Critica Sociale - anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1924

162 CRITI.'ICA SOCIA'.UID porta.to dalla logica sistematrice, delle grandi masse del suffragio universale - mira a colpire il suffragio universale, « uguale e diretto », e die– tro il paravento di coteste misere Commissioni parlamentari tende a ferire l'obbiettivo storico del dramma secolare di tutti i Parlamenti in cui si battaglia per il predominio del « legislativo » sull' « esecutivo » , dei diritti del Parlamento sui privilegi della Corona. Di qui l'importanza ca– pitale· della prima riforma del Regolamento del– la Camera, voluta dal fascismo, che l'on. Grandi, svolgitore della Mozione, non _n!3gÒ,anzi esitltò nel suo contenuto prettamente politico, mentre il relatore della Com:rp.issioneper il Regolamento,· on. Tumedei, credette diplomatica saggezza ve- 'lare con riferimenti. d'ordine specialmente tecni– co, contro i quali stava la lunga esperienza nega– tiva degli Uffici e la troppo breve esperienza po– sitiva delle Commissioni. Il dottrinarismo della controversia, tuttavia, ~i denudtwa appiéno agli occhi di chiunque pen– sasse che Proporzionale e scrutinio di lista o col– legio uninominale, o· quàlunque altro modo pen– sabile di raccolta della volontà degli elettori, ha un presupposto: la libertà degli elettori. Ed ugualmente, quali ·si siano gli sviluppi più proprii delle istituzioni parlamentari, vuoi per il ritorno all' « at9mismo » funzionale dei deputati, vuoi per il loro « raggruppamento » collettivo, sempre vale un _altro presupposto, che la volontà dei de– putati sia sovrana, che nessun altro Potere, e spe– cialmente un altro Potere a,rmato, la possa -re– vocare n(';l nulla. La legislatura fascista non è nata negando un Regolamento ; è nata. negando la libertà del voto, la costituzione dei partiti e la stessa sovranit~ dell'assemblea, in omaggio ad un nuovo Mito, il Mito del Governo-partito, del– lo Stato-partito. E' come un nuovo leggittimi- . . .,.-, smo teocratièO,. che contesta il diritto di formare ' e di seguire altri partiti, i quali, con la loro sola esistenza, infirmerebbero la nuova investitura di- · ·vina del Potere e lascierebbero supporre che altri possa arrogarsi la missione rivoluzionaria che esclusivamente compete al fascismo. . · Questa concezione ingenua, appassionata e fermissima, nella parte · più fascista della Mag– gioranza è stata la causa dei primi urti violenti con l'Opposizione. --L'Opposizione è, per sè, un crim,en laesae maiestat-is. Non c'è mod~razione di stile, opportunità di equi adattamenti che val– gano : le ragioni della Opposizione sono una cc pro– vocazione ». al _fascismo, perchè sono la ribel.Jione al diritto divino del fascjsmo, ribellione che il fasc~smo non può tollerare, che il fascismo deve repnmere ... - E qui si mette l'oscura auspicazione delle sor– ti della XXVII Legislatura. C'è un fatto insa– nabilmente contraddittorio. Un Parlamento non può farsi senza Opposizione. Un'Opposizione non può farsi contro il fascismo. Che può avvenire? O il fascismo si arrende a sopportare l'Opposi– z,one o il fascismo caccia l'Opposizione. Nel pri· rrio caso il Parlamento piglia tl fascismo, lo educa, lo trasforma, lo costringe al riconoscimento dei partiti, che vuol dire lo riduce a considerarsi « primùs inter pares » e spiritualmente prep·a-– rato a diventare anche ... il secondo, s-e muta il consenso - il consenso libero, intendiamo. Ed è la vera normalizzazione. Nel secondo è il fa- BibliotecaGino Bianco scismo che piglia il Parlamento, lo squai:cia, e dopo un più o meno parodistico tentativo di te- . nerlo in vita, con un pensiero unico ed un voto u_panime, senza Opposizione o con una Opposi– zione ridicola di addomesticamento, che accresce– rebbe il grottesco della parodia, lo butterà via. Finis, Finito l'ultimo esperimento parlamentare in Italia ... E poi? ... Mistero .... I.medici intorno alla culla della neonata Legisla– tura, scossa da sussulti e da spasimi, sono assai perplessi a·far la prognosi. Sono questi i turbamen– ti acuti, postumi di un parto agitato e chirurgico, destinati a scomparire man mano che la Le– gislatura col semplice esercizio del vivere - poi– chè vivere non è ohe adattamento - acquisterà una forza e una coscienza autonome e si inserirà i:iel solco della istituzione tradizionale ? Oppure. sono dessi i segni paurosi di una radicale inido– neità alla vita? La 'risposta non tarderà nei fatti e nelle cose. Chi propende per congettura più piana, cita il caso di altre Legislature inizìate .nel tumulto e -poi rientrate. nell'ordine, con l'eva– porare delle effervescenze giovanili. Ma il rio:hiai- . mo di un siffatto precedente non sembra suffi– cientemente persuasivo,. perchè quegli lliltri inizi di legislatura, se avevano davanti a sè il miraggio .dì altre forme di rappresentanza, come i cc Con– sigli », non negavano cc in atto >} l'esistenza dei partiti e_la loro gara, anzi l 'afferm~vano vigoro– samente con l'affermazione della lotta delle clas– si. Piuttosto giova richiamarsi al potere intrin– seco di trasformazione e di adattruzione che ha l'Istituzione e l'assenza di ogni meditata e spe– rimentata forma costituzionale, capace di sue~ cederle. Il puro e semplice ritorno alle forme vio- -lente ed assolute q.el dispotismo cozza troppo fra– gorosamente· all'interno contro la incomoda diar– chia del capo ereditario del'lo Stato e del capo · eletto del Governo, ed all'estero con l'ambiente politico degli Stati con cui al,)biamo . maggiori rapporti. · Il re di Italia in visita ai reaii di Inghilterra, essendo al Gòverno i lab01;iristi, ha potuto, in un brindisi ufficiale, inneggi~re, tra le àltre ra– _gioni dell'amicizia anglo-italiana; alla identità dei fini politici e sociali dei due Paesi ! Tutta la so– cietà degli Alleati si raccoglie tra democratici e socialisti. Tutta 1a Società delle Nazioni suppone, .perchè tale è la pratica più speditiva della quasi totalità dei suoi membri, il regime democratico– parlamentare. Il fascismo che si metta definiti– vamente contro il Parlam~nto, per secondare i suoi- istinti antiparlamentaristi primigeni, corre il rischio ·ai mettere tutte le Potenze in diffiden– za o in ostilità co:ntro l'It'alia. Ecco la ragione più valida per ritenere che, dopo tutto, :attraverso bufere e tempeste, assalti e difes~ furiose, la XXVII Legislatura vivrà e che _il fascismo . si adatterà alla legge della sua vita. • ~ - La quale è, necessariamente, una legge di con· trasto. Maggioranza e Opposizione; Maggioran– za e Opposizione. Ineluttabilmente. Gua.i. alle Opposizioni che per vivere cedessero le ragioni del vivere ! E' chiaro che il diritto alla vita non si conquista vivendo. Ciò implica che le· Op– posizioni debbono fare ima Opposizione, sempre che si tratti della vita di una d~ esse. E anche oltre, :finçhè è in pericolo lo stesso Istituto par– lamentare e sono offese le libertà che ne sono la

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