Critica Sociale - XXXIII - n. 12 - 16-30 giugno 1923

' ( . CRii'.fICA--. BOCIALS'. • • I 181. ---'--------.;~-~---=---------'--.-----------------~'------ ist~tuziqne minNscola; b) no;n. possono aver-e q~en~· l_arghezza e moltrplicità di affari che si richi~de per , una, efficace integrale difesa qegli interessi dei• soçi e per ~rearsi quel fondo di:·. riserva che è necessaria garanzia contro possibili rischi;· ~) non· possono attrarre la fiducia_ e i risparmi <lei piccoli· coltiva– tori, e sono per taJ modo costrette. per le proprie operazioni, a ricorrere al credito ordina,riò,' tanto· più difficile e costoso quanto più è piccola l'i,mpresa. Re- , stano, ..insomma .istituzioni di scarsa utilità e poco sicure; abortii utili tutt'al più_ a_far _numero per co– mocjo di partiti e di eB.ti che hanB.o bisogno di appa– rire. ·più che di essere, forti. Cert0 che. la grande Cooperativà 'ha poi davanti a · sè il non facile problema dei contatti da mantenete con ciascimo dei propri soci; non è pensabile' cp.e la. amministrazione centrale di una CooperaHva che ha · per propria ,zop.a._'pi attività. 1,mpponiamo, una pro– vincia, riesca, senza organi intermedii, a dare a tutti i propri inscritti la sensazione immediata della propria esistenza e utilità. E' un fatto che la lonta– na,nzà limita i. contatti ed esc'lude j • beneficii. dellà associazione .e della collaborazione. Ir,i ciascuno dèi centri in cui gli inscritti hanr,io raggiunt0 alme~o un certo numero. la ·Cooperativa deve pertanto cost:i.– tuire necessari organi int(lrrnedii. Pur mante•nendo la propria unità. giuridica p amministrl;ltiva: essa deve riunire i soci in tante Seziot1i, dirette ciascuna da un pkcolo Consiglio di ~ndivi<lui volonterosi e :fidati; con l'incarico della propaganda. nella ricerc·a e <lef'i– rrnazione <linuovi .soci, del controllo ,mi membri della · Sezione ,delle comunicàzioni. fra s0ci <'la uB.a•parte· P- ufficiò centrale dall'altra, ec.c. E perchè j· ra.--Òport.i fra soci e Società. siano· niiì intimi e hen disciplinati, la CooPHativa devè 'crr,-are un pro:prio,. orizano dfri- , g-ente (oltre all'Assemblea, fl ::,J Consiidio direttivo), ('.òmp~sto dei rappresentanti ò'i ciascuna Sezione: un r.omitato. 'cioè. il anale nuò esse'l"e convocato e con-. suH.ato ogni volfa che fii.- abbia hisog~o sollflcìto di stabilire la condotta della assòciazi.one in òeterrni– na,te quP.stioili. di sentil'e il parere dRi ·sod -più auto- · revoli .. di ~impartire 'iRtruzioni e ordini che valg-ano ad -assicurare l'immediato esito d:i ·una iniiiatfva. Le funzioni di tali Cooperative sono necessariamen– te molteplici, in ragione dei ;vari bis@gni che hanno le piccole· aziende ~grarie. C'è una funziol!e commel'– ciale (la prima, ~ella che è immediatamente ricliiie– sta, . la pi-li. facile) per gli I acquisti collettivi delle merci necessarie all'esercizio· dell'ag-ricoltNra. · C'è ra · funzione deI credito _;_ servizio çli depositi e prestiti - che viene subito dopo ... se gli affari vanno bene, §e la Società 13i è' formato un proprio fondo di riser– va, se i dirigenti e .il personale si sono dimostrati capaci, rigorosi e onesti i;ieB'uso del danaro. C'è, in terzo. luogo, 'l'assicurazione dei beni e dei prod_otti appartenenti ai soci contro i danni dell'incendio, della grandine, della mortalità, con le norme e nei limiti indicati dalla pratica mùtualistiça. C'è là co-. stituzione di enti per la trasformazione e la conser– vazione dei prodotti del· sNolo: Cantine, Làtterie, Es– sicatoi, ecc. C'è;· dove e quando l'iniziativa si pre– senti opportuna e priva di rischi gra~i, la vendita collettivà dei prodotti per eliminare gli intermediari EJ, per mettere i proquttori in diretto rapporto cqi consumatori. C'è la costituziohe e la sorveglianza di gruppi ·per 1'uso in •comune di _quelle macchine, e di quei ·mezzi in genere, che ogni ·piècolo colt1vatore da solo non trova nè possibile hè conveniente cari– c;are- sulla propria azienda, non_ ostante la loro evi-, dente utilità. · · E c'è l'influenza - con la discipli:(1,a fra i soci e coi contratti c~llettìvi - per regolare l'andamento dei prezzi della. terra, frenando le soverchie esigen– ze dei proprietari .. e i giµochi della specul~ione che tra.ggqno a:limento dalla gàfa· fr~ i richie_denti. loteca Gino Bian-co . ' ' . Intendiaimoci. Noi _noI).diciamo che una .Cooperati– va di piccoli coltivatori ,appena sorta, debba subito· mettere mano a tutte queste funzioni. La Cooperativa assumerà quella funzione o quelle funz_ioni che si presentano suscettibili di possibile success~, pur sen– za 'rinunciare mai alla mira di assumere anche le altre. Gli scopi della Società sono, insomma,· quelii: la Ioro attuazione dipenderà dal fatto ·ché ·1e ci'rco– stanzè lo richiederanno o non lo richiede'ranno, .sa– ranno o no .favorevoli, a cominciare dalla presenza o meno di pers.onale adatto, giacèhè. è bene dir chiaro che bisogn1J, tener lontahi dalla .direzione delle Cooperative i generici improvvisati e improv– visatori, disonesti almeno in questo: che fanno cre– dere di èssere preparati all'ufficio, mentre non sono · che chiacèhieronf dei pomeriggi domenicali. ' E' così non intendiamo neppure di òire che un un'ico organo_ possa assumere un insieme di fun– ziòni -fra loro assai differenti. A ciascuna delle fun– zioni deve corrispondere, nella ùnità coopel"ativa, un organo distinto, con personale specializzato, e, se appare utile e possibile, anche con mezzi .finan, ziari separati. E non è aa escludere, se una deter– minata funzione richieda grandi somme, che la Coo– perativa' debba costituire per esso un entf giuridico a parte, naturalm~nte col suo intervento e sotto ìl suo patronato. Noi siamo; in conclusione, per le grandi Coope– rative, specialmente quando si tratta cl-ipiccoli col– tivatori; ma, nell'àmbito deqa grande Cooperativa, sappiamo· che si deve ubbidire all'a legge della spe- . cializzazione ·delle funzioni, per assicurare il suc– cesso di tutta l'rirnpresa nell'interesse dei soci come massa e come il)diyidui, e nell'interesse della pro– duzioné. ***· Abbiamo esposto con una serie di considera- zioni che cert.amente non hanno divertito .chi ha avuto la pazienza -di leggerle - quello cqe crerlfa– mo si debba pensare e f(!.re a proposito dei piccoli coltivatori. Classe trascurata, che ha invece, in Ita– lia, una grandissima importanza, e l'avrà - se– _cémdo noi. - anche maggiore in avvenire. Classe rriale giudicata_ nonostante le carezze verbali, per– chè non conosciuta. Impariamò· a conoscèrla; ·offria– mole una forma di organizzazione _appropriata al carattere e alla portata òei suoi bisogni - ed essa si· accosterà· di più, perchè avrà interesse a fa.rio, alle- altre classi di lavorato'ri e alla grande classe dei· consumatori. DOTT. OLIN_DO GORNI. . Il pro~lema Hri le ioMallini e~ inMarx t) La critica della società presente. , Abbiamo mostrato nello studio recentemente pubblicato su queste colonne, che il. problema nazionale· e •quello sociale. hanno, per Mazzini. un così intimo collegamento, che aa soluzione dell'uno _implica, necessaria.mente, quella dell'al– tro.· Ne viene di conseguenza che, in relazione alla soluZlilé)nedello stesso problema naziorna1e. la critica della' società. presentè si pon_e, per il Mazzini come necessità. pregiudiziale, al modo stesso che la denuncia della ,negazione ed oppres– sionè_ della nazionajlità.. Poichè egli vuole che la Nazione sia l'unità della missione, e, perciò, unità delle coscienze, ,delle ".olontà e delle azioni, anch'egli deve, non ' '

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