Critica Sociale - XXXIII - n. 8 - 16-30 aprile 1923

" 116 ckÌ.Pti!' · 8òcìÀù ---~~ ..... ~--- tito socialista russo. nella sua guerra , di :stei·,mi~io contro lo Zarismo. Son c·aSi quelli di ,legittim~ di– fesa, impasti dallo stesso egoisrµo ._cfi_.partito, ed al_ postutto anche un veI'.Ille.schi.-acçiato r~alza l!l, tes}a.· Si capisce ohe un partito, socialista o _altro, çoar– tato, oppresso, impèdito, soffocato, cerchi di proéu·~ rarsi un po' di aria.libera per non soccombere in\è=.· ramente. Ma in questi casi, il partito appare come lo strumento di ima s-µa esigenza interna, non come 1l rivendicatore dl un bisogno. generale. A.'.:cn"i hò,n' sia ;iocialista, puù mediocremente·· importrure _ç:h~.) il socialismo abbia o non abbia· Ubertà; -pµò'..anzi, interes;are che non i"1abbia affatto; •·ed è il caso de( Pantaleoni, dei Pareto ed altri u pensatori» bor– ghesi, che furono con noi quando; come ai tempi del Crispi o di Pelloux, l'oppressione agraria e burocra– tica colpiva anche la bo-rghesia industriale, e so11 contro di noi, per una peggior forma di oppressione, c.he .però è eserdtata ·da. ·tutta la bal'ghesia. Qui -si tratta invece di vedere se il sociaHsmo sia atto a rappresentare la lotta di futta· una .società' .per·· 1-a riconquista dei suoJ liberi ordini, cioè "di quel ·teg;gi 0 '· mento che possa assicurare_· ad àgnì · ìndiviituo' ;jy· massimo ..di .manHest,azione , della sùa persorialita;: sen,za èlìe nè le sue opinioni, nè le· sue. àziòni,' in . quanto non fisicamente nocive per altre pei:sone fi– siche, siano in qualsiasi misura limitate; cioè à dire, la cosa importante non è sapere se al pa:i-titci possano essere consentiti i mezzi per svolgere' la sua attività Lii partito, ma se esso li' possa rivendicaTe per tutti, a cominciare dai proprii avversarii. -La lotta per la Ubertà,. è la più nobile, la più alfa, la più -degna mètà che può essere seg;nata .agli uo– mini, la mira più seducente che può apparire ai loro . occhi. Se i_lsocialismo. potrà, esso, incarnare queste, momento della stori::i. del nostro popolo, la sua cau– sa apparirà inseparabile dal più alto scopo che gli nòmini pos~ano concepire. e J.n sna forza .ne s,nrà · e~ide-nternenfe ,centn~Hcata. • *** Ma sulla soglia· c'imbattiamo subito in una diffi- coltà, che giova intendere oltre il suo rilievo di ov– via. osservazione. Da '{uando il socialis~o è apparso_ polit.camènt.e nel mondo, cioè a dire dal patibolo di Babeu f (27. agosto 1796), le avanzate e le rinculate del ìnovimento sono state accompagnate da altret– tante ecliss.i ,della libertà. La società borghese -che almeno in un certo senso', è essa.· stessa· l'ambient~ della iibertà (1), appena si trova innanzi· al feno– meno del socialismo prova subito un violento biso– gno di schiacciarlo, il che· essa non può praticare se non cominciando dal negare a se stessa il godi– mento della libertà. La, storia politica del socialismo è la storia degli stati d'assedio, delle proscrizioni, <I elle esecuzioni, degli. imprigionamenti a cui sono esposti i- suoi segua-ci. Irritazione di classe, reazion~ · della paura, odio per la novità, sfiducia in !;lestessa. rin parte della borghesia? .. E chi lo nega? !\fa è troppo poco, ~~e110- '~~-Ull: aspetto solo ciel problema. E ve ne è un altre. Ma-. ~uesto socialismo che cresce e si· diffonde e dil~ e mvaòe e pone radici sempre più profonde. nel cuore (1) •. L!' sf?ra 1ella ci~colazione o dello scambio delle merci,– nel cui 9:mb1to s1 compie la compravendita della forza di la– voro, è 11 vero Ed?n ~ei_ diritti naturali èlpll'uomo. ·cio che oolà.solamente domm!'- e hbe,·tà, egua1rliania, proprietà: 0 Ben,· tha,m. • · .M.uix, Ka,p,tal, I, 4• ediz., pa.a-. 138. BibliotecaGino Bianco I d~i:)n'olétac'ii; 11uesto socialbmo, d1c •è ·un· fatto or– garhco della nostra societa, · e 'perc10. la .dowma ·per '.taritf: aspetti e versi, esso SLesso, con la sua psico– ; logia, con la sua <.lottrma, cùll gli svariati innuss1 e.ne ~sercita nella societa, "éo,ùHH1et:SSÒpo.1 Veiarne11: , te una lezione e sviluppa e·sso un'1rréirenabile azio– , ne di· libertà, o è l'inverso, 011<1e,per caso, essu soggiacetéb.tie al cont1·accolpo Hti.oera1e ueHa 'su-t1. stessa iorza'l Ecco· il quesito. · soè-ialismo non è contrapposto ai! ùtdiv·idual'is.11w,. sibbene· a capitalisrno (t); tuttavia come oscural'e• il fatto che anche il capitat;.srno e uu··:e110meHo di· w– d1vi<lualismoY-L'etica soéiàlista, in (!naitto· si formi .n,ell'ambiente del capitalismo, è una reazione, e pro– pria.mente una reazione all'indiv:..dualismc;i. Essa ac– centua il fatto della soli"aariet.à, del vincolo sociaLt:. che iieriJ è "!iempre v"incolo, cioè 1·atena, del nesso, della·-s:ubordinazio1te dell'iudi-vid-10 alla società, ri– wcM.o · alle altre dottrine et~c,he; nel t.;he non è af– fatto; originale, perchè ci rimanda all'etica gentili– zia, ·alla m:orale della società a tribù, a famiglia, i alfa:", società· patriarcale,• àlla · società strettamente i lo~cihle (3). Qlllando -si legg.oi10 .certi scritti so– daiii'sti un po· ri1a~i"satl, un po' meno· preoccupati di risféttare i· principii, ·vien fatto di ricordare certe , dottrine-- dell'Hobbes, di Giuseppe Dc Maistre, del ·Trendelenburg· su la sovranità e i diritti dello Stato· dello Stato tradizionalista, legittimo, ~ alla manier~ dell'Hobbes, perchè è un frutto Ji un contratto ori– ginario, diventato irrevocabile, o . del De Maistre, perchè der~va da Dio. E nel riionnismo sor.ialista qu_anto ancien régi1n1/ e mercantilismo colbertiano non fa· -capolino! Quanto al fase-imo, .non essendo nato ohe. come origrunizzazione militare, e non es– sendo esso -Che· UJJ. fenomeno di miliita:rismo, e del– la sua più girave forma, quella ~pontanea, ,si crupi– .soe··che ,esso sia radicalmente estraneo al sentimeni– to della libertà e ci 'rintr01I11le oreochìe ,con le sue taumaturgiche ·,fprmule 1 di: ordine e disciplina, ehe sono appunto l'ideolo11:ia della caserma. _Il peggio poi è. questo, che il socialismo, essendo anche. un partito di lotta, ha dovuto accentuare certi v::i.lori di lotta, che son militari, ma son poco pro- ."pizii allo_ sviluppo dell'individualità: la disciplina, la fedelta al partito,. il rispetto delle de"cisionf, dei Congressi, e così via. Negli ambienti si.ndacali l'os– seqùio. alle. l~ggi del Sindacato, la discipl:'Ila sinda-. cale_ ass_umono spesso le forme di un culto, hanno iI_1sieme del grottesco è del sublime nella predica– z1,?n_edella .superstizione sindacale. Tutto ciò, ba– diam~ bene, non è da rigetta~e;' anzi 'è utilissimo, reca 1 suoi .effetti, ma ne reca anche di-quelÌi che non son troppo. comodi. _Quando .io ved.9 la ~erietà con la quale in 4uesta hbe-:a società italiana, naturalm_ente anarchica dal– ~o sciogliersi della dominazione barbarica •anzi dal dissolversi'e confondersi dell'elemento barbarico ne.I fondo etnico locale, si par.la di gerarchiq, e -se ne praticano Je leggi, senza un dubbio O uno scrupolo _(2)-Eocò_~rchè Marx od Engels non defin.irono ·la Jo.ro dot-· ~1nd_a :d soc!-ahsmo, P&:r<>l& che letteralmente si contra"J)Otje ad 1n 1v1 _ua.hsmo, ma.: comunismo critico. -,,;::, h(3) R1man~o volentieri il lettore su questo•problema ad" un v _, fgJ 2_ libro d~ E. BELFORT ~Alt: ~he ~thics o/ S oeuùi8m, µond: . (cap. I . La ~U?V& etica); !:Il CUI questi problemi sono . ' ~ti :al punt,:>·d,_v~ste.•del· soo14li&mo.Sventùrata.mente ia.~!t, .. , ra. ura ?el SOC1a!1smo è, su questi problemi stra.or~ i'P>6r·a,., · mtetntef povera. L'influenza dèi pooitiv:lsmo'·m-~rxistioo noni•· s e. a avote;vole. '

RkJQdWJsaXNoZXIy