Critica Sociale - XXIV - n. 20 - 16-31 ottobre 1924

T ,,. dlttT1CA S001ALE 315 I . . xismo, fra cud. uno de.i più acuti, quantunque men ,n<->·ti, lavori di Arturo Labriola (1). I-0<lovrò'l:imJ.trurmia qualche cenno, evitaindo di ,entrare nelle reciproche d.isous,sio;ni, e con– tenta1I1idomidi dimostrare che, pur div.ergendo fra loro, queste· iinterpretarioni illustrano tut– te il Marx :filoso.fo (anche ,quando lo negano), -e .formaino atl.trettanti gradini per giull;l!ger,ea quell'interP.retazione critica di ,Marx, ..sulla quiale 1s:ipuò fondare un criterio etico della po– l-itioa) iin cui l'economismo sta soltanto a dif– fe~nziar~ i1l co 1 ntenl/,1,.to fondamentale, ;relativo e contingente, deil movimento di c13isse econo– mica, ma non ne assor-be }a forma politica uni– ver,sa:l,e, se non a condizi,O'Iled'a11,nientarsi oome pensiero e realtà politica, •rinunciando a ogni socialismo. Il primo ·Larbriola (Antonio), filosofo <li raz– za., ma•estro :fascinaniJe. prima che rri,cercatore erudito, {Parve in Italia l'apoilogeta del mate– rialj,smo ,storico id-i .:Marx: in. v,erità, il suo spi– rito heribartiamo, costruttore, unifkato 1 re chia– rissimo, aveva già -enudeato dall'e~ouomismo marxista il concetto ,essenzia,le di econo– mia, ·non come di fatto materia1l-e ,e condizione este,rna a noi, ma come di vrocesso psicologico) stoirioo e sociale. La storiia, dice il Labrioila, non è run moto che -p,roceda in linea retta, sooondo legg,i ,Il)a,turali e perciò raiionalmente deducibili a priori: ,essa cammina a zig-zag e l'iiro:nia 11,e iSiedie ,sopra sovrana. Per compren– dere l:a storia, è dunque ·vàmo pa,rtire da 11nia tesi ideollogica astratta, -0 g,enera1izzare un fat– tol'ie, sol perchè più ,emergénte, come il da.ritto e ila politica, per farne la causa razionale e vo– lontaria di tutti gli accadimenti sociali. No: l'idea di giusti~ia che divie1ne Stato ,etico o Sta- - to di diritto, ecc. ecc., sono tutte <<pappolate>>. Lo -Stato e il Diritto - che non ISli .possono c01110scereche come storia dello Stato e d-eil Diritto. - vi appariscono i!ll una continua re– latività con le condizioni economiche di cìassii opposte, ~ cui co1rrispondie 1rna psicologia dii classe, non l'liducibile a razio.na; lità assoluta e necessaria, proiprio perchè interessa.ta e .so.g– gettiva: lo Stato è un •effetto di essa e il Di– ritto è uno ,strum:ento, espressione autoritaria degili int,eressi trionfanti. P,ertanto, le dottrm,e ideoilogfohe, e le ,seimi– dottriin:e dei « .fattori >> sociali astratti, 'll!èspie– gano la storia, nè giovano alla pratica, che ,non può agire che oon •1eforze ,esistenti di d'atto. .La iSOCietà è un «dato)>, che si a,naliizza riso1- vendolo, ma rimanendo i:n ,esso. Quivi tr.ovia– mo, che la struttura ,economic,.'1, .determina ii.u primo luogo e per diretto: le cilassi sociali - (1) Giù. oor.iitti.a cui più pwrticola.rme.nte aHud&è>sono; di A,nton,io Labriola i I001Ji Sa.ggti, e spooi,alme,ute .il second'o, Del . Materialismo ~torico {}b'96); .del Urooo, Materlalis-mo stoMco ed economia marxista, spooia.lmenite il .Saggio I -(1896) e III (.1897); i due iSag/lJÌ del Gentiùe, La Fil0sofia di Marx (1899); .di Arturo La.briola., Marx nell'Economià. e com..e teori_co del soci.alismo 1(1908); foiine, di Rodolfo Mon– .do1fo .spe,ciaàmente gli oori.tti del II vol. della. III ed!i.zione, SuUe orme di Marx (19'23), a. ,più a,n,tichi dei .qua.li , Fcuer– bach e Marx (ora affiiPliwto)e La Filosofia deUa 8toria di F. Lassalle, a.pparvei:o la iprima ,volta già nel 1909. Pur trop– po dovro, oro.~. d1 ~laa:-e di _aJtrj 1 come ~l Ohia,ppelì'i, il .Leon~, l Olgo.ati, iJ. D1 Carlo, il Tilg'her, il. Lon,gdbardri, à·l &ritta., ecc. ecc., ohe estesamente o di .pa,ssag.gio scris– sero intorno aJla. f.iilooofia di M -a.rx, non tratta.n-dosi qui di uno stud!io atorioo, ma, di punti di rife<rimento per :un'en- nesima « revtÙIÌone > IIìla.rxista. • BibliotecaGino Bianco 110svolgtmento del diritto ,e della mor.ale (cò– ..me contenuto; doveva aggiunger-e il Labl'li<?la) -· :i!l ·,ctominio politico; in secondo luogo, l'in– dirizzo e, indirettamente, gli obietti delle atti– vità ,superi-Ori del ;pensi-ero, arte, r.eligione e scienza. Le condiziona. tecniche, . poi, entrano colIDetali ntellle modi:fi,cazioni dei rapporti. tra la ipr-0duttività d-el lavor:o- e 11acoortd.inazi-one de.i cooper31Il ti. · · Come ,si -scorge, il La.briola aicoettia il ooncet– ·to marxista della fondamentaJlità tSocial,e d-el fatto economioo, ma :lo intende oome movente psicologioo delle attività superiori e fine iprin– cipale (ossia contenuto) di queste; e nel tempo st,esisopone in serie i fatti ,so-cii-ali, serie di fon– damenta.lità decrescente e di complessità cre– scente (economia - diritto - mO'l'al,e- -poli– tica - arte - rel>igione - s-cien21a),taile che ciascun fattor,e determina i seguenti e ,si rela– tivizza ai ipr~edenti; aJg.giung,oodoperò c.he cia,– souno può a :Srtiavolta, avendo una propri,a, e .pecu[iare attività, reagire ,sopra i più ,fonda– mentali, ai ·qualii è dunque Jiegato ,per una do1ppia serie dri azioni ,e reazioni. •Questa concezione sodolog.ica int,egrale è– dunqu,e. l'uinifìca11ione concreta deHe dottrine a,stratte, riportate alll'obiettività de-i fatti. E.ssa inon esanriis,eiele ,cogn,iz\oni pa~ticolari, che s-011iO la sto,ria può dare; ma serve <li me-to,do, di « ,filo condnttorie », come volev•a l\farx, per comprenderla, ,e quind-i per pr,evederne gli svi- · luippL . Il materialismo storico così inteso è una, « .filosofi,adella 1stor1a », reaili,stica 1perichè uma– na (psi-cofogica) e t0biettiva (,sociale) e perciò « de:fi..nitiva ». La veriità del materialismo sto- 1•ico ·è ,nella sua cor:ris,poudenza eoi fatti con– creti, che deve aiutaire a modi1icare, perchè conoscere vuol dir •anche operare, e viceversa : è una dottri,na ve:ra, perchè non dettata dal ooipriocio di 11\1.arx, nè plagiata su precedenti autori, ma perohiè ,plagù,a,essa 1stesisa-gli avve– nimenti; ed è matura) per-eh è può spiegar.e così la propria origine coi propri ,pr~ciphl (1). 2. IL MACHIAVELLI DEL PROLE,'TARIATO. Spiegare? ma che cosa spie.r;a) di quale verità informa l'•economia di Marx? si chiede Bene– det0 Croce, .portando la sua acutissima cri– tica al centro cfollà,questione. V,edi31IIlo il Ca– pitale. Quivi <~ il Marx ~lissunse, fuorii del cam– po della pura. teoria economica, UJJ.la ,proposi– zione, che è la uguaglianza ,clJi vaJl-0re ,e lavoro >> (il lavoro dei beni prodotti è uguale ,aJ1la quan– tità di ,lav-oro socialmie.nte necessaria, per pr.o– durli). Qual'è la realtà di questa « Legge »t 111 valo,re-lav,oro è ·11I1adeterminazione <l~l va– lore propria di una societd, ecoinomica in se stessa) cOJ1,siderata in -quanto produttrice di beni aumentabili -col lavoro: .soltanto in que– sti lima.ti corrisponde ai fatti; ·ma, una tal so– cietà illOD. esiste in concreto. Adunque Marx riguarda astrattamente là società in quainto so- (1) Per l'in:terpretazion.e del Labriola, clle il Orooe chia· mer_à ~a « d.i~essioi:ie ». ,propende mvteoo il Chia-ppè1hi (Il Socwltsmo e il pensiero moderno, 189,). Il arirerio 80cio– log:i-codella serialità dei fatti sooia,li fondati su l'economia venne poi am:piameoie e geniaJmenve svolto e applicato da Mfonoo A.sturaro ,(Ii Material.is·nw storico 1904, La socio– logia, i s1wi ·metodi e le sue scoperte, 'r ed. 1897, So– ciologia politica, 1911).

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