Critica Sociale - anno XXXII - n. 6 - 16-31 marzo 1922

9Ò ditiTiéA sbtJlAti I 1m1ricana, prima di tutlo perchè ò piit viciuo alla Cina, iu secondo luogo perchò ogni iuiziativa 1.uoericaua per ottener privilegi o per J!eoetrare comuuqne nel mercato cinese lo autorizzeiebbe a fare al trettau to: quindi il Giap• pone è sempre in grado di esercitare un predominio nei commerci sui mercati cinesi. Alla 'tonfereuza vennero in– vitate anche la Prancia e l'Italia, perchè l'Inghilterra non può impegnarsi a diminuire la sua flotta, se non fanno altrettanto la Prancia e l'Italia. Di più vennero invitate anche altre nazioni, le quali eraqo interessate nel pro– blema dell'Estremo Oriente. l!'rattau to in Europa le nazioni debitrici dell 'Ame– rica spe1·avano che alla- Conferenza si trattasse irnche dei, loro debiti, e che l'America fosse disposta a prend.re in considernzione l'idea del condono. Gli armamenti terrestri. Ma il programma della Conferenza, n1Jl pensiero del governo americano che l'aveva convocata, doveva rima– nere strettamente limitato al disarmò navale e alla que– stione dell'Estremo Oriente. Non si doveva affatto trat– tare, per il momento, di altre questioni; e nemmeno del disarmo terrestre, come gh Buropei si immaginavano e come qtialohe unzione teIJ1eva. Solo qualche argomeuto riguardante i metodi di combattimento, come l'impiego dei gas asfissianti e degli aereplani, poteva essere trnt– tato. E la limitazione d-el programma, la si spiegn benis– simo, quando si pensi che le ·tre nazion'i principalmente interessate hanno armamenti sopra tutto navali. Non che gli Stati Uniti e l'Inghilterra :1iano contrari !!Ila ridn– zione degli armamenti terre~tri, t·.hè anzi vi sono favo– revoli a causa dell'auspicata ripresa economica, ma non volevano mette,re· tt·oppa carne al fuoco, col risnltato .ii non risolvere nnlla. Gli Stati Uniti specialmente, t.ene– vano molto lii disarmo navale, e qualora si fos8e potuto ,lill)OStrare che con la buona volontà ci si può intendere s~nzn danno di alcuna delle parti, .in.tendevano poi in- 1ltre presto nitre Conferenze, per preudere in esame e risolvere la questione della limitnzione dAgli armamenti terrestri. risultati della Conferenza. Non ostante il sabotaggio della Francia "che mnntlò a v_aoto q~est'.ultimo proposito de~ Governo 1 degli Stati. Ullltt, la Uonfei-e1)za e potuta arnvare ad· una conclu– sione e, ·oltre a cose secondarie, re golare le "ue questioni fondamentali con appositi accordi fra.le varie Potenze. Per la Cina le principali disp osizio ni• del trattato s':mo: al le Potenze si impegnano ad osservare .il priu.: c1pto tlella porta aperta; bl le Potenze (e qui vuol dire ti Giappone/ si impegnano di ritirare le forile armate dal– territo1io cinese; c) è stabilita eguaglianza di diritti•uei . tr~sporti per le merc·i e _i passeggeri di ogni Paese;.d 1 il Gta}!po_ne abband~na, l<;>Scian-tung e tutte le altre con– r:ess10m .ottenute m Orna, dietro rimborso delle spese fatte per costruzione di ferrovie, ecc. Per gli armamenti navali le disposizioni sono:. a) il tonnellaggio totale definitivo delle navi di linea sari\ di 525 mila tonnellate per. gli Stati Uniti e per l'lnghilterra, 315 mila per il Giappone ]76'mila per hi Francia e per l'Italia (art. 4) · · ' . . .bl il dislocame'n_to massim~ d( ogni nave di linea e ltm1tato a_35 mila tonn. (àrt, 5!; c/ è stabilita una vacanza 'navale di dieci a:nn·i P. cioè è vietato ·di impostare nuove costruzioni fino' al 193L, salvo per la Prancia e l'Italia, che, non ragginn– g_entlo ora_ le 175 mila tonn. assegnate loro, sono auto-· rtzzate a unpostare 36 mila tonn,. ciascuna negli anni 1927 e 1929 (art. 3); · dJ_ è convenuto lo status qno delle fortificazioni del Pac1fii;o (art. 19) ·. e) il trattato rimarrà in vigore fino a ·tutto il 193G (art. 23). . Jn conseg1;1en_zadi, t~li ~ccordi tutte le navi in più e quel!e supenon alle 3.:, mila tonn., che hanno tanto l'Inghil~erra quanto il Giappone è gli Stati Uniti · ver– r~nno d_1stru~te. _E la ~istr~z!one raggiunge cifre ii::ipres– s1onanti: cosi gli Stati Un1t1 devono annientare 30 co– razzate,_ parte in servizio, parte in armamento parte in costruzione, per un totale di più di !:00 mila to~n., l 'In– ~h1l~erra 19 corazzate per un totale_ di 5G0 mila tonn., 11 Giappone 17 corrazzate, per quast 500 mila tonnellate . ' Biblioteca Gino Bianco dimodochè ~tati Uniti, Iughilterrn e Giappone 'riman– gono rispettiv.aruente con 18, :.l:3 e lU grandi navi. ln q uest'i accordi ciascuno ha ~acrifica tq, qualche cosa éd 11a ottenuto compensi per i i;uoi sacrifici, e·così sono rimasti soddistatti tutti ., tre. . ,Per la Cina, apparentemente, hanno riconosciuto il suo diritto alla completa indipendenza; in realtà si sono riservati di struttarlu in comune; tl q umdi è uu accordo che cela in sè molte .cupidigi11 imperialistiche. Ma se esaminia'mo le cifre del disarmo, vedia_mo quali. risultati importantissimi si sono raggiun~i, che tira . quasf follia sperai,e prima ·dell'mizio della Uonlerenza.· Saranno· accordi duraturi? Non lo sap·pia1no .. ·U1;rto che in essi: si cela ancora i-!' pericolo di tu turi .110Gngu– nismi e cotttiitti; tuttavia ha una grande toflicac1a, so– pra tutto per le ripercussioni sull'opinione pubbltc11 cli ogni Paese, il ,fatto che ad un certo momento tre grandi Pòtenze abbiano detto: • perohè corriamo follen1ente verse, la comune rovina? non è. molto meglio che. ciac-· cordiamo? •; e siano riuscite ad acconteutarsi ed abbiano avuto il ·coraggio di distr.uggere più della metà delle loro fiotte, per le quali avevauo speso tanti miliardi; l!: noi possiamo salutare con gioia che si siano rag– giunti tali rii;ultaGi, tanto più che dimostrano che ci si ·può e ci sì deve acconlar!J p,n- la riduzione degli nrma- 1benti terre~tri. La Francia, appèna compnse l'iusegnarneuto che ve– niva dalla ·Confere1.1za di Washington, cercò di mandarla a monte. Ma se si Vllole la riu~scitadetl'E.urqpabisogna decidersi, e presto, alla limit11z,opo anche. degli arma– menti terrestri.· E' un comp~to molto ardtio, e forse' ·superiore alla ca– pàc.ita dei Governi borghesi europei, legati a troppi in– teressi capitali!;tìci e imp(orialistici m concorrenza fra loro. Occorrii per~iò che le classì lavo::atrioi imponga110 la, risol_uzione· di gnesto problema, poiohè interessfi da vi- · cino li. ripresa'dei buoni rapporti internazionali, dai quali dipende In ripresa econou1ica, che è vitale anche, ti so– prattutto, per il beue~sere delle cla~si lavorat1:ici. Le or– ganizzazioni siuclaoali etuopee debbono pertanto prendere in esame anche questo problema nel conveg110 ohe, a quanto è s~ato annunzia'to, esse. terranno pro.ssimamente a Roma. Aua,rsTo ToRRE. La: ·libertà della· s~uola.-. Sul probÌema della. scuola è neces~ario éhe il. nostro Partito fissi al. più. presto le sue idee. E' _sintomatico che da'qualche tempo anche l'A- 0 ''Vanti I, anche Comunismo abbiano. sentito il bi– s_ognò di dare largÒ spazio al dibattito del pro– blema. Del quale si è, com.,e è :noto, discusso anche nell'adunanza del Consiglio N~zion'ale dello scorso gennaio ;· e si tornerà a. discuterne fra ' poche settimane, in apposito convegno indetto dalla Direzione del Partito. con interyento ·.dei rappresentanti della Confederazione del Lavoro, del Sindacato Magistrale, del Sindacato Inse– gnanti Scuol~ Medie, oltrechè, s' intende· dei membri del Gr1_:1ppo Parl~mentare i quali s-\nte: ressano del problema. Intanto la OonfederazionEl del Lavoro ha promosso, a Milano un u.tile di-, battito su un .disegno d( legge per le scuole industriali. • E' ségno ohe Partito e Proletariato sen·tono ormai questa necessità dì fissare· la loro politica feolastica. E noi che da anni e anni abbiamo avvertito e segnalato siffatta necessità e 'ci siamo sfor'zati di provvedere a<i e,;;sa in tutti i modi · che per noi si poteva 1 siamo lieti di contrib11ire ora a ravvjvare · e di.f;londere l'attem 1 ione sul p_roblema. Pubblichiamr, oggi questo primo ar-' · t10olo del nostro Rodolfo .Mondolfo a cui altri . ., . . . . ' seguiranno, gt!L, m ".lat1c1 o promessici cip. lui stesso e da ·altri' collaboratori. I" Nor• J •

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