Critica Sociale - anno XXXIII - n.9 - 1-15 maggio 1923

14.-Ò CRITICA SOCIALE I' Egli è convinto che « l'industria deve poggiare s.ul convincimento <lella nootra solidarietà umana•, ma non si illude che ,siano molti tra i suoi colleghi a pen– sarla come lui. « Non si può negare - dice - che, nelle menti del tipo medio di investitore òi denaro e di diret– tore, ,la misura ·del dividendo tesse molta più tela del benessere degli operai, o della comunità presa nel suo insieme •· « Nè mi si accusi - si affretta a soggiungere - di aver parlato solo dei diritti del Lavo~o- e non dei suoi doveri •· « Fino a che i datori di lavoro non avranno orga– nizzato la loro industria in modo da dare piena soddi– sfazione alle domande dei loro operai o; per lo meno, non avranno chiaramente dimostrato che riconoscono la giustizia di quelle domande, e che cercano onestamente di corrispondervi, non potranno fiduciosamente andar incontro agli operai e chiedere la loro cooperazione cor– diaie ed entusiastica». E chiude, ammonendo: « La c1·escente perdita di .efficienza produttiva dovùta alla inquietudine, attiva e pas,siva, del Lavoro•, costi– tuisce per il nostro Paese una n:ii-naccia, la cui gravità è impo,ssibile mi-sconoscere. ·E' una minaccia crescente; per la quale stiamo rapidamente perdendo quei \'.an– taggi, sopra i nostri concorrenti, ai quali eravamo de– bitori fin qui del nostro ascendente nei mercati del mondo». Quei vantaggi consistevano nel carbone e nell'acciaio a bnon mercato, nella migJi.or m ano d'opera, neUe mi– glior.i macchine, nella miglio.re marina mercantile. nel miglior sistema banca rio. « Ora non restano- a,l!a Gran Bretagna che· gli ultimi due ». *** Questo industriale illuminato vède il pericoJo che mi- na,ccia l'inodustria e la ,supremazia del suo Paese; tra– ·sfer.isce il problema da risolvere, dal campo puramente economico e tecnico, nel campo etico: domanda un po', o un po' più, di giustizia verso l'operaio-uomo, e con– trappone o, per lo meno, pone sullo stesso piano, per le preoccupazioni degli azionìsti e dei dirigenti, l'al– tezza dei dividendi e il benessere <lei lavoratori e della comunità. L'intenzion~. seppure non nuova, è lodevole; lo -sforzo per far penetrare simile, preoccupazione Il.elle menti de– gli. uomirii d'affP.ri è notevo.Je, ma c'è òa domandarsi se le forze· operanti sul sistema economico vigente, in così acuto contr.asto, quali il Marx le ha meissè in luce, non siano ·Più forti di volont/1 .... che, salvo eccezioni ·come quella del Rowntrec_ :tanno tutt'altra mira che di fare della morale e della giustizia anzicliè degli af– fairi, se non « vi sia no costretti dalla società », · cjoè « dalle leggi •, come scriveva.no, 62 anni o-r· sono, il Marx stesso ed ·iJ Tim es. E anco,r a è da chiedere: dalle leggi aHuali? dalla società attuale-? Certo, le constatazioni, i sugg~imenti e i mòniti ve– nuti proprio da un industriale, in que1Sta fase storica dPlla civiltà -capitalistica, sono· estremamente interes', 8anti, sintomatici ed ammaestranti. · ALESSANDRO SCHTAVI. bile la forza. di lavoro. A ·misura che la. masso. degli operai simultanea.mente s{ruttati aumenta., au.menta puro la \oro resi– stenza contro il oa.pitale e quindi la' pressione che bisogna. eser– citare per viMere tale resistenza.. Nelle mani del capitalista la direzion'e non è solo quella funzione speci.ale che na.soESda.Ha stessa natura del processo di la.voro coopera.ti -vo ·o sociali!, ma è ancora. ed e minentem ente, la. fu nzione di sfruttare il pro– cesso di la.voro socia.le , fun·zione che si fonda sull'inev itabile antagonismo tra colui c he sfrutta s colui che è sfrutta.to . • (Ca- pitale, I., pa.g. 295). · E' uacito: FitANCESCO NITTI : La decadenza· dell'Europa Le vie detla rlcostruzlon·e Volume in-8" oon ritratto dell'Autore !&e-simile <li o.utografo e indioe analitico-alfabetico . . . . '. . . . . . L. 15,_: Dello ,1,.,0 Autore: L'EUROPA SENZA PACE 2• edizione - Ventesimo migliaio . . . . . . . L. 12,– Presso, R._ BEMPORAD e FIGLIO, Edito~i V1r,1 C&-vo~r. 2()- fI~E;NZE . BibliotecaGino Bjanco Sguardi In giro - Le Gildeedificatrici In Inghilterra In un articolo della Revue lnternationale du truvait di Ginevra <lell'agosto 1922, G. D. H. Cole - l'autorevole teorico e propugnatore. òel movimento gildista inglese (1) - tracciava una rapida storia del movimento e delle praticne applicazioni deJle idee « gildi-ste », ,sop1,atutto per opera dei Sindacati d-egli operai edili nel popo– guerra. Il movimento in favore delle.« Gilde », comin– ciai/o infatti in Inghilterra negli anni di gravi agitazioni operaie che precedettero la guerra, aveva dapprima avuto carattere puramente teorico, mirava cioè a. diffon– dere nei Sin-clacati operai l'idea del controUo operaio per giungere poi gr!IIClatamente a elaborare progetti di costituzione di un • nuovo ordine economico.•, basato sull'autogoverno dell'industria da parte_ dei Sindacati a mezzo 'Cieli 'organizzazione di • Gilde ». Solo dopo la guerra esso fu diretto, òai suoi promotori, a su-scilare nene va.rie iri,dustrie, sopratutto nell'edilizia, esperi· menti prati{;\. Le condizioni create dalla guerra avevano offerto u,n lc,ampo favorevole alla propaganda teorica della National Guilds Leaque, che i ·sociali,sti gildi,sti avevano fondata nel 1915 ,con l'intento di sviluppare tra gli operai l'i<lea del controllo operaio e volgere le forze e l'attività del mo,vimento sinàacale ad assicurare alla mano <l'opera organizzata una partecipazione reale alla gestione delle imprese. Tale partecipazione, propugnata anche •dai sincla,c-aUsti,dagli industiial unionists e dal New Aoe, fu in parte attuata per iniziativa spontanea degli ,operai degli stabilimenti di guerra con la creaziontl di « •delegati -ai fabbrica » e di « Consig-!i di fabbrica »; e ,già nel 1918 l'idea :di costituire ,« Gilde » s'era larga– mente diffusa tra la ma-ssa operaia. esercitando un'azione profonda sul programma e !'·attività cli un gran numero· di SÌindacati, inspi.rando a-cl essi vaF11 progetti <li « na– zionalizzazione industrializzata• delle industrie princi– pali (miniere, ferrovie, e<;c.), e c ostituendo il fermento di quella vasta agitazione dir' )t.fa ad ottenere tale socia– lizzazione _per l-e industrie pri ncip ali e il controllo ope– raio per le altré', che ha caratterizzato l'azione dei Sin– dacati i nglesi. nel 1918-1920, come, in forme a,naloghe, quella, di tut.ti gli altri Paesi (2). • In Jngh iltnra, come negli altri Paeisi, nessun risultato pratico ebbe la lotta per le -socializzazi•oni e isolo nell'in: du-stria edilizia, favoriti dall'azione intnapresa dagli Enti pubblici per fronteggiare la grave crisi delle a,bitazioni, vennero fatti tentativi pratici pe,r la organizzazione di– retta -della, produzione da p-arte di Sindacati a :mezzo di GjlJde.Non, è privo di inte~esse ricç,-rdare che g'Jl operai edili sono stati i pionieri anche di quell'alt.r-o vasto movimento di-·emancipazione de.I pro-letariato, che nel periodo .« .rivoluzionario » ingJe-se po,steriore alle guerre napoleoni-che fu, vereo il 1830, promosso da_! sindaca– lismo owenista, il quale ha profonde analogie col mo- vimento gildista odierno (3). . Furono i Sindacali edili della regione <li l\jlanchester che dettero vita, nel p.rincipio del 1920, alla prima « GH<lae,diiflcatrfce » per la costruzione di case per cot1to delJ.e autorità locali e conformemente al programma de1 Govc•rno. La « Gildia » non mirava.a conseguire alcun pro.fitto, avendo ·e~sa il solo soopo <li fornire la ma.no d 'opera ne cessaria alle costruzioni e, su richiesta, anche i materia.li, e di ooeguire i lavori con la maggior per-.· f e,zione pos sibile. ·al puro prezzo di cooto, comprendendo però nel oosto della mano d'opera anche il salario da corrispondersi agli operai nelle giqrnate <li for.zato ri– po-so, il cui importo venne ,stabililo in una cifra fls~n <li 40 sterline per ogni caRa costruita. La « Gilda» di M;m- (1) Sil' veda., delle· sue molte opere interessa..nti, sopratutto: COLE: Guild socialùm res!ated (London, Pa.rson,;_ 1920 ): e An in,troduction to Tracle-U11ionism (•Lcmdon; Allen a.nd Unwin, 1918). Su una. concczjone gildi,sta a ten<lenzi, -nett amen t& me– disvali, si veda il" Ja.voro di STIRLINGTAYLOR : Der Gilden8taat, (Tiibing,,n; Mohr; 1921), che svolge idee già esposte nell' ori– ginale studio di HILAIBE BELLOO: The servile State (L:mdon; Foulis; 1913). (2) Su questo movimento si veda. il pregevole studio della. Dr. -CHARLOTTE LEUBUBCHER: Sozia.lismus und· Somaliliierung in Engl.an,l (Jena., Fisoher; 1921) <> SIDNEY e BB"ATRICE WEBB, Il tra– dunlionMmO dal. 1890 nl 1920 (Mila.no., Litbreria ·editrice A.van– ti!; 1922). Sui programmi a.na.loghi <li « n.a. ziona.lizz azione .i1Ddu– strializ2a.ta. • delle inidustri,e in Francia., si veda.no le interes– sa.nti rela.z ioni pubblica.t{I per le miniere, le ferro.vie, le a.ziende elettriche ecc. dal • Oon8eil 11/!onomique du Travai!J », isti– tuito dalla. Confederazione Genera.le del La.voro francese &l Con– gresso d, Lione del 1919. (3) Si v-eda in proposito il pregevolissi,mo studio di M. B,:EK : Gesclw.ohte à!e~ Sozialumua in England fStuttga,rt, Dietz, 1913) e[,. 1 PUMPIANSKY, Zur Geaohichte iter Anfange des englli,chen. Trade-UmonMmua Ersiin~n,gsheft zur • Neuen. Zeit », n. '13 (9 ft.!i"0'%9 J.912). •

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