Critica Sociale - anno XXIV - n. 8 - 16-30 aprile 1924

114 CR!TJCA SOCLALE da reprimersi con spedizioni punitive, la consta– tazione della prevalenza. del partito sull) organiz– .w.done S'Ì'Mla,C(tle, la v~ttoria ?el ~oci<ilisrno ~opra, il più o meno problematico laùoitnsrno. ~ fatti par– lano . .D part,ito è lo strumento meno nnperfetto per la lotta politica che ha .per· obbiettiv_o pros~i– mo il rovesciamento della chttatura, la nstoraz10- ne dellr, libertà,. Cla8sista, non classista?. Che ci rompono il capo cou simili sottigliezze polemiche coloro che sono « classisti » in quanto pendono tra il corporativismo della bloitse e l'oligarchia del– la dittaturn rivoluzio1mria? li partito è piÌ.1vera– mente classista nella universalità· del metodo de– mocratico di azione, onde chiama ognuno a prendere il proprio posto nella lotta tra lè classi, a scegliere tra la oppressione -capitalistica e l 'e– mancipa,zione proletaria ed umana. Ohi dubiti· de1 · partito' è pronto a dubitare di se stesso, ed è, senza avvedersene, prossimo alla resa ... Perchè, ·riconosciamolo, la lotta per la quale siamo passati è tipicamente lotta di partiti. Uno contro tutti. La vita nel -partito fascista si misura alla sparizione dei partiti concorrenti. Il partito socialista. resiste e, perohè resiste, vive e vince. Ma, il partito liberale è morto e la democrazia è mal viva. Il partito popolare si salva per quel che combatte il Moloch. Il partito fascista vuole essere l'unico: o soggiogare o disperdere. Le col– laborazioni che cerca o che accetta sono sudditan– ze di vassalli destinati ad essere assorbiti. L11 « ri– voluzione » fascista non è che la potènziazione im– periale del partito. Il suo' fine è uno : lo Stato fa– scista. Di qui la . veemenza dei suoi procedi– menti, che non danno quartiere, che non ricono– scono reciprocanza di diritti, che spregiano ogni riguardo, persino con gli alleati ed affini. Otto giorni dopo la comune vittoria i fasci della Cam– pania decidevano di lanciarsi alla oonqt1istt.. 1!.:i Comuni, snidandone i liberali, insieme ai quali avevano lottato nell'elezione politica. Ora è sotto questo profilo soltanto che emerge tutto il senso 'della resistenza socialista col suo mili.one di voti. Prim;1, perchè un partito - e sopratutto un par· tito, come il fascista, che nega il diritto di esisten– za di tutti gli altri - non si combatte congruamen– te che da un altro partito ,e non da organizzazioni di altra nathra, economiche e necessitose dello Stato. Secondo, perchè il trionfo el-ettora-le, per grande che sia - 5 milioni di vqti sopra 7 milioni e mezzo di votanti-- del partito fascista lo lascia esattamente al punto di partenza per quello che è il sno obbiettivo, di essere il partito unico. Ossia, <lo110 il trionfo elettorale il fascismo si trova a i nesto inesorabile dilemma : O continuare più a– f-)Jra che ma,i la campagna per la distruzione, do– po delle cose, degli uomini socialisti (l 'on. Mus– solini disse una volta alla Camera che i morti sono P.esanti da portare) ; o piegarsi al riconosci– mento del pil,rtito socialista, e, in genere, delle opposizioni. Tal dilemma non è un'astrazione lo– gica. E' una questione di fatto la quale concreta– mente si. pone così: Essere col Parlamento, e nel Parlamento accettare di essere niente altro che il partito più numeroso, .la Maggioranza, o essere colla Dittatura,, col governo personale senza limi– ti nè di Maggioranza nè di Opposizioni. La pole– mica scoppiata dopo le ele•zioni per la così detta «. normalizzazione » non ha altro significato. Chi c1 vede un contra.sto tra una politica di· legalità e~l un~ poli.tic3: di violenza non coglie il fondo del chba,ttito. Le violenze, almeno in quanto sono stru– mento di una politica, non sono.,fine a se stesse. Sarebbe troppo stupido. Sarebbe un sadismo mor– boso, senza- contenuto politico. Le violenze sono dirette a rompere, a dj_sperdere i partiti. Esse ces– seranno o continueranno a seconda che il fasci– smo si deciderà per la parlamentarizzazione, o BibliotecaGino Bianco còntro, ma integralmente, crne a dire si deciderà a riconoscere definitivamente. i partiti ·o definiti– vamente si deciderà a sopprimerli. Chi corra dietro all'esegesi delle frequenti sentenze del Capo del Governo, può trovare argomentazioni qun,nte ne voglia per a,ssevera,re l'una e l'altra ipotesi. Noi riserviamo ogni giudizio, ogni previ~ione, parendoci tanto difficile ritenere che il fascismo muti siffattamente .di -natura da riconciliarsi del tutto col pé_i,rlamentarismo democratico, quanto · che il fascismo dopo le fatte esperienze possa an– cora lusing·arsi di sopprimere il 35 per cento - uffi– cialmente riconosciuto - del popolo italiano, in– quadrato in altri partiti. Tale è il mistero che sta davanti a noi, con in– cognite profonde, impenetrabili, perchè inerenti a tutta la costituzione politica e sociale del tempo nostro. Chi sa dire fino a che punto il fascismo so– stiene ed è sostenuto dalla banca,- dall'industria, dalla ·monarchia? Chi sa dire fino a che punto, in concorrenza di questi elementi essenziali, è utopi– stica la ,dottrina fascistica dello Stato-partito? La sola cosa possibile da affermare come tisultato delle elezioni è che il partito fascista dista quanto pri– ma dall'attuazione del suo sogno di essere il partito unico. La sua egemonia è reale e può arrivare fino alla tirannide, ma è sempre disputata dappresso; non ha requie.; non può adagiarsi, non può arre– stare un'istante la sua attività di combattimento: le sue vittorie non· sono la v·ittor-ia, perchè non sono ancora la pace; e se della pace sente il bisogno, esso non la veae che attraverso un· com– promesso di partiti, ossia mediante delle rinunzie radicali alle quali il suo orgogl~o non sembra preparato. D'altra, parte, se il fascismo, per sua intima ri– pulsione, è inconciliabile con la •denwcrazia, la via all'impero non gli è contrastata soltanto dai partiti interni. L'estero lo guarda ostile. li « Temps » ha commentato il trionfo elettorale mussoliniano, parodiando sarcasticamente il manifesto di Napo– leone dopo il plebiscito. La Francia è sempre dif– fidente e inquieta. All'eccellente c0lpo di Musso– lini, dell'accordo con la Jugoslavia contro l'accordo franco-czeco, la Francia ha replicato con il non meno abile accordo franco-rumeno. E l'accogli– mento di massima del rapporto Dawes, con tutte le , intime resistenze e riserve, indiea ùna decisa inten– zione di non urtare di fronte l'amor proprio ame– ricano. La Germania respira e Mac Donald. trova per la ~ua politica di. intese pacifiche l'unanimità , ai Comuni. Tutto ciò fa uno stato d'animo, u:i;imo– mento della politica internazionale. Le democrazie si ritrovano! E. bloyd George, che, nel suo astio contro il socialismo, che tante voltè l'ha smaschera– to, ha trovato i motivi per l'esaltazione della vitto– ria elettorale di Mussolini, ha però concluso il suo articolo sull'esito delle elezioni in Italia, indic.1n.do tale vit"toria come un trionfo del nazionalismo. Si sa il significato· che assume questa designazione quando si parta del nazionalismo ... altrui. Non è precisamente una raccomandazione!... Il versi– pelle avventuriero unionista, che semina insidie i:;qtto ogni passo del ministero labourista, è certa– mente persuaso di accreditarsi- presso l'opinione inglese come democratico per l'eventuale succes– sione, denunziando il « nazionalismo » del fasci– smo italiano. Sono inezie ; sono sfumature; sono - ripetiamo - stati d)axnirrio che hanno un'in– fluenza a volte decisiva nei rapporti 'internazionali. La via libera data agli istinti più sinceri e profondi del fascismo, orientati contro i partiti, contro il parlamentarismo, contro la democrazia oltrechè coeiente alla manifesta lezione delle urne, potreb– be avere contraccolpi terribili sulla politica estera dell'Italia, isolandola nel sospetto e provocandola ad estremi, in cui non il pwrtito, ma l_oStato vera-

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