Critica Sociale - anno XXXII - n.11 - 1-15 giugno 1922

CRITHJA SOCIALE ti, 173 cibile di ogni dittatura operaia, la quale I nell'im– possibilità di farsene un. alleat(:h come i~ Russia dovrebbe soggiogarlo con la violenza. Ma se i'it ri~· voluzione può con la violenza togliere i· diritti.alle classi parassite deli_a s oci~tà, 'al trettanto, t:ion· può· fare -:-- senza votarsi al falltmer .to L verso unà classe nu!11erosa ~ S?Cialmente indìspensabile quale e quella det contadtnt, e .che tale resterà fin tanto che anche nelle_ campa$ne non sr_sia sviluppafo un, forte pro– Ietanato agncoto, mediante un processo di differen– ziazione della P.opolazione rurale (ihvero. tutt'o'ra. molto arretrato tn buona parte dell'Europa Occiden~ tale), che soltanto la progressiva industrializzazione· deH'agricoltura ·renderà .possibile. . · Infine, .mentre in Russia la formazione della pic– cola proprietà, nonostante sia in se stessa un fe– nomeno prettamente antjsociaUstico, rappresenta pur' sempre up progresso rispetto alla costituzione a– graria feudale della Russia zarista;· negli Stati .del– l'Europa Occidentale e Centrale', dove già da tempo la fase feudale ha lasciato il ·posto alla fase capi– talistica dell'agricoltura, il frazionamento della. pro– prietà fondiaria rappresenterebbe inve,ce, qon già una trasformazione rivoluzionaria dell'economia· a– gricola, ma una involuzfone tecnicamente e social– mente reazionaria. Eppure, data la persistente psi– cologia del contadino, "uria rivoluzione.a tipo russo,_ che per prima cosa abbatta semplicemente i legami della proprietà privata 'e lasci alla forza creatrice delle masse il compito di ricostrurre puov,amente i rapporti · della proprietà fondiar;ia ,,, èònpurre))be certamente, anche fra noi, alla ripartizione delle terre e al· costitu,i~si della picc,ola proprietà . .L'impedire clie c-iò avve·nga " sarà 'uno dei csompiti più impor– tanti e più difficili della rivoluzione proletaria nel- l'Europa Occidentale e Cent'rale ,,. • - ~ Altre differenze tra le condizioni· della Russia e quelle dell'Europa Occidentale enumera ed illustra il Bauer: il ,robusto corpo di un paese agricolo còme la Russia h~ potutp sopportare, sia ptire attraverso . sofferenze,. disagi, e privazioni terribili, un rivolgi~ mento che ha " completa.mente rotto la continuità · dell'amministra,zione statale ed, economica,,, 'che "ha dato in preda alle forze a·narchiche, distruggi– trici, primitive, tutto il meccanismo dello Stato e dell'.economia sociale,,; ed ha resistito per anni al blocco, all'isolamento, alla guerra da parte deffin– tero mondo capitalistico. Non così avrebbe potuto resistere, l'organismo complesso e delicato degli Stati industriali dell'Europà Occidentale e Centrale, dove la rivoluziont avrebbe certamente dovuto soc- , combere nella catastrofe irreparabile dell'intera so- cietà. ' ' . In quésti paesi il proletariato costituisce·ormai la massa della popolazione: esso· non ha quindi bisogflo di ricorrere -alla dittatura per affermar,e H suo dominio, anzi -non sopporterebbe il dispotismo di un Governo onnipotente; •sia pure qi comunisti, qual'è quello di Russia, dove la classe operaia è troppo poco evo~ufa per governarsi democratica– mente. '" In Russia la ,dittatura del proletariato è il dominio di una minoranza, e la forma, giuridica del. g;:>verno della minoran·za è la costituzione dei So– vieti. Nell'Ovest industriale il dominio del proleta– r.iato sarà· il dominio della massa, della strabocche- , vole maggioranza del popolo, e la forma giuridica del governo della magcioranzà ·è la dèmocrazia ,,. Appunto per HUesto in. Russia " il proletariato può affermare il suo dominio s'olo transitoriamente: esso •dovrà perderlo di nuovo. non appena la massa a– gricola della na~ione sia abbastanza ma~ura per prendere da sè il dominio. AI contrario, nell'Ovest 'industriale la classe lavoratrice p uò, quando a bbia conquistato il potere go vernativ o, dominare.lo Stato durev,)lrnente, finché vi sia.no delle classi e finchè vi sia uno, Stato,,. (Continua) RoBERTo VERATTJ. Comunismo e R'elig'io·ne Mentre in Italia tutta la attività spirituale del 110- stro partito Bi compendìa nella amarissima polemica del collaborazionismo o del nullismo, ·in Ge~mania il socia– lisnio è tuttora _og,etto di indagini seve,·e e; spesso, ge- 11iali. Sarà, forse, perchè l'abito ausGero della .specula– zione è quello che i ·popoli, più diflìcilmente assumono e più len tam,rn te perdono i sicchè nè a noi la vittol:ia ha insegnato a pensare, nè alla Germ.ania .la sconfitta ha insegnato a non pensare. , · . · .E'ritz Gerlich, ad esempio, in un breve volume: De1· Kommunisnms ats Lehr-e vom taitsend.jtihrigen Reich, suggestivo e paradossale.i11sieme, stuc;lia. il• Uomunismo - come un ,:novimento religioso; ,egli lo chiama, ànzi, ,un tentativo di nuova religione,. · , . • La filosofia della storia del Marx fu considerata' come unwinterpretazione màterialistica della storia , soprattutto della storia della nostra epoca, tutta int.es, ;uta di fieri . antagonismi di classi. 'Al contrario per i,l Gerlich il co-. munismo sgorgherebbe da un bisogno spirituale. del J;IO- · stro tempo·: esso, così eo,me venne forrp.ulato dal Marx e dàll'Engels A come è stato contorto dai t'eo1'ici bolsce– vichi, rappré-senterebbe l'ultima propaggine di quel «Chi: liasmo, filosofico, che fu immanente nel pensiero tedesco · attraverso i seèoli. ·· Tutti i .Chiliasti, egli premette, souo comunisti, e vedono nel niondo esterno·l'opera del principio del male; .essi sono, quindi, pet la ·,dist;uzio!1e del1'ordinarnento esteriore: sono, in una parola, dei rivoluzionari. All'e– poca del razionalismo il·Chilia&mo perdè il suo specifico· ab,ito cristiano e si. tramuto in un11. dottrina filosofica evol.uzionistièa,. • Sulle spalle· di qÙesto, Chiliasmo fìlos·o– fìoo del secolo XVIII, eh!" perveniva loro attraverso le rielaborazioni .del Fichte, dell'Hegel, del Saint-Simon, del Weitling,f e.cc, ,.si e{gono Jl Marx e il.suo. compagno' • Engéls.•. · . . · · ·Anche il'.rnarxismo, infatti, è dottrina di liberazione dàl presente. E co1ne il Chiliasmo me.tteva capo al mille– nario regno del principio del ben-e, così il marxismo .as– -sicura l'à.v:ve'nto di una società comunistica, in cui non vige rà più i l principio defla lotta di classe; anch!esso alle anj.me, angustiate d.aUa. tristezza dell'oggi, fa bale- nare la ,sperai:rna (o il miraggio?) di giorni se:reni. · Il Chilia~mo presuppone ohe l'uomo sia.naturalmente buono: le drcostanzé este~iori lo· renderebbero malvagio. . Da analoga premessa muove. il Marx, per il quale, con la ca~uta ,del sistema capitalistico, l'uomo tornerebbe alla primitiva bontà. . · · Interessante è il ragionamento con cui il Gerlich dimostra questo presupposto ottimistico del marxismo: senza di esso, egli afferma, la promessa del Mai,x sarebbe mendace. Sµperato Il capit,alismo e raggiunto uno stato di piena libertà, ~ubentrer ebbe u na società libera da ogni costrizione estern&, nella qua.le' le forze produttive, do– vrebbero compiere una enorme asceusione, Ma, e'l!Sendo - venl1ta mene la costrizione, ciò non sarà possibile che '·nell'ipotesi· del!' • uomo· baono • o, càme si direbbe in . t.eologja,_• ~enza· peccato• 1 ·. . Ma il Gerljch• spinge ancor'a oltro il parallelo, e, foi'se, da questo punto in poi, non senza gravi arbitri. Fin qua·, infatti, Ja. comparazione è proceduta fra termini rice_vuti e•i immobili; ora il Gerlich non mantiene ·più fermo il dop;ma marxistico, ma vi sostituisce la rielaborazione che e~li ne ·tenta 1 con .procedimenti logici non del tutto ·le– gittimi per o meno· nel campo sociologico. · Il Chiliasmo promette non' solo u_naliberazio,ne, ·ma · anche u>1 liberatore: il Messia, E il Gerlich indica la pel'– .sona del liberatore promess,o dal marxismo nel Proleta, riato. • E si deve .riconoscere •, osserva Hans Kelsen, l'illustre professore.,di dirjtto pttbblico nell'Università di Vienna; • si deve riconoscere che nella ideologia marxi– stica, spesso molto in éontraddizioni, ,cqn le tendenze scientifiche del Marx, la personificazione /anzi l'« ipo– stasi,, come egli precisa. meglio, con termine di sapore , spiccatamente teologico) della categoria economica • Pro– letariato, è spinta ad un tal grado e con una tale ac– centuazi one di valore etico, che la comparazione col Mea: sia non è.da respingersi,. E senza. ,dubbio le rielabora- - zioni popolari del marxismo, che spesso ne furono vere <ieformazioni, potrebbero ampiamente giustificare ii pa• rallelo. Dalla analogia dei protagonisti, il Gerlich passa ad affermare ·!',ma.logia· degli eventi libera~ori. La rivo– }uzione come liber1v:ione, promessa _dalMarx, troyerebbe ... 'I ' . I I'

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