Critica Sociale - anno XXIV - n. 6 - 16-31 marzo 1924

82 CRI1TlCA SOCLA.LE, LE VIESEGNATE. La fantastica vicenda· del franco, fulmineaménte precipitato e fulmineamente rialzato per i pronti soccorsi della finanza inglese ed americana, -ha -la– sciato il mondo stttpefatto. Esiste dunque un'inter– dipendei:iza economico-finanziaria tra gli Stati per cui fa rovina di uno è la rovina degli altri, e la sal– vezza di ~10 è la salvezza comune? Questo concetto che il nazionalismo nega in fatto; quando pure è di– sposto ad· ammetterlo in teoria, trova nell'ultima - esperienza una conferma che dovrebbe essere decisi– va, se il dolore· umano avesse mai potuto vincere la · forza del vizio. Ma perchè il pregiudizio dell'egoismo e del particolarisrrlo è sempre il più forte, si può at– tendere c.he l'ultima esperienza dilegui senza lasciar traccia. Infatti la salvezza del franco è già stata la salvezza del Ministero Poincaré, quasi che non fosse stata- la. politica di Poincaré a trarlo nella scìa peri– colosa, mortale del marco germanico, e quasi _eheil continuarsi di tale politica non distruggerà in breve ora il vantaggio, necessariamente temporaneo, dei crediti' di numerario offerti dalle Potenze soccorri- ' trici, i quali, anzi, con l'accresciuta. mole dei di- spendi per i loro interessi ed ammortizzi, possono diventare causa nuova di disagio e di tracollo, se uel frattempo non si affrontano risolutamente le caÌ,lSe generatrici del rovescio. Tali cause in breve si riassumono nell'eccesso delle ·spese di Stato per una politica che, mettendo l'egemonia in Europa come suo principal obbiettivo, e, conseguentemente, l'abbattimento di ogni rivale presunto, e, in ·prima, della vinta Germania e non mai doma, distrugge ogni più forte capacità fiscale al margine della di- - struzione di ogni potenzialità produttrice. Ùna tale politica noh può mai trovare in se stessa la forza della propria moderazione, perchè, ~ccitando le gelo– se concorrenze straniere, in questo stesso trova mo– tivo di insistere e di intensificarsi. ll circolo è in– fernale.' « L'a ·solo ,, diventa un coro. Nel coro ogni voce si :rinforza per la passione del pr·oprio pregiu- . dizio. Bisogna che uno ne esca e dia un altro « la ». E' una vera disgrazia che il labourismo al potere non abbia tale autonomia di movimento da dare esso l'esempiO' più risoluto. Partito di minoranza, preso tra l'imperialismo dei conser:vatori e le segrete gelosie dei lib~rali, indebolito dalle correnti interne della sua ala estremà., potendo da un momento al- 1'altro essere abbattµto d&lla coalizione dei partiti borghesi, esso, dopo avere in guisa inequivocabi"le, con perfetta lealtà, affermati i suoi sentimenti paci– fistici ed internazionalisti, si trova costretto, sul ter– reno della realtà pratica, ad arrestarsi all'appello .del consorzio. europeo, senza avviarlo energicamente con un atto audace di iniziativa. Esso postula a gran voce il disarmo « simultaneo ». Proposizione irreprensibile, che per la sua sincerità salva indub– biamènt~ l'anima del Gabinetto labourista irr con– fronto dei Governi per i quali la « simultaneità » non è che una maschera ipocrita, ma proposizione non realizzatrice, che ·offre, ai partiti nazionalisti dei diversi Stati, il destro di ridersi dell'utopia e di trat– tarla anche, con audace inversione di parti, di im– postura, come se davvero fosse una propaganda per il disarmo altrui, senza corrisponsione, o con corrj– sponsione usuraria, tale da assicurare al proponen– te una precostituita superiorità di forze militari per la difesa e per ... l'aggressione. Il labourismo d'oveva a se stesso di sospendere l'esecuzione dei programmi BibliotecaGino Bianco militari e navali dei Governi precedenti, promo– vendo nel contempo l'azione collettiva europea, che da quel gesto di _moderazione e di esempio avrebbe ricavato un effetto di persuasione imponente. Quest'azione europea, cui tende il labourismo, sup– pone un piano organico. I ·suoi mezzi di intervento possono dirigersi all'esterno come all'interno degli Stati. Essi possono abbracciare tutta la gamma delle relazioni interstatali, commercio e finanza, emigra– zione ed esportazione, ·colonie e protettorati; la loro influenza può diventare ·decisiva sulla vita degli Stati. Ora la solidarietà internazionale si giova del– la solidarietà dei partiti ohe in essa cl'edono e per essa si muovono, che opèrano all'interno ed all'e~ stero per raggiungere leggi libere ed accordi di pace. Viceversa soffre dei partiti che la negano ed a quelli a sua volta si negà. Eccellente cosa che la finanza inglese e l'americatia abbiano arrestato la caduta del franco, ma _pessima se le cose restano abbando– nate a questo punte, senza legare l'-episodio al si– stema, il fatto I corntingente a.lla im1nanente situa– zione generale. Egli è assai probabile che le non lontane eiezioni. francesi- abbiano a segnare la di– sfatta del « àloc national » ed una vittoria della estrema sinistra. Ma tal risl!lltato sarà annullato nelle sue benefiche conseguenze se, quasi contempo– neamente, le elezioni germaniche; fatte- sotto• la p,res– sione esasperante. delfa politica francese nella Ruhr e nel Palatinato, ri'l!lscira:tino, c_ome·si teme, una vit– toria dei partiti della destra, di Stìnnes e consorti, dei restauratori degli HohenzoUern, e làsceranno a terra, ·sgominati, i socialisti, rei in cospetto dei feu– 'dali e dei comunisti di avere sacrificato troppo ogni egoismo di partito e di classe per sostenere 1a pace, l'accordo con Ila Francia, il dovere di pagare ragio– nevoli « RiparaziÒn,i », e per difendere l'unità della patria tedesca e la costituzione reJi):ùbblicana a Wei– mar. Esclusa ogni ingerenza indebi,ta e lesiva deHe autonomie degli Stati, l'azione internazionale ·deve, per. raggiungere i suoi opbiettivi, trovl:\,re la via dell'aiuto ai partiti che operano sullo stesso piano, ed ànelano alle stesse mete, così nella politica èste11a che nella politica interna. Noi nori arriv_iamo a far nostra la tesi che ha corpo tra i socialisti di Austria che bisogna orgarnizzare l'aiuto internazionale in guisa che solo ne approfittino gli Stati che ·si muo. · vono sul terreno ct,ella libertà e della democrazia, boi_cottando quelfi che si· muovono invece sul terre– no dell'impèrialismo e della dittatura. In questi Sta– ti c'è p'ure un proletariato che soffre - e come! - e soffrirebbe ancora di più -per il contraccolpo dei rigori che si voles~ero adottare contro l'indipenden– za e l'economia dello Stato cui appartiene. E' sem– pre bene ricordare che quel .memorabile e deplòra– tissimo boicottaggio· alla Ungheria, indetto pèr pro– testa della r~azione HoTthy, si tradusse in tanta fame per i poveri lavoratori magiari e in un co– spicuo guadagno per i proprietarii e i monopolizza– tori del paese,- che per alcune settimane si videro graziosamente cancellata la concorrenza dell'estero come per effetto di un provvedimento radicale di protezionismo doganale... Ma conveniamo· cbe, per l'identità della natura della politica estera e della interna, sia qpportuno adoperare i possibili .inter– venti in guisa da favorire, più che si possa, la for– mazione o da difendere la esistenza di un am_biente democratico e socialista in tutti gli Stati, garanzia comune di una stessa aspirazione di pace e di -li– bertà.

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