Critica Sociale - XXXIII - n. 12 - 16-30 giugno 1923

non ~disc~ affrontarla, e; ram'.morllidisce le parti' dure, angolose, tirannfobe dell'0·ra per riooilciliars'i ·ben,igna– µi.ente con la vita qu.alè è ,e relegare il pensiero in una specie <1i. inerte a~opimento; a raccogliersi placida– mente nel ,p-iacere dei tacf~i vantaggi, neliè supreme ri– _nuncrn de],l'tnsensibilirta, Che rilfima al..cuore ogm sim– patic·o affe-tt0, -piegando e componendo i-, ricordi · e le .speranze negli ozi' snervanti_ dell'oblio. I Scetticisqio e reiigione . E cosi .sempre: poi che la dottrina della rassegnazione è•- la morale dèlle epocne ,stanche, quarnao ·-1a ragi-0n:e e fa·Ha steri-le; la- storia un tessuta di CO'lltraddizioi;ii e -di paradossi ed il divenire umano pare bruscamente arrestato e rivolt-o indietro,_ ai primi tormenti ed ardi– menti, e lé forze so.ciali, spo,state.-e turbate nella lol'o' a.rmonia, si esaur,tscono in un iotbido, insensato diso:r- -diine, il sentimento st staccà da tutto- il passatQ, ''fa parte a .sè, nnne-ga le a1acl'i speranze e ie onorate tedi. Aùora , gli uom~ni si abbandonano violentem,ente ad una sdegno– sa disgregazione, ad una svogliatezza superba, ad un'in– .quie~udine 1 vaga e contagiosa; che CQIIlfusamente, senza . etretto e sea:iza vitaile ,ci:mforto, a,sp1ra a,d un nuovo ideaile, che il'ompa il tedio,so ritm,o-, tarlo delle 'più forti es~stenze; ,dispetd·a la vera tristezza 'dall'anima or~ana e -'·ehe .si, annu1ira :sventui:atamente in multiformi ·fì_nzion1 ··e grossolant ·art~ftci, ii -quali sono solo- la sua ombra · o .la volgare -contraffazione. Dal seno di tanta in-epa– . ,rabile miseri•a _irrompe lo sce.tticismo: e muore la •Teli· ·gione, defraudata deJ.l'intimo senso che solo l'alimentava e, a .colmare. il vuoto- lasciato negli spiriti, il;i.orgoglisce una Pa.1'81Ssita'Ilia esuberanza del sentimento morl>osò- e ·superficiale, in mille fantasmi ·del soprannaturale, ·E, però; la .società romana dru dispoti-smo, al massimo di quello stato oritico degli intelletti aperto da ·Ennio ed 'in;;i,sP,ritO da;,Varrone, da Cicerone ,e da .(..ucrez1o, fu miscredente; di quella fredda e Sfacciata incredulità, _ .che Cesare snudava in .faccia al Senato, e ·di. quella · gra~a e bestiale. di Tiberi-0: mentre la fede religiosa p.tù. che .mai; anche albora, f\1 esaltata ed invocata nene focme ufflçiali, di occasione e di parat_a. e la di- .vinità mescolata alla- vita pubblica. nelle manie,re scet· tiiche e :aelle circostanze suggerite _dalla consuetudine e.. d.aila oonveriienza del poter-e assoluto, che in essa vo– l'eva foggiarsi un'arma a mallltenere ed ~orzare i 1 l pro– ·prio dominio sugli' spiriti. Moda ufficiale,· a.dunque, quella _che·coi;iserva ancora in Roma un sil'(lulacro di fallita pietà per la religione · tr81dizi1Ìnale e ne rinnova, in motivi 9-ecor'ativi, le vuote fqrme e le scrèditate prati·che; riconoscimento etico del– -l'espediente assunto a si.sterna, che-smenti,va-e nega,va per- .sempre l'ind-ole della razza, trav-0lgendo le sovrane vi'I1,ù della cb.,iarezza e del reali-smo, le doti. caratteri– stiche del romano e che, nel giuoco polittoo, instaura_va, . precisamente come ingenera oggi con certe restituzioni falsamente spirituali, improprie ed abusive, una consue– tudine di ipocrisia mentale._ ed aut@rizzava l'azzardo dell'equivooo come presupposto della vita pubblfca, il .quale identifl·ca il grossolano contra.sto tra le formule ed i fatti, l'immanente fenomeno delle decàctenze (6). · Moda 'e convenzione pervadono, ispirando e domi– :riando-, tutte le forz.e e le- attività della vita,. in codeste. .disgraziate epoche,- che segnano i più lurighi e do~o.rosi arre~ti nella storia di tutti i tempi. Moda e co_nve·nz1one tristamente fatali: nella centralità di un nuovo potere, che strozza ogni spontànea esplicazione delle f,orze in- - divi<luali, la società travagliata ,si -ritrae o si pieg-a in (6) Un'altra volta, sotto altro de.spotismo, il despotismo fran– _ceae, ricorre l'-artiificio di una religiosità letterale? la f~<;>aub?– ritaria è chiamfl.òa a sorreggere e promuovere I autorità poli– tica. E' l'epooa. delle alte e potenti influenze del clero,. e!'trato ad integra.re il ,mecc.anism(>'dello Jlt_al;oed_al quale Lu1g1 XIV d-isperuia prebende ed a-b),on.dant1pnv1legn ed ,a.f!ìdale supr':'m~ cure delLa. pu,bblica educazione. E' , la persecuzione al Quieti• smo, inÒto di rigenerazione spirituale,. ·pa;al!elo al_ gran moto della Riforma, moe.'!Oda. una .fede pm mt11n.a, s1J1cera, pr<>· fonda: moto di ribellione, quindi, agli ordi~"'!'e,:it1 e~ &Il'or- · todossia oon--v~zionale ohiesastioa, _ cosi prez10s1 '0 cari al de– ,epÒta. ed al politico ohe à,b_u&il della Chi~ pe_r_in~ent:i~litici;_ , è il trionfo Aie! pà,llido .Malebra.nche e l_u'!11Liaz1o~ede! for~1 · panaatori 'quali Plt.soal. e Desoartes, a cui I assoluti:'ffio t~n- tamènitle ,bigotto nega solennità. d-i onora.nze fune~ri. Il m1st!– oiamo;, inOl>modo,quando il 'sentito e profondo, e "8mpr& 1! milg1ior oom,pagno del despotisnio qua,ndo è menzò~; e lò spirito logico e oritioo lo ·serve bene, per rompere pm tardi . ·Te Pl!lla.lÌtì Cll.liène sollevarsi contro il paidròne. L'opera. r!'Zio– _oinatìv .. e Ololooli>t.rìoe_ di La ~efoucault e· quella spv1tosa . Gino Bianco ' . I • i9i uu, consenso cieco, artefice di - una sorta di coscieuza pubblica, m che oonftu.Ì.scono e si actagian-0 tutte le 1guol'a11ze, 1 1 pregiuaiZ1 e le 1Hus1-0ni ai un punto della 01,Viltà. , . La sapienza dei ricorsi tenta, una volta: anco1·a, di celebrare le sue tor.b1de panatenee. Ma la .;toria, dietr-0 il volubile decoro delle torme im– provvisate; attraverso gli instabiH climi delia coscienza, che temano di v101entar1a e rivolgere addietro ·ù corso, attua tranquillamente, inesorabilmente le ,sue necessità; e l'epopea umana è tutta armonizzata dalla tede certà nella ragione progressiva; pervasa e scossa, CQIII sel– vaggia fl'et;chezza di origini:, da un alito-d'avvenire.- che . rompe la moil'ta atmosfera del passato e ricrea ·quella, più tetra ancora, del presente. 11 germe profetico-di Faust attende, nell'esuberante ri– go_gllÒdell'impetuosa genitura, il riso· delle uuove p1·1- n1avere; La sfinge superba e fredda del' Pl!L5Satoo'scuro ed iniecond6, abbrafcciata dall'uomo, si risente e si scuote e riceve la !fiamma viva della sua ·pa.ssione e della sua ribellione; la -vita· e la morte cospirano ·nel fatale' divenire e lo spirito via via si solleva dalle angustie dell'errore, come nel simbolo, dal pa.dule della tristizia, il mistic-0 leone di Milton. · L'umanità ebbe, ha ed avrà i suoi regressi, ma non tornerà più donde è partita: la lampada della 'vita è accesa e.l'un mondo la trasmetterà all'altro. Se qui si spegne, là si riaccende; se qui trarrwnta, là · risuscit.a,.ma vive sempre e migra col' tempo, erede delle co~i: già morte, primizia delle nascenti. I ., MAEVIO, O.ALLE RIVISTE. « La ve·ra rivoluzione ,sociale· » è il titolo di uno studio .::om-parso nella Neue Bundschau di maggio: studio che si iegge con interesse, benchè in -Più d'un punto trapeli l 1 ingenua disposizi-one tedesca a misurare su scala mori– diale gli avvenimenti interni della Germania, quasi identificando la Germania e il mondò. N-ei'·novembre 1918,, quando crollò il' vecchio regime, · agli oochi di molti Tedeischi la rivoluzione .soçiale, trion– fante in Russia, era 'destinata ad espandersi nel mondo intiero : quantunque, sopratutto- i_n· Germania, _senza l'accompagnamento di quel terr01re ·sotto-il quale geme– vano i vicini dell'E!st. Si spe·rava che la nuova oTga– nizzazione •potesse rpitiicarsi in Germania .secondo i metodi della ,scienza; tutti allora -parlavano di' socializ– zazione: ibanche, miniere, industrie dovevano venire espropriate: non pe•rò 'Con la violenza, ma mediante indennizzo -ai capitalisti che sarebbero, stati privati dei loro beni. Con giustizia e con dolcezza si ,sarebbe dato al mondo-. l'esempio della trasformazione sociale. Da a'llora sono' pas.sati quasi cinque anni. La rivolu– zione « mondiale » dalla Russia è straripata soltanto in Asia, e in forma attenuata. L'Europa ne è rimasta immune, · eccettuate le « tragiche arle:Cchinate· » d'Un– gheria e di Bavii:ra. Ma un'altra, una vera rivoluzione mòndiale ha percossÒ, l'Europa centrale e an-cora 'la fa oggetto de' suoi colpi. In Germania la grande industria è più potente che mai, i trusts sono diventati 1 veri padroni del paese. ,I baroni industriali si sforzano di mettere la mano ,sul Gov,eI1I10 e .sull-0Stato; fa sola libertà che reclamano è quella dell'illimitato monopolio; e quasi· di La Fontaine p.recorrono Voltaire e gli enciclopedisti, a. quel modo che le i«tituzioni di· Luigi dovevano condurre -diretta– mente alla rivoluzione. Ma insieme, accanto a' questa commossa religiosità esteriore (cosi sfacciatamente esteriore da consigliare di volgere le spa.lle. all'altare per -avere lo sgwardo al re), la dissipazione-o la. cor-. - ruzione intima, profonda e marci<a.: in questa società, che 6._nge tanta pieta e fervore nelle minute pratiche del ,rito, lo scan– dalo d'ogni giorno deile concubine regali; l'onnipotenza, !-a magnifioen:oa. impudente ed i loschi intrighi delle infinite cor– tigiane, ohe possono tutte chiamarsi La Vallière, Montespan, Fonltanges, Duiresnoy: le • polveri eredita.rie • della Mar.- •ohesa di Brinvilliérs e le arh segrete ed i sortilegi della Voisin, che sì sini'stra rinomanza ed azione ebhero nella storia della dolorosa miseria ed oppressione del .tempo ed a cui fan lieta oomP.agn-ia le volgari truffe del, conte di Soissona Più grossolano e decisa smentita non poteva la rov.;,a d~i · costumi portare alla commedia de) culto formale; nè ~eglio a!118f9Ch~rarnela. n&tura, il valo.r~, _le intenzioni.

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