ciascun funzio– nario, e non si avvede che il suo vicino, o– perando in modo diverso dal suo, distrugge il ·suo obbiettivo. I fati trovano la via sem- . ,Pre. La - libertà si .gloria di spalancare le porte; la tirannia si ostina ad asseragliarle. Ciò che muta è soltanto,· a così dire, il costo dell'evento. C'è un'economia della sto– ria. La censura è, sopratutto, un delitto con– tro l'economia della.· storia; è conflitto di Biblioteca Gino Bjanco e1:1ergie; è paralisi di organi; è dispersione d1 luce. Ma non basta a tradire l'evento n~,ces~ario; ·sibbe!le può renderne il parto 1~1':1 le1:1to,lravagll~so e crudele per la mor– l1flcaz10ne delle spmte spasm,odfrhc. La libertà della stampa va considen1,ta non tanto dal punto di vista del diritto subbiettivo di dire, quanto dell'interesse col– lettiYo sociale che si dica. C'è ora veramente m~a certa obnubilazione nella nostra pole– mica su questo ·punto. Gli uomini offesi nel loro diritto d'opinione protestano. Hanno ·torto e bisogna ·mutino sistema. Debbono, soffrendo anche di essere accusati di va: nità, co~pil:!-ngere gli offensori,. che si' arbi- · trano di coart~re il loro dirìtto appellandosi . al pubblico interesse; _per,chè g\i offensori .ledono non meno il· diritto subbiettivo -cht> l'oggettivo; non meno il diritto individuale· di pensare che il diritto collettivo di co– noscere tutto il pensato. E queslo . è. Il · diritto prevalente, il diritto sociale che st;i sopra al privalo. J.,a « nazione » vuole la libertà della stampa, non il giornalista. Il ~iritt~ positivo ha pqrtato tal concezion~ fmo alla creazione di un diritto .speciale penale, in virtù del quale il legislatore.· a · stimolare tutti i contributi possibili al · te– soro della pubblica conoscenza, rompendo la legge ordinaria della responsabilità indi– vidua~e garantisce persino l'immunità pena– le ai pavidi autori, contentandosi di una responsabilità unica, collettiva, . simbolica; _quella del gerente, o, come si vuole ades– so, del direttore o del redattore principale -~- purchè non sia un diffamato o un sena– lore o deputato - a patto e nel fin~ che tutti parlino quelli che hanno qualcosa da dire! Da ciò si può giudicare quanlo a ri– troso della realtà siano certi vanti solenni di avere nell'ultima fase politica sgominati gli avversari esacerbando i rigori contro la la stampa. · · · La censura divenla l'offesa alla collel– tività,. violentemente espropriata da quello che le spetta di cognizione di fatti e di illu– strazione di idee. E come vittoria dì Go– verno sopra la Nazione non si intende, così illusoria quanto metafisica è la vittoria del Governo sulle Opposizioni, in dipenden- · za dell' ost~uzione opposta alla pubblicazio– ne delle loro ragioni. L'Aventino non di– scende, se così ha deciso, ancorchè non gli sia lecito esprimere: tutte le giustificazio– ni del suo punto di vista intransigente. L'ar– ticolo nostro è impedito di circolare; ma il · fatto non si sposta di una linea; soltanto

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