Critica Sociale - XXXIII - n.18 - 16-30 settembre 1923

•, •. CRITICA ~uCIALlI !81 Alle, basi de Ila dottrina Ceotriboto all'npera di evisione e di~n1Dv&01e1to Le 1 considerazioni e i suggerimenti conten;ti :nel recente articolo di Franz Weiss, L' ltltro pericolo (n. del 1-15 settembre), mi richiamano alla menti:' ciò che io avevo scritto n'el primo numero di que st'anno della Critica, che, venuta meno ogni pos– sibilità di azione par il raggiungimento di fini im– mediati, meglio era profittare cli questa forzata inerzia per compiere, in un pensoso raccoglimento, opera di preparazione, maturando quella crisi di rinnovamento che ci renda atti ad affrontare gli eventi futuri con uAa maggior capacità di compre11· sione e di .azione. Di questa necessaria opera di revisione e di r;n. novarnemto io mi proponevo d'indicare fin d'allora i limiti e le forme. Varie circostanze m'hann.) fattu, dopo d'allora, differire l'esecuzione del mio propo– sito, a cÙi lo sc1itto del Weiss ora mi richiama. ,Pur riconoscendo e riaffermando qui che il par– tito socialista è stato dal 1893 al 1914 la forza più operosa e più efficienti della vita politica itaHana, il pattito che ha seguito - pur attravers:, le inevi– tabili osciMazioni e dçviazio:ii -,- la linea più diritta di azione, obbedendo all'ispirazione più 01ganica e più coerf'nte fra t.utti i partiti e consegue,do H ri– sultato ,più vantaggioso, non solo alla causa del proletar iato, ma aUe stesse fo1tune dc-1 Pa!!se, iÌ1 cui ha suscita.to aspirazioni e forze e opero i:à nuo– ve, spingendolo e costringendolo ad uno sforzo di rinnovamento e di ·elevazione nel campo della pro– duzione, della distribuzione ·e del consumo, del co stume politico, della cqltura intellettuale, dell'a vita morale; pur con tutto .questo, io ritengo che. non c'è parte della nostra « dogmatica» e della nostra « precettistica ,;(intendo dire ài quanto si attiene alla dottrina e ai metodi. d'azione) che non abbia bisogno, o di essere corretta, o di essere almeno ri. pensata ~ rielaborata, meglio intesa, chiarita, p1ù organicamente coordiuata alle sue premesse e alle sue conseguenze. Si tratta di ricavare da un'espe– rienza trentennale gli opportuni itisegname1;ti, che ·nel fervore dell'azione 110n sempre era possibile fo1·– mulare e meditare, e di adattarli, aHe contingenze nuove in cui, con tutta la vita della Nazione, anche ·quella del nostro ~Partito è venuta a t1ovar.,.i. I fondamenti filosofici d&lla· dottrin~ Occorre o, almeno, occorrerebbe rifarsi ai primi fondamenti. Fu già osservato più volte che Ù mo– vimento 'socialista italiano non ha saputo generare nessun serio tentativo di revisione del pensiero mar– xista; e ha· dato appena 3 o 4 volumi, verame.nte pensati e serii, di esegesi e di sviluppo di •alcuni punti fondamentali. Anche fra gli studiosi delle -dot– trine m.arxiste (ben scarsi, a dire il vero) quasi nessuno si è curato di collegare nel:la sua mente 1 quelle dottrine a un ben definito sistema filosofico, , o si è contentato di .un collegamento oooasionale, superficiale, che evitasse contraddizioni troppo str> denti, senza ricercare affinità intnnseche e ne?e.s· sarie. In un momento in cp.i la filosofia corrente era il posrtivismo ev.olu zio~ista., ne.Ila sua flg'.nazione pi:1 gro~a,ns., n.ol ,a,b,bje.m.9 ~tto, nella nostr~ mente. ibhoteca Gjno Bianco una giustapp,1sizio::e di positivismo e di 111arxis:110, senza preoccuparci di ri,cerca1e se le origini hegc– Liane del marxismo consentissero una pJssibilit:ì di accordò fra quelle due co11cezioni. Quando un socia– lista di grido tentò di dimostrare che nessun'anti– tesi era fra le dottrine di Darwin e di Spencer i!::i una pa1te e quelle di Marx dall'altra, che anzi era fra esse una sostanziale coincidenza di pri11cipii fon– damentali, quasi nessuno si mostrò persuaso della dimostrazione che apparve, tutt'al pii,, un giuoco di abilità polemica. ma nessuno, fuorchè · An-tonio Labriola, si sentì spronato a ricercare una diversa base filosofi.ca ·su cui la dottrina socialista dovessP collocarsi. Sostanzialmente è stato il più p'atto posith,isrno che ha suggerito le forme e le regole della pratica riformistica, la quale fu spesso intesa .n )Il comP rea-'\ zione alla realtà esteriore, cui la realtà ~tes$a pon!{ri tuttavia condizioni e limiti non faci'm 0 nte violabili. ma come passiva' acquiescenza alla• real~à. da cui si dovesse solo cercar di trarre tutto il profitto eh,; essa poteva dare. Cosl quello che Ma,rx offre come cimone d'inter– pretazione dei fatti sdciali (determinismo economi– 'co o materialismo sto1ico) si è trasformato, nella concezione di molti, in precetto d'azione; mentre. come ha, con perspic1.1a argomentazione, dimostrato testè R. Mandolfo su queste stesse colonne (nel nu– mero 3 di quest'anno), la pedagogia dell'azione è, in Marx, affatto diversa: non ,cioè, un sapiente e placido adattamento a ciò che è, ma una decisa volont~ di rnutarl'o: sicchè egli segnava un pro. fondo distacco fra il compito e il metodo del filo– sofo, il quale interpreta il mondo com'è, e auelli deU'uomo d'azione il quale vuol creare una realtà nuova·.. Perci,\ Sf:'. per il cànone d'inte~-pretazione che segue, la dottrina di Marx è materialistica, in quan– to pone nella realtà esteriore f moventi e i limiti dell'azione ;per lo scopo che essa pltlpone all'attività del proletariato essa è, evidentemente, idealistica (nel significato etico, pedagogico, della parola) in quanto addita l'azione come una reazione alfa realtà esteliore, una - secondo la ben nota dizione mar– xista - ·umwalze·nde Pra.ris (azione che rovescia, che capovolge). · Idealismo a s ciaiismo Per questo ìo credo che il marxismo non si trovi affatto a disagio di fronte alle nuove (o presuntt1 tali) conenti filosofiche ed etiche, che esso anzi ha la piena capacità di comprendere e di dominarr., facendole servire ai propri.i fini. Prendono pertant•l 11n grosso abbaglio coloro che credono di poter can· tare il requiem aeternam al socialismo, per,:bè il grossolano mate1ialismo da cui lo ritengono inspi– ·rnto sia shto vinto dal gagliardo risorgere di cor– renti. e di impulsi· idealistici: potrà ritenersi supe: rata qualche. volgare ed erronea interprttazione de! me·todo d'azione socialista, ma da una tipresa di idealismo il uostro ·movimento non può che trarre nuova forza e nuovo impulso. Oggi avvieJJe Lensi che, per un èo11corso di circostanze varie, molti, specialmente fra i ..giovani, siano tratti a cercare al_. trove, in movimenti antitetici al nostro, la S(•ddi- . stazione alla loro sete di ideali; ma non appena i fatti avranno dimostrato come, sotto lo sfoggio di' proclamazioni: ideali, quei movimenti servano ad uni!, c)ifooa <li iµtiire511i parf,içol!!,ri, fr~ i meno legit,

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