Critica Sociale - anno XXXV - n.3 - 1-15 febbraio 1925

bR.JTICA. SOCÌAtE 39 zionale e gli interessi delle classi operaie. (I capita– listi, va sans dire, non aspirano, per conto proprio, che a rendersi benemeriti dell'economia del Paese e a procurare il benessere dei lavoratori). Come la necessità del dazio sul grano,, quando essa esisteva, era dimostrata sulla base del costo di produzione in terre meno frrtili, così avviene per il dazi,o sullo zuccherò; e anche qui, a profitto dei pro– prietari di stabilimenti più produttivi, si viene a ,costituire un soprareddito ·affatto analogo alla « ren– dita fondiaria», tanto maggiore quanto è maggiore la differenza . dei costi. Esclusa la possibilit_à, o almeno la probabilità, cli una eliminazione degli stabilimenti più arretrati, è chiaro che la pletora cli produzione rimarrà; op– pure si dovrà ricorrere al sislema cui si riconsc già dagli slessi zuccherjeri circa 15 anni addietro, e da altri gruppi industriali in altri momenti: il si– stema cioè di fissare, per mutuo accordo, ad ognuno di essi stabilimenti un maximum di produzione, no– tevolmente inferiore a quello cui la potenza del· suo macchinai•,io potrebhe_ arrivare. Nel caso che l'abbondanza della produzione ri– manga, è evidente che non si potrà farla assorbire dal consumo interno, ·non perchè il consumo dello zucchero non sia ·suscellibile di aumento, -chè anzi potrebbe e dovrebbe raçldoppiare, triplicare, qua– druplicare, per raggiungere la media di altri paesi; ma perchè è l'altezza del prezzo che ostaéola la diffusione e intensificazione del consumo. Sarà quindi necessario promuoverne r esportazione; e poichè su 1 · mercato estero la proiezione non è possibile, bi– sognerà che paghiamo noi caro lo zucchero (e, se occorre, più caro d'ora), pcrchè alcune centinaia ùi' migliaia di quintali di zucchero prodotto in Italia possano esser vendute sollocoslo ~11l'estero, magari (chi lo sa?) in Czecoslovacch ia. · ~el caso invece che si ricorra alla arlificiosa ridu– duzione clella produzione nei singoli slabilim·enli, anche allora la necessità della protezione non sarù diminuita, anzi aumenterà rispetto ad oggi, perchi> gli interessi siel capitale d'impianto graveranno su una produzione minore, e t1uindi in proporziope più elevata e la misura unita'ria delle spese generali ' - . d'esercizio sar:'.t anch'essa, naturalmente, aumentata. * * * Ecco perchè la protezione agli zuccherieri è inop– portuna, e non risponde affatto agli interessi eco– nomici del Paese e, molto meno, alle esigenze di espansione e cli sviluppo delle sue industrie. Tanto più è inopportuno (per non dir parole più appro– priale) questo, come ogni altro provvedimento fi– scale o protettivo, in un momento in cui è già così grave il carico dei tributi diretti e, sopratutto, in~ diretti sulla classe lavoratrice e su tutta la massa dei· consumatori, e le condizioni politjche non con– sentono quella .efficacia di azione sindacale per cui al crescente costo della vita proporzionalmente e prontamente si adegua il livello dei salari e degli stipendi. Un giornale ufficioso, la Tribuna, osservava pochi giorni addietro, su questo argomento, che sarebbe veramente strano che, mentre dobbiamo pagare caro il pane percl:iè è stata scarsa la produzione del grano. dobbiamo poi , anche pagare· caro lo zucchero, perchè..... l'abh.ondanza cle 0 1la sua produzione in Italia rende necessaria la protezione. I-n questo rilievo, esattissimo e lapalissiano, la cui esat-· tezza non ci salverà tuttavia dall'imminente rincaro Biblioteca Gino Bianco anche dello zucchero, è inclusa una condanna, ol– trechè delle misure protettive che sacr;ificano al guadagno di pochi il tenore di vita di milioni di consumatori, anche di lutto un sistema sociale in cui, non soltanto, al posto delle presunte armonie economiche, trovi.amo un contrasto cli interessi" in– conciliabili, nel quale sono in generale gli interessi più ristretti, ma meglio agguerriti, che prevalgono; ma è possibile che la stessa abbondanza di merci che servono alla soddisfazion~ di bisogni fondamen– tali sia causa, ai più, di miseria .. ' Ma non entriamo in queste analisi più profonde, mentre c'è il _problema immediato che urge. Con-! statiamo solo che, in siffatto regime economico– sociale, è perfettamente logico che, mentre è ridotto così basso ii tenore cli vila delle classi lavoratrici, si levino osanna per ringraziare f messi di Dio, che hanno procuralo alle « forze produttive» del Paese una non mai vista esuberanza di c_ommissioni e cli guadagni. UGo Gumo I\[oNDOLF'O. ·I problemi dell' emigrazione Per un'intesa italo=irancese. - OH insegnamenti di una ondata xenofoba. - Un problema nuo= vo. p_erla Francia. - I diritti e i doveri dell' e= migrato. - La ·Cooperazione di lavoro. Le recenti misure repressive, adottate dal Governo Francèse nel confronto degli stranieri cosidetti inde– siderabili, produssero, con i loro errori madornali, un duplice effetto. Quello di rilevarci i sistemi poli– ziescl1i qui in uso, per cui ogni operaio straniero che legga giornali sovversivi o che frequenti riu– "nioni è qualificato un soggetto I pericoloso; ed anche quello di snscitare, cli riflesso, un certo interessa– mento, negli ambienti politici e giornalistici di Fran– cia, intorno al problema della immigrazione operaia. Sui criteri coi quali è slato proceduto a centinaia cli espulsioni in questi ultimi due mesi, non è il caso cli insistere. La s.tessa stampa amica del Governo ha dovuto, sebbene ahimè! un po lardi, intervenire e denunciare taluni casi davvero edificanti del come le Autorità in sottordine applicavano la circolare ciel Ministro degli Interni .Chaulemps. . . In realtà, in Francia come allrove, la . Poliz1~ è almeno d'un mezzo secolo in arretralo coi tempi. La routine amministrativa deve insegnare che è indesiderabile, perchè « suscettibile di turbare l·or– dine pubblico » chiunque venga calagolato come «sovversivo». 1' dossiers non si possono evidente-, mente aggiornare a seconda delle mutazioni roli~ tiche ciel Governo· nulla di strano che le espuls10m abbiano colpilo s;pratullo lav~r~tori no~ cor1;1unisti, che il presente G.overno non nl1ene penwlos1, dun-J que alla tranquillità ciel Paese. L~ strano è che il Ministro degli lnle1;ni abbia avallato con la sua firma quesl i decreti, offrC'nclo così ai comunisti una magnifica occasione per fare della demagogia a buon prezzo fra gli immigrati: La circolare Chautemps veramente parlava d1 provvedimenti con_lro q~egl_i stranieri ?he_ 1:1011 aves– sero rispettato glt obblighi della osp1tahta, provo– cato aaitazioni o torbidi contro le Istituzioni che reggong la Francia. Ora nessuno degli espulsi fu arrestalo nel corso di manifestazioni pubbliche nè a causa èli esse. Nessuno dei colpiti dagli affrellati decreti polizieschi fu trovato in po~sesso. di do– cumenti o d'altro che comprovassero 11 solito com– plotto contro la sicure=za dello Stato. Le Prefetture e i Commissariati speciali che lro– vansi nelle reaioni cli forte immigrazione andarono alla spiccia: cliedero m~no_ ?Il~ pratiche s~g_li sta: nieri scelsero a casaccio m c1asctma locahta quei tali ~he ad occhio e croce sembravano i più indi 0 ziati di sovversivismo e proposero al Governo le espulsioni relative. Fu così che a Parigi, la Polizia pre~e di mira

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