Critica Sociale - anno XXIV - n. 15 - 1-15 agosto 1924

• CRITICA .SOCIALE 237 sol vere l ':a,n-Qorainsoluto problemla unitair~o italiano) solo in qUMl~ i Sindaoati d-eì Nord, nelle proprie rivendi~oni di classe, i.mlp~iohinioun principio che perchè politioo, trascende ill prop,.,rio egoismo ~nda– cale, per assumere 1;1.n·vtlllore genel'ale, n!on più re.gionale, lmJa i~ I . Una riprova di queste doosi-derazi,oni c1-'e ap– pun'oo iqfferta dahla .~toria del social:isrrro di questi ultimi anni: la suia i:nc,a,p.aicitàrealizzatrice nel 1919 1920 fu .apipunto incapacità p;rettaa:nente p1~itica, e cioè incapaicifà di esprim~re un pr:incipji 1 oi di o,rga: nizz,azione politica iattmverso il groviglio delle lotte sindacali. Ùn riconpscim@fu quindi dj queste con– siderazioni più ne'thei di quainto non si sia fiatto finora, rioOOJOscitrnenfo del resto implicito~ come mo– tivo caratteris,ticaJmente difrevenzi.ale,. nel Pa.rtitOi So– cì.aJista Unitario in Qo,nfoonto ad . altri movimenti socialisti, è aoquisfo: di una pìiù chiar~ coscienza dehle vie e d,eilTepossibilità del triionfo siociaJista. Anche peì· ques'tlo si deve esser gr.ati· ai Barabono di iarve1· messo in più plastii-ca ·evid'énza mioitivi ed esigenze cui finOl'.a il moivime.n.to soci.ailista · non , ha, attribuito e rioonosèiuto tutto l'intrinsooo valore che essi han.no . AscA: Le colpe della filosofia Il. (C1m.tinuazione, vedi numero precedente). L' ideialbhs.mo , è, nella SUia natura sos-tanz.i.aJe, filloootlia d~II,a illilberlà ·aJS.Soltuta. e, p 1 1u rp-r:ooisa– anie1nt1ei, deim~ a.:ruwcmJia. JIL 1SU:0 •p1r!in:c,~p,i:o, è che •F iJo o lo >$pdlrito con !I)aidI'onalllZ.a ,p,ie1111a,, cifie di rnuJJ.a dli ,elsilmilnseciosubisce La· p,rer:;.sto1rni o il ,cOIIlltroJ.10cava u,niJcameinte d>aJ p,r01prio fon. do ,ru'tto: 'co!llldii!vi:o1ni d,eUa ;0ono1scenza, ·oolf.lldilzi,o,– nJi .dellll,a -roollJtà, oonidli·zrl:o,ni -delll' azione. Da l,ud primordialmente zampillano gli èlementi fonda– méntali dell'Essere,. che solo fallacemente appare quindi da lui diverso, disgiunto, indipendente. A lui appartengono ,a priori gli elenienti conoscitivi che, essendo i medesimi di quelli esistenziali che ernli ha impartriito- aJ,l'Eissere o Natll!l'a, reindono, que– sta prona e intima al pensiero che s'affaccia a co– noscerla. Da lui mante monadica che circola uni- ' . . camente in sè ,· che non ha finestre ape_rte verso l'e- sterno è non ne ha necessità perchè tutta l'essenza dell'ester~o ~è già in essa, sorgono, senza -~isogno ch'egU- guardi altro che in ,sè, le leggi dell'azione, la legge morale. Tutto ciò è dettato con assoluta sòvranità dall'i.o. Egli possiede perciò l'assoluta li– bertà dell'assoluta· sovranità. Le condizioni e le esi– genze dell'io, oss~à della ragione, sono le verità e leggi supreme del mondo, a cui nulla deve far re– mora.. INessurn \fatto cc eistemo n, sì de-llai « realtà» materiale che di quella sociale e convenzionale, deve star contro a questa assoluta sovranità-libertà del– l'io o ragi®e, nè pretendere di limitarla. Quando, come nella rivo:lu21io·ne francese, l'io o la ragione IS,pez– za violentemente i vincoli che in un lungo corso _ di anni le erano esteriormente cresciuti attorno, e riafferma la propria assoluta sovranità-libertà, anzi divinità, Kant è Fichte scorgono in ciò l'attua– zione della loro filosofia. Il robespierrismo delJa cc dea Ragione n è, non ostante ogni contrario as– serto, l'espressione più precisa dell'essenziale si– gnificato dell'ideàlismo. E •siccome l'io, esiste solo nell'individuo, ed anche un io superindividuale che si asserisca èsistente mon è se non pensamento d'un individuo ed assume_ quindi la natura, le qua- BibliotecaGino Bianco lità, i principii, le verità di cui ques,ti lo dot3: e ?~e sono quelle che egli trova in sè, cosi è proprio l io, quale nell 'indìviduo pensa e vive, quello .del q~ale l'idealismo implicitamente esige Ja contmua libe– razione da tutta la e< natura ))' da ogni pressione ad esso estrinseca, da tutto ciò che esso, nell'incon– trollabilmente sovrano giudizio che in ogni indivi.– duali1ta jplì011iu111cia,, •vede •come non-raig.1one. La riduzione idealistica della realtà all'io-, la c~ncel– la_zione d'ogni configurazione del reale ferma, « ob– bieittiva ·», indri.p,a_nd:emte ,(lalf.'io,i da su.boird:inazion,e totale della realfà alle leggi dell'io, significa dun– que da ultimo, se interpretata lealmente e senza sotterfugi e cavilli, piena anarchia. . Ciò non ostante, in grazia dell'opportuna apph– cazione pratica 1 del suo canone dell'identità dei con– trarii, che· gli permette di far scivolare ogni prin– cipio nel suo opposto e di sostenere nel contempo che rimane lo stesso, l'idealismo, teoricamente filo– sofia dell'assoluta libertà, diventa praticamente sempre lfiiosodlia del 1 d:i~po,tismoi. ,Per W1,a siin.g,o.lar.e c,e1cità:non ,ee, ne sono aooorti t gio,rnali dei partiti I ava;:n,z.a/ti, :che, a1pireindoIle, loro -c:o,lonne a ·scni-twri i,d·eal!isfi, per Ja màggl1oc par,te' ·ex-p-11eJtt (-quasi che q;uesto sia un ,camttere, Si,01.Jim d:1 Selrl.Si ,de,m,ocr-atiici e non! aivvernils,sei tnveice ,che l'ex4.PI1!#Je tr-01v.i di r.eigoJ,a nie!L'l'' ii.id 1 eail: sr;ruo il suirro,gato, ,]ai-c,o det -pr ,eg.iu ,dlizidiìe– sa:stidii e 'delJJe 1intiOll•leraniiei lteo1og,ilcihe,da lui, nella ,ruu,ov:aJ veis,te, c'Onse.rvate .tntatte), si soaldarolllO -in s,e,no il se111p1e _ che J!i, ha moo-:si, ,atoè OO'ni1Jrilbuiroino a far d,iwe.ntare ,d 1 i. mo.da un 1pen,ste;-ro, •dltretto a scal– za.ire ile [l())ro,do'l,trinei ,p 1 01Jlitiohe. Ma ecco Fi.chte il quale sostiene che, poichè co– lui. che sa insegnare non fa se non rendere espli– cita agli occhi del discepolo la verità che sta già ·riposta nell'anima di costui, che è _dunque ia Stba, così se egli, invece di persuadere insegnando, co– stringerà, in effetto non costringerà, poichè la ve– rità che egli ora impone è ancora la stes~a che c'.~ g.i/à nelil,',a,Ìl1ima ,dli: chi ll'imp,o$ii~iione isuibisce', è la verità sua; e quindi non c'è nessuna imposizione. Ed ecco Genti"le, proprio nella sua qualità di guida suprema dell'educazion~ nazionale, asserire che il hM-tone è vefooi1odeUo spirito di a'Sso,luta li:he.rtà, del tutto pari in vafore e dignità agli argoment~ in– te,Uet1tuali (7). La, volgar_e..de!finizione, ironka e< argo– mento persuasivo n, applicata alle bastonate ed rti pugni, è, per costoro, assurta a principio supremo di filosofia. Ma qui è necessaria· una distinzione. Quale è in particolare la specie di dispotismo di cui l'ideali snw diventa regolarmente la filosofia 7 Vi sono due specie di dispotismo, 6, con termine pjù generale, di autorità. Una è l'auto_rità delle con– fische, dellè proscrizioni e dei bandi, quella· di Silla, e, potenzi~lmente, di Catilina. L'altra è l'autorità di Cesare, che, sebbene nel suo partito vi fossero due fazioni, delle .quali una u desiderav·a soltanto che Cesare fosse in Roma un cittadino potente ed eminente, un'altra, più violenta e turbolenta, la quale voleva far Cesare onnipotente per prevalere e...~al al .sùo segrujto e con :ill isuo fa voni n, (8), pure muove cc dalla massima di riconciliare i vecchi par– titi n, segue <e la giusta considerazione dell'uomo di Stato, secondo la quale i partiti· vinti si assor– biscono p{ù presto e con minor danno dello Stato, entro lo Stato, che quando si cerca. di disperderli coll'esiliò e di a,llontanarli dalla Repubblica Cl'l. bando », crea il suo edificio pietra a pietra « senza mai precipitare -o dissestare, appunto come se per lu.i elSlistlels'se' soJtainto l'og1gi e non il domani» (9). (7) Di,scorso <li Palermo <l-01. april~ 19-24. L'Itailia doveva avere anche questa v ,er-gog.na : che chi sta a capo -dell'educa– zio!}e namona.le, ufficialmente teorizzasse 1 l'u,so del ba,stone. (8) FERRERO E BARBAGALLO, Roma antica, II, 82. (9) MOMMSEN, Storia di Roma antica., III, 393, 397.

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